
La società impone ancora etichette e cliché di basso rango. Ma possiamo ancora venirne a capo. Non è così difficile.
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in un titolo davvero interessante. “Keecoo K1, un telefono da donne”. A lanciarlo sul mercato è stato un produttore cinese, che ha scelto di sponsorizzare questo innovativo gingillo della tecnologia adornandolo con trucchi, rossetti e petali di rosa. Allora mi sono chiesta: “Ma fino ad oggi che smartphone ho avuto tra le mani, qualcosa di inappropriato alla mia femminilità?” (sarcasmo mode on). Accecata da una cascata di rosa (perché il telefono in questione è o rosa o bianco…), non ho potuto fare a meno di mettermi a ridere. Una genialata di questo tipo, nel 2016, in effetti mi mancava.Anni di lotte e tentativi di appianare le differenze tra uomo e donna e poi, dal nulla, una trovata di marketing del genere. Il problema di fondo è che andare oltre lo stereotipo di genere risulta praticamente impossibile e, se ci si riesce, è comunque un traguardo raggiunto con estrema fatica, sentito quasi (e assurdamente) come una forzatura. Come sradicare dalla nostra mente concetti che ci vengono instillati fin da bambini, dando alle nostre menti la forma che è stata decisa dalle generazioni che ci hanno preceduto?
Perché il rosa deve essere considerato un colore da femmina? Chi l’ha deciso? Non ho mai sentito parlare di una riunione in cui i colori un giorno si sono riuniti, il rosa ha preso il megafono e ha urlato: “Voglio essere associata alle donne, punto e basta”. E cosa vuol dire che ci sono i giochi da bambina e da bambino? Perché se un bambino gioca con le pentole o una bambina adora le costruzioni, ci si vede una qualche turba mentale, un comportamento misterioso da modificare fin da subito perché potrebbe avere effetti fuorvianti sulla futura scelta del partner? Chi ha impostato queste regole? Quando? E, noi, in quel momento dove eravamo? A scegliere la nostra bambola preferita solo perché siamo nate (non scegliendolo) donne? O ancora: per quale motivo un bambino si dovrebbe vergognare di reagire a qualcosa piangendo? Chi ha stabilito che gli uomini devono essere sempre e solo forti e le donne necessariamente delicate?
Per fortuna, ci sono persone intelligenti in questo mondo che sono riuscite a fare dell’ironia in merito. Sto pensando, prima tra tutte, a Ellen DeGeneres, una brillante conduttrice, comica e doppiatrice statunitense. Durante il suo show più celebre, The Ellen DeGeneres Show, ha presentato uno straordinario monologo, irriverente al punto giusto, parlando del problema dello stereotipo di genere dal punto di vista femminile. Ecco il video originale e la trascrizione integrale di quello che viene detto. Ci tengo molto a farvela leggere perché è un autentico capolavoro.
«Sapete quello che mi piace fare durante il mio show, di promuovere la gentilezza e l’uguaglianza dei diritti, che non mi piacciono le etichette e che per me non esistono i colori (sono un cocker spaniel sotto questo punto di vista). Non mi piace mettermi a far notare le differenze tra le persone, soprattutto tra uomo e donna e penso che le donne… abbiamo fatto un sacco di progressi verso l’uguaglianza, che possiamo votare, credo dal 1982, che possiamo indossare i pantaloni, guidare di notte, tutte queste cose sono accadute.
Poi capita di vedere qualcosa che mi fa pensare che c’è ancora molto da fare. Si tratta di un nuovo prodotto della Bic, l’azienda che produce penne, che ha creato una nuova linea di penne chiamate Bic For Her. Tutto vero: esistono le penne per le donne. So quello che state pensando: dove diamine sono state le nostre penne per tutto questo tempo? Vi sembra possibile? Abbiamo usato penne da uomo per tutti questi anni. Bleah!
Le hanno fatte in due colori da donna: rosa e viola. E sono delle normalissime penne, se non fosse che sono rosa e dunque costano il doppio. È tutto vero. La parte peggiore è che le vendono senza istruzioni: come facciamo a imparare a scrivere allora? Stavo leggendo meglio la parte posteriore del pacco, cioè un uomo lo stava facendo per me; c’è scritto che sono state ideate per adattarsi alla mano di una donna. È tutto vero. Non sto esagerando. Ideate per adattarsi alla mano di una donna: cosa vuol dire esattamente? Tipo che quando scriviamo quello che il nostro capo ci sta dettando, ci sentiamo meglio e dimentichiamo che non veniamo pagate abbastanza? Non so. Negli ultimi 20 anni le aziende hanno spese milioni di dollari nel creare pillole che facessero crescere i capelli degli uomini o risolvessero i loro problemi sessuali, e adesso le donne hanno una penna.
Wow, ne abbiamo fatta di strada. È così ridicolo che quando mi hanno chiesto di diventare la loro portavoce ero indignata. Ho risposto “Non farò mai uno spot per voi”, ma poi mi hanno detto quanto mi pagavano e okay. Ecco lo spot che ho girato!
Mamma: “Oh, che c’è tesoro?”
Figlia: “Non lo so, a volte mi sento… diversa.”
Mamma: “Perché stai crescendo. Forse è il momento di fare quel discorso. Quello sulla penna.”
Figlia: “Ma non posso usare queste penne da uomo.”
Mamma: “Ecco perché ti serve la nuova penna Bic For Her.”
Figlia: “Esiste una penna per donne?”
Mamma: “Adesso sì. Sono forti abbastanza per essere usate da un uomo, ma semplici così che anche una donna può capire come usarle. Ecco come funziona: quando hai un’opinione, scrivila su un pezzo di carta, poi appallottolalo e gettalo via perché nessuno è interessato alla tua opinione, tesoro.”
Figlia: “Wow! Cos’altro posso fare con questa penna?”
Mamma: “Puoi usarla per scrivere la lista della spesa o anche le ricette da preparare per il tuo uomo. Ed è indistruttibile, quindi sopravvivrà a tutti i tuoi folli sbalzi d’umore.”
Figlia: “Com’è carina.”
Mamma: “È l’unica penna per donna della quale hai davvero bisogno.”
Figlia: “Posso usarla quando diventerò presidente.”
Mamma: “Oh, certo… sei stupida.”
Mamma: “Dobbiamo andare ora.”
Figlia: “Okay.”
Penne Bic For Her. “Per risultati migliori usala a piedi nudi e quando sei incinta
Mamma:
Adesso facciamo jogging che devo bruciare un po’ di calorie per mantenermi in forma… Su, andiamo…
Ellen DeGeneres: Oh, wow, mi sarebbe piaciuto se mi mamma mi avesse parlato delle penne da donna.»
In quattro minuti Ellen è riuscita a mettere dentro tutte le disuguaglianze che caratterizzano il mondo femminile, ancora oggi. Devo elencarle per forza? L’ineguaglianza salariale, l’impossibilità, in alcuni paesi, di compiere azioni per noi normali come studiare, guidare o indossare un paio di jeans solo perché si è donne, la difficoltà nel raggiungere posizioni di successo nel campo lavorativo. Per non parlare poi dell’idea di donna “animale domestico”: mamma, cuoca, casalinga, che ha bisogno però del suo uomo per fare qualcosa di complicato. E questa ridicola questione dei colori. Per fortuna che esistono donne come lei, dicevo, che riescono a farsi beffa di quelle realtà quotidiane alle quali la donna deve sottostare.
Un'altra idea molto intelligente per lottare contro lo stereotipo di genere è stata quella di Always, un brand della Procter&Gamble di prodotti intimi per le donne. Anche in questo caso abbiamo a che fare con un video che riesce, a poco a poco, a far nascere coscienza nelle persone intervistate sul loro modo di rapportarsi nei confronti delle donne. Quello che si chiede è di compiere delle azioni così come lo farebbe una donna. Di correre come una donna, di combattere come una donna, di lanciare un oggetto come una donna. Le reazioni sono prevedibili: gli adulti, uomini o donne che siano, e un bambino rispondono imitando delle donne delicate che corrono piano, hanno difficoltà a lanciare un oggetto, sono impedite nella lotta. Poi, le stesse identiche domande vengono poste a delle bambine e il risultato è veramente sorprendente. “Cosa vuol dire correre come una donna?” e una bambina risponde “Vuol dire correre più veloce che puoi”.
Cosa insegna tutto questo? Che sebbene proprio i bambini siano il primo bersaglio subissato da un’incommensurabile montagna di cliché, forse è proprio da loro che dobbiamo partire. Lasciamoli liberi, vediamo cosa possono insegnare loro a noi. Del resto, se ci pensate, sono proprio loro il futuro della società: mi sembra che, a volte, invece di farli andare avanti come potrebbero, ingessiamo le loro menti e i loro pensieri dentro i preconcetti che ci trasciniamo dietro da tempo. Lasciamoli stare e, magari, iniziamo noi a vedere il mondo attraverso i loro occhi. E invece di andare in giro a diffondere concetti sul significato di “Comportarsi come un uomo o come una donna”, concentriamoci piuttosto sul significato di “comportarsi come un essere umano” che, di questi tempi, non è più così scontato.