Concetti Chiave
- L'epica è una narrazione poetica che celebra le gesta eroiche e leggendarie di un popolo, distinguendosi in epica tradizionale e riflessa, e include opere come l'Iliade e l'Odissea di Omero.
- Caratterizzata dalla tradizione orale, la poesia epica utilizza epiteti e motivi ricorrenti per facilitare la memorizzazione, con uno stile elevato e solenne che narra di eroi e miti fondanti.
- La questione omerica riguarda il dibattito sulla paternità dell'Iliade e dell'Odissea, legata alla tradizione orale e alle incertezze storiche sulla figura di Omero.
- Gli aedi e i rapsodi erano i poeti itineranti che tramandavano oralmente i poemi epici, utilizzando mnemotecniche come epiteti formulari e versi fissi per preservare le storie.
- L'Iliade, iniziando con un'invocazione alla Musa, narra le vicende della guerra di Troia, concentrandosi su personaggi come Achille, Agamennone ed Ettore, evidenziando i conflitti tra Greci e Troiani.
Indice
Cos'è l'epica
La parola epica deriva dal greco ἔπος = parola. Dapprima designò la forma metrica dell’esametro (ritmo, cadenza), poi passò a designare un componimento poetico che celebra le imprese degli eroi di un determinato popolo. Oggi per epica si intende l’insieme di tali narrazioni. L'epica è quindi una narrazione poetica di gesta eroiche, spesso leggendarie. Si distinguono un'epica tradizionale (poemi omerici, Canzone dei Nibelunghi), che fa riferimento ai racconti elaborati dalla tradizione, e un'epica riflessa, in cui l'elaborazione fantastica del racconto storico e la sua formazione in poema sono opere individuali (l'Eneide di Virgilio o la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso).
Per definizione, epica è un genere letterario in poesia, che narra, in modo solenne, i miti fondanti della civiltà con la partecipazione di eroi e dei, in azioni gloriose, come la guerra. Infatti, ἔπος = azione.
Caratteristiche
Bisogna ricordare che la poesia epica è legata fortemente alla tradizione orale, gli aedi cantavano di città in città il loro poema con un accompagnamento musicale e ovviamente, data l'enorme quantità di versi da imparare a memoria per la recitazione, prediligevano i motivi ricorrenti (più facilmente memorizzabili). Perciò, insieme ai patronimici, altrettanto ricorrente, è l'uso dell'epiteto, l'aggettivo che caratterizza l'eroe e ne sottolinea una determinata caratteristica straordinaria ("Achille piè veloce", "l'astuto Odisseo"). Così come intere scene si ripetono in forma fissa.I segni distintivi del poema epico, oltre ovviamente all'argomento trattato, riguardano anche lo stile e certi motivi ricorrenti. Il poema epico si apre sempre con una protasi, in cui dopo l'invocazione alla Musa viene brevemente presentato l'argomento del poema. Un poema epico è scritto in versi, il più antico dei quali è l'esametro. Altre caratteristiche fondamentali sono:
- Tono alto e celebrativo riguardante imprese belliche e/o prove di coraggio.
- La narrazione si incentra su un eroe di spicco.
- Lo stile è elevato.
Questione omerica
La teoria più accreditata riguardo alla composizione dei poemi ‘omerici’ è quella della composizione orale, attraverso un processo di elaborazione durato diversi secoli: dall’età micenea (XV-XII secolo a.C.) all’VII secolo a.C.Il periodo seguito alla caduta dei regni micenei è chiamato Medioevo ellenico, durante il quale avvenne il cosiddetto "blackout della scrittura", a seguito di possibili cataclismi e sovvertimenti dell'ordine politco e sociale.
Durante quest’epoca la composizione e la divulgazione dei poemi avvenne solo oralmente, passando di generazione in generazione e alterando anche alcuni punti della trama e delle storie per adattarsi meglio all'ambiente sociale e riuscire a sopravvivere.
La sopravvivenza orale di queste storie leggendarie si definisce come una creazione libera del poeta, che non fissa nulla per iscritto, ma affida alla propria memoria e all’aiuto di alcune tecniche quanto egli ha composto o ha adattato da una creazione d’altri. Ogni volta che il poema viene raccontato subisce rimaneggiamenti o sistemazioni.
Da qui nasce la questione omerica: si riferisce al dibattito che interessa filologi e storici della lingua greca antica che riguarda la paternità della composizione dell'Iliade e dell'Odissea da parte di Omero e sull'esistenza stessa di quest'ultimo.
Il dibattito ha origini molto antiche, ma negli ultimi secoli del Medioevo, e nei primi del Rinascimento, c'è stato uno sviluppo di questo dibattito.
La questione nasce proprio a causa della tradizione orale in cui i due poemi hanno presumibilmente visto la luce: essendo un periodo di oralità, si riscontrano incongruenze, contraddizioni, frequenti ripetizioni di espressioni e interi blocchi di versi che hanno fatto nascere dei dubbi sulla paternità di un unico autore di queste opere. La questione è motivata dall'interesse per la figura del poeta Omero, di cui gli antichi non dubitavano ma, allo stesso tempo, di cui avevano notizie insicure e che era al centro di vere e proprie rivendicazioni.
Mnemotecniche degli Aedi/Rapsodi
I poemi venivano raccontati, e così tramandati, durante le panéguris, cioè feste popolari di gente venuta per una celebrazione o festività, spesso di tipo religioso. Vi erano due tipi di poeti:- I RAPSÒDI, il cui simbolo era il bastone, raccontavano recitando un episodio epico "cucendolo" a quello raccontato dal rapsòdo precedente (infatti in greco il nome significa “colui che cuce”).
- Gli AEDI cantavano l’episodio accompagnandosi con la cetra.
- Esametro (ritmo, cadenza)
- Schema fisso dei versi
- Epiteti formulari (es: “dalle bianche braccia”, “piè veloce”, “divino")
- Nomi patronimici
- Versi formulari fissi (es: “l’aurora dalle rosee dita”)
Il carattere collettivo, popolare, della creazione non consente di vedere in Omero l’artefice unico dei due poemi. Quindi il suo nome, Hómeros, non sarebbe un nome proprio, bensì un attributo, una sorta di epiteto formulare con il significato di “colui che partecipa alla festa, alla panéguris”, cioè il rapsodo che ha ‘cucito’ insieme i poemi.
I poemi omerici sono il documento della visione del mondo di un’aristocrazia che trova nel riferimento del codice eroico il punto di riferimento per l’azione → τιμή = onore, valore.
Gli eroi non sono autosufficienti nel loro agire: c’è il concorso delle divinità. L’agire degli dei è spesso capriccioso e crudele, lontano da ogni logica morale. Il mondo degli dei è in stretta contiguità con quello degli uomini; gli dei entrano in vari modi in contatto con gli umani, dunque l’azione umana è influenzata da forze che la indirizzano e la provocano: l’apparato divino.
Iliade
L'Iliade inizia con una Invocazione e Protasi alla musa.La protasi è la proposizione dell’argomento generale del poema, posta all’inizio insieme all’invocazione alla Musa, come introduzione all’opera. Il poeta invoca la Musa, chiedendo un’investitura poetica, ossia l’ispirazione a comporre poesia.
Libro I°
Quando: il 10° anno di guerraArco di tempo: 21 giorni
Personaggi: Dio Apollo, Sacerdote Crise, Criseide, Agamennone, Indovino Calcante, Achille, Briseide, Dea Teti, Nestore di Pilo, Dea Atena
Riassunto: Apollo, su richiesta di Crise, manda una pestilenza contro i Greci, il cui re, Agamennone, non vuole restituire al sacerdote la figlia Briseide. Ma il re dovrà restituirla al padre e fare un’ecatombe sacra per il dio Apollo, per mettere fine alla pestilenza. In cambio di Criseide, Agamennone prende Briseide, la schiava di Achille che, arrabbiato, vuole combattere contro il re, ma viene fermato da Atena. Dopo l’episodio, il Pelide va a piangere dalla madre Teti sulla riva del mare.
Libro II°
Quando: tra la notte e il mattino del 22° giornoPersonaggi: Dio Zeus, Agamennone, Indovino Calcante, Achille, Tersite, Nestore, Ulisse
Riassunto: Zeus, per accontentare il desiderio di Achille fatto a Teti, invia ad Agamennone un sogno ingannatore, per incitarlo alla lotta contro Troia. Al falso annuncio della partenza, solo l’abilità di Ulisse potrà rinsavire i soldati, convinti dalle parole di Tersite, (il primo "brutto" della letteratura occidentale, un antieroe). Calcante, Nestore e Agamennone ricostituiscono le file e preparano le truppe: 1° catalogo dei guerrieri e delle navi.
Libro III°
Personaggi: Paride, Menelao, Elena, Re Priamo, Agamennone, Dea Afrodite.Riassunto: Paride, accusato dai Troiani di essere la causa della guerra, si offre per un duello risolutivo contro Menelao; il vincitore otterrà la vittoria della guerra, Elena e ricchi tesori. La proposta è accettata ed Elena raggiunge Priamo sulle mura per assistere (teichoscopìa, l’osservazione dalle mura). Durante il duello, Paride, meno forte del rivale, si trova in difficoltà e viene salvato da Afrodite. Agamennone proclama la vittoria del fratello, ma essa non costituirà la fine della guerra.
Libro IV°
Personaggi: Dio Zeus, Dea Atena, Dea Era, Pàndaro, Menelao, AgamennoneRiassunto: sull’Olimpo si riuniscono tutti gli dei che decidono di far riprendere le ostilità tra gli eserciti: Atena istiga Pàndaro a scagliare una freccia contro Menelao, così ricomincia la guerra. Agamennone passa in rassegna l’esercito (2° catalogo), incoraggiando i valorosi e rimproverando i vili, come Menesteo e Ulisse, Stenelo e Diomede. Si hanno i primi caduti da entrambe le parti.
Libro V°
Personaggi: Diomede, Pàndaro, Enea, Dea Afrodite, Dio AresRiassunto: Diomede, che nel LIBRO IV° era stato rimproverato, riacquista il suo valore, uccidendo Pàndaro e ferendo Enea, la madre Afrodite e Ares.
Libro VI°
Personaggi: Diomede, Glauco, Paride, Ettore, Andromaca, Astianatte, ElenaRiassunto: Ettore fa compiere alle matrone un sacrificio propiziatorio per i Troiani; intanto Diomede affronta un nemico sconosciuto, che scopre essere Glauco, un vecchio ospite paterno*. I due soldati fermano il duello e si scambiano le armi. Nel frattempo Ettore raggiunge Paride, che trova imbelle e lo rimprovera. In seguito va dalla sua famiglia alle porte Scee, dove avviene una scena indimenticabile di affetti familiari. Alla fine c’è un nuovo incontro tra Ettore e Paride, il quale dimostra avere volontà di azione bellica.
Libro VII°
Arco di tempo: 3 giorniQuando: 22°, 23°, 24° giorno
Personaggi: Ettore, Aiace Telamonio , Agamennone, Nestore, Antenore, Paride
Riassunto: Durante il banchetto successivo al duello, si decide di raccogliere i cadaveri e di costruire un muro a difesa delle navi greche. A Troia invece Antenore propone di restituire Elena, ma Paride si oppone, disponibile solo a rendere i tesori. Così viene mandata un’ambasceria dai Greci, ma la proposta viene respinta. La parte principale del canto è il duello tra Ettore e Aiace, deciso per porre un’interruzione delle ostilità.
Duello tra Ettore e Aiace
- Ingresso di Aiace sul campo, debolezza di Ettore nei confronti dell’avversario.
- Provocazione di Aiace.
- Risposta di Ettore.
- 1° attacco di Ettore con la lancia, che colpisce lo scudo a forma di ‘8’ di Aiace.
- Risposta di Aiace con la lancia, che colpisce lo scudo rotondo di Ettore, penetrando nella corazza e stracciando la tunica.
- Recupero simultaneo delle lance.
- 2° attacco di Ettore con la lancia, a cui si piega la punta.
- Risposta di Aiace con la lancia, che ferisce il collo di Ettore.
- Attacco di Ettore con il macigno, che colpisce lo scudo di Aiace.
- Risposta di Aiace con il macigno, che rompe lo scudo di Ettore e fa cadere a terra il soldato, che viene rialzato da Apollo.
- Corpo a corpo con le spade.
- Intervento degli araldi, Ideo e Taltibio, che pongono gli scettri tra i duellanti.
- Provocazione di Aiace.
- Risposta di Ettore, che pone fine al duello.
- Dono di Ettore: la spada a borchie d’argento.
- Dono di Aiace: la fascia di porpora.
- Ritorno di Ettore.
- Ritorno di Aiace.

Libro VIII°
Personaggi: Zeus, Ettore, Diomede, Nestore, Agamennone, TeucroRiassunto: Zeus riunisce gli dei ordinando loro di non partecipare allo scontro tra Greci e Troiani. Inizia la 2° battaglia di esito incerto. A mezzogiorno Zeus pesa sulle bilance il destino dei contendenti e il Fato greco precipita: Ettore affronta valorosamente Diomede e Nestore, Teucro, fratello di Aiace Telamonio, è colpito da un macigno e Agamennone non riesce a fermare la fuga dei Greci verso le navi.
Libro IX°
Personaggi: Agamennone, Nestore, Diomede, Achille, Ulisse, Fenice, Aiace Telamonio, PatrocloRiassunto: Agamennone propone il ritorno in patria, ma Nestore e Diomede si oppongono, chiedendo di mandare un’ambasceria riparatrice ad Achille. Fenice, Ulisse e Aiace Telamonio, incaricati della missione, offrono al Pelide ricchi doni in cambio del suo ritorno in battaglia. Achille rifiuta e dice che tornerà a combattere solo se i Troiani arriveranno ad incendiare le navi e ad attaccare i Mirmidoni.
Libro X°
Personaggi: Diomede, Ulisse, Dolone, ResoRiassunto: dopo un consiglio notturno dei Greci, Diomede e Ulisse sono mandati in campo troiano a spiare la situazione. Dall’altra parte Dolone, è incaricato da Ettore di spiare i Greci. I tre si incontrano e i due Greci obbligano Dolone a spiegare lo scopo della sua missione e la collocazione delle truppe nemiche. Dolone viene ucciso e avviene una strage nel campo dei Traci, dove viene ucciso il condottiero Reso.
Libro XI°
Personaggi: Agamennone, Ettore, Diomede, Paride, Ulisse, Soco, Macaone, Aiace Telamonio, Patroclo, Nestore, re di Pilo, AchilleRiassunto: Zeus preannuncia l’inizio della 3° battaglia: inizialmente Agamennone mette in difficoltà i Troiani, poiché Ettore non osa affrontarlo. In seguito Agamennone, Diomede, Ulisse e Macaone sono feriti dagli arcieri Paride e Soco e sono costretti a tornare alle navi, protetti nella ritirata da Aiace Telamonio. Achille vede la scena e manda Patroclo da Nestore per carpire informazioni. Nestore cerca di convincere Patroclo a mettersi alla guida dei Mirmidoni al posto di Achille e a mettersi la sua armatura per ingannare i Troiani.
Libro XII°
Personaggi: Ettore, SarpedonteRiassunto: la battaglia si svolge intorno al muro protettivo del campo acheo, colpito soprattutto dagli attacchi di Ettore e Sarpedonte. Improvvisamente appare un prodigio, un segno sfavorevole ai Troiani: un’aquila che porta negli artigli un drago vivo, viene sconfitta dalla sua vittima. Ettore riesce a sfondare il muro e, quando i Troiani invadono l’accampamento, il panico si dilaga tra gli Achei.
Libro XIII°
Personaggi: Zeus, Ettore, Aiace Telamonio, Dio PoseidoneRiassunto: Zeus decide di non intervenire più nella battaglia ma, a sua insaputa Poseidone aiuta i Greci nel reggere l’urto dei Troiani. In questa fase muoiono molti guerrieri, ma alla fine le sorti della battaglia sono riequilibrate. Di nuovo si incontrano Ettore e Aiace, ma lo scontro avviene solo verbalmente.
Per ulteriori approfondimenti sull'Iliade di Omero vedi anche qua.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il significato della parola "epica"?
- Quali sono le caratteristiche distintive della poesia epica?
- Cosa si intende per "questione omerica"?
- Quali tecniche mnemoniche utilizzavano gli aedi e i rapsodi?
- Come inizia l'Iliade e qual è il suo tema principale?
La parola "epica" deriva dal greco ἔπος, che significa "parola". Inizialmente indicava la forma metrica dell'esametro, ma poi è passata a designare un componimento poetico che celebra le imprese eroiche di un popolo.
La poesia epica è caratterizzata da un tono alto e celebrativo, narra imprese belliche e di coraggio, si incentra su un eroe di spicco, e utilizza uno stile elevato. È legata alla tradizione orale e spesso include epiteti e scene ricorrenti.
La "questione omerica" si riferisce al dibattito sulla paternità dei poemi Iliade e Odissea, attribuiti a Omero, e sull'esistenza stessa di Omero, a causa delle incongruenze e ripetizioni nei testi dovute alla tradizione orale.
Gli aedi e i rapsodi utilizzavano tecniche mnemoniche come l'uso di epiteti formulari, nomi patronimici, e versi formulari fissi per aiutare la memorizzazione e la recitazione dei poemi durante le panéguris.
L'Iliade inizia con un'invocazione alla Musa e una protasi che presenta brevemente l'argomento del poema. Il tema principale è la narrazione delle gesta eroiche e delle battaglie durante la guerra di Troia, con particolare attenzione al conflitto tra Achille e Agamennone.