Concetti Chiave
- Il periodo ipotetico in italiano esprime un'ipotesi e la sua conseguente azione, suddiviso in protasi e apòdosi, con quattro varianti: della realtà, della possibilità, dell'irrealtà e misto.
- La costruzione del periodo ipotetico varia in base all'ipotesi espressa: dalla certezza con l'indicativo, alla possibilità e irrealtà con il congiuntivo e condizionale.
- Due forme del periodo ipotetico sono riconosciute: implicita, senza il "se" esplicito, e esplicita, introdotta da congiunzioni come "se" o "purché".
- La forma implicita utilizza forme verbali all'infinito, gerundio o participio passato, mentre la forma esplicita usa l'indicativo o il congiuntivo per esprimere ipotesi certe o possibili/impossibili.
- Esempi letterari di periodi ipotetici includono opere di Cecco Angiolieri, Antoine de Saint-Exupery e Gianni Rodari, che illustrano l'uso di diversi modi e tempi verbali.
In questo appunto di grammatica italiana approfondiremo il periodo ipotetico della lingua italiana cercando di capire e chiarire in quali casi se ne faccia uso e quali forme verbali sia bene utilizzare per raggiungere al meglio la propria intenzione comunicativa.
Indice
Periodo ipotetico: cos’è e a cosa serve
Per periodo ipotetico s'intende quella particolare costruzione della frase attraverso cui si esprime un'ipotesi reale o irreale dalla quale può derivare una conseguenza.
Il periodo ipotetico è introdotto da una proposizione principale, o reggente, chiamata “protasi” anticipata da “se”, e da una proposizione subordinata, condizionale, chiamata “apòdosi”. A seconda del tipo di ipotesi che si intende esprimere, si vanno a identificare tre tipi di periodo ipotetico: della realtà, della possibilità e dell’irrealtà e il periodo ipotetico misto. Vediamo questi casi:
- periodo ipotetico della realtà: l'ipotesi espressa viene identificata come qualcosa di certo, esempio: "Se è andata così (protasi), avete sbagliato (apòdosi)". In questo caso la frase si costruisce così: se + indicativo presente (protasi) / indicativo presente (apòdosi), se + indicativo presente (protasi) / indicativo futuro (apòdosi), se + indicativo futuro (protasi) / indicativo futuro (apòdosi), se + indicativo presente (protasi) / imperativo (apòdosi);
- periodo ipotetico della possibilità: l'ipotesi espressa viene identificata come qualcosa di effettivamente possibile, esempio: "Se studiassi di più, miglioreresti"; se + congiuntivo imperfetto (protasi) / condizionale semplice o imperativo (apòdosi);
- periodo ipotetico dell’irrealtà: l'ipotesi espressa viene identificata come qualcosa di impossibile e irrealizzabile, esempio: "Se fossi una donna, non mi truccherei"; se + congiuntivo trapassato (protasi) / condizionale passato (apòdosi);
- periodo ipotetico misto: l’ipotesi riguarda il passato ma le sue conseguenze si riferiscono al presente: “Se avessi sposato un Re, ora sarei una regina”; se + congiuntivo trapassato (protasi) / condizionale presente (apòdosi).
L’uso del condizionale e del congiuntivo
Ognuno dei periodi ipotetici sopra elencati, utilizza un tempo verbale differente. Da notare però che il periodo ipotetico della certezza può contenere tutti i tempi verbali, mentre non è la stessa cosa per quello della possibilità, dell'incertezza e per il misto: il primo, infatti, viene espresso attraverso l'uso del congiuntivo imperfetto (protasi) e del condizionale (apòdosi), vedasi l'esempio sopra, mentre il terzo infine si può esprimere in due modi:
- Congiuntivo trapassato nella protasi e condizionale passato nell'apòdosi, esempio: "Se avessi fatto più veloce, saresti arrivato puntuale";
-
Congiuntivo imperfetto nella protasi e condizionale presente nell'apòdosi, esempio: "Se fossi un genio, sarei famoso"
Ma nel caso in cui l'apòdosi si riferisca ad eventi presenti, si usa il condizionale presente, esempio: "Se fossi stato miliardario, adesso non vivrei di certo qua".
Per ulteriori approfondimenti sull’uso del condizionale vedi qui
Forma implicita ed esplicita
Il periodo ipotetico inoltre può avere due forme, implicita ed esplicita:
- la prima, la forma implicita presenta un costrutto composto da forme verbali al tempo infinito presente, gerundio e participio passato e sottintende il “se” della protasi, esempi: “Lanciata forte, la palla andrebbe più lontano” (ad essere sottinteso è “se venisse lanciata forte…”), “Studiando tanto, saresti il migliore” (se studiassi tanto…), “A vederlo giocare, sembra essere il migliore” (Se ci basassimo su come gioca…);
- la seconda, la forma esplicita ha un costrutto che può essere introdotto da forme verbali di modo indicativo o congiuntivo. Con l'indicativo si esprimono ipotesi certe, mentre col congiuntivo ipotesi possibili o impossibili. Tutte le forme sono generalmente introdotte da “se”, oppure da “purché”, “qualora”, “dato che”, “laddove” ecc. Ecco alcuni esempi: “Se rispondi, mi fai un favore”, “Se ci fosse Gianni, sarebbe tutto più facile”, “Qualora scelga di partire per l'Inghilterra, saremo d'accordo”.
Per ulteriori approfondimenti sul congiuntivo vedi qui
Esempi famosi di periodo ipotetico nella letteratura
Per concludere riportiamo alcuni esempi famosi della letteratura utili a comprendere l’uso del periodo ipotetico e ad approfondire l’indagine su quanto detto sopra. Una famosa poesia che può venirci in aiuto è il sonetto “S'i' fosse foco, arderei 'l mondo” di Cecco Angiolieri che fa un largo uso del periodo ipotetico e ci mostra come vengono usati il congiuntivo imperfetto e il condizionale presente:
S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempesterei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;
s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo,
ché tutti cristïani imbrigherei;
s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei?
A tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente farìa da mi’ madre.
S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
e vecchie e laide lasserei altrui.
Un esempio letterario più recente di periodo ipotetico con l’indicativo lo troviamo ad esempio nella famosa frase che la volpe dice al Piccolo Principe nell’opera di Antoine de Saint-Exupery (1943): “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore”.
Infine, un altro esempio lo troviamo nella filastrocca di Gianni Rodari “se comandasse Arlecchino”:
Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.
Se Gianduja diventasse
ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato.
Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.
Per ulteriori approfondimenti sul periodo ipotetico vedi qui
Domande da interrogazione
- Cos'è il periodo ipotetico e a cosa serve?
- Quali forme verbali si usano nel periodo ipotetico della realtà?
- Come si esprime il periodo ipotetico della possibilità?
- Qual è la differenza tra forma implicita ed esplicita nel periodo ipotetico?
- Quali sono alcuni esempi famosi di periodo ipotetico nella letteratura?
Il periodo ipotetico è una costruzione della frase che esprime un'ipotesi reale o irreale da cui può derivare una conseguenza. È composto da una protasi introdotta da "se" e un'apòdosi, e si divide in tre tipi: della realtà, della possibilità e dell’irrealtà, oltre al periodo ipotetico misto.
Nel periodo ipotetico della realtà si usano forme verbali come l'indicativo presente, l'indicativo futuro e l'imperativo, a seconda della certezza dell'ipotesi espressa.
Il periodo ipotetico della possibilità si esprime con il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale semplice o imperativo nell'apòdosi, per indicare un'ipotesi effettivamente possibile.
La forma implicita del periodo ipotetico utilizza forme verbali all'infinito, gerundio o participio passato, sottintendendo il "se", mentre la forma esplicita è introdotta da "se" o altre congiunzioni, utilizzando l'indicativo o il congiuntivo.
Esempi famosi includono il sonetto "S'i' fosse foco, arderei 'l mondo" di Cecco Angiolieri, una frase dal "Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupery, e la filastrocca "se comandasse Arlecchino" di Gianni Rodari.