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Concetti Chiave

  • L'imperfetto è un tempo verbale usato nelle lingue romanze per indicare eventi passati, spesso ripetuti, con desinenze variabili a seconda della declinazione del verbo.
  • La coniugazione dell'imperfetto è generalmente regolare, ma alcuni verbi come "fare", "dire", "bere" hanno forme abbreviate particolari.
  • Originato dal latino "imperfectum", l'imperfetto si usava nelle lettere per azioni contemporanee non immediatamente lette, noto come imperfetto epistolare.
  • L'imperfetto descrittivo descrive situazioni o persone, mentre l'imperfetto iterativo indica abitudini ricorrenti.
  • Nel contesto narrativo, l'imperfetto viene usato per raccontare eventi passati in modo coinvolgente, catturando l'attenzione del lettore.

Indice

  1. Imperfetto
  2. Caratteristiche tipiche dell’imperfetto
  3. Imperfetto descrittivo e imperfetto iterativo
  4. Imperfetto narrativo
  5. Imperfetto ipotetico

Imperfetto

L’imperfetto è quel tempo dell’indicativo italiano che viene utlizzato nell’ambito delle lingue romanze e serve per indicare eventi accaduti prevalentemente nel passato. E’ molto utile in particolar modo per indicare una successione di eventi ripetuti. L’imperfetto del verbo si ottiene aggiungendo alla radice di un determinato verbo le desinenze previste dalla grammatica italiana per l’imperfetto.

Le desinenze ovviamente cambiano a seconda delle tipologie di verbi, seguendo queste istruzioni:

1- le desinenze dei verbi della prima declinazione che terminano in -are hanno le seguenti desinenze finali: avo, avi, ava, avamo, avate, avano;
2- le desinenze dei verbi della seconda declinazione che terminano in -ere hanno le seguenti desinenze finali: evo, evi, eva, evamo, evate, evano;
3- le desinenze dei verbi della terza declinazione che terminano in -ire hanno le seguenti desinenze finali: ivo, ivi, iva, ivamo, ivate, ivano.

Ci sono comunque alcune particolarità, a cui si deve fare attenzione quando si effettua la coniugazione dell’indicativo imperfetto, eccole:

la coniugazione dell’imperfetto generalmente è regolare;
alcuni verbi risultano avere una forma di tipo abbreviato e seguono una coniugazione di tipo particolare. La coniugazione del verbo fare ad esempio si coniuga seguendo la forma antica “facere” e dunque in questo modo: Io facevo; tu facevi; egli faceva; noi facevamo; voi facevate; essi facevano. Stessa cosa avviene anche con il verbo dire, bere, trarre, ecc…
Il verbo essere segue una forma molto particolare: Io ero; tu eri; egli era; noi eravamo; voi eravate; essi erano.

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Caratteristiche tipiche dell’imperfetto

L’imperfetto è un tempo di origini latine che si chiamava imperfectum e che si distingue dall’antico perfetto latino che si traduce come un passato remoto. In latino il tempo cosiddetto dell’imperfectum veniva utilizzato in particolar modo nell’ambito della stesura di lettere. Gli eventi di tipo contemporaneo venivano riportati in lingua latina al tempo imperfetto nelle corrispondenze epistolari. Questo perché il destinatario delle lettere in questione non le leggeva subito, ma soltanto nel momento in cui le riceveva, quindi molto tempo dopo. (in queste circostanze possiamo parlare dunque di imperfetto di tipo epistolare)

Molto importante è effettuare un confronto tra imperfetto e passato prossimo, in quanto questo ci permette di capire se un’azione si sia già conclusa nel passato oppure no. Nell’ambito dell’indicativo imperfetto si descrive un’azione in corso in un dato momento, mentre nell’ambito del passato prossimo si prende in considerazione tutta l’azione che si stava svolgendo. (quindi nel secondo caso si prende in considerazione un’azione dalla sua fase iniziale, alla fase centrale fino alla fine del suo svolgimento)
Il tempo imperfetto viene usato specialmente quando si vuole indicare un’azione solo nel momento del suo svolgimento e non di tutta l’azione considerata dall’inizio alla fine. Quindi in conclusione il passato prossimo serve per indicare un’azione passata e per descrivere un avvenimento già accaduto (quindi un’azione perfetta), l’imperfetto serve invece per indicare un’azione presa in considerazione nel suo svolgimento, quindi un’azione da considerare come imperfetta.

Mentre il passato prossimo prende in considerazione un’azione che si svolge secondo una successione di eventi che vengono descritti, l’imperfetto prende in considerazione solo eventi contemporanei tra di loro. (questo accade per esempio nell’ambito di una frase descrittiva)

Esempi: Giulia si è alzata, ha fatto colazione, si è lavata, si è vestita, ha salutato i suoi genitori e poi è andata a scuola. (esempio di azione al passato prossimo)

Sabina aveva il viso rotondo, i suoi occhi erano azzurri e i suoi capelli erano neri. (esempio all’imperfetto)

Imperfetto descrittivo e imperfetto iterativo

Quando l’imperfetto serve per descrivere una situazione o una persona, prende il nome di imperfetto descrittivo; mentre quando l’imperfetto serve per descrivere un’abitudine si chiama imperfetto iterativo.

Esempi: L’altroieri mattina Maria e le sue amiche ascoltavano la radio, dunque nessuna di loro parlava. (imperfetto descrittivo)

Come da abitudine, l’altroieri sera Maria e le sue amiche guardavano la tv. (imperfetto di tipo iterativo)

Imperfetto narrativo

Un’altra forma di imperfetto è quella narrativa. Viene spesso utilizzato nei racconti, nei romanzi come ad esempio quelli rientranti nel genere giallo degli eventi passati l’imperfetto.
Questo tipo di imperfetto viene utilizzato in particolar modo per descrivere delle azioni narrative che vengono spiegate con un vero e proprio effetto speciale. L’obiettivo è principalmente di descrivere le azioni narrative in un certo qual modo con il fine di catturare l’attenzione del lettore.

Imperfetto ipotetico

Molto spesso vi sono degli usi modali dell’imperfetto indicativo; dunque l’imperfetto verrebbe impiegato nell’ambito del periodo della realtà del passato.

Esempio: Se arrivavi per tempo, ti raccontavo tutto quello che è accaduto.

Per approfondimenti, vedi anche qua:
Modo indicativo
Tempi dell'indicativo

Domande da interrogazione

  1. Qual è la funzione principale dell'imperfetto nell'indicativo italiano?
  2. L'imperfetto è utilizzato per indicare eventi accaduti prevalentemente nel passato, specialmente per descrivere una successione di eventi ripetuti.

  3. Come si formano le desinenze dell'imperfetto per i verbi italiani?
  4. Le desinenze dell'imperfetto variano a seconda della coniugazione del verbo: -are (avo, avi, ava, avamo, avate, avano), -ere (evo, evi, eva, evamo, evate, evano), -ire (ivo, ivi, iva, ivamo, ivate, ivano).

  5. Qual è la differenza tra imperfetto e passato prossimo?
  6. L'imperfetto descrive un'azione in corso in un dato momento, mentre il passato prossimo considera l'azione nel suo intero svolgimento, dalla fase iniziale alla fine.

  7. Cosa si intende per imperfetto descrittivo e iterativo?
  8. L'imperfetto descrittivo è usato per descrivere situazioni o persone, mentre l'imperfetto iterativo descrive abitudini o azioni ripetute.

  9. In quali contesti viene utilizzato l'imperfetto narrativo?
  10. L'imperfetto narrativo è spesso usato nei racconti e romanzi per descrivere azioni passate con l'obiettivo di catturare l'attenzione del lettore.

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