Concetti Chiave
- Alexander Dubček guida una rivolta in uno dei paesi del blocco dell'est, proponendo un "socialismo dal volto umano" ma viene repressa dall'esercito sovietico.
- In Italia, il movimento studentesco emerge nelle università del nord, sostenuto da contraddizioni sociali e da figure critiche come Don Lorenzo Milani.
- Gli anni '70 vedono un aumento della violenza politica, con eventi come la strage di Piazza Fontana e il delitto del Circeo, accompagnati da tensioni ideologiche tra neofascismo e antifascismo.
- Il movimento del 1977, diverso dal '68, nasce da una crisi economica e sociale, con il protagonismo del sud e una divisione tra correnti creative e gruppi di lotta armata.
- L'assassinio di Aldo Moro segna il culmine della violenza politica, mentre la morte di Enrico Berlinguer nel 1984 chiude una stagione di convergenza tra partiti e l'egemonia democristiana.
Indice
La rivolta del blocco dell'est
In questa rivolta siamo in uno dei paesi del blocco dell’est, quindi sotto rigido controllo socialista sovietico, Alexander Dubček assume la guida di questa rivolta, la loro richiesta è di ottenere liberazione del regime, non una rivolta antisocialista bensì che intende riformare il socialismo, si parlerà infatti di “socialismo dal volto umano”. La rivolta viene repressa duramente dall’esercito con il sostegno sovietico e si conlude amaramente, gli obiettivi tra il ’68 francese e cecoslovacco sono diversi ma si connetto per la partecipazione dei giovani.
Il movimento studentesco in Italia
L’Italia era diventata una potenza industriale, qui il movimento studentesco parte delle università del nord, c’era un dislivello molto forte con il centro sud, si devono anche tenere presenti le trasformazioni di questi anni di boom: forti contraddizioni come il disagio sociale [nord ricco], emigrazione meridionale verso il nord, sistema d’istruzione che penalizza i ceti disagiata e privilegia i ricchi [Don Lorenzo Milani, prete toscano che scrive “lettera a una professoressa” ingiustizia di questo sistema, lui era stato mandato in una frazione dell’Appennino tosco-emiliano chiamata Barbiana dove aveva scoperto realtà problematica perché i bambini non andavano a scuola per lavorare nei campi]. Lui diventa anche un prete scomodo perché svela lontananza della chiesa dai ceti disagiati, lui poi muore ma l’istruzione rimane tema chiave nella rivolta contro la “scuola di classe” che privilegiava i ceti benestanti. Il movimento assume forme originali anche di aggregazioni, ossia la assemblee dove si parte dalle problematiche nel mondo universitario ma le rivendicazioni si allargano anche fuori, gli studenti universitari chiedono di essere protagonisti nella società, si parla di contro-cultura ossia rifiuto della cultura insegnata aprendo invece gli occhi sulla realtà contemporanea, studiando ad esempio testi alternativi come Marcuse:
ᴥ 1966, occupazione dell’Università di Trento;
ᴥ 1967, occupazione dell’Università di Torino e dell’Università Cattolica;
ᴥ 1969, la spinta del 1968 utopistica si spegne quando il movimento studentesco per confrontarsi con queste forti contraddizioni sociali si salda nell’Autunno caldo, grande protesta operaia, i contenuti si radicalizzano e forte collegamento con ingiustizia, qui comincia politicizzazione del movimento e collegamento con il terrorismo.
La strategia della tensione
Nel dicembre del 1969, a Milano c’è la strage di Piazza Fontana, primo grave episodio di violenza dopo la guerra in Italia: ancora non ci sono i responsabili, colpisce l’opinione pubblica e i giovani, si parla di strategia della tensione, quasi a significare che dietro la strage ci fossero le origini di un regime autoritario. Questo avviene in un contesto di crisi economica e disagio sociale, nel 1969 si era esaurita la spinta del miracolo economico e si era entrati in una fase di inflazione e disoccupazione, non c’erano le case molte venivano occupate con la forza tanto che molte famiglie emigrate al nord vanno a popolare le baracche. Come reagisce la classe politica? Ripropone il modello politico tradizione, creando organizzazioni giovanili che fanno riferimento ai partiti, ma in questo mostrano limitatezza nel comprendere il fenomeno della rivolta, infatti nascono formazioni extra-parlamentari sia a sinistra che a destra.
La violenza politica e il neofascismo
La politicizzazione radicalizza anche uno scontro ideologico nel mondo giovanile, riemerge scontro tra neofascismo e antifascismo, che si richiama all’esperienza della Resistenza, altro grande dramma è la legittimazione della violenza politica, che diventa uno degli strumenti della lotta, aprendo la fase della derive terroristica:
- 28 maggio 1974, strage a piazza della Loggia [8 morti e 94 feriti];
- 4 agosto 1974, strage del treno Italicus [12 morti e 50 feriti] Viene identificata in entrambi i casi una pista nera, ossia l’eversione che vorrebbe destabilizzare la democrazia italiana;
- 29 settembre 1975, il delitto del Circeo, due ragazze di nome Rosaria Lopez e Donatella Colasanti vengono rapite da tre giovani della Roma bene, legati al neofascismo, violentate e una viene uccisa mentre l’altra riesce a scappare. Questo delitto si politicizza per l’appartenenza del giovani al neofascismo, ed emerge anche la questione della violenza femminile;
- 1-2 novembre 1975, omicidio di Pier Paolo Pasolini che si sbilanciò molto sulla questione sociale, produce il film sulla vita di Gesù con la partecipazione di personaggi assunti dalla strada si avvicendano ipotesi di tipo politico sulla sua uccisione, era di sinistra ma scomodo alla sinistra stessa e venne condannato Giuseppe Pelosi ma molti sostengono la partecipazione di altri con interessi;
Il movimento femminista e il 1977
- Storia delle donne, movimento femminista che si caratterizza per un atteggiamento non violento, la storia delle donne è un filone storiografico con studi importanti sul ruolo delle donne nella storia;
- Il movimento del 1977, ricorda il ’68 ma è molto diverso, parte da Palermo per arrivare poi al nord perché era la dimostrazione che la scuola e le università erano divenute accessibili grazie alle riforme e quindi molti giovani anche meridionali frequentavano le scuole, protagonismo del sud che prima mancava, non è più un movimento d’élite. Si parla anche qui di controcultura, punti di contestazione:
1. Rigidità dei piani di studio
2. Aumento delle tasse universitarie
3. Contro la proposta del Ministro Malfatti approvata nel 1976 e che vede questi punti superiori, pretesto che sollecita e fa esplodere rabbia nei giovani prendendo forma di una rivolta contro le istituzioni
Ma gli obiettivi sono diversi, manca innanzitutto una riflessione culturale, si perdono i caratteri utopici del 1968 ed è trasversale au ceti sociali, una scritta che compare alla Sapienza di Roma è: “Come il ’68? No, peggio, oggi c’è la crisi”, il disagio sociale viene esasperato dalla crisi economica. Così nascono due correnti: un’ala creativa detta gli indiani metropolitani che rifiutano violenza cercando uno stile culturale diverso e i gruppi per la lotta armata o “autonomia operaia”.
La crisi del PCI e il rapimento di Aldo Moro
Avviene anche la crisi del PCI, per la prima volta contestato tanto che l’esponente della CGL viene cacciato dall’Università di Roma il 17 febbraio 1977 dai gruppo di autonomia operaia, c’è una deriva che culmina nel 1978 con il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse, che si distinguevano per essere organizzazione clandestina che scelse la lotta armata verso personaggi simbolici. Lui era il personaggio significativo perché aveva ricucito il rapporto tra Democrazia cristiana e il Partito comunista, iniziando governi di solidarietà nazionale coinvolgendo tutti i partiti, le brigate rifiutavano questa politica in nome di un marxismo rivoluzionario. Paolo VI interviene con un appello appassionato alle brigate, chiedendo il rilascio di Aldo Moro ma appello che cade nel vuoto perché viene ucciso nello stesso giorno in cui la criminalità organizzata uccide Peppino Impastato, giovane siciliano impegnato nella sinistra extra parlamentare che aveva denunciato la violenza della mafia. Ultima strage avviene a Bologna nel 1980, dopo si conclude questa stagione violenta, le brigate rosse individuate e identificati i colpevoli, nel 1984 muore Berlinguer segretario del partito comunista a causa di un ictus e questo chiude una stagione perché lui era stato con Moro l’artefice di questa convergenza tra partiti. L’affluenza ai suoi funerali dà il presentimento di un esaurimento di un partito e di una stagione politica, poi esaurisce egemonia democristiana a favore di governi laici.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo di Alexander Dubček nella rivolta giovanile nel blocco dell'est?
- Quali erano le principali problematiche affrontate dal movimento studentesco in Italia durante gli anni '60?
- Come ha reagito la classe politica italiana alle rivolte giovanili e quali sono state le conseguenze?
- Quali eventi di violenza politica hanno caratterizzato l'Italia negli anni '70?
- Quali differenze caratterizzano il movimento del 1977 rispetto a quello del 1968 in Italia?
Alexander Dubček ha guidato la rivolta nel blocco dell'est, cercando di riformare il socialismo in un "socialismo dal volto umano", ma la rivolta è stata repressa duramente con il sostegno sovietico.
Il movimento studentesco in Italia ha affrontato disuguaglianze sociali, un sistema educativo che penalizzava i ceti disagiati, e ha cercato di promuovere una contro-cultura rifiutando la cultura tradizionale.
La classe politica ha cercato di riproporre modelli tradizionali, creando organizzazioni giovanili legate ai partiti, ma ha fallito nel comprendere il fenomeno, portando alla nascita di formazioni extra-parlamentari e alla radicalizzazione ideologica.
Gli anni '70 in Italia sono stati segnati da eventi di violenza politica come la strage di Piazza Fontana, la strage di Piazza della Loggia, la strage del treno Italicus, e il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse.
Il movimento del 1977, pur ricordando il '68, si differenzia per la mancanza di riflessione culturale, l'assenza di caratteri utopici, e la trasversalità sociale, con una maggiore enfasi sulla crisi economica e sociale.