Concetti Chiave
- L'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo il 28 giugno 1914 innescò la Prima Guerra Mondiale, portando a una serie di dichiarazioni di guerra tra le potenze europee.
- La guerra segnò il passaggio da una guerra di movimento a una guerra di posizione, caratterizzata da combattimenti di trincea che portarono a un logorante conflitto di logoramento.
- L'Italia, inizialmente neutrale, entrò in guerra nel 1915 al fianco della Triplice Intesa, attratta da promesse territoriali fatte nel Patto di Londra.
- Il conflitto coinvolse due principali schieramenti: gli Imperi centrali (Austria-Ungheria, Germania, Impero Ottomano) e la Triplice Intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia, più in seguito l'Italia e gli Stati Uniti).
- La guerra terminò nel 1918 con la vittoria dell'Intesa; i trattati di pace, come quello di Versailles, ridisegnarono i confini europei, ma posero le basi per ulteriori conflitti futuri.
I prodromi per lo scoppio della Prima Guerra mondiale sono individuabili nella data del 28 giugno 1914, quando un irredentista bosniaco, Gavrilo Princip, attentò alla vita dell'arciduca d'Austria-Ungheria Francesco Ferdinando e della moglie, che si erano recati in visita a Sarajevo in occasione di una parata militare. Durante questo attentato i due consorti morirono. La situazione si fece incandescente e l'Austria-Ungheria chiese di svolgere delle indagini accurate in territorio serbo, dando quindi alla Serbia un ultimatum.
Di fronte al rifiuto della Serbia per delle indagini in territorio nazionale, il 28 luglio 1914 l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia, avendo l'appoggio -nel corso del conflitto- della Germania. Si affermarono due alleanze che segnarono le sorti del conflitto: la Triplice Alleanza tra Austria, Germania e Italia ( che però decise di dichiararsi neutrale) e la Triplice Intesa tra Francia, Gran Bretagna e Russia. La Prima Guerra mondiale terminò nel 1918 con i trattati di pace.
Indice
- Sintesi della Prima Guerra mondiale
- Livelli elevatissimi di armamento.
- Riassunto della Prima Guerra mondiale
- Riassunto della Grande Guerra
- Grande Guerra, cause ed eventi
- Prima Guerra mondiale, descrizione
- Battaglie della Grande Guerra
- Prima guerra mondiale, episodi
- Prima guerra mondiale, cause e dinamiche
- Le conseguenze della Prima Guerra mondiale
- La Prima Guerra Mondiale, una guerra di posizione
- Frasi sulla Prima Guerra Mondiale
Sintesi della Prima Guerra mondiale
Dopo il congresso di Vienna, per circa un secolo, l’Europa conobbe un periodo di sostanziale pace. L’equilibrio andò però rapidamente incrinandosi all’inizio del 1900.
Le cause internazionali sono:
- Una tensione permanente tra Inghilterra e Germania (l’Inghilterra deteneva la leadership sui mari, ma la Germania iniziava ad intraprendere politiche coloniali), tra Germania e Francia (rivali coloniali per la questione dell’Alsazia e Lorena) e tra Austria e Russia (questione balcanica: essendo l’Impero Turco in decadenza, l’Austria vuole conquistare territori per espandersi, la Russia per ottenere lo sbocco al mare);
- Instabilità delle regioni confinanti agli Stati in conflitto;
Livelli elevatissimi di armamento.
Alla luce di tutte queste tensioni gli stati europei stringono alleanze:
- Triplice intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia), sorta nel 1907
- -Triplice alleanza (Italia, Austria, Germania)
Le cause comuni, interne ai singoli Stati sono:
- L’orientamento generale verso la guerra: le ideologie imperialiste hanno lasciato una forte eredità (ogni nazione cerca di ingrandirsi e di avere la meglio sugli altri stati);
- Si diffondono pensieri all’interno delle masse popolari favorevoli alla guerra, in quanto questa viene proposta come metodo per risolvere i grandi problemi degli italiani.
Negli ultimi anni prima della guerra (1912-13) scoppiano due brevi ma significative guerre balcaniche che portano la Serbia ad emergere come maggior potenza della zona, in contrasto con l’Austria, in quanto quest’ultima possedeva la Bosnia-Erzegovina, negando lo sbocco al mare alla Serbia.
Il 28 giugno 1914 un giovane di nazionalità serba uccide l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria. L’Austria attribuì la complicità dell’attentato al governo serbo, quindi il 28 luglio l’Austria dichiara guerra alla Serbia.
A questo punto scattano le alleanze: con la Serbia entrano Russia e Francia e, dopo pochi giorni anche l’Inghilterra (dopo che la Germania, per attaccare la Francia, non la colpisce sul confine, ma passa attraverso il Belgio, che era uno stato neutrale). Si aggiungerà anche il Giappone, per contrastare la Germania, la quale aveva obiettivi sul Pacifico. Con la Turchia entrano Austria e Germania. La Germania, come anche tutto il mondo, era convinta che la guerra sarebbe durata poco, perché il sistema economico mondiale non avrebbe potuto sopportare un lungo periodo di interruzione degli scambi internazionali. La Germani optò per la guerra-lampo, che però si trasformò in breve tempo in guerra di trincea, di logoramento. Gli eserciti si fronteggiavano lanciando inutili offensive, lasciando la situazione bloccata per diversi mesi.
L'Italia: in un primo momento l’Italia si era dichiarata neutrale (la Triplice Alleanza, di cui faceva parte, non la impegnava ad entrare in guerra), anche perché un intervento a fianco dell’Austria non sarebbe stato vantaggioso, dato che gli interessi italiani in Trentino, nelle Venezie e nell’Adriatico erano in conflitto con gli stessi austriaci. I rapporti con l’Austria si erano poi negli ultimi tempi raffreddati, a causa della questione delle terre irredente (Trento e Trieste) sotto il dominio austriaco, quindi il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra a fianco dell’Intesa. Allo scoppio del conflitto di erano delineate due correnti di opinione: gli interventisti e i neutralisti.
Gli interventisti si divisero in interventisti di destra (favorevoli ad un intervento a fianco dell’Intesa) e interventisti di sinistra (favorevoli ad un intervento a fianco dell’Alleanza). A prescindere dall’orientamento, l’obiettivo principale per loro era comunque quello di entrare in guerra.
I neutralisti si divisero in giolittiani (si spiravano alle idee di Giolitti che sosteneva che la guerra non era da farsi, perché l’Italia non era pronta ad affrontarla sia economicamente che militarmente), socialisti (pacifisti e antimilitaristi) e cattolici (contrari alla guerra per ragioni di culto). Il neutralismo fu poi soprannominato “neutralismo a termine”, in quanto, una volta entrata in guerra l’Italia, essi andarono al fronte a combattere.
Sviluppo della guerra: inizialmente l’Italia tentò approcci diplomatici con l’Austria, per ottenere le terre del Trentino e delle Venezie, ma l’Austria rifiutò. Nel 1915 si strinsero gli accordi segreti con l’Intesa (patto di Londra) che prevedevano che in caso di vittoria, l’Italia avrebbe ottenuto le terre irredente e i territori balcanici dell’Istria (escluso fiume) e della Dalmazia. Il generale Cadorna, sul fronte italiano, tentò di sfondare le linee austriache lungo il fiume Isonzo, ma non ottenne risultati soddisfacenti.Di conseguenza, l’Austria fece la controffensiva, la cosiddetta “spedizione punitiva” contro l’ex alleato, colpevole di tradimento.
Nel 1917 gli austriaci sfondano a Caporetto (“disfatta di Caporetto”) e l’esercito italiano è costretto ad arretrare fino al Piave. Intanto la marina inglese attuò un blocco navale volto a strangolare l’economia tedesca.
La Germania, in risposta, attuò la guerra sottomarina, con la quale i sommergibili tedeschi attaccavano le navi di qualunque nazionalità che si avvicinassero alle coste inglesi. Affondano anche le Lusitania, un transatlantico americano e ciò provocò la decisione del presidente Wilson di entrare in guerra contro l’Austria.
In questo periodo, pero, si stava diffondendo in tutti gli eserciti un clima di sfiducia, vi furono molte diserzioni, fughe, fraternizzazioni con i nemici, automutilazioni. Si creò nelle menti degli eserciti la paura di essere uccisi e il rifiuto di uccidere.
Il generale Cadorna fu sostituito da Diaz, il quale riuscì a superare questa crisi, instaurando un rapporto più aperto con le truppe, promettendo vantaggi e distribuzioni di terre. Nel 1918 l’esercito italiano piegò gli austriaci a Vittorio Veneto, e il 4 novembre 1918 l’Austria firmò l’armistizio, dopo pochi giorni lo firmò anche la Germania, concludendo il conflitto.
per ulteriori approfondimenti sulla Prima Guerra mondiale vedi anche qua
Riassunto della Prima Guerra mondiale

La 1 Guerra Mondiale fu originata da cause politiche, militari, economiche e culturali. Per quanto riguarda le cause politiche, vi erano i contrasti fra gli Stati, infatti in Europa esistevano molti territori contesi da diversi stati:
- La Francia voleva sottrarre alla Germania l’Alsazia e la Lorena;
- L’Italia voleva liberare Trento e Trieste dal dominio dell’impero austro-ungarico;
- Austria, Russia e Italia volevano espandersi nella zona dei Balcani;
Alla vigilia della guerra l’Europa era divisa in due schieramenti:
- La triplice alleanza che comprendeva Germania, Austria e Italia
- La triplice Intesa costituita da Francia, Gran Bretagna e Russia.
Ecco le cause della Prima Guerra mondiale. Per le cause militari ci fu la corsa al riarmo, infatti al Germania da anni si preparava dotandosi di grandi armamenti. La causa economica era tra le potenze industriali, infatti si era scatenata una gara economica e commerciale sempre più dura, i grandi gruppi industriali ricavavano enormi profitti dalla costruzione di armamenti e navi, per loro la guerra era fonte di grandi guadagni. Per quanto riguarda, invece le cause culturali, si diffuse un giudizio positivo sulla guerra, cioè parte dell’opinione pubblica vedeva nella guerra l’unica possibilità di cambiamenti della situazione sociale e politica.
A determinare lo scoppio della Prima Guerra Mondiale fu un grave fatto di sangue, l’attentato di Sarajevo avvenuto il 28 giugno del 1914, infatti l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero d’Austria e Ungheria, fu ucciso con la moglie da un nazionalista serbo. In realtà l’Austria voleva conquistare la Serbia, pertanto la Germania appoggiava l’Austria, mentre la Russia sosteneva la Serbia. L’Austria dichiarò guerra alla Serbia il 28 luglio del 1914, da una parte vi erano gli Imperi centrali cioè l’Austria-Ungheria e Germania cui si unirono poi l’impero turco e la Bulgaria; dall’altra le potenze della Triplice Intesa, ovvero l’Inghilterra, Francia, Russia più la Serbia e gli altri Stati.
Allo scoppio della 1 guerra mondiale, l’Italia si dichiarò neutrale in quanto la maggioranza voleva che l’Italia restasse neutrale, però essa si divise in neutralisti ed interventisti. Fra la maggioranza ricordiamo i socialisti i quali sostenevano che la guerra in corso era la guerra dei capitalisti, - la maggioranza dei cattolici e la Chiesa il cui papa era Benedetto XV, - molti parlamentari liberali guidati da Giolitti i quali erano convinti che l’Austria avrebbe ricompensato con dei territori la neutralità dell’Italia e che perciò l’intervento era inutile.
Invece gli interventisti erano favorevoli a entrare in guerra e ne facevano parte – i nazionalisti fra cui ricordiamo Gabriele D’Annunzio, - l’esercito e l’ambiente della corte, - i grandi gruppi industriali, - alcuni tra i socialisti e i democratici i quali sostenevano che l’Italia doveva schierarsi con le nazioni democratiche cioè l’Inghilterra e Francia contro gli Stati autoritari Germania e Austria. Su posizioni simili a quelle dei nazionalisti si trovava l’ex-socialista Benito Mussolini, egli fu espulso dal partito socialista proprio perché favorevole alla guerra. Il 26 aprile del 1915 il governo italiano firmò a Londra un patto segreto con la Francia e Inghilterra, l’Italia si impegnava a intervenire nel conflitto al loro fianco in cambio della promessa di notevoli acquisizioni territoriali. Questo patto venne tenuto in segreto per ben due anni, e il 24 maggio del 1915 l’Italia entrò in guerra a fianco delle potenze della Triplice Intesa. Subito dopo lo scoppio del conflitto, la Germania aveva invaso il Lussemburgo e il Belgio con l’intenzione di occupare la Francia. I tedeschi furono però fermati sul fiume Marna in una battaglia che causò 500.000 morti.
Svanì subito l’illusione di una guerra breve: iniziava la guerra di trincea, infatti le truppe tedesche e quelle franco-inglesi si contrapposero all’interno di trincee e per ben quattro anni la guerra fu un susseguirsi di attacchi da una trincea all’altra. Da una guerra di movimento si era passati a una guerra di posizione. Sul fronte italiano ci furono subito impetuosi attacchi degli italiani contro gli austriaci sul fiume Isonzo, ma presto anche qui la guerra si fermò nelle trincee. L’Italia affrontò la guerra in condizioni di grave impreparazione, per mesi molti soldati italiani non poterono avere l’elmetto indispensabile per la guerra di trincea. Nelle trincee si diffondevano gravi malattie, i rifornimenti erano difficili, il comandante generale Luigi Cadorna aveva imposto una durissima disciplina. Egli non fidandosi dei suoi soldati fece ricorso a gravi pene per ogni mancanza punendo i tentativi di diserzione con la fucilazione. Fra il maggio e il giugno del 1916 l’esercito austriaco si impegnò in quella che venne chiamato la spedizione punitiva, in quanto gli italiani erano traditori da punire perché non avevano rispettato la Triplice Alleanza. Gli austriaci volevano penetrare nella pianura padana attraverso l’altopiano d’Asiago. L’esercito italiano, però, respinse l’offensiva e riuscì a conquistare Gorizia nell’agosto del 1916. Il prolungarsi della guerra iniziava a pesare, soprattutto sugli imperi centrali i quali non potevano procurarsi facilmente le materie prime perché gli Inglesi controllavano i mari. La Germania affrontò la marina inglese nella battaglia dello Jutland ma la battaglia non bastò a sottrarre agli inglesi il dominio dei mari. Allora i tedeschi intensificarono la guerra sottomarina contro tutte le navi sospettate di portare rifornimenti agli avversari. L’affondamento del transatlantico Lusitania causò la morte di un migliaio di persone fra cui 124 cittadini statunitensi e ciò provocò proteste e gli Stati Uniti entrarono nel conflitto a fianco dell’Intesa. Il 1917 fu un anno decisivo per le sorti del conflitto, non solo per l’ingresso degli stati uniti in guerra. Intanto in Russia esplose una rivoluzione che abbatté il regime dello zar e così si ebbe la Rivoluzione sovietica di ottobre. Per evitare l’invasione del proprio territorio, la Russia uscì dalla guerra e il 3 marzo del 1918 la pace di Brest-Litovsk stabilì le condizioni della resa, infatti la Russia cedeva alla Germania la Polonia e i Paesi Baltici, riconosceva l’indipendenza dell’Ucraina. Gli austriaci spostarono le loro truppe dal fronte russo a quello italiano provocando una gravissima crisi militare all’Italia. L’esercito austriaco riuscì a sfondare le linee italiane riportando una netta vittoria a Caporetto vicino Gorizia il 24 ottobre 1917. L’esercito italiano cominciò una ritirata, il nemico catturò decine di migliaia di prigionieri e si impadronì di molto materiale. Con grande fatica si riuscì a stabilire una nuova linea di difesa lungo il fiume Piave. Cadorna venne sostituito dal nuovo comandante Armando Diaz.
Intanto cresceva la disperazione per la guerra, tutte le popolazioni, anche quelle lontane dalle zone di combattimento subivano privazioni e fame, il malcontento cresceva ovunque, in Italia ci furono scioperi e scontri di piazza per la mancanza dei generi alimentari. In questa difficile situazione papa Benedetto XV chiese ancora una volta la fine dei combattimenti, invitava i paesi in guerra a rinunciare ai propri interessi in favore di quelli generali dell’umanità. Nella primavera del 1918 la Germania lanciò un’ultima e disperata offensiva, ma anche questa volta i Francesi e gli Inglesi respinsero l’attacco nella seconda battaglia della Marna, e con l’appoggio americano passarono allora all’offensiva. Anche l’esercito italiano passò alla controffensiva ottenendo la decisiva vittoria di Vittorio Veneto. L’Austria chiese l’armistizio e l’Italia risultava vittoriosa. L’11 novembre veniva firmato l’ultimo armistizio con la Germania, si chiudeva così la prima guerra mondiale, i morti furono circa 9 milioni , quelli italiani furono oltre 600.000.Occorreva ora giungere alla pace definitiva e i colloqui si svolsero a Parigi e i trattati di pace furono firmati tra il 1919 e il 1920. I rappresentanti delle quattro potenze vincitrici (Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti) avevano obiettivi diversi e non mancarono momenti di tensione. Wilson aveva steso un elenco di 14 punti che riassumevano i progetti per la futura politica europea, inoltre egli dava molta importanza alla autodeterminazione delle nazioni, cioè ogni nazione doveva essere indipendente e scegliere la propria forma di governo. L’Italia ricevette dall’Austria il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia e Trieste. Questo provocò discussioni a Parigi, gli alleati comportandosi da traditori, non avevano dato all’Italia quello che avevano promesso col patto di Londra e a questa tensione si aggiunse la difficile situazione che il nostro paese si trovò a vivere nel dopoguerra. Finalmente il mondo uscì dalla guerra profondamente mutato, non solo dal punto di vista politico ma anche economico. Gli Stati Uniti cominciavano a emergere come potenza mondiale, mentre l’Europa si era indebolita. La guerra cambiò anche l’atmosfera culturale, infatti, con i suoi orrori aveva posto fine all’ottimismo con cui il secolo era iniziato, cominciava così un periodo molto più oscuro con numerose e gravi crisi.
per ulteriori approfondimenti sulla Prima Guerra Mondiale vedi qua
Riassunto della Grande Guerra
La guerra durò 4 anni e fu il primo conflitto totale che impegnò non solo gli eserciti ma anche aspetti politici, culturali, economici e sociali. Fu la prima guerra che si combatte per mare, per terra, per cielo e con armi mai usate in passato come carri armati, aerei, sottomarini e gas asfissianti.
Le cause: le cause che avevano spinto l’Europa a spingersi in un conflitto cosi sanguinoso furono molteplici ma le più importanti sono quelle economiche e territoriali: quelle economiche riguardavano l’espansionismo della Germania che voleva mettere in discussione l’Inghilterra in campo coloniale e nel commercio marittimo. Quelle territoriali invece riguardavano la pericolosa tensione nei Balcani dove Russia e Austria avevano mire di espansione e movimenti rivoluzionari patriottici e puntavano tutti alla riunificazione di popoli slavi.
E infine c’era la questione del Trentino e del Venezia Giulia, terre che l’Italia considerava parte integrante della nazione sotto il dominio austriaco.
L'inizio del conflitto: la scintilla che fece scoppiare la guerra fu l’assassinio dell’arciduca di Austria avvenuto a Sarajevo a opera di un Serbo.
L’Austria dichiarò subito guerra alla Serbia, alleata con la Russia e come un fenomeno a catena tutte le altre nazioni si ritrovarono in conflitto.
Gli schieramenti erano 2:
- da una parte gli stati dell’Intesa che comprendevano la Francia, l’Inghilterra, Russia, Belgio, Giappone, Romania e Grecia;
- dall’altra parte Austria, Germania, Ungheria, Turchia e Bulgaria.
All’inizio l’Austria e la Germania ebbero la meglio su quelli dell’Intesa tanto che le Armate Tedesche per evitare le fortificazioni francesi passarono per il Belgio che era neutrale e in poco tempo arrivarono vicino Parigi. L'esercito francese riuscì a fermare l’avanzata avversaria sul Marna.
Sul fronte orientale anche la Russia veniva respinta dall’esercito austriaco.
Nel 1915 entra in guerra anche l’Italia che si schierò con la triplice intesa. Gli italiani aprirono un nuovo fronte nelle alpi orientali costringendo gli imperi centrali a spostare soldati da altri fronti, allora l’Austria progettò una contro offensiva nei riguardi dell’Italia che non aveva rispettato gli accordi della triplice alleanza. E sferra l’offensiva in trentino contro l’Italia per punire il tradimento.
Nello stesso anno l’Inghilterra organizzò un blocco continentale per impedire rifornimenti alla Germania.
A guidare l’Italia c’era Cadorna che fece le quattro battaglie di Isonzo.
Le Battaglie si combattevano come battaglie di trincea e si usavano anche lanciafiamme e gas.
L’Italia conquista Gorizia.
La Germania fece un attacco all’Inghilterra con dei sottomarini, ma perse. La Russia usci dalla guerra a causa della Rivoluzione.
Gli americani entrano in guerra per salvare i crediti fatti all’intesa, fermare la Germania e uscire dalla neutralità sotto la guida del presidente Wilson. Gli stati uniti fecero giungere navi cariche di viveri, mezzi e uomini in Europa. L’Italia attacca l’Austria a Caporetto ottenendo ma perse.
La Germania si libera Del kaiser e proclama la repubblica, con la cessazione delle ostilità.
primo anno dopo la fine della guerra a Parigi ci fu una conferenza di pace cui parteciparono solo le Nazioni vincitrici. Il presidente Wilson aveva fissato 14 punti, che erano i principi fondamentali cui la pace avrebbe dovuto ispirarsi. E Crea la società delle nazioni con base a Ginevra e doveva regolare pacificamente le controversie tra i stati, comunque non ebbe buon fine visto che diventò strumento della Francia e Dell’Inghilterra.
Nel trattato di Versailles la Germania dovette rinunciare a tutte le colonie.
Nel trattato di Saint Germani l’Austria perse molti territori.
All’Italia spettò il Trentino e Isonzo, Venne Creata la repubblica cecoslovacca. (Bosnia, Moravia, Slovacchia)
Il regno di Jugoslavia e L’Albania divenne stato indipendente.
L’Austria venne ridotta tantissimo senza avere sblocchi sul mare.
L’Ungheria venne ridotta anche lei e dovette pagare le riparazioni di guerra.
La Turchia venne privata dell'Arabia e di altri territori.
L’Arabia fu divisa da un patto segreto tra Francia ed Inghilterra.
La vigilia della guerra: ad Occidente si erano formati gli Stati nazionali e i più potenti erano Germania, Francia e Inghilterra. Ad Oriente invece c’erano imperi multinazionali, composti di popolazioni di lingue e tradizioni diverse che chiedevano l’indipendenza. Molti sentimenti nazionalistici rendevano la situazione difficile da gestire. La Francia rivoleva l’Alsazia e la Lorena: due regioni occupate dalla Germania nel 1870. L’Italia affermava che le fosse necessario acquisire le città di Trento, Trieste e l’Istria per completare l’unità nazionale.
La Prima Guerra mondiale: (1914-1918) ebbe varie cause: motivi di natura economica, politica, e sociale rendevano il quadro europeo ricco di contraddizioni e contrasti tra le diverse potenze.
In primo luogo emergeva il desiderio di rivincita della Francia contro la sconfitta inflittale dai tedeschi, le rivalità tra Austria e Russia e il diverso schieramento tra la Triplice Alleanza (composta da Italia, Austria e Germania )e la Triplice Intesa alla quale appartenevano la Francia, la Gran Bretagna e la Russia.
La prima guerra mondiale: La causa occasionale scoppiò il 28 giugno 1914, quando un nazionalista serbo, Gavrilo Princip, uccise l’arciduca erede al trono d’Austria Francesco Ferdinando a Sarajevo.
Il 23 luglio l’Austria inviò alla Serbia un ultimatum con una serie di richieste tra le quali la soppressione delle organizzazione irredentistiche slave, ma la Serbia le respinse in blocco e di conseguenza l’Austria le dichiarò guerra.
Dal conflitto tra Austria e Serbia si passò ad una guerra europea.
Allo schieramento della Triplice Intesa rispose la Triplice Alleanza con l’intervento della Germania che dichiarò guerra alla Russia. L’Italia dichiarò la propria neutralità. Intanto in Francia le vicende della guerra presero una piega imprevista in quanto l’esercito tedesco riuscì ad arrivare vicino Parigi, dove gli eserciti si scontrarono in una durissima battaglia. Sul fronte orientale i tedeschi sconfissero ai Russi ma anche qui si giunse ad una situazione di equilibrio delle forze in campo. Dopo numerosi scontri tra Neutralisti e Interventisti in Italia Giovanni Giolitti fu messo in minoranza e il Ministro degli esteri Sonnino sottoscrisse il Patto di Londra con il quale l’Italia si impegnava ad intervenire nella guerra a fianco dell’Intesa. Il 3 Maggio 1915 l’Italia uscì dalla Triplice Alleanza e il 24 maggio dichiarò guerra all’Austria. Fra giugno e dicembre si svolsero le prime quattro battaglie dell’Isonzo, ma gli austriaci reagirono violentemente, imponendo dure perdite all’esercito italiano. Tra tedeschi e francesi continuavano gli scontri, mentre lo zar attaccava a sua volta gli austriaci. La Gran Bretagna, dal canto suo, aveva attuato contro i tedeschi il Blocco navale al fine di impedire il rifornimento di derrate alimentari ai porti tedeschi.
Dal febbraio 1917 i tedeschi intensificarono la guerra sottomarina e affondarono un transatlantico causando la morte di 124 cittadini statunitensi. Il 6 aprile 1917 gli USA dichiararono guerra alla Germania, mentre in Russia il regime zarista nell’ottobre dello stesso anno veniva rovesciato dai comunisti guidati da Lenin, che decise l’uscita dalla guerra del nuovo Stato Sovietico. Gli Italiani subirono una dura sconfitta a Caporetto, ma vinsero sul fiume Piave grazie al Generale Armando Diaz. Il 30 Ottobre 1918 la Germania si arrese e il 3 novembre l’Austria firmò l’armistizio che siglava la vittoria dell’Italia. Terminava così , dopo più di quattro anni e milioni di caduti la prima guerra mondiale.
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Grande Guerra, cause ed eventi
La Prima Guerra Mondiale ebbe molteplici cause di natura economica, politica, diplomatica e culturale. Alla sua origine, sta la crescente tensione fra le potenze europee per il primato economico e politico. Tensioni accentuate dall’espansione imperialistica, che saturò le aree di potenziale colonizzazione a alimentò l’aggressività delle nazioni escluse, soprattutto della Germania.
Il clima in cui maturò la crisi del 1914 fu quello di una crescente militarizzazione delle economie e delle coscienze. La “corsa agli armamenti” non fu solo il sintomo più evidente della crisi che maturava, ma anche un elemento di impulso per le economie e per gli interessi dei grandi gruppi industriali. Al nazionalismo aggressivo si sostituì un patriottismo esasperato che, nonostante il pacifismo socialista, fece presa sulle masse; a esso corrispose uno spostamento degli equilibri politici interni a favore delle forze politiche favorevoli al conflitto e delle gerarchie militari.
La miccia s’infiammò in uno dei settori più critici dell’equilibrio europeo, i Balcani. Qui, nel primo decennio del Novecento, l’indebolimento dell’impero ottomano aveva fatto emergere rivendicazioni etnico-nazionalistiche e aveva alimentato le ambizioni espansionistiche di Austria, Germania, Russia e Italia. La rivoluzione dei “giovani turchi” del 1908, la guerra di Libia (1911) e le due guerre balcaniche del 1912-13 misero in crisi l’equilibrio regionale, indebolendo Turchia e Austria e candidando la Serbia al ruolo di maggiore potenza regionale. La competizione fra Austria e Serbia per il controllo dell’area fu la causa prossima dello scatenarsi del conflitto.
L’assassinio di Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, a opera di un nazionalista serbo (Sarajevo, 28 giugno 1914), convinse l’Austria di poter regolare i conti con l’ingombrante presenza serba nei Balcani. La dichiarazione di guerra austriaca alla Serbia innescò un processo a catena e in una sola settimana, per il meccanismo delle alleanze, quasi tutte le potenze europee, eccetto l’Italia, si trovarono coinvolte nella guerra; a fronteggiarsi erano due schieramenti: da un lato gli Imperi centrali (Austria e Germania, dall’altro l’Intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia).
Gli stati maggiori degli eserciti, sulla base di una concezione ancora ottocentesca della guerra, basata sull’artiglieria e sul movimento delle fanterie, ritenevano che essa si sarebbe risolta in poche settimane. Accadde invece il contrario: il mancato sfondamento tedesco sul fronte occidentale e il blocco tedesco sull’avanzata russa sul fronte orientale trasformarono l’illusione della “guerra lampo” nella cruda realtà della “guerra di logoramento”, combattuta lungo migliaia di chilometri di trincee.
Prima Guerra mondiale, storia
Diverse furono le cause che diedero origine alla Prima Guerra mondiale.
La causa politica:
In Europa esistevano molti territori contesi da diversi stati:
- La Francia: voleva sottrarre alla Germania, l'Alsazia e la Lorena.
- L'Italia: voleva sottrarre Trieste e Trento dall'impero austro-ungarico.
- Austria, Russia e Italia volevano espandersi nella zone dei Balcani.
Inoltre la Gran Bretagna si sentiva minacciata dalla potenza della Germania.
L'Europa era divisa in due schieramenti pronti a combattersi:
- La Triplice Alleanza, che comprendeva Germania, Austria e Italia;
- La Triplice Intesa, costituita da Francia, Gran Bretagna e Russia.
La causa militare: le grandi potenze europee, la Germania soprattutto, si preparava da anni alla guerra, dotandosi di armi. Molti pensavano che la guerra sarebbe durata pochi mesi, per questo era indispensabile colpire per primo il nemico
La causa economica: tra le industrie si era scatenata una gara commerciale sempre più dura.
Per espandere il proprio mercato gli stati occidentali si erano impegnati nella conquista dell'Africa e dell'Asia. Per difendere questo impero coloniale era indispensabile ricorrere alle armi:la guerra così divenne uno strumento per i propri interessi economici ed era fonte di guadagno.
La causa culturale: parte della gente vedeva la guerra come l'unica possibilità di cambiamento della situazione sociale e politica. Anche intellettuali erano favorevoli alla guerra.
L'attentato all'impero all'Austria: il 28 giugno 1914 a Sarajevo l'arciduca Francesco Ferdinando, erede del trono di Austria e Ungheria, fu ucciso con la moglie da un serbo.
Questo avvenimento fece esplodere le tensioni internazionali e l'Austria dichiarò guerra.
La Germania appoggiava l'Austria e la Russia sosteneva la Serbia.
Quando l'Austria dichiarò guerra alla Serbia, (28 luglio 1914), entrarono in gioco le alleanze stabilite negli anni precedenti, però l'Italia si dichiarò neutrale, affermando che le condizioni della triplice Alleanza erano difensive e che non potevano essere applicate in quel campo:l'Italia non era ancora pronta alla guerra.
I neutralisti erano coloro che volevano che l'Italia restasse neutrale ed era la maggioranza.
Erano invece interventisti cloro che erano favorevoli ad entrare in guerra per riprendersi Trieste e Trento, ricordiamo fra questi i nazionalisti, come Gabriele D'Annunzio.
Su posizioni simili a quelli dei nazionalisti si trovava l'ex socialista Benito Mussolini, espulso dal partito socialista italiano, perché favorevole alla guerra.
Il 26 aprile 1915 il governo italiano firmò a Londra un patto segreto con Francia e Inghilterra, per entrare nella triplice intesa, l'Italia si offrì di intervenire al loro fianco, però in cambio voleva acquisizioni territoriali.
Questo patto fu tenuto segreto per due anni,ma al momento della firma, fu obbligato a svelarlo.
Il 24 maggio 1915,l'Italia entrò in guerra a fianco della Triplice Intesa.
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Prima Guerra mondiale, descrizione
Diverse furono le cause che furono all’origine della I Guerra Mondiale.
Causa politica: il conflitto di interessi economici fra la Germania, diventata la prima potenza industriale del continente, e la Francia e l’Inghilterra che ostacolavano le pretese della Germania, anche sul terreno coloniale;
Il desiderio di rivincita della Francia dopo la sconfitta del 1870 contro la Germania e la perdita della Alsazia e della Lorena. La spinta verso l’indipendenza dei popoli dominati dall’impero Austriaco e dall’impero russo;
Austria, Russia e Italia miravano ad espandere i loro territori nei Balcani;
La Gran Bretagna si sentiva minacciata dalle ambizioni di grande potenza della Germania;
L’Italia rivendicava Trento e Trieste ancora in territorio Austro Ungarico.
Alla vigilia della guerra l’Europa era divisa in due schieramenti politico-diplomatici:
La Triplice Intesa formata da Russia, Francia e Inghilterra;
La Triplice Alleanza formata da Germania, Austria e Italia.
Causa militare: le grandi potenze europee, prima fra tutte la Germania, da anni si dotavano di nuovi e moderni armamenti (aerei, inventati pochi decenni prima, carri armati e sottomarini) in previsione di una possibile guerra.
Causa economica: tra le potenze industriali si era scatenata una gara economica per il controllo delle materie prime con la corsa alla conquista degli stati dell’Asia e dell’Africa. Per formare e difendere questi imperi coloniali ed i propri interessi economici era indispensabile ricorrere alle armi. I grandi industriali si arricchivamo dalla vendita delle armi e per questo spingevano le potenze mondiali alla corsa agli armamenti moderni.
Causa culturale:
Una parte dell’opinione pubblica pensava che la guerra fosse l’unica via per cambiare la situazione sociale e politica. Il pensiero che veniva espresso era: “ La guerra fa il vuoto perché si respiri meglio. Lascia meno bocche intorno alla stessa tavola”.
1914: inizio del conflitto: Sarajevo, 28 giugno 1914: attentato all'arciduca Francesco Ferdinando.
Il 28 giugno 1914, a Sarajevo, l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria e Ungheria, e sua moglie Sofia furono uccisi da un nazionalista serbo (nella foto d’epoca, il momento del suo arresto). L'assassinio fece esplodere le tensioni internazionali. Il 28 luglio infatti l’Austria-Ungheria, con l’appoggio dell’alleato tedesco, dichiarò guerra alla Serbia sostenuta dall’alleata Russia. A questo punto entrarono in gioco le alleanze stabilite negli anni precedenti, con l’eccezione dell’Italia che rimase per il momento neutrale, valendosi delle clausole previste dalla triplice alleanza che aveva scopi di difesa e non di aggressione: l’Italia sostenne di non aver alcun obbligo di schierarsi al loro fianco.
Triplice alleanza
Germania, Austria - Ungheria, Bulgaria e Turchia.
Triplice intesa
Francia, Russia, Inghilterra, Serbia, Giappone.
In Italia, intanto, l’opinione pubblica era divisa. Da una parte vi era chi voleva mantenere la neutralità (maggioranza) e dall’altra chi voleva combattere a fianco dei francesi e degli inglesi.
Fra i primi chiamati neutralisti, vi erano la Chiesa con il Papa Benedetto XV, socialisti e parlamentari liberali. Lo stesso Giolitti (liberale) era favorevole alla neutralità, poiché pensava che in questo modo l’Italia potesse ottenere le terre che ancora erano sotto il dominio Austriaco.
I secondi, chiamati interventisti, volevano entrare in guerra al fianco della Triplice Intesa, fra questi c’erano i nazionalisti, tra i quali Gabriele D’Annunzio che voleva liberare Trento e Trieste (esercito e ambiente di corte), grandi gruppi industriali ma anche molti democratici e socialisti riformisti come Benito Mussolini, il quale era stato espulso dal PSI proprio perché favorevole alla guerra. La decisione di entrare in guerra o no aveva anche un risvolto economico, infatti, l’Italia importava dall’Inghilterra le materie prime e schierarsi con l’Austria e la Germania avrebbe significato perdere tali rifornimenti.
Dopo mesi di discussione e di contrasti nel paese, il 26 aprile 1915 il governo Italiano, firmò un patto segreto con la Francia e con l’Inghilterra impegnandosi ad entrare in guerra in cambio della promessa di acquisire in caso di vittoria le terre del Trentino, Alto Adige, Trieste, Istria e della città di Valona in Albania (Patto di Londra).
Numerose ed accese furono le manifestazione di piazza per sostenere l’intervento. L’Italia entrò in guerra il 24 maggio 1915 a fianco dell’intesa. La Germania allo scoppio della guerra decise di raggiungere Parigi invadendo il Belgio e il Lussemburgo , che erano neutrali. Le truppe tedesche però non riuscirono a raggiungere Parigi, perché i francesi opposero una forte resistenza sul fiume Marna.
Svanì subito l’illusione di una guerra breve: iniziava la guerra di trincea, infatti le truppe tedesche e quelle franco-inglesi si contrapposero lungo il Fronte Occidentale lungo 800 km all’interno di trincee, lunghi corridoi aperti nel terreno (dove i soldati vivevano esposti alle bombe e alle malattie) e per ben quattro anni la guerra fu un susseguirsi di attacchi da una trincea all’altra per la conquista di pochi km al prezzo di migliaia di morti. Da una guerra di movimento si era passati a una guerra di posizione. Il Fronte Orientale era più lungo e più mobile. Gli austriaci e i tedeschi combatterono duramente per fermare i russi che tentavano di invadere la Germania (Battaglia di Tannemberg e Masuri, 1914) e riuscirono ad ottenere il ritiro grazie anche all’intervento dell’esercito Turco. La Russia perse anche il controllo della Polonia. Sul Fronte Italiano ci furono subito impetuosi attacchi degli italiani contro gli austriaci sul fiume Isonzo, ma presto anche qui la guerra divenne di trincea. L’Italia affrontò la guerra in condizioni di grave impreparazione, per mesi molti soldati italiani non poterono avere l’elmetto indispensabile per la guerra di trincea. Nelle trincee si diffondevano gravi malattie, i rifornimenti erano difficili, il comandante generale Luigi Cadorna aveva imposto una durissima disciplina. Egli non fidandosi dei suoi soldati fece ricorso a gravi pene per ogni mancanza punendo i tentativi di diserzione con la fucilazione. Fra il maggio e il giugno del 1916 l’esercito austriaco si impegnò in quella che venne chiamata “la spedizione punitiva”, in quanto gli italiani erano traditori da punire perché non avevano rispettato la Triplice Alleanza. Gli austriaci volevano penetrare nella pianura Padana attraverso l’altopiano d’Asiago. L’esercito italiano, però, respinse l’offensiva e riuscì a conquistare Gorizia nell’agosto del 1916. Il prolungarsi della guerra iniziava a pesare, soprattutto sugli imperi centrali i quali non potevano procurarsi facilmente le materie prime perché gli Inglesi controllavano i mari. La Germania affrontò la marina inglese nella battaglia dello Jutland ma non bastò a sottrarre agli inglesi il dominio dei mari. Allora i tedeschi intensificarono la guerra sottomarina contro tutte le navi sospettate di portare rifornimenti agli avversari. L’affondamento del transatlantico Lusitania causò la morte di un migliaio di persone fra cui 124 cittadini statunitensi e ciò provocò proteste e gli Stati Uniti entrarono nel conflitto a fianco dell’Intesa il 6 aprile 1917.
L’affondamento del Lusitania: il 1917 fu un anno decisivo per le sorti del conflitto non solo per l’ingresso degli Stati Uniti in guerra. Nel mese di marzo in Russia esplose una rivoluzione che abbatté il regime dello zar che portò alla Rivoluzione sovietica di ottobre dove il potere venne preso dai comunisti guidati da Lenin. Per evitare l’invasione del proprio territorio, la Russia uscì dalla guerra e il 3 marzo del 1918 la pace di Brest-Litovsk stabilì le condizioni della resa, infatti la Russia cedeva alla Germania la Polonia e i Paesi Baltici e riconosceva l’indipendenza dell’Ucraina. Come conseguenza gli austriaci spostarono le loro truppe dal fronte russo a quello italiano provocando una gravissima crisi militare all’Italia. L’esercito austriaco così rafforzato riuscì a sfondare le linee italiane riportando una netta vittoria a Caporetto vicino Gorizia il 24 ottobre 1917. L’esercito italiano cominciò una ritirata, il nemico catturò decine di migliaia di prigionieri e si impadronì di molto materiale. Con grande fatica si riuscì a stabilire una nuova linea di difesa lungo il fiume Piave. Cadorna venne sostituito dal nuovo comandante Armando Diaz.
Intanto cresceva la disperazione per la guerra, tutte le popolazioni, anche quelle lontane dalle zone di combattimento subivano privazioni e fame, il malcontento cresceva ovunque, in Italia ci furono scioperi e scontri di piazza per la mancanza di generi alimentari. In questa difficile situazione papa Benedetto XV chiese ancora una volta la fine dei combattimenti, invitava i paesi in guerra a rinunciare ai propri interessi in favore di quelli generali dell’umanità.
Papa Benedetto XV: nella primavera del 1918 la Germania lanciò un’ultima e disperata offensiva, ma anche questa volta i Francesi e gli Inglesi respinsero l’attacco nella seconda battaglia della Marna, e con l’appoggio americano passarono allora all’offensiva. Anche l’esercito italiano passò alla controffensiva ottenendo la decisiva vittoria di Vittorio Veneto. Il 4 novembre 1918 l’Austria chiese l’armistizio e l’Italia risultò vittoriosa (oggi si celebra in questa data la festa delle forze armate italiane). L’11 novembre 1918 veniva firmato l’ultimo armistizio con la Germania. Si chiudeva così la prima guerra mondiale, i morti furono circa 9 milioni, quelli italiani furono oltre 600.000. Occorreva ora giungere alla pace definitiva e i colloqui si svolsero a Parigi e i trattati di pace furono firmati tra il 1919 e il 1920. I rappresentanti delle quattro potenze vincitrici (Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti) avevano obiettivi diversi e non mancarono momenti di tensione. Il presidente americano Wilson aveva steso un elenco di 14 punti che riassumevano i progetti per la futura politica europea, inoltre egli dava molta importanza alla autodeterminazione delle nazioni, cioè ogni nazione doveva essere indipendente e scegliere la propria forma di governo. La Germania fu ritenuta responsabile della guerra e costretta a pagare 132 miliardi di marchi in oro come danni di guerra, inoltre venne privata delle colonie e dovette ridurre notevolmente l’esercito e la flotta navale. L’Italia ricevette dall’Austria il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia e Trieste. Questo provocò discussioni a Parigi, gli alleati comportandosi da traditori, non avevano dato all’Italia quello che avevano promesso col patto di Londra e a questa tensione si aggiunse la difficile situazione che il nostro paese si trovò a vivere nel dopoguerra. Finalmente il mondo uscì dalla guerra profondamente mutato, non solo dal punto di vista politico ma anche economico. Gli Stati Uniti cominciavano a emergere come potenza mondiale, mentre l’Europa si era indebolita. La guerra cambiò anche l’atmosfera culturale, infatti, con i suoi orrori aveva posto fine all’ottimismo con cui il secolo era iniziato, cominciava così un periodo molto più oscuro con numerose e gravi crisi. La Conferenza di pace si svolse a Parigi.
per approfondimenti sul Primo conflitto mondiale vedi anche qua
Battaglie della Grande Guerra
Già all’inizio del ventesimo secolo la situazione in Europa si presenta molto delicata: le alleanze che si sono formate tra gli stati e la politica sempre più imperialista adottata dalle nazioni europee hanno creato equilibri precari e tensioni pronte ad esplodere da un momento all’altro.
Ad accendere la miccia sono proprio gli avvenimenti del giugno 1914, quando a Sarajevo, capitale della Bosnia (all’epoca provincia serba), l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, viene ucciso da uno studente.
Ne nasce immediatamente un “casus belli” con la Serbia. L’Austria le lancia infatti un ultimatum, ma la Serbia lo rifiuta. Il 28 luglio viene dunque dichiarata la guerra.
Cominciano perciò le alleanze tra i vari paesi d’Europa, a cui il conflitto Austro-Serbo pare un’occasione perfetta per espandersi ed acquistare potere.
La Russia, che vuole rimanere influente sui Balcani, patrocina la causa la Serbia.
Il 1° agosto la Germania, alleata dell’Austria, dichiara dunque guerra alla Russia.
Il 3 agosto è la volta dell’attacco alla Francia e il 4 agosto del Belgio, ad opera del generale Von Molte, sebbene il Belgio si fosse dichiarato neutrale.
L’Inghilterra, preoccupata della situazione venuta a crearsi, entra anch’essa in guerra, schierandosi contro Austria e Germania. Alleati della Germania sono invece Turchia e Bulgaria.
Romania e Giappone, invece, si schiereranno con la Triplice Intesa (Inghilterra, Francia, Russia).
I francesi fermano le truppe tedesche alla Marna, facendo diventare la guerra di movimento una guerra di posizione.
Sul fronte orientale, invece, i tedeschi avanzano e sconfiggono i russi a Turimeberga e ai Laghi Masuri.
Gli austriaci, invece, sono battuti in Galizia.
Le sorti della guerra sono ancora, in questa prima fase, imprevedibili.
Per quanto riguarda l’Italia, l’ultimatum dell’Austria era stato dato senza avvertirla. Sfruttando perciò la clausula del trattato della Triplice Alleanza che obbligava i firmatari al reciproco aiuto solo nel caso in cui una delle tre nazioni fosse aggredita da altri paesi, il giorno 2 agosto Salandra dichiara la neutralità dell’Italia.
Il paese ne trae un sospiro di sollievo. Infatti pochi sono gli italiani entusiasti all’idea di combattere a fianco degli austriaci, a cui l’Italia è però alleata, e i contrari più di tutti sono gli irredentisti.
L’Italia si trova divisa al suo interno in:
- interventisti;
- neutralisti.
Tra gli interventisti si contano uomini di destra (come Gabriele D’Annunzio), irredentisti (come Cesare Battisti), lo stesso Salandra, da poco subentrato a Giolitti, e i socialisti, che vedono nella guerra un modo per portare la democrazia in Europa abbattendo le potenze imperialistiche.
Giolitti, dal canto suo, è preoccupato perché per lui l’Italia è un paese troppo debole e non preparato per entrare nel conflitto. Spera perciò che il paese possa cavarsela con la diplomazia. Questo lo rende moralmente il capo del gruppo neutralista.
Mussolini, invece, figura di spicco del socialismo, in un primo momento si dichiara pacifista, ma poi si converte all’interventismo.
Tra l’agosto del 1914 e il maggio 1915 l’Italia tratta con l’Austria la neutralità in cambio del Trentino Alto Adige.
Così pure fa l’”Intesa”, che invece vorrebbe che l’Italia prendesse parte al conflitto al suo fianco.
L’accordo viene raggiunto dal ministro degli Esteri italiano Sydney Sonnino con gli anglo-francesi e formalizzato in un trattato segreto denominato Trattato di Londra.
Il 24 maggio 1915 l’Italia, dopo diversi tentennamenti, entra in guerra, schierandosi contro l’Austria. A comando dell’esercito c’è il generale Cadorna.
Frattanto l’Austria occupa la Polonia e poi, più a nord anche la Lituania.
L’anno seguente, in Italia, tutta la popolazione è impegnata nello sforzo bellico. Compaiono in questo periodo anche nuove armi.
I francesi, a Verdun, cercano la vittoria o almeno di bloccare definitivamente l’avanzata tedesca.
Dello stesso periodo sono anche le battaglie di Jutland e Somme contro la Germania, combattute dall’alleato inglese in terra di Francia. Per far fronte a queste esigenze di un forte esercito di terra (la marina inglese sta pattugliando egregiamente tutti i mari) in Inghilterra viene istituita la coscrizione obbligatoria, ed è l’ultima grande nazione europea a farlo.
Entra in guerra anche la Romania, a fianco dell’Intesa, che viene perciò occupata dalla Germania.
Frattanto l’Austria prepara una spedizione punitiva contro l’Italia, che si conclude con la battaglia di Asiago, durante la quale muoiono molti soldati.
Salandra allora si dimette e gli subentra Boselli(1916-1917). L’Italia dichiara dunque guerra anche alla Germania e conquista Gorizia.
Muore, frattanto, l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe e gli succede il pronipote Carlo I.
Il nuovo imperatore sarebbe propenso a riportare la pace in Europa, pertanto scrive una lettera al Papa affinché lo aiuti, facendogli da intermediario nel corso delle trattative.
In Inghilterra, però, il primo ministro Lloyd George convince l’Intesa a proseguire la guerra.
In Italia, invece, molti socialisti condannano il conflitto, auspicando una pace senza vinti né vincitori. Questo sarà l’argomento di discussione delle conferenze di Zimmerwald e Kienthal.
Solo una minoranza vorrebbe invece approfittare della situazione per destabilizzare i regimi capitalisti. Sono i cosiddetti spartachisti tedeschi, guidati da Rosa Luxemburg e Liebknecht, il cui gruppo si è costituito nel 1916, e i bolscevichi.
Nel 1917 in Italia la situazione economica è sempre più grave, e si diffonde perciò su larga scala la propaganda pacifista da parte dei socialisti. I socialisti a loro volta sono allora accusati dai nazionalisti di non avere il senso della patria.
Appare comunque ormai chiaro che quella che si prospettava come una guerra lampo non è affatto tale.
Frattanto le grandi industrie vanno ad arricchirsi, mentre la vita nel paese si fa sempre più precaria e si intensificano gli scioperi.
A dare una svolta alla guerra contribuiscono due eventi fondamentali:
- la Rivoluzione russa;
- l'entrata in guerra degli Stati Uniti d'America.
Cominciamo dalla prima. In Russia la situazione è ormai diventata invivibile: il malcontento sociale e la povertà sono così grandi da far nascere numerosi tumulti a cui si uniscono gli stessi membri dell’esercito.
Nel 1917, dopo la rivolta per la fame, che viene appoggiata dall’esercito, si instaura un governo provvisorio, presieduto dal liberale Vobb, rappresentante degli imprenditori e dei proprietari. Unico esponente della sinistra è invece Kerenskij.
Il 15 maggio lo zar Nicola II abdica in favore del fratello Michele, ma anch’egli rinuncia al trono.
Il paese si trova in una situazione disastrosa. Ne nasce un disfattismo nazionale. La popolazione chiede l’uscita immediata della Russia dalla guerra e la pace a tutti i costi.
Quello stesso anno torna dall’esilio (favorito nel ritorno da parte degli stessi tedeschi) Lenin che, con le sue “tesi d’aprile”, vuole trasformare quest’ondata di rivolte che affliggono il paese in una rivoluzione proletaria e comunista.
In seguito alla caduta del governo Vobb, ecco che prende il potere Kerenskij, ma Lenin intima agli operai di non avere alcun legame con il governo provvisorio.
Dopo i disordini della Galizia, il generale Kornilov vuole con un colpo di stato ottenere il potere.
Lenin decide dunque di compiere un’insurrezione armata. Si forma così un nuovo governo rivoluzionario di cui è a capo egli stesso: “il consiglio dei commissari del popolo”, il cui obiettivo è terminare la guerra.
Per quanto riguarda il fronte interno, il 12 ottobre avvengono in Russia nuove elezioni (a suffragio universale) per decidere una nuova costituzione.
Alle elezioni, però, pochi votano per i bolscevichi. Lenin proclama allora la superiorità del potere dei Soviet sulla Duma(l’assemblea parlamentare russa), la quale viene dunque sciolta. Il bolscevismo è quindi contro la democrazia.
E’ l’avvio della rivoluzione: all’alba del 7 novembre del 1917 (ottobre, secondo il calendario ortodosso) i cannoni dell’incrociatore Aurora aprono il fuoco contro il palazzo d’inverno di San Pietroburgo. Nel volgere di pochi giorni i bolscevichi conquistano il potere assoluto in Russia.
Lo zar Nicola II e l’intera famiglia vengono tratti in arresto e successivamente giustiziati.
Mantenendo fede agli impegni presi, sul fronte esterno, Lenin chiede la pace separata con gli imperi centrali. A Dicembre avviene dunque l’armistizio di Brest-Litovsk, che si trasformerà poi in una pace vera e propria.
La Russia rinuncia dunque alla Lituania, alla Polonia e alla Bielorussia, così come riconosce libera la penisola scandinava.
La situazione è difficile: gli alleati accusano infatti la Russia di tradimento ed hanno paura che la rivoluzione si estenda fino a creare una realtà proletaria in tutta Europa.
La conseguenza immediata del ritiro della Russia dalla guerra è comunque quello di far spostare le divisioni austro-tedesche dal fronte russo al fronte occidentale.
L’Austria e le Germania decidono quindi di dare una spallata al fronte italiano, e questo avviene tra il 23 e il 24 ottobre, con l’attacco e la conseguente disfatta di Caporetto, attraverso la quale gli Austriaci riprendono possesso dei loro territori.
Al ministero Borselli succede quello di Vittorio Emanuele Orlando.
Cadorna viene destituito. Il generale con a comando l’esercito italiano è adesso Armando Diaz. La situazione è critica: la zona del Piave va difesa, perché è in gioco l’indipendenza italiana.
L’aprile di quello stesso anno erano entrati in guerra anche gli Stati Uniti d’America, seconda evento destinato a dare una svolta definitiva alla guerra, infatti gli Stati Uniti dispongono di un apparato bellico- economico imponente.
Le ragioni per cui anche l’America prende parte al conflitto europeo sono essenzialmente quattro:
- Gli USA hanno timore del sopravvento ed egemonia dei tedeschi in Europa;
- Gli USA hanno dato molti finanziamenti agli alleati dell’Intesa, perciò adesso temono un crollo economico degli stati debitori;
- La Germania, con la sua guerra sottomarina, sta distruggendo anche molte delle navi americane;
- Gli USA temono che, se non prenderanno parte al conflitto, verranno messi in secondo piano nelle questioni mondiali.
Il presidente Wilson dichiara dunque guerra alla Germania e agli stati ad essa alleati in nome della libertà e della democrazia, onde giungere così ad accordi internazionali.
Nel 1918, poiché l’Intesa fomenta i sentimenti di nazionalità dei popoli soggetti al dominio austriaco, l’imperatore Carlo I concede un ampio “autogoverno” alle diverse nazionalità.
Intanto, la Germania tenta un’offensiva in Francia, e l’Austria in Italia per sfondare al Piave e raggiungere la pianura padana.
Gli inglesi e le nazioni del Commonwealth, però, riescono a scacciare i tedeschi ad Amiens. La stessa cosa accade sulla Marna, dove i francesi contrattaccano il primo assalto tedesco nelle Fiandre e nelle regione di Champagne.
Il fronte interno degli imperi centrali si sgretola, e Bulgaria e Turchia si ritirano.
Il 1° novembre anche la flotta austriaca viene sconfitta (questo dovuto anche al fatto che sono ormai molti gli alleati dell’Austria che chiedono la cessazione delle ostilità).
L’Italia sgomina l’esercito austriaco ed entra a Vittorio Veneto.
Il 3 novembre il generale Diaz annuncia la vittoria con l’armistizio di Villa Giusti.
Il 4 novembre la Germania diventa una repubblica, e chiede anch’essa l’armistizio, ed Ebert ne diventa presidente a Weimar il 9 novembre 1918.
Anche l’Austria e l’Ungheria diventano repubbliche.
Finisce così la Prima Guerra Mondiale. Per Wilson e per i suoi alleati è una vittoria completa. Le due grandi monarchie autoritarie sono cadute: in Germania non c’è più il kaiser e l’impero Austro-Ungarico non esiste più.
Con la Prima Guerra Mondiale è scomparso tutto un mondo ottocentesco; è la fine di un epoca.
Il Congresso di Parigi: Terminata la guerra, avviene il Congresso di Parigi, il cui compito è principalmente quello di mettere ordine in Europa.
A decidere le sorti degli stati sono i capi delle nazioni vincitrici:
- Wilson, presidente degli Stati Uniti d’America;
- Clemanceau, presidente francese;
- Lloyd George, Primo Ministro d’Inghilterra;
- Orlando, presidente del consiglio italiano.
Nel corso del congresso appaiono subito chiari i contrasti tra America ed Europa. Secondo il presidente Wilson, infatti, che già nel gennaio del 1918 aveva divulgato un programma di pace in Quattordici punti, il nuovo assetto europeo dovrebbe ispirarsi al principio di nazionalità, e far leva sulle forze democratiche degli ex imperi centrali. I nuovi confini dell’Europa dovrebbero cioè contenere quanti usano la stessa lingua, la stessa cultura ed hanno la stessa nazionalità.
La Francia invece è intenzionata ad annientare economicamente e militarmente la Germania, allo scopo di umiliarla. In tal modo si renderà in parte responsabile della nascita del forte spirito nazionalista tedesco, che a sua volta darà origine alla Seconda Guerra Mondiale.
A Ginevra nasce la Società delle Nazioni, dalla quale sono momentaneamente esclusi i vinti. Lo scopo è quello di regolare gli accordi di pace tra le nazioni. Il patto è che tutte le decisioni siano prese all’unanimità.
Al congresso di Parigi seguiranno cinque trattati con cui si porrà fine alla Prima Guerra mondiale.
Trattato di Versailles, secondo cui la Germania deve rinunciare a tutte le colonia, all’Alsazia, alla Lorena e alla Slesia. Dovrà inoltre pagare tutti i suoi debiti alle nazioni vincitrici, il suo esercito dovrà contare 100.000 uomini e non di più, e la riva destra del Reno sarà occupata per 15 anni da un esercito alleato mantenuto dalla Germania. La Prussia si separa dalla Germania, e la Polonia viene dichiarata libera, e gli viene assegnato uno sbocco verso Danzica. Questa umiliazione, l’aver escluso i vinti dalle trattative di pace e l’aver determinato la povertà tedesca saranno resi a duro prezzo.
Trattato di Saint Germain, secondo cui il territorio austriaco viene smembrato. Si creano dunque la Cecoslovacchia, il Regno iugoslavo (comprendente Serbia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Dalmazia. Esso avrà negli anni non pochi problemi di “convivenza”) e l’Albania. L’Austria, che non può assolutamente essere unita alla Germania, diventa stato a sé. Con il Trattato di Trianon nasce la Repubblica Ungherese, così come nascono l’Estonia, la Lettonia, la Lituania e la Finlandia. Lo stesso trattato di Saint Gérmain regola i rapporti tra l’Austria e l’Italia: i territori irredenti vengono ceduti all’Italia.
Trattato di Neully (1919), il quale priva la Bulgaria di ogni sbocco al mare. Gli viene tolta anche la Macedonia, che viene invece inserita nella nascente Iugoslavia, e parte dei suoi territori vengono annessi alla Romania.
Trattato di Sevres (1920), secondo cui la Turchia viene ridotta alla sola Penisola Anatolica. Francia e Inghilterra si erano in precedenza spartiti in segreto le zone orientali con il Patto di Londra generando non poca indignazione da parte della Turchia.
Sempre alla fine della Prima Guerra Mondiale si ha l’inizio della questione ebraico-palestinese, ad opera di Francia ed Inghilterra. Da questo momento in poi la Palestina diventerà teatro di contrasti fra gli stati del medio-oriente e tra ebrei e palestinesi.
In Italia, nel frattempo, dopo la Prima Guerra mondiale ci sono enormi problemi economici e crisi sociali. La guerra ha infatti aumentato la crisi economica, colpendo principalmente le classi a reddito fisso. Le grandi industrie (come l’Ansaldo) si sono invece arricchite.
Ora che la guerra è finita, occorre riconvertire la produzione da bellica in civile.
La situazione non è però facile: ci sono molti licenziamenti e la disoccupazione aumenta.
L’emigrazione italiana viene intanto frenata dagli Stati Uniti.
Crollano le industrie, crolla la Banca d’Italia, e le rivolte socialiste sono quasi all’ordine del giorno. Non a caso il periodo tra il 1919 e il 1920 sarà noto come biennio rosso.
Nasce anche il mito della vittoria mutilata, poiché L’Italia ancora reclama tutta la Dalmazia.
Il 18 gennaio 1918 si forma anche il Partito Popolare Italiano. Esso reclama:
- una riforma agraria;
- terra per i contadini;
- una gestione sociale della produzione agricola (cioè una collaborazione tra proprietari e contadini);
- voto alle donne;
- elezioni non uninominali ma proporzionali, con elezioni non di lista ma di candidato;
- decentramento politico e conseguente autonomia locale e regionale;
- laicità dello Stato (in modo da avere finalmente l’autonomia dei cattolici rispetto al Papa). Vi è in poche parole un’ondata interclassista, che auspica solidarietà tra i ceti sociali.
Nel frattempo si forma un nuovo giornale socialista dal titolo “L’ordine nuovo” che ha a capo Bordiga, Gramsci e Togliatti. Essi hanno ispirazioni rivoluzionarie sul modello bolscevico. Lo scopo del loro impegno politico è quello di arrivare ad una dittatura proletaria sul modello dei Soviet.
per ulteriori approfondimenti sulla Prima Guerra mondiale vedi anche qua
Prima guerra mondiale, episodi
- 28 Giugno attacco a Sarajevo assassinio del principe ereditario Francesco Ferdinando - autore del delitto Gavrilo Princip serbo. Austria: ultimatum di 48 ore a Belgrado; 28 Luglio inizio ostilità. Trasformazione tensione internazionale in conflitto.
- 1914 Germania al fianco dell'Austria contro Russia e Francia con la Serbia.
4 Agosto neutralità Belgio Helmut von Molte invasione territorio. Inghilterra scende in campo a fianco della Francia Turchia e Bulgaria con Imperi Centrali = Romania, Giappone (per colonie tedesche in Asia) con Intesa = Conflitto mondiale
Piano invasione Francia fallisce: fermati i tedeschi sul fiume Marna Ludwig Hindenburg sbaraglia Tannenberg/Laghi Masuri, Austriaci costretti da Russi abbandonano Galizia. Guerra stabilizzata anche sul fronte orientale. Guerra di posizione.
- Italia: 2 Agosto 1914 neutrale; Italia divisa in interventisti e neutralisti. Sidney Sonnino ministro esteri firma in segreto 26 Aprile 1915 patto di Londra (Italia in guerra guadagnare Istria - Dalmazia - Venezia - Tridentina) vincono interventisti.
- 24 Maggio 1915 Italia ingresso nel conflitto, intervento Italia unico elemento positivo per l'intesa, Luigi Cadorna occupa parte meridionale Trentino. Schieramento Isonzo e battaglia (giugno Dicembre 1915) guerra lampo per sempre finita.
- 1916 anno + grandi battaglie.
- Guglielmo II (tedesco) a Verdun usa lanciafiamme, bombe per la prima volta con gas asfissianti, francesi e inglesi usano a loro volta (Sonne) i primi carri armati. Dopo mesi battaglia con 700.000 e + morti) di nuovo posizione di partenza.
-Conrad Strafexpedition (spedizione punitiva) 15 maggio 1916 per italiani da austriaci.
Il Comando italiano riuscì a passare da controffensive a conquistare posizioni perdute.
per ulteriori approfondimenti sulla Prima Guerra Mondiale vedi anche qua
Prima guerra mondiale, cause e dinamiche
Il 28 giugno 1914 Gavrilo Princip uccise a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria. L’Austria ritenendo il governo serbo corresponsabile dell’attentato inviò a Belgrado un ultimatum, che imponeva la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini sull’attentato. I serbi rifiutarono e l’Austria il 28 luglio, dichiarò guerra alla Serbia. L’Austria era appoggiata dal kaiser Guglielmo II. Lo zar tradizionale “protettore” della Serbia ordinò la mobilitazione dell’esercito, cui la Germania rispose dichiarando guerra alla Russia, ciò provocò la mobilitazione della Francia. Berlino dichiarò guerra alla Francia e invase il Belgio, a sua volta la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania. Il Giappone si schierò a favore degli inglesi, mirando ai possedimenti tedeschi in Estremo Oriente. L’impero Ottomano temendo di essere aggredito dalla Russia, si schierò a fianco della Germania e dell’Austria. L’Italia, per il momento, si mantenne neutrale.
Due schieramenti si vennero a creare nella Prima Guerra mondiale:
- Serbia, Russia, Francia, Gran Bretagna e Giappone
- Austria, Germania e Impero ottomano
Le cause di fondo della Prima Guerra mondiale non furono altro che a carattere egemonico per il dominio dell’Europa, in quanto tutte le nazioni che vi presero parte avevano obbiettivi simili. La Germania, che aveva abbandonato la politica di equilibrio di Bismarck, orientandosi a una politica di potenza la cosiddetta Weltmachtpolitik, che implicava l’espansione coloniale in Africa, ma soprattutto la volontà di costruire un egemonia tedesca nell’Europa centrale e orientale anche ai danni di Polonia, Russia. Questo perché la crescente conflittualità tra le grandi potenze a livello economico e coloniale metteva in contrasto la Germania con la Francia e la Gran Bretagna. Austria e Russia erano rivali perché entrambe interessate all’area balcanica e ai territori dell’impero ottomano.
Si parla di mobilitazione delle economie, perché in tutta Europa era iniziata una vera e propria corsa agli armamenti, vennero rafforzati tutti quei settori economici che guardavano con favore ad un eventuale conflitto. Si parla invece di mobilitazione delle coscienze in quanto le classi dirigenti iniziarono a vedere la guerra come uno strumento per consolidare l’unità nazionale e per arginare i conflitti sociali recuperando unanimità di consensi. Nacque la “Comunità d’agosto” inteso come spirito di unanimità e di concordia nazionale che coinvolse le popolazioni europee nell’estate del 1914.
L’obiettivo di una guerra breve fu un illusione, perché i governi, gli stati maggiori e l’opinione pubblica pensavano che la guerra sarebbe durata qualche mese o al massimo un anno, però non credevano che i nuovi armamenti lo avrebbero reso non solo più distruttivo, ma anche più equilibrato. Inoltre tutti erano convinti che il sistema economico mondiale non avrebbe potuto sopportare una lunga interruzione degli scambi internazionali, invece vennero mobilitate energie industriali e produttive che resero ciò possibile. La Germania era costretta a combattere su due fronti, l’unica sua possibilità di vittoria era una guerra rapida. La Germania decise di invadere il Belgio neutrale per poter marciare su Parigi, questa scelta indignò l’opinione pubblica. Le offensive francesi si rivelarono senza esito e sanguinose, fino a quando gli inglesi raggiunsero i francesi sul fiume Marna, riuscendo cosi a respingere l’attacco tedesco. Il fronte occidentale entrò da quel momento in una fase di stallo. Lo stesso accadde sul fronte orientale, dove la Germania combatteva contro la Russia. L’offensiva russa venne arrestata dai tedeschi con le battaglie di Tannenberg e dei laghi Masuri. La Prima Guerra mondiale si trasformò in una guerra di trincea, in cui gli eserciti si fronteggiavano lungo le trincee, senza che nessuno infliggesse colpi decisivi al nemico. Migliaia di uomini morirono per conquistare pochi km di terreno che poi sarebbero stati persi con la morte di altrettanti uomini. Questa situazione di stallo rimase così per anni, con enormi costi non solo economici, ma soprattutto umani.
L'Italia: L’Italia inizialmente si mantenne neutrale perché la Triplice Alleanza di cui faceva parte, era un patto difensivo e quindi non la impegnava a intervenire al fianco di Germania e Austria. Inoltre gli interessi italiani nel Trentino, nella Venezia Giulia e nell’Adriatico erano in conflitto con quelli austriaci. Allo scoppio del conflitto in Italia si delinearono due correnti di pensiero composite e comprendevano diverse forze politiche: gli interventisti e i neutralisti.
- I neutralisti: erano composti da liberali giolittiani, socialisti e cattolici. Si mostrarono divisi e ed esitanti nel difendere le loro posizioni.
- Gli interventisti: erano composti da nazionalisti, sindacalisti e socialisti rivoluzionari. Erano compatti e aggressivi nel difendere le loro idee. Inoltre erano accomunati dal rifiuto verso tutto ciò che aveva caratterizzato il periodo giolittiano.
Ruolo di primaria importanza, per l’entrata in guerra dell’Italia, assunsero i gruppi dirigenti infatti trovarono il modo di riportare equilibrio in un’Italia destabilizzata dal governo giolittiano intorno a un governo forte. Inoltre videro nel conflitto un’occasione per poter rilanciare l’economia, diminuendo cosi la disoccupazione. Anche il re Vittorio Emanuele III e il governo guidato da Salandra e dal ministro degli Esteri Sonnino erano favorevoli all’entrata in guerra dell’Italia. Ritenevano che la guerra potesse dar prestigio alla corona ma anche riportare l’ordine tra i conflitti sociali e fosse utile per gli interessi italiani.
Sonnino il 26 aprile del 1915, strinse all’insaputa del parlamento, con l’Intesa un accordo segreto (patto di Londra) che impegnava l’Italia a entrare in guerra e in cambio otteneva concessioni territoriali (Trentino, Tirolo meridionale, Trieste, Gorizia e l’Istria). L’Italia entrò in guerra il 24 maggio del 1915 dichiarando guerra all’Austria-Ungheria, in seguito ad una votazione in parlamento. I cattolici adottarono un atteggiamento di obbedienza alle decisioni prese dallo stato, i socialisti decisero di “né aderire né sabotare” e infine i neutralisti decisero di rinunciare alla lotta.
Il 1916 è definito come un anno di stallo perché la situazione militare rimaneva bloccata su tutti i fronti. Gli Imperi centrali incontravano sempre maggiori difficoltà a rifornirsi di materie prime e di alimenti a causa del blocco navale attuato dalla marina britannica nel mare del Nord. I tedeschi tentarono di sferrare il colpo decisivo sul fronte di occidentale a Verdun, ciò non portò ad alcun risultato. Una situazione analoga si verificava sul fronte italiano, nonostante le offensive sull’Isonzo dell’esercito italiano, sotto Cadorna e le offensive tentate dagli Austriaci in Trentino. Il 1917 è chiamato anno di svolta perché fu un anno favorevole per le economie degli imperi centrali. Sul fronte occidentale l’esercito russo precipitò in una grave crisi economica e militare, che divenne anche politica in seguito alla rivoluzione russa, che portò all’abdicazione dello zar Nicola II e la successiva rivoluzione bolscevica. Questi eventi costrinsero la Russia al ritiro dalla Grande guerra, ciò permise ai tedeschi di concentrarsi sul fronte italiano e quello occidentale. In Italia, tedeschi e austriaci riuscirono a sfondare a Caporetto portando l’Italia alla ritirata fino al Piave, dove fu ristabilita la nuova linea di fronte.
Si parla di crisi degli eserciti perché tra i reparti degli eserciti iniziò a diffondersi un clima di sfiducia e di ribellione. Molti soldati, logorati dalla guerra di trincea dai massacri attuati e subìti e dalla paura di morire e dal rifiuto di uccidere, si rifiutarono di combattere e vennero puniti spietatamente. Anche le popolazioni iniziarono a dare segni di cedimento, la denutrizione e la diffusione di epidemie provocarono soprattutto in Italia, Francia e Germania scioperi e sommosse. Vennero organizzate dai socialisti propagande per la pace, lo stesso papa Benedetto XV invitò i governi in guerra a porre fine all’ ”inutile strage”. Gli USA intervennero al conflitto nell’aprile del 1917 sotto il presidente Wilson. L’intervento degli Stati Uniti risultò favorevole per i governi dell’Intesa. Fin dall’inizio della guerra gli USA avevano sostenuto economicamente la Gran Bretagna e la Francia. Gli americani cambiarono atteggiamento per salvaguardare la libertà di commercio sui mari, limitata dalla guerra sottomarina tedesca e per la preoccupazione per la sorte dei prestiti concessi alla Gran Bretagna e alla Francia. L’intervento americano favorì gli stati dell’Intesa, facendo sfumare le prospettive della guerra per gli Imperi centrali. La svolta si ebbe nel marzo del 1918, quando i tedeschi vennero respinti dalle truppe alleate e sfondarono le linee tedesche ad Amiens.
In Italia, nel corso della Prima Guerra mondiale, dopo la disfatta di Caporetto, Cadorna venne sostituito dal generale Diaz, fu fatto un grave sforzo per superare la crisi. Furono presi dei provvedimenti: l’esercito venne riorganizzato, instaurando un rapporto più umano tra ufficiali e truppe; inoltre furono promessi ai soldati premi e vantaggi economici per il dopoguerra e venne data assistenza ai combattenti e alle loro famiglie. Furono aperti gli “uffici P” (propaganda) per diffondere il patriottismo e la solidarietà nazionale. La strategia di Diaz si basava sulla difesa, infatti l’offensiva austriaca venne arrestata sul Piave, poi l’esercito italiano contrattaccò, sconfiggendo gli austriaci a Vittorio Veneto. L’Italia finalmente poteva annettere il Trentino e Trieste. L’Austria firmò l’armistizio, anche la Germania, ormai stremata economicamente, ma anche militarmente chiese all’Intesa di poter firmare l’armistizio. L’11 novembre 1918 l’armistizio venne firmato, ponendo fine alla grande guerra.
Le conseguenze della Prima Guerra mondiale
Nel 1918 la grande guerra, ovvero la Prima Guerra mondiale, finì. Occorreva giungere alla pace definitiva. I trattati di pace si svolsero in Francia, a Versailles, nel 1919, dove si riunirono le potenze vincitrici, cioè Italia, Stati Uniti d'America, Francia e Regno Unito.
Nonostante la speranza che gli accordi di pace potessero gettare le basi per una riconciliazione duratura, la pace di Versailles pose al contrario le premesse di ulteriori conflitti futuri.
Innanzitutto, Francia e Regno Unito rigettarono i principi ispiratori della pace proposti dal presidente americano Wilson, basti sull'autodeterminazione dei popoli e sulla liberalizzazione economica.
L'Italia subì una "vittoria mutilata" perché nel patto di Londra del 1915 gli erano stati promessi molti più territori di quelli realmente ottenuti. Tuttavia, L'Austria dovette cedere all'Italia il Trentino, L'Alto Adige, Trieste e L'Istria; ma non la Dalmazia e Fiume. Gli Stati Uniti d'America si affermarono come potenza mondiale.
La Germania subì una "pace punitiva" perché fu condannata a risarcire tutti i danni di guerra essendo ritenuta l'unica responsabile del conflitto. Gli fu tolta l'Alsazia e la Lorena, che andò alla Francia.
Alla Polonia fu concesso il "corridoio di Danzica", che concedeva alla Polonia lo sbocco sul mare passando attraverso il territorio tedesco. Lo stato tedesco perse tutte le colonie a vantaggio di Gran Bretagna e Francia.
I trattati di pace sancirono la scomparsa di quattro imperi: Tedesco, Austro-Ungarico, Russo e Turco.
La Prima Guerra Mondiale, una guerra di posizione
La Prima guerra mondiale viene definita dagli storici anche guerra di posizione. Per guerra di posizione si intende quel tipo di conflitto in cui i soldati si trovavano fermi in un punto fino ad ottenere il cedimento del nemico, quindi senza mai muoversi. Durante il primo conflitto mondiale vennero studiati e messi in atto alcuni piani strategici come il piano Schlieffen da parte della Germania che prevedeva la mobilitazione dell’esercito su due fronti, questo piano però fallì. Questo fu uno dei motivi per cui La Prima Guerra mondiale divenne una guerra di posizionamento, o guerra di trincea. la trincea era una la linea del fronte fortificata da un punto di vista militare, la forma della trincea è quella di un fossato che veniva scavato nel terreno in modo che i militari potessero stare al suo interno ad aspettare il nemico e a difendersi dai suoi colpi d’arma. nella storia contemporanea la Prima Guerra mondiale, si basò tutta sui combattimenti in trincea, tanto che le zone attorno a cui erano state costruite le trincee venivano chiamate “la terra di nessuno”. una delle più importanti battaglie del conflitto: la battaglia di Verdun si risolse con circa 700.000 soldati feriti, senza che questi si spostassero dalla linea del fronte. la strategia tipica attuata durante la guerra di posizione è quella del logoramento, durante la Prima Guerra mondiale però spesso le truppe nemiche tentavano di assalire le trincee degli avversari, tentando di colpire i loro punti deboli. sul fronte italiano le trincee erano posizionate sulle alpi, quella che viene maggiormente ricordata è la trincea che si trovava sull’Isonzo, in cui avvenne la Disfatta di Caporetto, in questa battaglia si scontrarono le forze austro ungariche contro l’esercito italiano, questa battaglia è ricordata proprio come la più grande disfatta dell’esercito italiano durante tutto il conflitto mondiale, l’esercito per difendersi si rifugiò dietro il fiume Piave. In seguito alle tattiche di posizionamento attuate durante il primo conflitto mondiale, molte altre guerre avvenute durante il Novecento hanno visto l’emulazione di queste stesse tattiche con la costruzione di trincee, come nel caso della Seconda guerra mondiale.
Frasi sulla Prima Guerra Mondiale
Ecco alcune frasi e citazioni sulla Prima Guerra Mondiale:
Alcuni sostenevano che dipendeva dall'assassinio di un arciduca; ma questo non sembrava un motivo sufficiente per lo scoppio di una conflagrazione mondiale. La gente aveva bisogno di una spiegazione più realistica. Allora si disse che era una guerra per la difesa della democrazia. Anche se la minoranza aveva più cose da difendere della maggioranza, le perdite furono crudelmente democratiche. - Charlie Chaplin -
Che la grande guerra fosse provocata dal capitalismo è una favola senza fondamento. Dappertutto, se non forse in qualche centro d'industrie belliche, i più importanti uomini d'affari furono atterriti dalla prospettiva di un conflitto. - Herbert Fisher -
Con le guerre non si risolvono i problemi. Se ne creano dei nuovi. Tutte le guerre creano nuovi problemi, in particolare quelle grandi, quelle mondiali. E in fondo la guerra è ingiusta. Di solito sono leader incapaci e avventati a causare le guerre, ma poi sono le popolazioni civili e i soldati, per lo più innocenti, che le patiscono. La Grande Guerra, in seguito detta Prima guerra mondiale, è un chiaro esempio di questo tragico assunto. Non era necessaria, non era inevitabile. Il mondo e l'umanità non erano destinati a questa deriva morale. Ma così fu deciso dai leader politici e militari, erroneamente convinti che la guerra avrebbe risolto problemi e sarebbe stata di breve durata. Niente di tutto questo era vero. Questa ecatombe mondiale durata quattro anni non risolse alcun problema. Al contrario, nuovi problemi si aggiunsero. Fino al punto che, dopo venti anni, l'umanità venne travolta da un altro, ancor più terribile conflitto mondiale. E questo fu così incomprensibilmente mostruoso da cancellare la memoria storica dell'orrore della Prima guerra mondiale. - Sergio Mattarella -
I socialisti europei ebbero nel luglio-agosto del '14 il loro grande momento, il momento in cui avrebbero potuto fare la scelta giusta e decisiva, e invece fecero la scelta sbagliata. E la cosa tragica, l'elemento tragico, è che tutti pagarono questo sbaglio, non soltanto i militanti, ma tutti i cittadini delle varie nazioni in guerra: perché quella scelta agevolò enormemente lo scoppio del conflitto, il consolidarsi del conflitto. - Luciano Canfora -
La prima guerra mondiale segnò la sconfitta del Socialismo Internazionale e produsse l'avvento del nazionalsocialismo. - John Lukacs -
Domande da interrogazione
- Quale fu la scintilla che fece scoppiare la prima guerra mondiale?
- Quali sono gli schieramenti durante la prima guerra mondiale?
- Chi ha vinto e chi ha perso la prima guerra mondiale?
- Quale fu la causa della prima guerra mondiale?
- prima guerra mondiale, quando inizia?
- l'Italia nella Prima Guerra Mondiale con chi era alleata?
La scintilla che fece esplodere l'inizio della Prima Guerra mondiale è stato l'assassinio dell'arciduca d'Austria-Ungheria Francesco Ferdinando avvenuto il 28 giugno 1914.
Gli schieramenti durante la Prima Guerra Mondiale sono i seguenti: da un parte ci sono gli Imperi centrali: Austria-Ungheria e Germania, Impero Ottomano,Bulgaria, dall'altra ci sono i Paesi della Triplice Intesa che sono Francia, Gran Bretagna, Impero russo, Italia.
A vincere la Prima guerra mondiale sono stati i Paesi dell'Intesa, mentre a perdere sono stati gli Imperi centrali.
La causa che scatenò la Prima guerra mondiale fu l'assassinio dell'arciduca d'Austria-Ungheria Francesco Ferdinando avvenuto il 28 giugno 1914. A questa si aggiunsero anche cause come le tensioni economiche-politiche europee e le tensioni interne tra gli Stati legate al nazionalismo.
La prima Guerra mondiale iniziò il 28 luglio 1914.
Nella Prima Guerra Mondiale l'Italia inizialmente era neutrale, poi si alleò con le Potenze della Triplice Intesa.