Concetti Chiave
- Bella ciao è un canto popolare italiano, simbolo della Resistenza, celebre per la sua associazione al movimento partigiano contro il nazifascismo.
- Contrariamente a quanto ipotizzato, la canzone non ha origine dalle mondine padane, ma condivide strutture con canti tradizionali del nord Italia e influenze da ballate francesi del Cinquecento.
- Nonostante la sua connessione con la Resistenza, Bella ciao divenne l'inno ufficiale dei partigiani italiani solo vent'anni dopo la guerra, grazie a eventi internazionali come il festival della Gioventù democratica del 1947.
- Oggi, Bella ciao è adottata da movimenti di resistenza a livello globale e tradotta in molte lingue, rappresentando un simbolo di lotta e libertà anche al di fuori del contesto originale.
- La diffusione internazionale di Bella ciao iniziò negli anni '50, trovando ulteriore popolarità negli anni '60 durante le proteste studentesche e le manifestazioni operaie, e venne eseguita in televisione per la prima volta nel 1963.
Indice
Testo del canto “bella ciao”
«Una mattina mi son svegliato,oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.
O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.
E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»
«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»
Storia di Bella ciao
Bella ciao è un canto di origine italiana, pensato dopo la Liberazione. È diventato celebre e popolare nel momento in cui fu paragonato al movimento partigiano italiano. Sebbene sia un canto popolare legato alle vicende nazionali dell’Italia, Bella ciao è tutt’oggi cantato in diverse zone del mondo come inno alla resistenza e alla libertà.Per ulteriori approfondimenti sul canto Bella ciao vedi anche qua
Origine di Bella ciao
Si ipotizzò la relazione di Bella ciao con un canto delle mondine padane però in realtà fu solo un errore.
Resistenza e Bella ciao
Si pensa che la canzone Bella ciao sia stata l'inno della lotta di resistenza italiana nei confronti del nazifascismo. In realtà, diventò l’inno ufficiale della Resistenza solamente dopo venti anni dalla fine della guerra. La sua espansione durante il periodo della lotta partigiana non è stata tantissima. Bella ciao venne cantata, tradotta e diffusa in tutto il mondo grazie alle molteplici commissioni partecipanti al primo festival mondiale della Gioventù democratica che si tenne a Praga nell'estate 1947.Altre versioni
Oggi Bella ciao è diffusa tra i movimenti di Resistenza in tutto il mondo, dove è stata diffusa da militanti italiani. È conosciuta e tradotta anche in cinese. Dal 1968 questa canzone è stata spesso ripresa come propria da movimenti di sinistra e di estrema sinistra, formati soprattutto da giovani. Anche se in origine Bella ciao era molto vicina alla Resistenza, dove parteciparono formazioni ed persone di diverse opinioni, dai comunisti e socialisti, dai repubblicani e cattolici fino ai partigiani autonomi, che si contraddistinguevano con un fazzoletto di colore azzurro e che erano contrari al comunismo. Una versione conservatrice aggiungeva una strofa finale che affermava: "Era rossa la sua bandiera... come il sangue che versò". Perciò, ancora oggi ispira molti autori italiani, ma anche molti stranieri ed è utilizzata in molteplici occasioni, che non sono direttamente collegate alla Resistenza.Diffusione di Bella ciao
La fama mondiale di Bella ciao si diffuse alla fine degli anni ‘40 e negli anni ‘50, in occasione dei numerosi "Festival mondiali della gioventù democratica" che si tennero in molteplici città, fra cui Praga, Berlino e Vienna, dove questa fu cantata con un forte successo dai delegati italiani e perciò tradotta in varie altre lingue da altri delegati stranieri. Questo canto pian piano si diffuse tantissimo negli anni Sessanta, principalmente durante le manifestazioni operaie e studentesche del Sessantotto. La prima volta che apparve in televisione fu nella trasmissione Canzoniere minimo, nel 1963, eseguita da Gaber, Maria Monti e Margot, che però la cantarono senza l'ultima strofa: "questo è il fiore di un partigiano - morto per la libertà". Invece, l’espansione in 45 giri avvenne da parte di Gaber solo nel 1965.Domande da interrogazione
- Qual è l'origine della canzone "Bella ciao"?
- Quando "Bella ciao" è diventata l'inno ufficiale della Resistenza italiana?
- Come si è diffusa "Bella ciao" a livello mondiale?
- Quali sono alcune delle versioni alternative di "Bella ciao"?
- In quali occasioni "Bella ciao" è stata utilizzata al di fuori del contesto della Resistenza?
"Bella ciao" è un canto di origine italiana, associato alla Resistenza partigiana. La sua struttura deriva da canti popolari come "Fior di tomba" e "La me nòna l'è vecchierella", con influenze da una ballata francese del Cinquecento.
"Bella ciao" è diventata l'inno ufficiale della Resistenza italiana solo venti anni dopo la fine della guerra, nonostante la sua associazione con la lotta partigiana.
La diffusione mondiale di "Bella ciao" è avvenuta grazie ai Festival mondiali della gioventù democratica negli anni '40 e '50, dove fu cantata e tradotta in varie lingue dai delegati stranieri.
Esistono versioni di "Bella ciao" tradotte in diverse lingue, tra cui il cinese. Dal 1968, è stata adottata da movimenti di sinistra e di estrema sinistra, con alcune versioni che includono una strofa finale aggiuntiva.
"Bella ciao" è stata utilizzata in molteplici occasioni, come manifestazioni operaie e studentesche del Sessantotto, ed è stata eseguita in televisione e su dischi, ispirando autori italiani e stranieri.