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Concetti Chiave

  • Durante la dinastia Han nel II secolo a.C., i cinesi iniziarono a produrre seta allevando bachi da seta, sfruttando il gelso per nutrirli.
  • La seta, preziosa e leggera, permise alla Cina di mantenere il monopolio della produzione, diventando un'importante merce di scambio.
  • La Via della seta, un lungo percorso commerciale, collegava la Cina all'Impero romano, facilitando il contatto tra culture diverse.
  • La Via della seta era l'unico mezzo per l'Occidente di ottenere seta, con i cinesi che mantenevano segrete le tecniche di produzione.
  • Costantinopoli divenne un centro di produzione della seta in Europa grazie al contrabbando di uova di bachi, sviluppando una propria industria tessile.
Non si è perfettamente a conoscenza di come nacque la seta, stoffa preziosissima i cui segreti sulla lavorazione per molti secoli furono tenuti gelosamente nascosti dal popolo cinese.
descrizione storica della celebre via della seta

Indice

  1. La dinastia Han nel II secolo a.C.
  2. La seta – tra storia e mitologia
  3. La seta come soluzione alla mancanza di stoffa
  4. La Via della seta come contatto con l’Occidente
  5. Costantinopoli e la produzione della seta

La dinastia Han nel II secolo a.C.

Durante la prima dinastia Han e, in particolare, nel II secolo a.C., i Cinesi colonizzarono vaste regioni del Sud dell’Asia conoscendo in questo modo nuovi prodotti: fra questi, anche il gelso, che nutriva i bachi da seta.

Questi minuscoli insetti secernono da ghiandole poste i lati della bocca un filo sottile e lucido con il quale formano il bozzolo, da cui si ricava in seguito la seta. In breve tempo, i Cinesi iniziarono ad allevare i bachi per trarre la preziosa stoffa, apprendendo la tecnica probabilmente dalle popolazioni indigene.
Per approfondimenti sui bachi da seta vedi qua

La seta – tra storia e mitologia

La seta si presentava come una stoffa soffice e leggera e dunque trasportabile in grandi quantità, inoltre era elegante e raffinata, quindi particolarmente redditizia in vista di eventuali commerci.
Lo Stato cinese non tardò ad assicurare il monopolio, prelevando l’intera produzione dai villaggi che erano stati incaricati di occuparsene; ciò compensava del resto, la cronica scarsità di tessuti dell’Impero, poiché molti di questi, soprattutto la canapa, erano ceduti ai confinanti Hsiung Nu nel tentativo di mantenerli pacifici. L’arte di lavorare la seta è chiamata sericoltura. La leggenda narra che a scoprire la seta fu una principessa mentre sorseggiava del tè sotto un albero di gelso. Un bozzolo, cadendo nella sua tazza, si disfece in una lunghissima stoffa con cui le ricoprì tutto il giardino. La seta è collegata a una divinità femminile, di cui si hanno fonti fin dal XV secolo a.C. Su molte incisioni è presente l’immagine in cui un uomo si dedica alla lavorazione della terra mentre una donna è dedita a filare e tessere.
La seta, inoltre, non era utilizzata solamente come stoffa. Interi poemi, infatti, dato che la carta era ancora poco utilizzata, vennero scritti proprio sulla seta. Fu utilizzata, inoltre, anche per dipingere. La seta, quindi, fu protagonista dello sviluppo di tre attività artistiche: il ricamo, la pittura e la letteratura.
Per approfondimenti sulla Cina e sul suo territorio vedi qua

La seta come soluzione alla mancanza di stoffa

Fu proprio la seta a risolvere al tempo stesso il problema della carenza di stoffa e quello dei rapporti con i popoli bellicosi confinanti. In questo modo, i cinesi divennero i primi mediatori nel commercio di questo tessuto prezioso. Si creò così quella che venne chiamato la “Via della seta”: un lunghissimo percorso che, attraversando tutta l’Asia, dalla Cina giungeva all’Impero romano. Partendo da Singan-fu, antica capitale cinese, la Via della seta, infatti, protetta dalla Grande Muraglia, passava attraverso la Porta di Giada (presso la città di Yumenguan) che dava accesso agli altopiani dell’Asia centrale. Il percorso, quindi, costeggiava l’India nord-occidentale e percorreva l’Altopiano Iranico, passando per gli attuali Stati dell’Afghanistan, dell’Iran e dell’Iraq, e giungendo infine in Siria, sul Mediterraneo. Il tragitto evitava con varie diramazioni le zone più pericolose, come per esempio il deserto del Turkenstan, ed era costellato di importanti centri di snodo, come la città di Samarcanda. Il percorso della Via della seta, quindi, diede modo a molte popolazioni di entrare in contatto.
Per approfondimenti sull’Impero romano vedi qui

La Via della seta come contatto con l’Occidente

Per secoli, la Via della seta rimase l’unico mezzo di cui l’Occidente disponeva per rifornirsi del costoso tessuto: i cinesi, infatti, fecero di tutto per mantenere segreta la tecnica di lavorazione. Anzi, quando fu possibile estromettere dal commercio gli Hsiung Nu, ovvero una popolazione di tribù nomadi dell’Asia centrale, furono gli stessi funzionari cinesi a spingersi lungo le vie carovaniere attraversando il deserto del Gobi, arrivando fino alla valle del Tarim e infine incontrando sul Pamir i Kusana, popolazione che in cambio di merci provenienti dall’Impero romano acquistava la stoffa preziosa. A loro volta i Kusana cedevano i prodotti a un altro popolo ancora più occidentale, del quale i Cinesi avevano una idea assai vaga: i Parti.
Per approfondimenti sui Parti vedi qua

Costantinopoli e la produzione della seta

In epoca imperiale, Costantinopoli divenne un centro di commercializzazione della seta importantissima; la città, anzi, divenne essa stessa produttrice del tessuto quando, attorno al 570 d.C., alcuni monaci nestoriani riuscirono a esportare di nascosto, ovvero di contrabbando, uova di bachi dalla Cina. La produzione del tessuto andò avanti fino alla caduta dell’Impero romano d’oriente, nel 1543. Di fatto, quindi, Costantinopoli fu la prima località tessile in Europa. Con il regno di Giustiniano I la produzione della seta divenne monopolio imperiale.
La seta prodotta nell’impero bizantino aveva colori molto brillanti, grazie all’utilizzo del fil d’oro, ed era caratterizzata da disegni molto complessi
In seguito, anche gli Arabi avrebbero contribuito allo sviluppo della seta, diffondendo in Spagna e in Italia attraverso la Sicilia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine della seta e come i Cinesi hanno mantenuto il segreto della sua lavorazione?
  2. La seta è stata scoperta dai Cinesi durante la dinastia Han nel II secolo a.C., quando iniziarono ad allevare i bachi da seta. I Cinesi mantennero segreta la tecnica di lavorazione per secoli, assicurandosi il monopolio della produzione.

  3. Qual è il significato mitologico della seta nella cultura cinese?
  4. La seta è legata a una leggenda che narra di una principessa che scoprì la seta mentre sorseggiava tè sotto un albero di gelso. È anche associata a una divinità femminile e ha avuto un ruolo importante in attività artistiche come il ricamo, la pittura e la letteratura.

  5. Come ha influenzato la seta i rapporti commerciali tra la Cina e l'Occidente?
  6. La seta ha risolto la carenza di stoffa e ha facilitato i rapporti commerciali attraverso la Via della seta, un percorso che collegava la Cina all'Impero romano, permettendo lo scambio di merci e culture.

  7. Qual è stato il ruolo di Costantinopoli nella produzione della seta?
  8. Costantinopoli divenne un importante centro di commercializzazione e produzione della seta dopo che alcuni monaci nestoriani contrabbandarono uova di bachi dalla Cina. La città mantenne la produzione fino alla caduta dell'Impero romano d'oriente.

  9. In che modo la seta si è diffusa in Europa oltre Costantinopoli?
  10. Dopo Costantinopoli, la seta si diffuse in Europa grazie agli Arabi, che la introdussero in Spagna e in Italia attraverso la Sicilia, contribuendo allo sviluppo della produzione tessile nel continente.

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