Concetti Chiave
- Diocleziano introdusse la tetrarchia per contrastare attacchi esterni e anarchia interna, dividendo l'impero in quattro parti affidate a due Augusti e due Cesari.
- La divisione dell'impero portò a una complessa burocrazia, con la suddivisione in prefetture, diocesi e province, e la perdita del privilegio di Roma.
- Diocleziano implementò la leva obbligatoria e riforme economiche, causando effetti negativi come l'automutilazione per evitare il servizio militare e l'aumento del mercato nero.
- Il potere imperiale di Diocleziano era considerato sacro, con editti contro i cristiani e l'istituzione del culto dell'imperatore.
- Costantino, dopo aver consolidato il potere, promosse il cristianesimo attraverso l'Editto di Milano e fondò Costantinopoli, influenzando il futuro culturale dell'impero.

Indice
- Diocleziano e la scelta di istituire una tetrarchia
- La suddivisione dell’impero e la gestione del potere
- L’introduzione della leva obbligatoria e di manovre finanziarie
- Il potere imperiale di origine sacra e la lotta al cristianesimo
- L’abdicazione di Diocleziano e Massimiano causò contrasti
- Le riforme attuate da Costantino e l’Editto di Milano
- La nascita del patrimonio culturale cristiano
Diocleziano e la scelta di istituire una tetrarchia
I motivi principali che spinsero Diocleziano a dividere l’impero in una tetrarchia (governo dei quattro) furono due: i continui attacchi da parte dei barbari ai confini dell'impero e alcuni episodi di anarchia da parte di alcune frange militari.
Per governare la parte occidentale dell’impero con capitale Milano, Diocleziano scelse Massimiano. In questo modo, egli rimase a capo della parte orientale avente capitale Nicomedia. I due imperatori, chiamati Augusti, nel 293 scelsero due collaboratori, i Cesari, che avrebbero garantito la successione. Costanzo Cloro fu il Cesare di Massimiano in Occidente, e Galerio fu il Cesare di Diocleziano in Oriente.
Per approfondimenti sulla tetrarchia vedi qua
La suddivisione dell’impero e la gestione del potere
L'impero fu diviso, quindi, in due parti, Occidente e Oriente, che a loro volta furono divise, diventando di fatto quattro prefetture. Le quattro prefetture vennero ulteriormente suddivise in dodici diocesi governate dai Vicari e ripartite in cento province, organizzate in municipi. Dividere in ripartizioni l’impero determinò la nascita di una complessa burocrazia. L'Italia, nonostante Roma, perse la sua posizione privilegiata, diventando una diocesi come le altre.
Il comando delle diocesi e delle provincie fu affidato a funzionari, e il comando delle legioni fu affidato agli ufficiali, detti duces.
L’introduzione della leva obbligatoria e di manovre finanziarie
La mancanza di volontari per l'esercito costrinse Diocleziano a introdurre la leva obbligatoria, la quale poteva essere aggirata pagando una somma di denaro. La leva obbligatoria ebbe effetti negativi: chi era impossibilitato a pagare, ricorreva all'automutilazione. A causa della mancanza di uomini, anche i Germani furono arruolati.
Diocleziano introdusse anche riforme economiche. Nel 301 emanò un editto che fissava il prezzo massimo di tutte le merci. Queste norme indussero i contadini e i mercanti a ritirare le loro merci dai mercati ufficiali e a venderle sul mercato nero. Le spese militari, inoltre, erano ingenti, e grande era la spesa per il mantenimento di Roma e delle altre metropoli. Diocleziano decise, quindi, di assegnare a tutte le terre dell'impero un valore in base alla loro dalla superficie, al tipo di coltivazione e al numero di contadini che vi lavorava. Ci fu un aumento del gettito fiscale, non sufficiente, però, a soddisfare le necessità delle finanze imperiali: i senatori e i cavalieri, infatti, erano esonerati dal pagamento delle tasse. Per evitare l'abbandono delle attività lavorative, Diocleziano emise un editto che imponeva ai figli di lavorare al posto dei genitori.
Per approfondimenti sulla nascita di Roma vedi qua
Il potere imperiale di origine sacra e la lotta al cristianesimo
Diocleziano sostenne che il suo potere era di origine sacra, in quanto gli derivava dagli dèi: pretese di essere adorato come un dio e adottò il titolo di Iovius (Giovio), mentre Massimiano adottò il titolo di Erculio.
Diocleziano istituì anche il cerimoniale dell'adoratio, che imponeva di inchinarsi davanti a lui. La sacralità del potere imperiale comportò l'obbligo di offrire sacrifici anche all'imperatore.
Tra il 303 e il 304 furono emanati quattro editti contro i cristiani, che vietavano loro di riunirsi e ne causò la distruzione dei luoghi di culto.
Per approfondimenti su Diocleziano vedi qua
L’abdicazione di Diocleziano e Massimiano causò contrasti
Nel 305 Diocleziano e Massimiano abdicarono, e il loro posto fu preso da Costanzo Cloro e Galerio, i quali scelsero i due Cesari tra i migliori ufficiali. Costantino e Massenzio, però, rispettivamente figli di Costanzo Cloro e Massimiano si fecero proclamare imperatori dai propri eserciti. Iniziò la lotta al potere: lo scontro decisivo avvenne nel 312 a Ponte Milvio e si concluse con la vittoria di Costantino. Contemporaneamente, Licino, un generale alleato di Costantino, ottenne il controllo sull'Oriente. I rapporti, tuttavia, si inasprirono causando una guerra. Dopo la morte di Licino l'impero tornò quindi ad avere un unico imperatore
Le riforme attuate da Costantino e l’Editto di Milano
Nel 304, Costantino fondò in Oriente Costantinopoli, la nuova capitale dell’impero, situata sullo stretto del Bosforo. Posta su un promontorio e circondata da una cinta di mura, fu abbellita con la costruzione di splendidi palazzi, un foro monumentale, chiese cristiane e templi dedicati agli dei pagani.
Sul piano amministrativo, le dodici diocesi furono raggruppate in quatto prefetture. Costantino, inoltre, spostò all'interno dell'impero legioni composte da fanteria pesante e cavalleria. Lungo il limes furono stanziati dei soldati-coloni, chiamati limitanei.
Fondamentale fu l’Editto di Milano, che consentiva ai cristiani di professare liberamente la propria fede. Secondo la leggenda, Cristo apparve in sogno a Costantino nella notte precedente alla battaglia di Ponte Milvio ordinandogli di apporre sulle sue insegne una croce, detta chrismon. Costantino obbedì e fu premiato con la vittoria su Massenzio. La decisione di riconoscere il cristianesimo come culto, comunque, era legata a ragioni politiche, data la crescita del numero di cristiani.
La nascita del patrimonio culturale cristiano
Gli scrittori cristiani dei primi secoli si dedicarono alla creazione di opere. L'insieme di queste opere è chiamata Patristica, e i loro autori padri della Chiesa. Nacquero, però, delle dispute tra il cristianesimo e l’arianesimo, a causa delle quali Costantino nel 325 convocò il primo Concilio Ecumenico a Nicea. Il concilio condannò l'arianesimo per eresia. La fine dell’arianesimo fu sancita dallo schieramento di Teodosio a favore del cattolicesimo.
Per approfondimenti sull’arianesimo vedi qua
Domande da interrogazione
- Quali furono i motivi principali che spinsero Diocleziano a dividere l'impero in una tetrarchia?
- Come fu strutturata la suddivisione dell'impero sotto Diocleziano?
- Quali furono le conseguenze dell'introduzione della leva obbligatoria da parte di Diocleziano?
- In che modo Costantino cambiò la situazione dei cristiani nell'impero?
- Quali furono le conseguenze del Concilio di Nicea convocato da Costantino?
Diocleziano divise l'impero in una tetrarchia per affrontare i continui attacchi dei barbari ai confini e l'anarchia di alcune frange militari.
L'impero fu diviso in due parti, Occidente e Oriente, e ulteriormente in quattro prefetture, dodici diocesi e cento province, creando una complessa burocrazia.
La leva obbligatoria portò a effetti negativi, come l'automutilazione per evitare il servizio, e l'arruolamento dei Germani a causa della mancanza di volontari.
Costantino, con l'Editto di Milano, permise ai cristiani di professare liberamente la loro fede, riconoscendo il cristianesimo per ragioni politiche.
Il Concilio di Nicea condannò l'arianesimo come eresia, e la fine dell'arianesimo fu sancita dal supporto di Teodosio al cattolicesimo.