Concetti Chiave
- Ottaviano Augusto assunse titoli onorifici come imperator e princeps, trasformando la Repubblica in Impero mantenendo le istituzioni repubblicane.
- Le riforme di Augusto riorganizzarono l'esercito e l'amministrazione statale, creando un sistema di prefetti per un controllo più efficace.
- La politica estera di Augusto mirava a consolidare i confini dell'Impero e migliorare le infrastrutture, come le strade e il commercio.
- La successione imperiale, avviata da Augusto, portò alla dinastia Giulio-Claudia, caratterizzata da imperatori come Tiberio, Caligola e Nerone.
- Diocleziano riorganizzò l'Impero tramite la Tetrarchia, riforme militari e fiscali, cercando di stabilizzare l'economia e difendere i confini.
Indice
- I titoli di Ottaviano
- La trasformazione della Repubblica
- Riorganizzazione dell'esercito
- Divisione delle province
- Riforme fiscali e amministrative
- Missioni militari e confini
- Miglioramenti economici e commerciali
- Successione e morte di Augusto
- I successori di Augusto
- La dinastia Giulio-Claudia
- Tiberio e Caligola
- Claudio e Nerone
- La dinastia Flavia
- Vespasiano e Tito
- Domiziano e Nerva
- Traiano e Adriano
- Marco Aurelio e Commodo
- Settimio Severo e Caracalla
- Elagabalo e Alessandro Severo
- Massimino e l'anarchia militare
- Diocleziano e la tetrarchia
- Riforme di Diocleziano
- Problemi economici e sociali
- Abdicazione di Diocleziano
I titoli di Ottaviano
Titoli di Ottaviano Augusto
29 a.C: imperator (generale vittorioso) (dopo Augusto passa ad indicare il potere “Imperium” e il territorio nel quale tale potere è esercitato)
28 a.C: princeps, il primo del Senato e dei cittadini.
Titolo onorifico e non magistratura
27 a.C: Augusto (degno di venerazione). Titolo attribuitogli dal Senato per dare al suo potere un carattere sacro
23 a.C: Potestà tribunizia (tribuno della plebe) per dimostrare di essere dalla parte del popolo e per avere la sacralità e l’inviolabilità. Nessuno può esercitare il diritto di veto contro di lui
23 a.C: imperio proconsolare, governo su tutte le province dell’impero, ad eccezione dell’Egitto, suo possedimento personale
12 a.C: pontefice massimo 2 a.C: pater patriae
La trasformazione della Repubblica
Ottaviano si attribuisce tutti i suoi poteri, anche se la maggior parte erano onorificenze e non magistrature, praticamente era una Monarchia mascherata, dato che lasciò imtatte tutte le istituzioni repubblicane. Augusto riesce a trasformare la Repubblica in Impero senza che nessuno se ne renda conto. In questo modo rassicura il Senato, che gli conferisce tutti i poteri.
Riorganizzazione dell'esercito
Riorganizzazione dell’esercito, per renderlo più efficiente riduce il numero delle legioni ma permise anche agli abitanti delle province di arruolarsi, alla fine del servizio ottenevano terre e cittadinanza, ma non si potevano sposare durante il servizio, quindi i figli illegittimi si arruolavano a loro volta per ottenere la cittadinanza. Infine istituì i pretoriani, 9000 dei migliori soldati, il prefetto del pretorio era il più importante ed era praticamente un vice imperatore.
Dal 31 a.C. (Battaglia di Azio) al 14 d.C. ci fu un periodo di pace, durato 45 anni.
Divisione delle province
Per prima cosa divide le province in due gruppi, province senatorie e province imperiali. Le senatorie erano le più antiche, prestigiose e stabili, affidate al senato che nominava un proconsole.
Le province imperiali erano più recenti ed affidate all’imperatore, per governarle mandava dei legati. Erano quasi dei possedimenti dell’imperatore, infatti le tasse di queste province venivano pagate all’imperatore.
Riforme fiscali e amministrative
Modifica anche il sistema fiscale introducendo i censimenti, si basava solamente sulle proprietà, non sul patrimonio liquido.
Augusto introduce i prefetti, non sono eletti ma vengono nominati dall’imperatore, inoltre vengono scelti tra due classi, cavalieri e senatori. Tra i senatori veniva scelto il prefetto urbano, che si occupava dell’amministrazione di Roma(sindaco) e la gestione dell’ordine pubblico (capo della polizia).
Fra i cavalieri erano scelti:
Il prefetto dell’annona, che si occupava delle scorte alimentari e delle loro distribuzioni alla plebe
Il prefetto dei vigili, che si occupava della sorveglianza notturna e degli incendi
Il prefetto del pretorio era praticamente un vice imperatore, se l’imperatore stava male comandava al suo posto
Augusto in questo modo guadagna un esercito più fedele e riesce a tirare i cavalieri dalla sua parte. Inoltre si affida anche a funzionari di origini basse, i liberti, ovvero gli schiavi liberati.
Cerimonia di liberazione dello schiavo: manomissione.
Missioni militari e confini
Non voleva espandersi ma definire i confini e rinforzarli.
Prima missione in Spagna, dal 26 a.C. al 19 a.C. dove c’erano continue ribellioni.
Poi nel nord Italia dove c’era la tribù dei Salassi, non ancora sottomessi. Successivamente prova a rafforzare i confini coi Germani, dove il confine arrivò a spingersi fino al Reno.
Infine nel 20 a.C. trattarono con i Parti, che restituirono addirittura le insegne rubate durante la battaglia di Carre nel 53 a.C.
Miglioramenti economici e commerciali
Augusto ampliò la rete stradale, inoltre migliorò il commercio marittimo per l’assenza dei pirati. Infine modificò l’economia, aumentando la quantità di monete in circolo, lasciando coniare le monete di rame al Senato, in modo che ci fosse una maggiore circolazione, mentre riservò per sé il conio di monete in oro e argento.
Successione e morte di Augusto
Augusto voleva una successione ereditaria, quindi adotta Tiberio (figlio di una delle mogli ma nato con un altro maschio). La cosa particolare è che il Senato non si rifiuti ma accetti la situazione.
Augusto muore a Nola il 19 agosto 14 d.C.
I successori di Augusto
I successori di Augusto verranno chiamati Cesari (imperatori)
L’imperatore è un magistrato, non un sovrano, anche se aveva gli stessi poteri di un Re. I successori sapevano di avere il Senato contro, quindi provavano a tenersi il popolo. Organizzavano spettacoli, regalavano pane (frumentationes) e non solo, a volte c’erano in palio terre e premi in denaro. Però i soldi non bastavano, di conseguenza aumentavano le imposte e confiscavano i beni ai carcerati.
La dinastia Giulio-Claudia
La prima dinastia successiva ad Augusto è la dinastia Giulio-Claudia, che va dal 14 d.C. al 59 d.C.
- Tiberio (14d.C. - 37d.C.)
- Caligola (37d.C. - 41 d.C.) - Claudio (41d.C. - 54 d.C.) - Nerone (54d.C. - 69d.C.)
Tiberio e Caligola
Da giovane Tiberio era stato un ottimo generale, si rivela anche un buon sovrano, ha una politica molto moderata e prova a risanare le finanze dello stato, poi rafforza i confini dello stato.
Alla fine del suo governo c’era lotta a corte per la successione, quindi va a Capri e lascia tutti a Roma.
Il governo finisce al suo vice Lucio Elio Seiano, che fa uccidere tutti i nemici e Druso, il figlio di Tiberio. Quindi Tiberio torna a ucciderlo.
Il successore è Caligola, il pronipote di Tiberio.
Caligola regna per soli 4 anni, era il figlio di un nipote di Tiberio. Aveva 25 anni quando arriva al potere. Caligola voleva essere venerato come una divinità, come i sovrani orientali. Infatti costruisce un Tempio per lui, successivamente fa coniare monete con lui e il Sole, infine impone l’obbligo di inginocchiarsi davanti a lui. Inoltre spende un sacco di soldi per abbellire la città, organizzare giochi, fiere ecc.
Per recuperare i soldi spesi aumenta le tasse. Come se non bastasse Caligola era in cattivi rapporti con il Senato, e per renderlo più ridicolo nominò il suo cavallo senatore, e lo portava in Senato con una toga. Vengono organizzate due congiure per ucciderlo ma falliscono, riescono a ucciderlo solo con la terza congiura, organizzata dai pretoriani.
Claudio e Nerone
Venne acclamato dal Senato come successore Cassio Cherea, ma lo zio di Caligola, Claudio, condannò a morte pochi giorni dopo Cassio, Claudio era stato aiutato anche dai pretoriani, che erano dalla sua parte. Claudio quando salì al potere aveva già 50 anni, venne appellato come incapace, anche se era un soprannome collegato alla vita privata, infatti era un imperatore moderato, riconferisce tutti gli onori al senato, da molto potere ai liberti; poi da la cittadinanza romana agli orientali, sistema le finanze sperperate da Caligola, crea il porto di Ostia, crea un acquedotto e migliora la rete stradale.
Riesce anche ad espandersi in Africa, Inghilterra e Tracia. L’appellativo era dovuto alle mogli, aveva divorziato 2 volte e si era sposato con Messalina, che non era troppo fedele ed era accusata di aver tramato contro il marito, quindi Claudio la uccise. Dopo si sposa con Agrippina, sua nipote. Per sposarla si fece fare una dispensa, dato che era illegale l’incesto a Roma, Agrippina però sfruttò il matrimonio per favorire il figlio Nerone, convinse il marito ad adottarlo e a dare in moglie a Nerone la figlia di Claudio, Ottavia (Che era una specie di cugina-sorellastra).
Così essendo figlio adottivo e sposato con la figlia di Claudio, Nerone succede al trono. Claudio venne ucciso nel 54 d.C., avvelenato dalla moglie Agrippina.
Nerone aveva solamente 17 anni, quindi venne affiancato dalla madre, dal prefetto del pretorio Afranio Burro e dal filosofo Seneca. Questi primi 5 anni sono chiamati quinquennio felice. Nel 59 voleva acquisire il potere da solo, quindi uccide la madre. Nel 62 d.C. uccise Burro, mentre Seneca si ritirò, ma Nerone lo obbligò a suicidarsi, e si taglia le vene nella vasca da bagno. A quel punto Nerone inizia a circondarsi di persone pessime. Il nuovo prefetto del pretorio Tigellino. Nel 65 d.C. uccide Britannico, l’altro figlio di Claudio, poi uccide la moglie Ottavia per sposare Poppea, che uccide a sua volta quando è incinta del loro figlio. Dopo obbliga ad uccidersi altri scrittori ed intellettuali.
Nel 64 d.C. viene accusato di essere responsabile dell’incendio di Roma, con la motivazione della necessità di un terreno sgombro per costruire la sua villa. Questa notizia fu diffusa dal Senato, che era contrario a Nerone. Poco tempo dopo Nerone emana una legge che obbliga a ricostruire gli edifici bruciati in mattoni.
Nerone per scagionarsi dell’incendio accusò i cristiani, che vennero perseguitati e messi in gioco contro le fiere. Anche se questa non fu la prima vera persecuzione dei cristiani, perché non vennero perseguitati in quanto cristiani ma perché erano accusati dell’incendio. Erano un ottimo caprio espiatorio perché erano causa di instabilità.
Nonostante tutto non fu un cattivo imperatore, infatti favorì il conio di monete di poco valore per aiutare i poveri, poi si occupò di riorganizzazione l’approvvigionamento di Roma e fu contrario al rialzo del prezzo del grano. In politica estera rafforzò i confini e trattò con i parti per conquistare l’Armenia.
Nel 67 andò in Grecia esibendosi come cantante e poeta, vinse 1800 medaglie, però nel frattempo a Roma si organizzarono per uccidere Nerone, infatti nel 68 le legioni guidate da Galba in Gallia e Spagna deposero Nerone e lo dichiararono nemico pubblico. Nerone al ritorno a Roma scappò e si suicidò per non farsi uccidere dal suo esercito.
La dinastia Flavia
Dopo la morte di Nerone nel 69 d.C. scoppiò una guerra civile per la successione, Galba era supportato dal Senato, i pretoriani supportavano Otone, e uccidono Galba. Otone diventa imperatore. Però le legioni romane in Germania volevano Aulo Vitellio che uccise Otone. Ma le legioni della Giudea volevano Tito Flavio Vespasiano, che torna a Roma e uccide Vitellio. Con Vespasiano inizia la dinastia Flavia (69-192d.C.)
- Tito Flavio Vespasiano (69-79)
- Domiziano (81-96)
- Nerva (96-98)
- Traiano (98-117)
- Adriano (117-138)
- Antonino Pio (137-161)
- Marc Aurelio (161-180) - Commodo (180-192)
Tito (79-81)
Vespasiano e Tito
Vespasiano fu il primo imperatore del ceto equestre, non patrizio. Inoltre non era originario di Roma ma di Rieti. Vespasiano definisce i poteri dell’imperatore, emanando una legge, la Lex de imperio Vespasiani, che affidava all’imperatore il potere assoluto (inoltre rende ereditaria la potestà tribunizia e l’imperio proconsolare). Il potere assoluto però aveva il limite di poter fare ciò che voleva solamente se pensava potesse portare beneficio allo stato.
Dopo Vespasiano fa una riforma dell’esercito, togliendo alcune legioni ma aumenta il numero di soldati reclutati nelle province. Dopo aver sistemato l’esercito sistema le pubbliche finanze, quindi recupera i terreni pubblici usurpati dai nobili e li mette in vendita, e crea edifici pubblici.
Dieci anni dopo muore e il potere passa al figlio Tito.
Nel 70 d.C. Tito aveva distrutto il tempo di Gerusalemme per la seconda volta, e avviene la diàspora, ovvero la dispersione degli ebrei nel mondo. Nei 2 anni in cui Tito è stato al potere ci fu un incendio a Roma, un’epidemia in Italia e l’eruzione del Vesuvio, che distrusse Ercolano, Pompei e Stabia.
In quei due anni Tito si guadagno l’appellativo di delizia del genere umano, ma nell’81 morì per una malattia all’età di 42 anni.
Domiziano e Nerva
Alla morte di Tito, che non aveva eredi, venne reso imperatore il fratello Domiziano. In politica estera cerco di rafforzare i confini sul Danubio e sul Reno, per difendersi da Galli e Germani. In politica interna prova a risanare le finanze dello Stato, però aumenta la paga dei soldati per avere l’esercito dalla sua parte. Domiziano prova anche a diminuire il potere dei senatori, aggiungendo la censura perpetua, grazie alla quale poteva sostituire a piacimento i senatori. Ai romani non piaceva però che si appellò col titolo di Deus. Questa politica non piacque ai senatori, quindi Domiziano iniziò una persecuzione contro i senatori contrari, poi cacciò da Roma gli intellettuali. Inoltre cercò di impedire la diffusione delle religioni diverse da quella ufficiale, qui iniziò la prima persecuzione dei cristiani (95 d.C.). Questi fattori causarono malcontento del popolo, che portò a numerose congiure, e venne assassinato nel 96 d.C. dai Senatori. Con Domiziano finisce la dinastia Flavia, una buona dinastia a livello economico ed amministrativo.
Alla morte di Domiziano il Senato nomina un nuovo imperatore, Marco Cocceio Nerva, venne scelto perché era vecchio e senza eredi. Inoltre Nerva non era contro i senatori. Nerva però era furbo, quindi decide di adottare un generale a parer suo degno di diventare successore e imperatore, Marco Ulpio Traiano, un generale di origine spagnola, comandante delle legioni in Germania. Il Senato stranamente accetta, riconoscendo l’efficienza di questo sistema.
Traiano e Adriano
Traiano inizia a governare alla morte di Nerva, nel 98 d.C. Traiano fu il primo imperatore di origine provinciale.
Traiano fu un ottimo imperatore, piaceva anche al Senato, che gli attribuì il titolo di Optimus Princeps. Promosse giochi e spettacoli per il popolo, e costruì molte opere pubbliche, fra cui strade, porti e acquedotti. Inoltre fece costruire i Fori imperiali. Inoltre Traiano recupera la politica espansionistica, fece una campagna in Dacia e una in Arabia. Inoltre vennero conquistate, Armenia, Siria e Mesopotamia.
Con Traiano si raggiunge la massima espansione dell’impero.
Traiano voleva conquistare anche altri territori, ma dovettero passare quegli anni a bloccare le rivolte nelle province, ma Traiano morì nel 117 d.C. prima che finissero di domare le rivolte. Traiano lasciò l’impero a Publio Elio Adriano.
Publio Elio Adriano fu un uomo molto tranquillo e serio, fece anche un intero viaggio in tutto l’impero per vedere tutti i territori, infatti spende la maggior parte delle milizie per difendere i confini dell’impero. Alla sua morte Adriano lasciò l’impero organizzato. Addirittura negli ultimi anni si ritirò a vita privata.
I suoi anni furono molto tranquilli, inoltre frenò la politica espansionista, ebbe una politica moderata e si fece amico il Senato e il popolo. Fece una serie di leggi relative agli schiavi, rendendo i padroni non assoluti, non potevano fare ciò che volevano degli schiavi. Nel 161 adotta Marco Aurelio Antonino, meglio conosciuto come Marco Aurelio.
Marco Aurelio e Commodo
Marco Aurelio aderì allo stoicismo, era tendenzialmente impassibile, scrisse anche un libro in cui raccontò la sua vita secondo la sua visione. Marco Aurelio contribuì alla ripresa delle persecuzioni dei cristiani. Perché i Cristiani non partecipavano ai culti pubblici, quindi separavano la popolazione. Riprese anche le campagne militari, dato che i popoli barbari minacciarono i confini dell’impero. Durante il governo di Marco Aurelio scoppiò un’epidemia di peste, pare che uccise metà della popolazione dell’impero. Lui era in difficoltà a tenere stabile l’impero e i confini, quindi si fece assistere al potere da suo fratello Lucio Aurelio Vero, introducendo la diarchia. La scelta fu infelice, dato che suo fratello non si rivelò all’altezza e morì poco dopo. Alcuni popoli germanici come i Marcomanni arrivarono addirittura in Italia, ad Aquilea. Dopo 9 anni di battaglia, nel 175 li cacciarono e firmarono degli accordi, ma pochi anni dopo ripartirono alcune battaglie e nel 180 morì di peste.
Marc Aurelio smise di utilizzare il sistema dell’adozione, lasciando il potere al figlio.
Marc Aurelio lasciò il potere a suo figlio Commodo, che divenne imperatore a 18 anni. Si rivelò un pessimo imperatore, infatti voleva essere considerato una specie di Dio, infatti si fece rappresentare come Ercole. Però non era interessato a difendere confini o espandere l’impero, era interessato solo a se stesso. Inoltre diede elargizioni di denaro al popolo, però per recuperare i soldi tassò il popolo. Il Senato iniziò ad innervosirsi e Commodo venne ucciso in una congiura nel 192.
Settimio Severo e Caracalla
Settimio Severo (193-211) Caracalla (211-217) Elagabalo (218-222)
Alessandro Severo (222-235) Massimino il Trace (235-238)
Dopo la morte di Commodo scoppiò una guerra civile, da cui uscì vincitore Settimio Severo. Lui veniva da Leptis Magna (Libia). Era un guerriero, infatti passò la maggior parte della sua vita nell’esercito. Inoltre Settimio sciolse la guardia pretoriana, dato che spesso non erano affidabili. Poco tempo dopo vennero ricostituiti, però con una differenza, rendendo la maggior parte dei pretoriani di origine provinciale. L’esercito gli fu sempre fedele, aumentando la paga dei militari, gli donò delle terre e gli permise di sposarsi durante il servizio militare. Inoltre mise una nuova tassa, l’annona militare. Una tassa che veniva pagata con beni naturali, come cibo, per aiutare i soldati. Successivamente prende parte in un altra guerra contro i Parti, dove ottenne ottimi risultati, però morì pochi anni dopo in Britannia.
Elagabalo e Alessandro Severo
Caracalla avrebbe dovuto governare con suo fratello, ma lo uccise subito. Caracalla emanò l’editto del 212 o editto di Caracalla, la Constitution Antoniniana. Questa legge ampliò la cittadinanza a tutto l’impero, una buona idea dato che così tutto l’impero doveva pagare le tasse. Successivamente Caracalla prepara una nuova campagna militare contro i Parti, ma prima di riuscire venne ucciso dal prefetto del pretorio Macrino. Macrino diventa imperatore, però l’esercito è contrario e le truppe in Siria nominarono Vario Avito, conosciuto come Elagabalo. Era imparentato con i severi, ma essendo solo quattordicenne governarono per lui le donne della sua famiglia. Elagabalo stava a indicare che fosse un sacerdote di un dio orientale, ma i romani cambiarono il nome in Elio Gabalo, ovvero servitore del Sole. Elagabalo era interessato ai culti orientali e non all’impero, quindi venne ucciso quattro anni dopo, venne anche proclamato damnatio memoriae. Ovvero doveva essere cancellato e non poteva più essere nominato e ricordato. Dopo Elagabalo passa al potere
Alessandro Severo.
Di soli 13 anni. Per i primi 10 anni governò sotto la guida della madre. L’imperatore ridusse le spese statali, riducendo la paga dell’esercito. I pretoriani fanno delle rivolte a Roma, mentre nei confini le truppe straniere di persiani, sassanidi e germanici. Venne considerato un incapace e venne assassinato dall’esercito.
Massimino e l'anarchia militare
Massiminio fu il primo imperatore barbaro. In questo periodo gli imperatori vennero sempre scelti dall’esercito, che aveva molto potere, e con le guerre continuarono a uccidere gli imperatori.
Massimino non era un uomo di cultura, però era un uomo di guerra, infatti difese i confini dai germanici e iniziò un altra persecuzione contro i cristiani, in modo sistematico, a tutti i cristiani. Il Senato però non era d’accordo, quindi scatenò delle rivolte e i soldati di Massimino lo uccisero.
L’imperatore successivo fu nel 284, ci furono circa 50 anni di anarchia militare.
Durante il terzo secolo le campagne si erano impoverite, molti contadini si diedero alla malavita per non pagare le tasse, talmente grandi da non permettergli di sopravvivere. Le campagne iniziarono ad avere delle avversioni contro le città. Si arrivò addirittura al punto in cui la moneta smise di circolare e si tornò al baratto. Inoltre entra in crisi la religione ufficiale romana, politeista, al popolo che si era avvicinato a culti orientali non andava più bene, perché la religione pagana non aveva risposta alle domande metafisiche (esistenziali). Fra questi culti troviamo quelli di Iside e Osiride, e quello di Mitra, un culto misterico, per essere ammessi bisognava passare un rito di iniziazione.
La religione che si diffuse maggiormente fu la religione cristiana, perché dava delle risposte a queste domande esistenziali, perché ti spingeva a comportarti bene per venire ricompensato dopo la morte. Grazie a questa fede conquistò molti seguaci. Per i romani fu un grave pericolo, dato che la religione pagana era molto basata sui riti, che dava unità all’impero, mentre la diffusione di più religioni era un elemento dannoso.
Diocleziano e la tetrarchia
Diocleziano (284-305), fu il primo imperatore che ristabilì una certa “calma” nell’impero, dopo 50 anni di anarchia. Diocleziano si impegnò a difendere in modo sistematico i confini dai barbari. La prima riforma fu l’organizzazione territoriale dello stato, diminuisce il numero di province e toglie la distinzione fra province imperiali e senatorie. Inoltre raggruppa le province in dodici diocesi, a loro volta divise in 4 regioni. Ogni regione aveva un governatore, i due Augusti, i veri imperatori e i due cesari, i loro vice, questo governo prende il nome di Tetrarchia. Alla morte degli augusti i cesari prendevano il loro posto ed eleggevano i nuovi cesari.
Ogni regione aveva una capitale, erano:
Prefettura d’Italia (governata da Massimiano) la capitale era Milano. Prefettura delle Gallie (governata da Costanzo Cloro) la capitale era Treviri.
Prefettura dell’Illirico (governata da Galerio) la capitale era Sirmio. Prefettura d’oriente (governata da Diocleziano) la capitale era Nicomedia.
Le capitali erano vicino ai confini perchè ci risiedeva l’esercito e potevano respingere i barbari.
Fra i 4 il più potente rimaneva Diocleziano, il Senato perdeva quasi ogni potere, Diocleziano prende il titolo di dominus (signore) perché non si sentiva il primo fra i cittadini (princeps) ma al di sopra.
Inoltre entrambi gli Augusti ottennero il titolo di nati dagli dei: Diocleziano era Iovius figlio di Giove, Massimiano era Erculio, discendente di Ercole.
Riforme di Diocleziano
Dopo la riforma amministrativa territoriale si occupa anche della riforma militare. L’obbiettivo di Diocleziano era potenziare l’esercito, ma non abbastanza per uccidere e decidere gli imperatori. Raddoppia il numero di soldati e aumenta il numero di legioni, per non avere legioni troppo forti, poi tolgono il comando delle legioni agli amministratori.
Divide l’esercito fra truppe di frontiera i limitanei
E le truppe da combattimento, che rappresentavano il comitatus, con il compito di intervenire sotto il comando dell’imperatore.
Diocleziano si definiva un Dio, quindi ci si doveva inchinare dinnanzi lui.
La religione doveva tornare ad essere un solido strumento di potere, chiunque rifiutasse il culto dello stato era nemico dello stato. Diocleziano proclamò 4 editti:
-Distruggere le chiese
-Proibizione dei riti cristiani
-Cattura e condanna dei sacerdoti che non rinnegavano la fede
-Venne imposto ai cristiani di tradere (consegnare) i testi sacri all’impero Tra il 303 e il 304 vennero distrutte molte chiese e uccisi molti cristiani. Questi editti nonostante tutto ebbero poco effetto, perché il cristianesimo era nella testa di molte persone.
Venne fatto un censimento per calcolare le tasse di ogni cittadino, che venivano calcolate in base alla quantità di terra coltivabile, se avevi del terreno non coltivabile non veniva tassato, e in base a quante persone lavoravano nella terra. Il problema era che le tasse erano solamente calcolate in base a questi fattori, quindi anche se la produzione era minore pagavano le stesse tasse. Nel 301 Diocleziano provò a risolvere l’inflazione, col calmiere dei prezzi, un elenco di elementi che avevano un prezzo massimo, che non poteva essere superato.
Problemi economici e sociali
I piccoli proprietari terrieri erano molto poveri, perché producevano poco, però dovevano pagare le tasse e andare nell’esercito, inoltre le invasioni barbariche distruggevano le coltivazioni.
Molti contadini cedevano la loro proprietà a un grande proprietario terriero, e poi rimanevano là come affittuari, così non pagavano le tasse e non andavano a combattere, inoltre se arrivavano i barbari scappavano nella proprietà del dominus (proprietario) che aveva anche la protezione, perché aveva un esercito.
Questa “strategia” si chiamava commendatio, ovvero si affidavano al proprietario a cui vendevano le terre, per non pagare le tasse, non andare in guerra, tenere una parte del raccolto per loro e avere protezione dai barbari. I contadini che chiedevano protezione erano chiamati: precarium.
Vassallaggio + commendatio -> Feudo
Molti contadini abbandonavano le campagne per andare in città, le campagne si spopolavano e il cibo scarseggiava. Diocleziano introdusse la servitù della gleba, per cui sia i contadini che i loro figli non potevano cambiare lavoro, quindi dovevano continuare a coltivare. Successivamente la servitù della gleba si estese a tutte le professioni.
Abdicazione di Diocleziano
Nell’arco di vent’anni Diocleziano aveva riorganizzato l’impero. Il Senato e l’esercito avevano perso potere, e tutti i poteri rimasero ai Tetrarchi, il suo obbiettivo era che tutto rimanesse sotto il controllo dei governatori. La parte peggiore era però l’economia.
Nel 305 Diocleziano decide di abdicare, per vedere se il suo sistema era valido, insieme a lui fa abdicare anche l’altro augusto Massimiano. Dopo solo un anno uno dei due agusti (ex cesari) muore prima di aver nominato un cesare, scoppia una guerra civile e prende il potere Costantino.
Domande da interrogazione
- Quali titoli furono attribuiti a Ottaviano Augusto e quale significato avevano?
- Come Augusto riorganizzò l'esercito romano?
- Quali furono le principali riforme amministrative di Augusto?
- Qual era la politica estera di Augusto?
- Come avvenne la successione dopo Augusto?
Ottaviano Augusto ricevette diversi titoli, tra cui "imperator" nel 29 a.C., "princeps" nel 28 a.C., e "Augusto" nel 27 a.C. Questi titoli, sebbene onorifici, conferirono al suo potere un carattere sacro e lo aiutarono a trasformare la Repubblica in un Impero senza che nessuno se ne accorgesse.
Augusto riorganizzò l'esercito riducendo il numero delle legioni e permettendo agli abitanti delle province di arruolarsi. Alla fine del servizio, i soldati ottenevano terre e cittadinanza. Inoltre, istituì i pretoriani, un corpo d'élite di 9000 soldati.
Augusto divise le province in senatorie e imperiali, affidando le prime al Senato e le seconde all'imperatore. Introdusse i censimenti per il sistema fiscale, basandosi sulle proprietà e non sul patrimonio liquido.
Augusto non cercava di espandere l'Impero, ma di definire e rinforzare i confini. Condusse missioni in Spagna e nel nord Italia, trattò con i Parti e migliorò la rete stradale e il commercio marittimo.
Augusto desiderava una successione ereditaria e adottò Tiberio. Alla sua morte, i successori furono chiamati Cesari. La prima dinastia successiva fu la Giulio-Claudia, che governò dal 14 d.C. al 59 d.C.