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Concetti Chiave

  • Diocleziano introdusse la tetrarchia per una gestione collettiva del potere, affidando a quattro imperatori il controllo delle diverse regioni dell'Impero Romano.
  • Il sistema tetrarchico di Diocleziano si dimostrò instabile, portando a conflitti che culminarono con Costantino come unico imperatore dopo aver sconfitto Licinio.
  • Costantino fu l'ultimo grande imperatore romano, noto per aver rafforzato lo Stato e creato una nuova capitale, Costantinopoli, rivitalizzando la città di Bisanzio.
  • Sotto Costantino, il cristianesimo ricevette legittimità con l'Editto di Milano, segnando una svolta nella libertà di culto e conferendo privilegi alla Chiesa.
  • Costantino convocò il Concilio di Nicea per affrontare le eresie, stabilendo il cristianesimo come la fede ortodossa e preparando il terreno per la sua futura affermazione nello stato romano.
In questo appunto di storia romana si approfondisce la storia dell’imperatore Costantino non solo per quel che riguarda le opere compiute da lui sotto il suo regno ma come egli viene collocato nel contesto storico dell’epoca. Ci saranno, quindi, dei brevi approfondimenti su Diocleziano, Teodosio e le città orientali e occidentali dell’impero.
L'Impatto di Costantino sulla Storia Romana e il Cristianesimo articolo

Indice

  1. La riorganizzazione dell’impero di Diocleziano
  2. I limiti del sistema di Diocleziano e l’ascesa di Costantino
  3. Costantino: l’ultimo grande imperatore romano
  4. Costantino e la religione cristiana

La riorganizzazione dell’impero di Diocleziano

La riorganizzazione dell’Impero progettata da Diocleziano prevedeva una gestione collettiva del potere da parte di quattro imperatori e avrebbe anche dovuto semplificare il delicato problema della successione.
Nello specifico, in un primo momento affidò a Massimiano le regioni del Reno mentre Diocleziano si è affidato le regioni più ad Oriente.

È in questo contesto che la sua residenza si sposta a Nicomedia.
Nel 293 viene, invece, pienamente elaborata e messa in atto tetrarchia caratterizzata da due augusti i quali sarebbero dovuti essere i successori relativamente dell’impero romano d’Oriente e d’Occidente e da due cesari ovvero i relativi successori dei due augusti. È bene sottolineare che a questa altezza cronologica i due augusti sono Diocleziano per l’Oriente e Massimiano per l’Occidente e i due cesari sono Galerio, a capo dell’Illirico, e Costanzo Cloro, a capo della Gallia e la Britannia.
per ulteriori approfondimenti su Diocleziano vedi anche qui

I limiti del sistema di Diocleziano e l’ascesa di Costantino

Sebbene Diocleziano proseguì nel suo intento di limitare il potere dell’aristocrazia senatoria e di rivoluzionare l’amministrazione fiscale per contenere l’inflazione, il suo meccanismo della tetrarchia si inceppò subito dopo l’abdicazione di Diocleziano e Massimiano, avvenuto nel 305: sotto la spinta di una serie di pronunciamenti militari, allora, tra il 306 e il 324, vari pretendenti rivendicarono l’Impero, tanto che sembrò di essere regrediti all’anarchia militare del secolo precedente.
Dopo una complessa serie di scontri e attriti, finirono con il prevalere due uomini: Costantino (il figlio del cesare Costanzo Cloro) e Licinio. Costantino, dopo avere sconfitto il rivale Massenzio nella battaglia del Ponte Milvio a Roma (312), si insediò ufficialmente come imperatore in Occidente (“augusto” dal 313); Licinio invece divenne imperatore della parte orientale dell’Impero. Ma, a partire dal 324 (a seguito dell’uccisione di Lucinio), Costantino riunì tutto il potere nelle mani e diede inizio di fatto a una dinastia.
per ulteriori approfondimenti su Costantino vedi anche qui

Costantino: l’ultimo grande imperatore romano

Costantino fu l’ultimo grande imperatore della storia romana e la sua azione influì in modo determinante sulla storia successiva. Egli era convinto della necessità di uno Stato “forte” e si adoperò per riorganizzare la società in questa direzione: gli obiettivi della sua politica furono un esercito efficiente, un saldo potere centrale, la fine (per mezzo di un’imposizione dall’altro) dei conflitti religiosi e culturali.
Da questo punto di vista il progetto di Costantino di rafforzare gli uffici ministeriali non era differente da quello di Diocleziano; anche Costantino inoltre considerava una necessità primaria la creazione di una nuova classe dirigente che fosse favorevole alla monarchia.
Egli, inoltre, legò il sistema monetario in relazione alle quantità d’oro presenti tanto da arrivare a coniare una nuova moneta che chiamerà solidus e si adoperò per riqualificare l’antica città di Bisanzio collocata sul Bosforo affinché fosse divenuta una “nuova Roma”. Per i suoi sforzi, nel 330 la città prese il nome di Costantinopoli.
Ciò è singolare dal momento che tra il IV e il V secolo le città in Occidente stavano vivendo un periodo di decadenza, al contrario dell’Oriente che stava prosperando in termini commerciali e produttivi. Tutte le ricchezze, infatti, facevano rotta verso i paesi del sol levante nei quali la discrepanza tra ricchi e poveri era meno accentuata e furono conservate le piccole proprietà fondiarie.
per ulteriori approfondimenti su Costantino vedi anche qui
L'Impatto di Costantino sulla Storia Romana e il Cristianesimo articolo

Costantino e la religione cristiana

Eusebio di Cesarea

nella sua opera “Vita di Costantino” racconta, seppure con un certo scetticismo, che mentre Costantino stava viaggiando verso Roma per il combattimento contro Massenzio abbia avuto una visione nella quale si poteva osservare una croce sopra il sole con sotto la scritta: “In hoc signo vinces”. E così fu visto che nei giorni successivi la sua vittoria Costantino si sarebbe convertito al cristianesimo, religione perseguitata nel 249 con Decio, con Valeriano nel 258 e con Diocleziano nel 303.
Costantino, quindi, si pone nei confronti di questo nuovo culto in maniera più tollerante come dimostra il fatto che nel 313 ha emanato l’Editto di Milano con il quale si garantiva la libertà di culto, l’appoggio ai cristiani e importanti privilegi alla Chiesa.
L’imperatore si comporta, allora, come se fosse un pontifex maximus, il capo della religione di stato romana, e, in virtù di tale ruolo, nel 325 fa convocare il Concilio ecumenico di Nicea, ovvero un’ assemblea formata da tutti i vescovi della cristianità. Il risultato di ciò è stato l’affermarsi della cristianità come promulgatrice della retta fede in contrasto con le sette definite eretiche. Eresia è, di fatto, una parola che significa scelta ma in questo caso si fa riferimento ad una scelta sbagliata e ostinata nel suo perseguire la negazione della verità. In particolare preoccupa l’eresia dell’arianesimo, nata da Ario, un sacerdote che proveniva da Alessandria d’Egitto. I suoi sostenitori negavano la piena natura divina di Gesù che, di conseguenza, era inferiore rispetto a Dio.
Sarà, poi, dichiarato dall’imperatore Teodosio nel 380 con l’Editto di Tessalonica che la religione propria dello stato romano è il cristianesimo.

per ulteriori approfondimenti sul concilio di Nicea vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'obiettivo principale della riorganizzazione dell'impero di Diocleziano?
  2. La riorganizzazione dell'impero di Diocleziano mirava a una gestione collettiva del potere attraverso la tetrarchia, con l'intento di semplificare la successione e limitare il potere dell'aristocrazia senatoria.

  3. Quali furono i limiti del sistema di tetrarchia di Diocleziano?
  4. Il sistema di tetrarchia di Diocleziano si inceppò dopo la sua abdicazione, portando a una serie di conflitti militari e alla lotta per il potere tra vari pretendenti, fino all'ascesa di Costantino e Licinio.

  5. In che modo Costantino influenzò la storia dell'impero romano?
  6. Costantino fu l'ultimo grande imperatore romano, rafforzò il potere centrale, riorganizzò l'esercito e la società, e fondò Costantinopoli, influenzando profondamente la storia successiva dell'impero.

  7. Come si relazionò Costantino con la religione cristiana?
  8. Costantino si mostrò tollerante verso il cristianesimo, emanando l'Editto di Milano nel 313 per garantire la libertà di culto e convocando il Concilio di Nicea nel 325 per affrontare questioni dottrinali.

  9. Quale fu l'importanza del Concilio di Nicea convocato da Costantino?
  10. Il Concilio di Nicea, convocato da Costantino, fu fondamentale per affermare la cristianità come la retta fede, contrastando le eresie come l'arianesimo e consolidando l'unità dottrinale della Chiesa.

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