Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il Cristianesimo affrontò inizialmente il dilemma se rivolgersi solo agli ebrei o a tutta l'umanità, risolto da Paolo di Tarso in senso universalistico.
  • Le chiese cristiane primitive si diffusero rapidamente nel bacino mediterraneo, Roma e successivamente in Gallia, Spagna e Africa, senza un'organizzazione centrale.
  • Le comunità erano guidate da presbiteri e sorveglianti, figure elettive che si dedicavano anche ad attività personali, mentre i diaconi si occupavano dei bisognosi.
  • La comunità cristiana si basava su solidarietà e sostegno ai poveri, offrendo un'alternativa attraente in una società romana divisa tra ricchi e poveri.
  • L'àgape, un banchetto comune, simboleggiava l'uguaglianza e l'unità tra i cristiani, abbattendo le barriere sociali e razziali.

Indice

  1. Il dilemma iniziale del cristianesimo
  2. Espansione del cristianesimo nel Mediterraneo
  3. Struttura delle chiese primitive
  4. Solidarietà e valori cristiani
  5. Diffusione della dottrina cristiana

Il dilemma iniziale del cristianesimo

All’inizio dell’attività missionaria, il Cristianesimo si trovò subito di fronte ad un dilemma: il nuovo insegnamento era rivolto solo agli Ebrei, in quanto popolo eletto da Dio, oppure a tutti gli uomini? Inoltre, i Cristiani erano ancora obbligati sa rispettare le antiche prescrizioni ebraiche oppure essi potevano esserne considerati del tutto prosciolti? Paolo di Tarso (più noto come S. Paolo) dette una risposta a tale quesito optando per una soluzione universalistica e di più ampio respiro, gettando, nel contempo, le prime basi per una sistemazione della nuova dottrina. Infatti, le sue lettere insieme a quelle di S. Pietro e di S. Giovanni e ai quattro Vangeli al libro della Rivelazione o Apocalissi formarono il Nuovo Testamento che si contrappose al Vecchio Testamento degli Ebrei. Dalla letteratura del Nuovo Testamento possiamo capire le caratteristiche delle chiese cristiane primitive.

Espansione del cristianesimo nel Mediterraneo

Il Cristianesimo, diffusosi prima nell’area del bacino mediterraneo orientale, in un secondo momento arrivò a Roma, grazie all’opera degli apostoli Pietro e Paolo per poi diffondersi nella Gallia meridionale e quindi in Spagna (soprattutto nei centri commerciali) e in Africa.

Struttura delle chiese primitive

On esisteva una sola Chiesa, bensì tante Chiese che mantenevano stretti rapporti di fraternità fra di loro: infatti esse erano ancora prive di un organo burocratico ed amministrativo centrale. In ogni comunità cristiana esistevano i presbyterol, cioè degli anziani che guidavano la chiesa pur continuando ad occuparsi delle proprie attività (S. Paolo pur guidando la Chiesa di Roma continuava ad esercitare il proprio mestiere che era quello di intrecciare stuoie). Nel loro compito essi erano aiutati da altre figure o soreveglisanti (= episcopoi), anch’essi elettivi. Fra le attività delle Chiese primitive erano molto importanti l’assistenza ai bisognosi e questo incarico era affidato a degli inservienti (= diàkonoi).

Solidarietà e valori cristiani

La comunità cristiana che si fondava sulla solidarietà umana e sul sostegno ai più umili e poveri e che capovolgeva i valori tradizionali, , fece ovviamente molta presa in una società romana, divisa fra schiavi e liberi, fra ricchi e poveri in cui l’aiuto verso il prossimo era praticamente inesistente. A questo proposito era importante l’àgape (il banchetto fra i primi cristiani che ricordava l’ultima cena di Gesù con gli Apostoli). Davanti all’ àgape, non esisteva più diversità di razza, di ricchezza o di condizione sociale, perché tutti avevano in comune la fede e l’attesa della Resurrezione.

Diffusione della dottrina cristiana

In conclusione, si può affermare che il carattere particolare della vita della comunità cristiana primitiva oltre al messaggio trasmesso, rese possibile la diffusione della nuova dottrina in tutta l’Europa.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il dilemma iniziale affrontato dal Cristianesimo primitivo?
  2. Il Cristianesimo si trovò di fronte al dilemma se il nuovo insegnamento fosse rivolto solo agli Ebrei o a tutti gli uomini e se i Cristiani dovessero rispettare le antiche prescrizioni ebraiche.

  3. Quale fu il contributo di Paolo di Tarso alla diffusione del Cristianesimo?
  4. Paolo di Tarso optò per una soluzione universalistica, gettando le basi per la nuova dottrina e contribuendo alla formazione del Nuovo Testamento.

  5. Come erano organizzate le chiese cristiane primitive?
  6. Le chiese cristiane primitive erano comunità autonome senza un organo centrale, guidate da anziani (presbyterol) e sorveglianti (episcopoi), con un forte impegno nell'assistenza ai bisognosi.

  7. Qual era l'importanza dell'àgape nelle comunità cristiane primitive?
  8. L'àgape era un banchetto che simboleggiava l'uguaglianza tra i partecipanti, superando le differenze di razza, ricchezza e condizione sociale, unendo tutti nella fede e nell'attesa della Resurrezione.

Domande e risposte

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