Concetti Chiave
- Carlo Goldoni, nonostante non fosse un illuminista, è stato influenzato dall'illuminismo e ha riformato il teatro italiano, superando la volgarità e la ripetitività della commedia dell'arte.
- Goldoni ha introdotto personaggi con maggiore spessore psicologico e trame più realistiche, abbandonando le maschere fisse e l'improvvisazione tipiche della commedia dell'arte.
- La sua riforma teatrale è stata graduale: ha iniziato con la scrittura di parti per il protagonista, estendendo poi a intere commedie e richiedendo agli attori di seguire i copioni.
- Le opere di Goldoni riflettono ideali di fraternità e felicità comune, criticando la nobiltà oziosa e promuovendo la collaborazione e il rispetto tra le diverse classi sociali.
- Goldoni ha affrontato diverse fasi nella sua carriera, influenzando il suo lavoro con esperienze a Venezia e Parigi, dove ha diretto la Comédie Italienne, integrando elementi di realismo e critica sociale.
Indice
- Carlo Goldoni e l'Illuminismo
- La carriera teatrale di Goldoni
- Riforma teatrale e rivalità
- Successi e sfide a Venezia
- Trasferimento a Parigi e Memorie
- Critica sociale e valori familiari
- Commedia dell'Arte e riforma
- Rappresentazione della società veneziana
- Fasi della produzione Goldoniana
- Lingua e stile di Goldoni
Carlo Goldoni e l'Illuminismo
Del ‘700 ci ricordiamo Carlo Goldoni, non è un autore illuminista, ma scrive nel periodo in cui in Italia si afferma l’illuminismo, non ha le idee degli illuministi, ma è profondamente influenzato dall’illuminismo.
E’ uno dei più grandi autori di commedia che abbia mai avuto l’Italia, tanto che ancora oggi le sue opere vengono messe in scena con un certo successo.
Carlo Goldoni è veneziano, nasce a Venezia da una famiglia semplice, figlio di un medico da cui eredita un’ indole caratteriale particolare, l'inquietudine, cioè la tendenza a non sopportare di restare sempre nello stesso luogo, e questo suo modo di essere irrequieto lo riscontriamo fin da giovanissimo, si iscrive alle scuole superiori, ma fugge con un compagnia di comici.
Si iscrive all’Università di Pavia, ma viene cacciato perché scrive una satira misogina prendendosela con le donne della città. Riuscirà comunque a laurearsi
in legge presso l’Università di Padova.
La carriera teatrale di Goldoni
La vita di Goldoni viene scandita dalle sue collaborazioni teatrali, una volta passata questa giovinezza, dove esercita la professione di avvocato, quasi per caso approda al teatro, inizialmente nel 1734, Goldoni lavora presso il teatro San Samuele con Imer, nome di un impresario (colui che possiede un teatro, paga un autore, paga una compagnia di comici e guadagnano con gli ingressi e i biglietti venduti).
Riforma teatrale e rivalità
Fa partire immediatamente una riforma teatrale che viene applicata con grande difficoltà, Goldoni dice che il teatro è profondamente degenerato, oramai il teatro non è che una ripetizione stanca di temi consolidati di maschere fisse, prive di qualsiasi spessore psicologico e che spesso tendono alla volgarità.
Anche nel passato autori come Plauto e Terenzio erano stanchi di questo poco spessore psicologico, infatti, approfondiscono sempre di più la psicologia dei personaggi, introducendo anche il rapporto padre figlio (Terenzio).
Goldoni dice che abbiamo avuto una degenerazione del teatro, che la commedia dell’arte (nata durante il Barocco, quindi un periodo particolarmente disturbato e disordinato) è da migliorare e inizia ad applicare il rinnovamento alla commedia dell’arte ma lo fa in maniera graduale, inizialmente presso il teatro San Samuele, poi con l’impresario Medebach presso il teatro Sant’Angelo. Ma cosa succede con l’impresario Medebach? Goldoni che si trovava a Venezia ottiene un contratto, quindi può abbandonare la sua professione da avvocato e darsi totalmente alla scrittura teatrale.
Ciò vuol dire che è un intellettuale, un autore che vive del suo mestiere, campa di scrittura.
Il lavoro presidiato al Sant’Angelo si conclude nel 1753, anno molto importante perché viene messo in scena il suo più grande successo La Locandiera.
Successi e sfide a Venezia
Goldoni deve anche affrontare la rivalità con alcuni commediografi del tempo, tra cui Pietro Chiari e Carlo Gozzi.
Prima del 1753, la vita di Goldoni è stata dura, perché il contratto stretto con Medebach, prevedeva ben 8 commedie l’anno. Ma temendo di essere licenziato a causa di alcuni insuccessi, Goldoni aveva proposto per l’anno 1750-51, 16 commedie, alcune anche con tanto successo.
Nel 1753 Goldoni cambia impresario, passa al teatro San Luca con Vendramin. La scrittura di Goldoni cambia, perché deve adattarsi ad un nuovo contesto, ogni volta che cambia teatro, cambiano gli spazi e la compagnia, quindi ogni volta riparte da zero. Nel San Luca è molto difficile far accettare la riforma teatrale che sembrava già aver preso piede, per cui gli si chiede ancora una volta di rinnovarsi e lo fa attraverso commedie di ambiente esotica, cioè non ambienta più le sue commedie nella Venezia del tempo, adesso abbiamo opere come la Trilogia Persiana (ambientata in Persia), questo perché vanno di moda questa esoticità per colpa di Carlo Gozzi che scrive le tavole teatrali, Gozzi è un rivale di Goldoni, un rivale con cui non può competere perché la commedia di Gozzi andava più di moda, ricordiamo che Gozzi scrive commedie esotiche.
Trasferimento a Parigi e Memorie
La situazione è talmente difficile per Goldoni che decide nel 1762 di lasciare l’Italia e di accettare il ruolo di direttore della Comédie Italienne a Parigi. Teatro francese dove si mettono in scena Commedie Italiane.
Quì parte ancora da zero, i francesi sono abituati al ridere della commedia dell’arte, che Goldoni però intendeva smontare, allora gradualmente propone la sua riforma. Anche in questo caso il successo arriva e Goldoni si fa apprezzare dal Re di Francia Luigi XVI, il quale lo sceglie come precettore per le sue figlie, insegnante privato.
Gli anni in cui resterà in Francia saranno occupati dalla stesura di un’autobiografia Le Mémoire scritte in lingua francese e sono dedicate alla pubblicazione dell'Opera Omnia, una raccolta con tutte le opere teatrali di Goldoni. Se noi conosciamo la vita di Goldoni è perché lui stesso ce ne parla sia nella autobiografia sia nella Prefazione in Volgare, premessa della raccolta della sua Opera Omnia.
L’uomo più importante del teatro italiano, morirà in miseria, perché a causa della Rivoluzione Francese del 1789, ci furono tagli dei tagli netti all’economia francese e tra i tagli rientra anche la pensione di Goldoni, che muore in miseria nel 1793 pochi mesi prima che venga istituita nuovamente la pensione agli artisti.
Critica sociale e valori familiari
Goldoni sostiene la fraternité cioè la necessità di socializzare per gli uomini, gli uomini nascono liberi uguali e hanno obiettivo comune, la felicità comune, che si può raggiungere attraverso una sana convivenza, gli uomini devono stare insieme.
Se gli uomini sono liberi allora godranno. Critica il ceto nobiliare, non pretende uno stravolgimento dell’ordine sociale, dice che gli uomini devono smetterla di essere oziosi e parassiti e devono tornare ad avere un ruolo guida per la società. Non è un rivoluzionario, non è un illuminista, dice soltanto che per una buona convivenza e per raggiungere la felicità comune ognuno deve fare il proprio. Inoltre egli sostiene che la superiorità non debba nemmeno esistere all’interno del contesto familiare, quindi è importante che vi sia rispetto anche tra i genitori e i figli, perché è importante che i figli si sentano liberi di esprimersi. Difatti, Goldoni metterà in scena numerose commedie che trattano della relazione padri-figli e spesso è proprio il vecchio che impara qualcosa dai giovani.
Terenzio negli Adelphoe aveva scritto qualcosa di molto simile. Anche qui, Goldoni non vuole andare a stravolgere l’ordine familiare, ma fa una riflessione e dice che il mondo cambia, la società cambia e che quindi i vecchi non possono più celarsi in valori che oramai sono superflui.
Commedia dell'Arte e riforma
La Commedia dell’Arte bisogna accostarla all'Atellana. → è una tipologia di commedia
La Commedia dell’Arte aveva rappresentato l’apice della commedia in Italia salvo poi il risentire della ripetizione degli istituti teatrali.
Carlo Gozzi scrive commedie fiabesche attenendosi alla Commedia d’Arte
Goldoni scaglia contro questa commedia dell’arte e in particolare contro alcuni aspetti:
- Le trame sono astruse
- Le trame ripetitive
- Le trame sono volgari
Goldoni vuole allontanarsi da questa comicità bassa perché il pubblico è semplice.
Propone quindi una riforma di teatro, dove percorre varie tappe, questa riforma è graduale. Per far accettare il cambiamento non posso imporre la svolta, ma nel tempo faccio accettare piccoli passi in avanti e così fa Goldoni, che ovviamente deve affrontare l’opposizione del pubblico e l’opposizione degli attori. Prima gli attori potevano improvvisare sul palco, ora invece Goldoni chiedeva loro di imparare a memoria il copione.
Terza opposizione, gli impresari, se gli attori e il pubblico si oppongono, l’impresario ha paura di perdere il guadagno e cerca di frenare le novità introdotte da Goldoni.
Goldoni però non rinuncia, presenta gradualmente la sua riforma:
1. Mette da parte le trame astruse e sostiene l’importanza di rifarsi a due libri, il mondo e il teatro. Goldoni dice che per mettere in scena un’opera bisogna studiare il mondo, quindi la realtà, e il dialogo. Goldoni conosce tutto, i tempi, le battute delle sue messe in scena.
Vuole rappresentare qualcosa che sia reale ma che piaccia anche al suo pubblico, cioè la rappresentazione scenica diventa quasi uno spezzone di vita quotidiana.
2. Goldoni poi supera l'improvvisazione che aveva caratterizzato la Commedia dell’Arte, questo perché se Goldoni voleva far passare un messaggio, era importante che gli attori seguissero per filo e per segno ciò che lui scriveva noi copioni. Ma anche qui è graduale la sua operazione, inizia scrivendo la sola parte del protagonista e poi scrivendo per intero una commedia. Se scrive solo la parte del protagonista nel Momolo Cortesan 1738, aggiunge poi l’intera stesura della commedia nell’opera del titolo La Donna Garbo.
3. Con Goldoni si supera la maschera e si apprende il carattere, lo ritroviamo anche nel teatro latino con Plauto, Goldoni approfondisce la psicologia di quelli che erano i caratteri fissi della commedia. All’interno del teatro veneziano ricorrevano dei tipi fissi, arlecchino=servo sciocco che viene ereditato dalla commedia latina, Colombina= servetta di cui si innamora arlecchino, Pantalone= il vecchio libidinoso e avido. Goldoni quindi supera le maschere e ne fa dei caratteri, da degli elementi in più che permettano di approfondire la psicologia dei personaggi. Se esiste una caratteristica che gli umani posseggono, questa caratteristica è contenuta dagli umani in maniera diversa nei diversi uomini, ci sarà un modo diverso di essere gelosi. Uomo semplice= mostrerà in modo plateale la sua gelosia, il nobile= dovrà nascondere il suo turbamento. Personaggi→ approfondimento psicologico di quelli che erano i tipi fissi della Commedia dell’Arte. Caso emblematico è quello di Pantalone che era sì il vecchio libidinoso, ma adesso diventa il tipico mercante veneziano.
4. Collocazione negli spazi: l’ambiente preferito di Goldoni è Venezia, tantissime sono le commedie di Goldoni messe in scena a Venezia, di conseguenza è messa in scena l’ambiente sociale di Venezia, quindi l’ambiente dei mercanti. Tant’è che non viene descritto in maniera fissa, se prima Goldoni lo rappresentava, lo vedeva in modo positivo, in modo graduale la sua visione positiva di questo ambiente cambia diventando sempre più negativa.
5. All’interno delle commedie può accadere che prevalga la rappresentazione dell’ambiente invece della rappresentazione del carattere. Può accadere che una commedia abbia come caratteristica il contesto in cui i personaggi si muovono e quindi parleremo di commedia di ambiente o che invece abbia un protagonista assunto, rappresentante del mondo sociale da cui viene. Es. il mondo dei mercanti viene rappresentato dal mercante. Il personaggio si fa portavoce dell’intera classe sociale. Oppure si può utilizzare l’ambiente come caratterizzante dell’intera commedia. Es. decido di voler realizzare il pescatori di Chioggia che si menano nelle baruffe. Nel caso della Locandiera non è possibile definire se si tratti di una commedia di carattere o di ambiente.
Rappresentazione della società veneziana
Mette in scena Mirandolina, questa locandiera, proprietaria di una locanda, ma all’interno di questa locanda si muovono vari personaggi, ogni personaggio si fa portavoce del proprio ceto sociale.
Mirandolina→ lei rappresenta il mercante, ma al contempo ha un carattere forte particolarissimo che fa sì che questa commedia non sia scrivibile né nelle commedie di ambiente né in quelle di carattere.
Quando Goldoni deve mettere in scena una critica alla società veneziana del suo tempo utilizza un espediente, dice che se lui rappresenta la repubblica veneziana nelle sue commedie, nel momento in cui che deve inserire una critica alla società veneziana, deve ambientare le critica in un altro posto. Per es. nella Locandiera viene messo in scena la nobiltà veneziana e gli aspetti peggiori, il parassita, quello che ha perso tutto, il cafone; per rappresentare questi personaggi si sposta a Firenze, per evitare lo scontro diretto con il pubblico, spostando l’opera in un paese distante che non urti la visione di nessuno spettatore.
Fasi della produzione Goldoniana
La produzione Goldoniana è enorme, per cui lo stesso Goldoni quando ce la racconta suddivide più fasi della produzione delle sue opere teatrali.
- La prima fase: coincide per lo più con gli anni che seguono presso il San Samuele (1753→ anno della Locandiera). Nella prima fase mette in scena la società veneziana, sia attraverso la rappresentazione del ceto nobiliare sia attraverso il ceto mercantile, nella prima fase il mercante è rappresentato positivamente, una figura che si carica di valori come: l’amore per la famiglia, l’onore, la capacità di affrontare la fatica, l’industria (Boccaccio); queste caratteristiche positive si scontrano con la nobiltà parassitaria, oziosa, oggetto di critica perché non più di riferimento per la società come era stato nei secoli precedenti.
All’interno delle opere di Goldoni non troviamo nessun riferimento illuminista, difatti lui non tenta di cambiare l’ordine sociale, Goldoni critica la nobiltà perché ha perso il suo compito, ma non intende smantellare la nobiltà. Come farà anche Parini spera quasi che con le sue critiche la nobiltà possa ritornare ad essere riferimento, guida dal punto di vista economico, dato le ricchezze che possiede, e dal punto di vista civile ponendosi a capo dei governi. Fino al 1753 restano in Goldoni trame complesse anche se meno astruse rispetto alla Commedia dell’Arte; vi è poi una rappresentazione corale ciò significa che abbiamo una moltitudine di personaggi e in questa prima fase Goldoni inserisce sempre un messaggio morale all’interno delle sue produzioni, ogni commedia si fa carico di un messaggio etico, nel caso della Locandiera tenta di dare un insegnamento sull’approccio con le donne e sulla necessità di accontentarsi.
- Seconda fase: Dal 1753 Goldoni lavora presso il teatro San Luca del Vendramin. Cambiando teatro cambia anche il pubblico, quindi tutte le volte Goldoni deve far accettare quelle che sono le novità del teatro. Oltre al pubblico cambiano anche gli spazi scenici, in quanto il San Luca rispetto al San Samuele è enorme, allora il palcoscenico da allestire per il commediografo diventa totalmente diverso. Anche la compagnia degli attori è diversa si tratta di rieducare gli attori a imparare le parti a memoria. I gusti del pubblico sono cambiati, dopo il 1753 il pubblico sembra apprezzare le commedie di Pietro Chiari e Carlo Gozzi, vale a dire le commedie che non mettono più in scena Venezia, ma posti più esotici. Goldoni si adegua e da vita alla trilogia Della Persiana, composta da tre commedie ambientate in persia. Si tratta di strappare, almeno per la durata della commedia, il pubblico dalla realtà che conosce. Subentra anche, a causa del cambiare di modo di Goldoni, un nuovo modo di approcciarsi alla realtà veneziana. Venezia però resiste, ma non abbiamo più il mercante onesto e laborioso, ma abbiamo il misantropo che già si era trovato nella letteratura Latina e in quella Greca. L’ottimismo del mercante sparisce e anche perché la visione di Goldoni cambia e questo pessimismo si riversa sulla sua produzione teatrale. Abbiamo molti nuovi personaggi spesso con Tic che anticipano il personaggio che troveremo nell’ultima fase. Accanto alla produzione esotica e alla figura del misantropo c’è poi la necessità di una presentazione morale che riempia il palcoscenico molto ampio del teatro San Luca. E’ anche il periodo delle Baruffe Chiozzotte (Baruffe=Liti, Chiozzotte=perché di Chioggia), in questo caso abbiamo l’interpretazione scenica dell’intero popolo del paesino di Chioggia, questi pescatori, rappresentati in momenti di vita reale (momenti di discussione o di allegrezza all’interno del paese).
- Terza Fase: assistiamo ad una trasformazione dei suoi personaggi, il mercante da laborioso diventa avido. Assistiamo a questo perché cambia la visione di Goldoni e perché cambia la visione della società Veneziana, c’è una chiusura proprio netta dei commerci e la classe sociale dei mercanti cerca di tutelare i propri guadagni. Quello che caratterizza meglio la produzione di Goldoni in questo periodo è la figura del Rustego, infatti ci sarà una commedia intitolata I Rusteghi, è l’uomo che in difesa dei propri privilegi, dei propri guadagni si mette contro gli uomini, la collaborazione tra gli uomini che si trovava in Goldoni qualche anno prima viene rovinata dalla figura del Rustego, ma non solo la società si scaglia contro il rustego, anche la sua stessa famiglia e proprio nella commedia I Rusteghi troviamo questo, in quanto la figura del rustego tenta di imporre i proprio valori, il proprio stile di vita alla propria famiglia, ma questi si ribellano. Uno scontro generazionale che nella commedia viene già trovato all’interno delle commedie di Terenzio. Ci ricordiamo anche con il Sior Todero Brontolon, che appunto porta avanti la figura del rustego, che è colui che si lamenta di tutto. Il perché Goldoni evolve i suoi personaggi, non lo sappiamo, certi affermano che più che legare il cambiamento della figura del mercante al cambiamento della società veneziana del tempo, si tratta di una rappresentazione prima utopica poi reale del mercante. Nelle prime commedie il mercante quindi viene idealizzato, visto con una visione utopica e poi per quello che il mercante è.
Abbiamo già detto che l’opera dal titolo Baruffe Chiozzotte rappresenta un po’ un colpo di spugna rispetto alle opere precedenti, cambia la messa in scena dei personaggi, non più i singoli ma l’intero popolo del paesino di Chioggia, vengono messi in scena le discussioni, le liti tra i popolani che rappresentano la spontaneità di contro alla costruzione degli atteggiamenti che ritroviamo nelle classi sociali più alte (questo lo ritroveremo più avanti con Verga→ le classi sociali più basse sono più genuine e spontanee rispetto alle classi sociali più alte dove la spontaneità viene soffocata).
- Quarta fase (parigina): nel 1762 Goldoni dopo aver preso atto della situazione veneziana decide di abbandonare la sua città per trasferirsi a Parigi accettando l’incarico di dirigere la Comédie Italienne, si tratta di un teatro che mette in scena la Commedia dell’Arte, quindi Goldoni fa numerosi passi indietro rispetto a quelli che aveva fatto a Venezia dove era riuscito a far accettare la sua riforma, ma a Parigi deve ripartire da zero visto che Parigi è abituata alla Commedia dell’Arte. Saluta il teatro veneziano con Una delle ultime sere di Carnovale e trasferitosi a Parigi deve ripartire da zero, ritorna la morale, gli intrecci complicati. Il primo successo parigino di Goldoni è Il Burbero Benefico, prima messa in scena a Parigi che riprende la riforma. Ancora una volta abbiamo una messa inscena dei mercanti ma siamo lontani dai sistemi che si erano formati a Venezia.
Entra a far parte della corte reale, scrive le sue Memoires dove ripercorre la vita attraverso le tappe della sua produzione teatrale, ovviamente si tratta di uno scritto piuttosto idealizzato e all’interno di questa sua autobiografia indica che raffigura i personaggi della sua vita in dei personaggi di teatro, suo fratello era un militare e allora viene rappresentato un giorno il miles gloriosus.
Lingua e stile di Goldoni
Goldoni non si rifà al canone di Pietro Bembo (rivedi canone da appunto vecchi), perché Goldoni vuole mettere in scena la vita reale quindi non può usare il canone di Bembo, non può far parlare la gente come scriveva Dante nel 1300. Allora Goldoni italianizza i dialetti, italianizza inizialmente il veneziano, quando si sposta usa delle parlate locali che però siano comprensibili a tutti (utilizza una lingua in generale ma con l’accento di ogni località). Goldoni utilizza degli elementi del dialetto ma italianizzati nel senso che possono essere compresi da tutti, gli accenti vanno a caratterizzare i personaggi. Il linguaggio è semplice, siamo lontani dai costrutti latini che sono assai complicati e pieni di subordinate.
Goldoni utilizza le coordinate quindi la coordinazione. Il mercante parlerà in modo differente rispetto al nobile e rispetto al pescatore.
Protagonista Mirandolina → la locandiera le sta a cuore il denaro → Ha ereditato dal padre questa locanda sita in Firenze (Goldoni mette in scena la commedia a Firenze per poter criticare la società veneziana ma tutelandosi). Questa locanda è piena di avventori che si innamorano di Mirandolina visto che è una donna estremamente seducente. Con Mirandolina c’è il fedele cameriere Fabrizio, l’uomo che il padre di Mirandolina avrebbe voluto che la figlia sposasse.
La società nobile messa in scena: vuole dimostrare la degenerazione della nobiltà
Il Marchese di Forlipopoli → è un nobile schiantato che ha perso tutto il suo patrimonio e quindi cerca di corteggiare mirandolina con la sua antica cortesia, le promette protezioni, le fa dei doni.
Il Conte di Albafiorita → si tratta di un uomo che ha fatto i soldi con le sue proprietà e che ha acquistato il titolo nobiliare, non è un vero nobile
Il Cavaliere di Ripafratta → diversamente da altri tipi di cavaliere è misogino.
Il Marchese e il Conte sono clienti della Locanda da molto tempo e cercano sempre di attirare l’attenzione di Mirandolina, e Mirandolina gliela fa credere, cosicché i due restino nella locanda a spendere i loro soldi cosicché Mirandolina possa assicurarsi dei guadagni.
Il Cavaliere si trova per caso in quella locanda, Mirandolina avverte che tratta con sufficienza gli inferiori, sia da un punto di vista sociale (trattando male il cameriere) sia le donne. Allora Mirandolina vuole far innamorare di lei il Cavaliere (diventa il suo scopo) e ci riesce.
Non mancano ovviamente riferimenti alla Commedia dell’Arte infatti ritroviamo lo svenimento di Mirandolina; il Cavaliere alla fine cede al fascino di Mirandolina e la questione sfugge di mano tant’è che lo stesso Cavaliere sta per usare violenza su Mirandolina e sta per scattare il duello con il Marchese e il Conte.
Mirandolina ha paura di perdere l’onore, perdendo l’onore perde i clienti quindi perdere guadagni, per risolvere tutto questo Mirandolina realizza il desiderio del padre, nella scena finale Mirandolina sposa il cameriere Fabrizio in questo modo ristabilisce l’ordine, Mirandolina con il matrimonio si garantisce i clienti perché i clienti non andrebbero in una locanda malfamata gestita da una donna senza onore.
Goldoni dice che la sua opera ha un messaggio morale, è come se Mirandolina ci dicesse di stare attenti alle persone come lei, Mirandolina rappresenta una figura doppia (Mirandolina come Locandiera e Mirandolina come donna seducente) ma poi ci sono momenti degli a parte dove Mirandolina si rivolge direttamente al pubblico e dice quello che pensa sul suo personaggio è come se ci dicesse di stare lontane dalle donne come lei.
Sulla scena compaiono altri due personaggi che aiutano Mirandolina nel suo scopo, fingendo di essere interessate al Marchese e al Conte, e sono Ortensia e Dejanira (che rappresentano due attrici della Commedia dell’Arte).
Domande da interrogazione
- Chi era Carlo Goldoni e quale era il suo contributo al teatro italiano?
- Quali erano le principali critiche di Goldoni al teatro del suo tempo?
- Come ha affrontato Goldoni la sua riforma teatrale?
- Quali temi sociali affrontava Goldoni nelle sue opere?
- Qual è stata l'evoluzione della carriera di Goldoni e come ha influenzato il suo lavoro?
Carlo Goldoni era un autore veneziano del '700, considerato uno dei più grandi autori di commedia in Italia. Ha introdotto una riforma teatrale che mirava a superare la ripetitività e la volgarità della commedia dell'arte, introducendo personaggi con maggiore spessore psicologico e trame più realistiche.
Goldoni criticava il teatro per essere degenerato in una ripetizione stanca di temi consolidati, con maschere fisse prive di spessore psicologico e tendenti alla volgarità. Cercava di rinnovare la commedia dell'arte, introducendo personaggi e trame che riflettessero maggiormente la realtà.
Goldoni ha affrontato la sua riforma teatrale gradualmente, iniziando con la scrittura di parti per il protagonista e poi estendendo a intere commedie. Ha superato l'improvvisazione tipica della commedia dell'arte, richiedendo agli attori di imparare a memoria i copioni, e ha introdotto personaggi con caratteri più definiti e realistici.
Goldoni affrontava temi come la critica al ceto nobiliare, sottolineando la necessità di una società basata sulla collaborazione e il rispetto reciproco. Nonostante non fosse un illuminista, le sue opere riflettevano ideali di fraternità e la ricerca della felicità comune attraverso una sana convivenza.
La carriera di Goldoni ha visto diverse fasi, dalla critica alla società veneziana alla produzione di commedie ambientate in contesti esotici, fino al trasferimento a Parigi dove ha diretto la Comédie Italienne. Queste esperienze hanno influenzato il suo lavoro, portandolo a riformare il teatro introducendo elementi di realismo e critica sociale, pur mantenendo un approccio graduale al cambiamento.