Concetti Chiave
- Terenzio, di origine africana, fu educato a Roma come schiavo e poi liberato, diventando una figura influente nel circolo degli Scipioni.
- Il suo stile letterario è caratterizzato dall'uso della contaminatio, arricchendo i modelli greci con profondità psicologica e ritmo.
- Spesso criticato per l'imitazione e l'appropriazione indebita, Terenzio difese il valore dell'elaborazione interiore dei temi.
- Le sue sei commedie, tra cui "Andria" e "Adelphoe", sono opere palliatae ispirate a modelli greci, focalizzate su verosimiglianza e umanità.
- Terenzio introduce un realismo comico che esplora la psicologia dei personaggi, distinguendosi per urbanitas e una nuova humanitas teatrale.
Terenzio
Di lui possediamo una biografia scritta da Svetonio, da cui apprendiamo che Terenzio era di origine africana, di Cartagine. La data di nascita risalirebbe intorno al 184 o 185 a.C.
- uso della contaminatio: allontanandosi troppo dai modelli greci, egli li avrebbe solo sciupati senza riuscire a fare del buon teatro latino. (In realtà Terenzio tiene presente nei suoi testi altre commedie, anche di autori diversi, ma non da mai, come Plauto, l’impressione di voler scompaginare il prototipo di partenza. Il suo “contaminare” lo conduce semmai ad arricchire di ritmo e spessore psicologico il suo modello); Egli si difende portando ad esempio i suoi predecessori che se n’erano serviti: Nevio, Ennio e Plauto.
- mancanza di vivacità e drammaticità: stile lezioso e scolorito; egli si difende sostenendo che la comicità a cui egli mira si fonda su levitas e tenuitas. Se il popolino nn l’apprezza, pazienza...
- Imitazione sino al plagio dei greci e di latini come Ennio e Plauto: egli si difende sostenendo che non è la novità dell’argomento a conferire valore all’arte, ma l’interiore trasformazione dei caratteri e delle situazioni.
- appropriazione indebita del lavoro altrui: secondo i maligni, infatti, le opere di Terenzio non sarebbero opera sua ma di qualche suo potente protettore. A tale calunnia egli risponde che il fatto che le sue commedie vengano attribuite a personaggi illustri non può fargli altro che onore.
Opere di Terenzio
Dopo la messa in scena della sua ultima commedia, Adelphoe, Terenzio, si recò in Grecia dove morì nel 159 a.C.
Sei commedie ci son state tramandate intere dall’antichità e sono:
- Andria
- Hecyra
- Heautontimorumenos
- Eunuchus
- Phormio
- Adelphoe
Sono tutte commedie palliatae, di titolo e ambientazione greca, derivate da modelli greci come Apollodoro di Caristo e Menandro. (Da Menandro Terenzio si differenzia soprattt per la funzione del FATO nelle commedie. Se nella Nea la tyche volge a proprio capriccio gli eventi, in Terenzio il fato appare come una forza benevola ed ordinatrice) Terenzio si allontana dall’italum acetum plautino e si volge ad un raffinamento morale e letterario del teatro comico, ricercando una verosimiglianza scenica e approfondendo la psicologia dei personaggi: ama soffermarsi sui lati sorprendenti delle individualità. L’opera terenziana appare permeata di una fondamentale monotonia, specie se rapportata ai lavori di Plauto. La grecizzazione investe anche l’intelaiatura stessa delle commedie, i personaggi e le situazioni.
Terenzio incarna sulla scena teatrale degli ideali che sembrano disegnare una sorta di nuova humanitas: l’amore per esempio non è più desiderio, libido ma dedizione e slancio del cuore. Le donne assumono una connotazione diversa, più delicata (basti pensare alla suocera). Le cortigiane si mostrano una diversa dall’altra. Spesso si ricorre al contrasto fra due personaggi per focalizzarne meglio la personalità. Dal lirismo comico di Plauto si passa al realismo comico di Terenzio: quest’ultimo riduce le parti musicate, compone i suoi testi in senari giambici, il verso parlato per eccellenza, tende ad una complessiva armonia di sintassi e metrica, signorilità di lessico, linguaggio teatrale intriso di urbanitas. Tuttavia sono riscontrabili analogie col teatro plautino, in quanto anche Terenzio usa diminutivi, proverbi, aforismi battute sentenziose.
L'urbanitas di Micione
Benché il rapporto fra Micione ed Eschino sia improntato ad amicizia e confidenza, il giovane non ha avuto il coraggio di rivelare al padre adottivo il proprio amore per Panfila e sopratto il fatto di averne avuto un bambino. I due sono ora a confronto: Micione rimprovera il figlio per questa mancanza di sincerità e fiducia, ma anziché punirlo lo aiuta ancora una volta richiamandolo ad assumersi le proprie responsabilità.
Una cortigiana dal cuore d'oro
In questa scena è Bacchide, la cortigiana con cui Panfilo ha avuto una lunga relazione a svelare al pubblico i particolari del fortunoso riconoscimento che ha consentito di fugare tutti i dubbi e di illuminare la vicenda. Ma Bacchide non è solo una pedina nel gioco della sorte: è una figura ricca di umanità, una figura anticonvenzionale nella sua felice generosità.Domande da interrogazione
- Qual è l'origine di Terenzio e come ha influenzato la sua carriera?
- Quali sono le principali critiche rivolte allo stile letterario di Terenzio?
- Quali sono le opere principali di Terenzio e quali caratteristiche le distinguono?
- Come si differenzia Terenzio da Menandro nelle sue commedie?
- Qual è il ruolo di Bacchide nella scena descritta e come viene rappresentata?
Terenzio era di origine africana, nato a Cartagine, e fu portato a Roma come schiavo. Grazie all'educazione ricevuta dal senatore Terenzio Lucano, fu affrancato e introdotto nell'aristocrazia intellettuale, influenzando la sua carriera di poeta.
Le critiche principali riguardano l'uso della contaminatio, la mancanza di vivacità e drammaticità, l'imitazione sino al plagio, e l'appropriazione indebita del lavoro altrui. Terenzio si difendeva sostenendo che il valore dell'arte risiede nella trasformazione interiore dei caratteri e delle situazioni.
Le sei commedie principali di Terenzio sono Andria, Hecyra, Heautontimorumenos, Eunuchus, Phormio, e Adelphoe. Sono commedie palliatae di ambientazione greca, caratterizzate da un raffinamento morale e letterario, e da una verosimiglianza scenica con un approfondimento psicologico dei personaggi.
Terenzio si differenzia da Menandro per la funzione del fato nelle sue commedie. Mentre nella Nea di Menandro la tyche è capricciosa, in Terenzio il fato appare come una forza benevola ed ordinatrice, contribuendo a un realismo comico.
Bacchide, la cortigiana, svela al pubblico i dettagli del riconoscimento che chiarisce la vicenda. È rappresentata come una figura ricca di umanità e generosità, anticonvenzionale nella sua felice generosità, non solo una pedina nel gioco della sorte.