Daniele
Genius
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Concetti Chiave

  • Goldoni criticava la Commedia dell'Arte per la sua volgarità e prevedibilità, proponendo invece una riforma basata su testi scritti che rispecchiassero la realtà.
  • La riforma di Goldoni mirava a riflettere il razionalismo e il buon gusto dell'epoca, allontanandosi dai modelli stereotipati delle maschere della Commedia dell'Arte.
  • Goldoni introdusse i "caratteri" nelle sue commedie, rappresentando individui con personalità uniche e contestualizzati in precisi ambienti sociali.
  • Nonostante l'iniziale resistenza degli attori e del pubblico affezionato alla tradizione, la riforma di Goldoni ottenne successo grazie alla graduale eliminazione delle maschere.
  • Le commedie di Goldoni spesso criticavano l'aristocrazia, utilizzando l'ironia per schernire i nobili, specialmente quelli appartenenti a categorie avventuriere o provenienti da altre città italiane.

Indice

  1. Goldoni e la Commedia dell'Arte
  2. La Riforma del Teatro di Goldoni
  3. Caratteri e Ambiente nelle Commedie
  4. Opposizioni e Successo della Riforma
  5. Critica all'Aristocrazia e Ironia

Goldoni e la Commedia dell'Arte

Quando Goldoni intraprese la sua attività di scrittore per il teatro, la scena comica era dominata dalla "Commedia dell'arte", in cui gli attori improvvisavano le battute senza seguire un testo scritto solo sulla base del canovaccio, una sorta di scaletta che indicava le azioni della commedia.

Goldoni

, come esso afferma in alcune opere di carattere teorico, (Il teatro comico e Memories) si mostrava molto critico verso la commedia dell'arte; i motivi de suo rifiuto erano: la volgarità in cui era caduta la comicità, la rigidezza stereotipata a cui si erano ridotti i tipi rappresentati dalle maschere, la ripetitività della recitazione (gli attori ripetevano sempre gli stessi lazzi), le stesse azioni e battute convenzionali oramai prevedibili. Goldoni e la riforma della commedia

La Riforma del Teatro di Goldoni

Ma la ragione della riforma non si appoggiava su queste degenerazioni, quanto sull'impianto stesso della commedia dell'arte e sulla visione del reale che proponeva. Il bisogno di una riforma nasce già nello spirito del razionalismo arcadico che aspirava alla semplicità, all'ordine razionale al buon gusto. Già in ambito arcadico erano nati tentativi di riforma da parte di alcuni autori toscani (Giovan Battista Fagiuoli, Iacopo Angelo Nelli, Girolamo Gigli) ma i loro tentativi erano solo letterari e confinati nel chiuso delle accademie. Goldoni però non era un letterato, ma un uomo di teatro che lavorava a diretto contatto con il pubblico, di cui ne conosceva i gusti e le preferenze. Goldoni ebbe anche la fortuna di vivere a Venezia, dove il teatro era molto radicato, sia per la presenza di sale sia per le compagnie che vi lavoravano. La "riforma" non vuole solo modificare un genere letterario ma vuole incidere sullo spettacolo, nei suoi rapporti con la vita sociale. Goldoni, nella prefazione alle commedie, afferma che nella sua riforma non si è ispirato a modelli libreschi, ma gli unici libri su cui ha studiato sono "il mondo" e "il teatro"; la realtà e la scena. Goldoni vuole proporre testi che piacciano al pubblico ma che allo stesso tempo sia "verisimile", cioè attinente alla realtà. Per questo Goldoni si oppone alle maschere, troppo stereotipate; ad esse sostituisce i caratteri, colti nella loro individualità e varietà psicologiche.

Caratteri e Ambiente nelle Commedie

Per Goldoni i caratteri sono finiti in base al genere (ad es. l'avaro, il geloso, il bugiardo) ma infiniti nella specie, ci sono infatti infiniti modi di essere avari, gelosi e bugiardi. La ricerca dell'individualità è propria della civiltà borghese: l'arte classica rappresentava categorie di individui, quella borghese rappresentava i singoli individui. L'adesione di Goldoni a caratteri prettamente borghesi deriva sia dalla sua condizione sociale sia dall'ambiente in cui vive; Venezia, pur nella sua arretratezza, era caratterizzata dalla presenza di una solida classe borghese. I caratteri goldoniani non sono mai collocati su uno sfondo neutro, sono radicati in un contesto sociale ben definito. Secondo Goldoni i vizi e le virtù degli individui assumono diverse caratteristiche a seconda dell'ambiente sociale in cui si sono formati. Le commedie di Goldoni vengono divise in "commedie di carattere" e "commedie d'ambiente": le prime intendono a delineare una figura, le seconde a delineare un ambiente sociale. Ma proprio per quanto detto prima le differenze sono solo quantitative, non qualitative; si da cioè più o meno spazio ad un carattere e ad un ambiente. Le commedie di Goldoni si differenziano notevolmente dalla letteratura dell'epoca contemporanea, classicheggiante e aulica, proprio per il loro contatto diretto con la realtà. La commedia goldoniana presenta molte affinità con la commedia borghese dell'illuminismo europeo e si avvicina di molto al "genere serio" teorizzato da Diderot. La riforma vuole quindi restituire una dignità al teatro in generale, contrapponendosi sia all'eccessiva frivolezza della commedia dell'arte sia all'eccessiva tendenza eroica della tragedia. Il rifiuto dell'improvvisazione nasce dal fatto che gli attori, seguendo semplicemente il canovaccio e i generici non potevano fornire una rappresentazione completa del reale.

Opposizioni e Successo della Riforma

Goldoni incontrò delle opposizioni alla sua riforma: in primo luogo quella degli attori, che si trovavano a ricoprire un ruolo secondario e che non erano abituati ad imparare a memoria un testo scritto; in secondo luogo quella del pubblico, oramai affezionato alle maschere e alle battute della commedia dell'arte. La riforma, proprio per ovviare a queste avversità, fu graduale: Goldoni scrisse prima solo la parte del protagonista (la prima commedia con queste caratteristiche fu il Momolo cortesan); in seguito passo alla stesura delle parti di tutti i personaggi (La donna di mondo). Egli fu molto abile nel mantenere le maschere modificandole però dall'interno e facendole assomigliare sempre più a caratteri individuali, fino a giungere alla loro completa eliminazione. Il pubblico iniziò ad apprezzare il nuovo teatro e Goldoni ebbe un gran successo.

Critica all'Aristocrazia e Ironia

L'unico grande ostacolo con cui dovette ancora misurarsi fu la nobiltà: le commedie di Goldoni schernivano spesso l'aristocrazia e ciò poteva essere rischioso dato che a Venezia c'era un governo di tipo oligarchico. L'ironia di Goldoni si dirige verso i barnaboti (gli abitanti del quartiere di san Barnaba a Venezia), gruppo di nobili che per le loro tendenze avventuriere erano disprezzati dall'aristocrazia al potere; oppure si dirige verso nobili di altre città, come, ad esempio, Napoli, Firenze e città dell'Emilia Romagna. Basti infatti ricordare che nella commedia più nota di Goldoni, La Locandiera, il marchese di Forlimpopoli e il conte d'Albafiorita sono rispettivamente uno emiliano e l'altro toscano.

Domande da interrogazione

  1. Qual era la critica principale di Goldoni alla Commedia dell'Arte?
  2. Goldoni criticava la Commedia dell'Arte per la sua volgarità, la rigidità stereotipata delle maschere, la ripetitività delle recitazioni e la prevedibilità delle azioni e battute.

  3. In cosa consisteva la riforma teatrale di Goldoni?
  4. La riforma di Goldoni mirava a sostituire le maschere stereotipate con caratteri individuali e psicologicamente variati, proponendo testi verosimili e attinenti alla realtà sociale.

  5. Come Goldoni affrontò le opposizioni alla sua riforma teatrale?
  6. Goldoni affrontò le opposizioni gradualmente, inizialmente scrivendo solo la parte del protagonista e poi estendendo la scrittura a tutti i personaggi, modificando le maschere dall'interno fino alla loro eliminazione.

  7. Qual era l'approccio di Goldoni nei confronti dei caratteri e dell'ambiente nelle sue commedie?
  8. Goldoni rappresentava i caratteri come finiti nel genere ma infiniti nella specie, radicandoli in contesti sociali ben definiti, riflettendo la civiltà borghese e le sue peculiarità.

  9. Quali rischi comportava la critica di Goldoni all'aristocrazia?
  10. La critica di Goldoni all'aristocrazia poteva essere rischiosa a causa del governo oligarchico di Venezia, poiché le sue commedie spesso schernivano i nobili, come i barnaboti e nobili di altre città.

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