Concetti Chiave
- Carlo Goldoni, nato nel 1707 a Venezia, è considerato il padre della commedia veneziana e ha avuto una vita segnata da difficoltà economiche e crisi personali.
- Il teatro di Goldoni si distingue per la rappresentazione della vita quotidiana e reale, con personaggi umili e un linguaggio vicino al dialetto veneziano, allontanandosi dalla commedia dell'arte.
- Goldoni ha introdotto una riforma teatrale puntando su moralità e carattere pedagogico, creando testi scritti per gli attori, un cambiamento rispetto alla tradizione improvvisata della commedia dell'arte.
- Le sue opere spesso terminano con un lieto fine, ma includono una critica sociale e un giudizio personale sul mondo, evidenziando pregiudizi e falsità della società del tempo.
- La riforma teatrale di Goldoni incontrò resistenza fuori dall'Italia, ma egli rimane un simbolo di modernità e illuminismo nel teatro, sostenendo l'accettazione delle differenze sociali.

Carlo Goldoni: vita
Carlo Osvaldo Goldoni nacque a Venezia nel 1707, ed è considerato il padre della commedia veneziana.
La sua famiglia era di origine borghese, da sempre vissuta a Modena. In difficoltà economiche, il padre però dovette trasferirsi a Roma, dove riuscì a divenire farmacista e a portare tutta la famiglia con sé a Perugia, luogo in cui Goldoni trascorse la sua giovinezza.
Frequentò un collegio gesuitico e appena grande abbastanza andò a Venezia insieme alla madre per iniziare il praticantato presso lo studio legale dello zio.
Nel mentre si divertiva a scrivere ma ciò gli procurò l'espulsione dai suoi studi in quanto le opere satiriche ispirate alle fanciulle della sua classe sociale, la borghesia, non erano per nulla ben accette. Decise quindi di cambiare luogo e giunse di nuovo all'Università di Modena, durante la quale però ebbe una crisi depressiva che gli impose, un'altra volta, di lasciare gli studi.
Nel 1734 fece amicizia con un capocomico che aprì le porte alla sua passione posta per un momento da parte, ovvero quella della scrittura. In particolare anche grazie a lui scrisse le prime tragicommedie: Belisario, Don Giovanni Tenorio, Giustino.
Solo 3 anni dopo, riuscì nell'impresa di donare la sua prima commedia al Teatro San Samuele, potendola vedere finalmente rappresentata. La commedia in questione era Momolo cortesan.
Nonostante il successo, le sue finanze erano sempre più a rischio, e ad aggiungersi ci fu la grande guerra di secessione austriaca.
Nel 1748 Goldoni era ancora immesso nelle maglie dell'avvocatura, ma il suo vero amore, la commedia, lo portò a continuare sulla strada del teatro. Ecco che, di questo periodo, ricordiamo: L'uomo prudente, La vedova scaltra, La putta onorata, Il cavaliere e la dama, La buona moglie, La famiglia dell'antiquario e L'erede fortunata.
Fino ad arrivare al 1750, anno clamoroso perché in soli 365 giorni pubblicò: Le femmine puntigliose, La bottega del caffè, Il bugiardo, L'adulatore, Il poeta fanatico, La Pamela, Il teatro nuovo, Il cavaliere di buon gusto, Il giuocatore, Il vero amico, La finta ammalata, La dama prudente, L'incognita, L'avventuriere onorato, La donna volubile e I pettegolezzi delle donne. Un'operazione straordinaria.
Nel 1761 Goldoni finì a Parigi, invitato ad occuparsi della Comedie Italienne. Fu qui che iniziò la sua battaglia con la riforma teatrale (di seguito esposta).
In questo periodo francese entrò addirittura in contatto con il re Luigi XVI perché insegnò alle sue figlie, ma la rivoluzione francese lo portò in uno stato depressivo ed economico piuttosto grave, tanto che morì nella miseria il 6 febbraio 1793.
Il teatro di Goldoni
Il teatro di Goldoni è sempre stato ricco di contraddizioni, con scene sempre abbastanza semplici perché "la quotidianità" era ciò che amava raccontare. In particolare, il linguaggio goldoniano, si mostrava indifferente alla tradizionale lingua toscana italiana, ricca di espressioni complesse e formali. Anche i personaggi rappresentavano uomini umili, normali, concreti.
Goldoni si allontanò prestissimo dalla commedia dell'arte, donando invece molta più attenzione e passione al mondo dei comici e volendo trasformare questa passione da criticata e snobbata quale era, a nobile e coraggiosa.
L'elemento che meno piaceva a Goldoni della commedia dell'arte era sicuramente l'italiano, una lingua che non mischiata al veneziano rendeva il linguaggio troppo vicino alla rifiutata tradizione classicistica.
Il tema era soprattutto quello dell'amore, perché per Goldoni l'amore muoveva ogni cosa nel mondo. Oltre a ciò, però, era presente, nel suo teatro, una forte critica e un grande realismo, accompagnati da una certa morale riguardo la classificazione sociale.
Goldoni anticipò alcune forme del dramma borghese perché ogni sua commedia terminava con il lieto fine, ma allo stesso tempo non mancava di un parere personale, un giudizio personale dell'autore, soprattutto sul mondo, un luogo fatto di pregiudizi, di falsa moralità ed etica, in cui ognuno guarda al suo e soprattutto si impegna a fare "buona impressione" così da preservare la propria reputazione, uno dei valori principali di una società già in crisi.
Il teatro di Goldoni rappresentava la vita reale, contemporanea, naturale, quella in cui i personaggi dialogano tra loro pur non conoscendosi affatto; quella in cui la crudeltà è la base delle relazioni umane; quella in cui si prova piacere e si ride della vacuità e della superficialità dello scambio sociale.
La riforma teatrale di Goldoni
Goldoni viene ricordato soprattutto per il suo illuminismo, la sua modernità che vedeva nella rappresentazione del suo mondo, ovvero quello borghese, la necessaria mancanza di ipocrisia. Secondo Goldoni, infatti, il mondo doveva essere razionale, accettare le gerarchie e le differenze sociali, perché un uomo può far ridere, far piangere, amare, arricchirsi, vivere anche se povero o non appartenente alla classe nobile. Tra l'altro, seppure di famiglia borghese, l'autore era ben consapevole di cosa volesse dire soffrire la misera e, nonostante ciò, non la criticava o non la incolpava perché convinto che laboriosità, passione, onore ed onestà avrebbero permesso ugualmente di vivere degnamente.
Goldoni infatti disprezzava la sua classe sociale ma soprattutto non voleva praticare una professione borghese noiosa, priva di stimoli, tranquilla.
Non essendo nato quindi nel mondo del teatro, ma essendoci approdato da ormai avvocato maturo, Goldoni si prende il diritto e il dovere di voler modificare alcune "leggi" teatrali. Questa è la sua riforma teatrale: puntare sulla morale, sempre, sul carattere pedagogico, nonostante le risate e i momenti comici, mettere in risalto le virtù già presenti nel teatro e cancellare quella parte negativa, come appunto il sopra citato perbenismo.
Prima di Goldoni, i commediografi inventavano le frasi perché non c'era nessun testo scritto da imparare o da cui prendere spunto. Lui fu il primo a volere che gli attori leggessero, si informassero e avessero un canovaccio da seguire. Per il riformatore il teatro era un'istituzione, una macchina, che quindi, come tutte le organizzazioni funzionanti, aveva bisogno di ordine, regole, serietà.
La riforma di Goldoni trovò resistenza in alcuni luoghi al di fuori dell'Italia, come in Spagna e in Francia. Perché, seppure molto più apprezzate che in Italia, le sue commedie erano di difficile lettura e comprensione per una popolazione che non viveva i traumi, i problemi, la cultura ma anche la comicità italiana.
Per ulteriori approfondimenti su Carlo Goldoni vedi anche qui
Domande da interrogazione
- Chi era Carlo Goldoni e quale fu il suo contributo principale al teatro?
- Quali furono le principali opere di Goldoni nel 1750?
- In che modo Goldoni si distinse dalla tradizionale commedia dell'arte?
- Quali furono le sfide economiche e personali affrontate da Goldoni?
- Quali furono le reazioni alla riforma teatrale di Goldoni fuori dall'Italia?
Carlo Goldoni era un commediografo, avvocato e scrittore italiano, considerato il padre della commedia veneziana. Il suo contributo principale fu la riforma teatrale che mirava a rendere il teatro più realistico e morale, allontanandosi dalla commedia dell'arte.
Nel 1750, Goldoni pubblicò numerose opere tra cui "Le femmine puntigliose", "La bottega del caffè", "Il bugiardo", "L'adulatore", "Il poeta fanatico", "La Pamela", "Il teatro nuovo", "Il cavaliere di buon gusto", "Il giuocatore", "Il vero amico", "La finta ammalata", "La dama prudente", "L'incognita", "L'avventuriere onorato", "La donna volubile" e "I pettegolezzi delle donne".
Goldoni si distinse dalla commedia dell'arte concentrandosi su personaggi umili e situazioni quotidiane, utilizzando un linguaggio più semplice e realistico, e introducendo testi scritti per gli attori, anziché affidarsi all'improvvisazione.
Goldoni affrontò difficoltà economiche e personali, tra cui una crisi depressiva durante gli studi universitari e problemi finanziari persistenti, culminati in una situazione di miseria durante la Rivoluzione Francese.
La riforma teatrale di Goldoni incontrò resistenza in alcuni paesi come la Spagna e la Francia, dove le sue commedie erano apprezzate ma difficili da comprendere per chi non condivideva la cultura e i problemi italiani.