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Concetti Chiave

  • La pedagogia sociale si distingue come disciplina che studia l'educazione in relazione ai cambiamenti sociali, emergendo nel tardo XIX secolo con Natorp.
  • Storicamente, la pedagogia sociale trae origine da concezioni educative antiche, come in Grecia e nel Medioevo, dove l'educazione era vista come fondamentale per la coesione sociale.
  • Pestalozzi è considerato un precursore della pedagogia sociale, fondando le sue idee sull'importanza della famiglia e dell'educazione morale come basi per la vita sociale.
  • Natorp sviluppa ulteriormente la pedagogia sociale, distinguendo tre dinamismi sociali e promuovendo l'autonomia personale attraverso istituzioni educative.
  • L'approccio di Natorp coinvolge la famiglia, la scuola e la vita sociale spontanea, enfatizzando la formazione di un senso di appartenenza e comunità attraverso l'educazione.
Questo appunto di Pedagogia presenta una panoramica storica circa la nascita della pedagogia sociale, e propone una breve sintesi delle sue tappe e dei concetti fondamentali per questa disciplina, identificandone i campi di applicazione e di studio.
La pedagogia sociale: storia, evoluzione e principali autori della disciplina articolo

Indice

  1. La pedagogia sociale: breve panoramica della disciplina
  2. La pedagogia sociale nella storia e la sua evoluzione
  3. La nascita della pedagogia sociale come disciplina: Pestalozzi e Natorp

La pedagogia sociale: breve panoramica della disciplina

Fra le scienze umane un posto di rilievo rispetto allo sviluppo dell’individuo è occupato dalla pedagogia, e nello specifico dalla pedagogia sociale, una disciplina che studia l’educazione in relazione ai cambiamenti che si originano e sviluppano all’interno della società. L’attributo sociale, riferito alla pedagogia, è un’espressione recente, che risale alla seconda metà del 19° secolo, quando nel 1899 lo studioso Natorp pubblicò il suo volume Sozialpadagogik. Tuttavia, l’opera di Natorp, pur introducendo un nuovo modo di intendere la pedagogia, affronta nel dettaglio alcune tematiche connesse all’educazione, che anche nel passato venivano considerate e affrontate. Rispetto al campo di analisi, come già detto, la pedagogia sociale si occupa si studiare l’educazione, considerandola come un “fatto sociale”, intendendola anche come una condizione determinante per il progresso della società. La pedagogia sociale si occupa dello studio di tre dimensioni connesse all’educazione:

  • Educazione alla socialità
  • Analisi delle condizioni
  • Studio delle responsabilità educative degli attori sociali

La pedagogia sociale nella storia e la sua evoluzione

Come già detto, la pedagogia assume la connotazione “sociale” in quanto il processo educativo viene studiato tenendo conto del contesto all’interno del quale esso avviene, motivo per cui, seppure la nascita della pedagogia sociale come scienza risalga al 1899, le sue radici sono rintracciabili secoli prima. Di seguito viene proposta una linea temporale che illustra la concezione pedagogica e come essa sia mutata nel corso dei secoli:

  • Nei primi capitoli della Genesi viene illustrata la storia dell’umanità, e attraverso il racconto del diluvio universale, viene espresso un importante messaggio pedagogico, ovvero il diluvio come risposta al proliferare del peccato, al fine di rendere possibile un “nuovo inizio”, da intendersi come rinascita, soprattutto a livello sociale e comunitario fra gli uomini.
  • La cultura greca antica, caratterizzata dal sentimento comune rivolto alla politica, può essere intesa come un “Laboratorio di pedagogia sociale ante-litteram”. Infatti in Grecia, grazie ai sofisti, si notò per la prima volta l’esistenza di un legame fra l’educazione e la politica, secondo cui l’educazione consisteva nell’apprendere le tecniche utili per ottenere successo nella vita politica. Platone introdusse il tema della paideia politica, fondata sull’idea di giustizia e di bene comune. Secondo Platone l’azione politica e la responsabilità insita nel governare implicano l’impegno non solo da parte dei governanti, ma anche del popolo, motivo per cui l’azione educativa è essenziale per garantire l’esistenza e la sopravvivenza di una comunità. A partire da questa considerazione iniziò a svilupparsi la concezione secondo cui la città aveva il compito e la responsabilità di formare i ragazzi, futuri governanti, i quali, una volta al governo avrebbero dovuto restituire alla città il frutto dell’educazione ricevuta.
  • Durante il Medioevo si svilupparono varie istituzioni educative civili, fra cui quella promossa dalla Dinastia Carolingia, allora guidata da Carlo Magno, il quale ideò un programma di creazione di scuole civili, le “Scuole Palatine”, che furono affidate ad Alcuino da York, il quale basava il suo programma educativo sullo studio e sul recupero delle virtù tipiche della cultura del mondo classico. Il compito delle scuole del periodo era la formazione dei giovani che aspiravano al sacerdozio, ponendosi sia come scuola di dottrina che come scuola di vita. Fra le funzioni delle scuole palatine vi erano anche gli Scriptoria, tradizione legata alle istituzioni monastiche, il cui compito era duplice; da un lato negli scriptoria venivano riprodotte e conservate le opere del mondo antico, ma d’altra parte queste venivano semplificate, rendendole fruibili per l’insegnamento nelle scuole.
  • Tommaso d’Acquino, nel suo trattato “De regno ad Regem Cypri”, indirizzato ad Ugo II, affronta il tema della formazione definendo gli strumenti operativi di aiuto per i regnanti, in primis la virtù della giustizia; nel trattato afferma che è essenziale coltivare in tutti la virtù della giustizia, e promuoverla nelle nuove generazioni.
  • Con la nascita delle Signorie nell’Alto medioevo si delinearono varie esigenze educative, tutte tese a formare le nuove generazioni di uomini al potere. Baldassarre Castiglione propone una guida per il cortigiano perfetto, affermando che questi debba essere: nobile, abile e coraggioso, colto e raffinato, virtuoso, riflessivo e attento alle proprie compagnie.
  • Comenio definisce la pedagogia come imprescindibile per la convivenza sociale, ispirandosi all’ideale della pansofia, e intendendo la scuola come “officina di uomini”. Il compito di impartire l’educazione spetta alla scuola. Il fulcro della riflessione di Comenio rispetto all’educazione sta nel concetto di organizzazione del piano di studio degli alunni, che secondo lo studioso deve essere impostato e portato avanti seguendo i criteri della propedeuticità e della sistematicità fra discipline.
  • Rousseau nell’Emilio propone un’idea di educazione globale, il bambino non è più inteso come sistema isolato, ma come un sistema che entra in contatto con molteplici altri sistemi, motivo per cui nell’Emilio figurano valori quali la consapevolezza della proprietà privata, la generosità e il giudizio circa il valore delle arti e dei mestieri. Il modo in cui Rousseau intende l’educazione può essere definito come educazione alla cittadinanza e al vivere sociale.
La pedagogia sociale: storia, evoluzione e principali autori della disciplina articolo

La nascita della pedagogia sociale come disciplina: Pestalozzi e Natorp

In un’ottica di evoluzione storica, il pedagogista che può essere definito antesignano e precursore della pedagogia sociale è Pestalozzi, il quale tra il 1802 e il 1805 sviluppò appieno le sue idee e teorie in merito all’educazione sociale degli infanti. Partendo dalla convinzione che una buona educazione di base rivestisse un alto valore sociale, e considerando le esigenze e le istanze metodologiche dettate dall’attualità del periodo, nel 1802 iniziò a sperimentare il suo “metodo elementare” nella scuola elementare di Burgdof, fondando successivamente, nel 1805, la scuola di Yverdon, che rimase attiva fino al 1824. I principi pedagogici di Pestalozzi possono essere riassunti nella massima “la vita educa”, in quanto secondo il pedagogista, la vita umana e il processo educativo si articolano in tre stadi: naturale, sociale ed educativo, che in un’ottica di insieme compongono un bagaglio educativo che coinvolge tutti gli aspetti della vita umana. Riguardo agli aspetti della vita umana, Pestalozzi fornisce un’ulteriore distinzione, identificando il cuore come la dimensione affettiva, la mente come dimensione intellettuale e la mano come dimensione operativa. Identificando la famiglia come il primo ambiente di vita dell’infante, Pestalozzi definisce la famiglia come una condizione necessaria alla vita sociale, e come luogo in cui il bambino riceve un’educazione di tipo morale. L’educazione morale per Pestalozzi è basata su tre cardini:

  • Suscitare la nascita di una coscienza morale, possibile solo attraverso sentimenti puri
  • Esercitarsi alla moralità dominando i propri impulsi e compiendo atti giusti
  • Promuovere il giudizio morale attraverso la pratica della riflessione.

Nell’ambito della pedagogia sociale Natorp è considerato il pedagogista di spicco della scuola Neokantiana di Marburgo. Egli, dopo aver concettualizzato l’idea di educazione come formazione di volontà, propone una visione di pedagogia sociale come “guida” nel percorso di ricerca. Per questo motivo propone una propria analisi della vita sociale, distinguendone tre dinamismi fondamentali: dinamismo istintivo, dinamismo di volontà e dinamismo di ragione. A questi tre dinamismi corrispondono tre classi socio-politiche: classe dell’attività economica; Classe dell’attività governativa e classe dell’attività educativa. Compito della classe dell’attività educativa è quello di favorire il conseguimento della piena autonomia della persona, e in questo il compito della pedagogia sociale è quello di dare ordine e armonia all’unione delle forze sociali. Inoltre, secondo Natorp l’organizzazione educativa può essere scomposta in tre contesti:

  • Famiglia, a cui corrisponde la Pedagogia sociale della famiglia, che si concentra sulla vita domestica della classe operaia e incoraggia alla formazione di associazioni di cura comune- auto-mutuo-aiuto
  • Scuola, a cui corrisponde la Pedagogia sociale della Scuola, Pestalozzi sottolinea il carattere educativo dell’istituzione scolastica, basata sull’idea di imprimere nell’individuo in corso di sviluppo lo spirito di regola e di ordine sociale
  • Vita sociale spontanea, a cui corrisponde la Pedagogia sociale degli ambienti di vita, la quale propone un modello di scuola superiore universitaria popolare, aperta a tutti senza distinzioni di ceto, e che propone e favorisce l’apprendimento del processo di autonomia.

In questo contesto per Natorp l’educatore sociale è colui che coopera alla formazione dello spirito e alla costruzione del senso di appartenenza, in un processo finalizzato a rendere ogni individuo un “membro attivo della comunità educante”.
Per ulteriori approfondimenti sulla pedagogia sociale vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine storica della pedagogia sociale come disciplina?
  2. La pedagogia sociale come disciplina è emersa nella seconda metà del 19° secolo, con il contributo significativo di Natorp nel 1899, ma le sue radici possono essere rintracciate in epoche precedenti, come nell'antica Grecia e nel Medioevo.

  3. Quali sono le tre dimensioni principali studiate dalla pedagogia sociale?
  4. La pedagogia sociale si concentra su tre dimensioni principali: educazione alla socialità, analisi delle condizioni, e studio delle responsabilità educative degli attori sociali.

  5. Come ha contribuito Pestalozzi allo sviluppo della pedagogia sociale?
  6. Pestalozzi ha sviluppato idee e teorie sull'educazione sociale degli infanti, introducendo il "metodo elementare" e fondando scuole che promuovevano l'educazione morale basata su coscienza, moralità e giudizio.

  7. Qual è il ruolo della pedagogia sociale secondo Natorp?
  8. Natorp vede la pedagogia sociale come una guida nel percorso di ricerca, distinguendo tre dinamismi sociali e proponendo un'organizzazione educativa che favorisca l'autonomia personale e l'armonia sociale.

  9. Quali sono i contesti educativi identificati da Natorp nella pedagogia sociale?
  10. Natorp identifica tre contesti educativi: la famiglia, la scuola e la vita sociale spontanea, ciascuno con un ruolo specifico nel promuovere l'educazione e l'autonomia degli individui.

Domande e risposte