Concetti Chiave
- La Schola Palatina fu istituita da Carlo Magno nel palazzo imperiale di Aquisgrana per l'educazione dei figli dell'aristocrazia carolingia.
- Alcuino di York guidò la scuola, diffondendo un modello educativo basato su trivio e quadrivio, poi ampiamente adottato nel Medioevo.
- Il curriculum includeva le arti liberali del trivio (grammatica, retorica, dialettica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica).
- La Schola Palatina ospitò intellettuali di diverse origini, come Paolo Diacono, Dungal, Eginardo, e Teodulfo di Orleans.
- I dotti carolingi furono formati in centri di antica tradizione, favorendo la sintesi tra cultura germanica e classica, paganesimo e cristianesimo.
Indice
La nascita della Schola Palatina
Per volere di Carlo Magno, nacque la Schola Palatina, la scuola del palazzo imperiale di Aquisgrana frequentata dai figli dell'aristocrazia carolingia. La direzione della scuola fu affidata a un chierico anglosassone che l'imperatore aveva incontrato in Italia: Alcuino di York (735-804).
Il modello educativo di Alcuino
Lui elaborò un modello di educazione, già abbastanza diffuso presso abbazie e cattedrali, che si diffuse molto velocemente nei secoli successivi, quindi durante il Medioevo. Questo modello era basato sullo studio delle tre arti liberali, cioè degno di un uomo libero da occupazioni pratiche: quelli del trivio (delle tre vie: grammatica, retorica, dialettica) e del quadrivio (delle quattro vie: aritmetica, geometria, astronomia e musica).
I maestri della Schola Palatina
Fra i maestri della Schola palatina vi furono intellettuali di diversa origine e provenienza, fra cui ricordiamo: il longobardo Paolo Diacono, l’irlandese Dungal, il tedesco Eginardo, Paolino di Aquileia, Teodulfo di Orleans (di origine visigota).
La formazione dei dotti carolingi
Inoltre, notiamo che tu i dotti di epoca carolingia si erano tutti i formati in centri di antica tradizione già esistenti da diverso tempo (Pisa, Aquileia, Bobbio, Fulda, Orleans, York): Questa preparazione consentì loro di operare quella sintesi tra cultura germanica e classica, e quella tra paganesimo e cristianesimo.