Concetti Chiave
- Il fanciullino di Pascoli e il superuomo dannunziano rappresentano miti diversi e complementari in risposta alle trasformazioni sociali ed economiche dell'Ottocento.
- Pascoli propone un mito di evasione attraverso l'infanzia e il nido familiare, cercando un rifugio dalla modernità in un Eden innocente e contemplativo.
- D'Annunzio affronta la modernità celebrandone gli aspetti più spaventosi, trasformando l'impotenza in onnipotenza attraverso atteggiamenti attivistici e aggressivi.
- Entrambi i poeti, nonostante approcci diversi, assumono il ruolo di poeti vati, rivolgendosi alle masse piccolo borghesi oppresse dalla civiltà moderna.
- Le opere di Pascoli, come "Odi e inni" e "Poemi italici", dimostrano che anche lui poteva essere tribuno e cantore delle glorie, oltre al suo rifugio nell'Eden.
Indice
Contrasti tra Pascoli e D'Annunzio
Il fanciullino di Pascoli e il superuomodannunziano sembrano essere due miti antitetici, ma in realtà sono risposte diverse, equivalenti e complementari, alle stesse problematiche. Negli ultimi decenni dell’Ottocento, l’Italia e l’Europa affrontano profondi cambiamenti socio-economici: industrializzazione, ritmi produttivi accelerati, monopoli, imperialismi, conflitti tra capitale e lavoro.Questi mutamenti colpiscono in particolare il ceto medio tradizionale, spingendolo verso la trasformazione in un ceto medio impiegatizio. In questo contesto, entra in crisi la concezione dell’uomo forte e libero, con conseguente smarrimento da parte degli intellettuali, privati del prestigio passato. Nasce così una reazione poetica e ideologica: Pascoli e d’Annunzio rispondono con due modelli mitici profondamente diversi ma uniti dalla stessa origine sociale.
Pascoli e il mito dell'infanzia
Attraverso il mito dell’infanzia, Pascoli immagina un Eden innocente, lontano dalla violenza e dai conflitti del mondo moderno. Un luogo dove prevalgono fratellanza, amore e mitezza, in contrapposizione alla logica produttiva industriale.Questo mito si lega anche a quello del nido familiare, rifugio protettivo dalle paure del mondo esterno. Sullo sfondo, la campagna simboleggia l’innocenza e la semplicità di un’esistenza armoniosa. Si tratta di un mito di evasione che esprime il bisogno di regredire a una condizione fuori dal tempo, lontano dalle metropoli.
D'Annunzio e la celebrazione della modernità
D’Annunzio, al contrario di Pascoli, non rifugge la modernità ma la celebra, anche nei suoi aspetti più drammatici: espansione industriale, guerra, conflitti sociali. Se in Pascoli l’impotenza genera chiusura nel nido, in d’Annunzio si trasforma in onnipotenza, attraverso un atteggiamento attivistico e aggressivo.La sua poetica è improntata all’affermazione dell’io e alla ricerca del sublime, pur rivelando alla base un medesimo senso di angoscia e fascino per la morte. Il superuomo è quindi una maschera mitica, un modo per nascondere pulsioni disgregatrici e nichiliste.
Il ruolo pubblico dei poeti vati
Il superuomo è un mito pubblico, rivolto alle masse: d’Annunzio diventa poeta vate, divo e modello di vita eroica. Anche Pascoli, nonostante l’apparente chiusura intimistica, riveste un ruolo pubblico. La sua poesia si carica di valori morali e sociali, come pace, perdono e fratellanza.Entrambi i poeti si rivolgono al ceto medio piccolo borghese, offrendo modelli alternativi per affrontare le difficoltà della modernità: d’Annunzio promette riscatto eroico, Pascoli mostra la bellezza del quotidiano. Inoltre, Pascoli sa diventare tribuno e cantore delle glorie, come dimostrano opere quali Odi e inni, Canzoni di re Enzio, Poemi italici, Poemi del Risorgimento e il discorso “La grande proletaria si è mossa”.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali differenze tra i miti di Pascoli e D'Annunzio?
- Come Pascoli rappresenta il mito dell'infanzia?
- In che modo D'Annunzio celebra la modernità?
- Qual è il ruolo pubblico dei poeti vati secondo il testo?
Pascoli e D'Annunzio rispondono ai cambiamenti socio-economici con miti diversi: Pascoli con il mito dell'infanzia, un Eden innocente e lontano dalla modernità, mentre D'Annunzio celebra la modernità e l'espansione industriale con il mito del superuomo.
Pascoli immagina un Eden innocente, caratterizzato da fratellanza e amore, in contrapposizione alla logica produttiva industriale, e si lega al nido familiare come rifugio dalle paure del mondo esterno.
D'Annunzio celebra la modernità attraverso l'espansione industriale e i conflitti sociali, trasformando l'impotenza in onnipotenza con un atteggiamento attivistico e aggressivo, e affermando l'io e la ricerca del sublime.
Entrambi i poeti, Pascoli e D'Annunzio, rivestono un ruolo pubblico rivolgendosi al ceto medio piccolo borghese: D'Annunzio come poeta vate e modello eroico, Pascoli con valori morali e sociali come pace e fratellanza.