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di paolodifalco01
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Romualdo VitaleA 5 anni ha scoperto come funzionava il movimento dei pezzi sulla scacchiera per poi iniziare a partecipare ai primi tornei.

Stiamo parlando di Romualdo Vitale che a 27 anni, oltre essere arbitro candidato nazionale e istruttore della Federazione Scacchistica Internazionale, è anche il direttore italiano di Chess.com, la piattaforma di scacchi più usata al mondo dagli appassionati di scacchi.

Romualdo nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha parlato di com'è nata la sua passione e di come gli scacchi, diventanti popolarissimi in questo periodo, hanno un ruolo di primo piano nello sviluppo dell'intelligenza artificiale.

La passione per gli scacchi e la matematica

Da studente, come ci dice Romualdo, se c'è una materia che per lui non ha mai rappresentato un problema quella è la matematica:"Ho notato che quando ho iniziato a partecipare ai primi tornei di scacchi durante le medie sono anche migliorato in matematica e così ho iniziato a fare competizioni nazionali di scacchi e di matematica. Poi alle superiori la passione per la matematica ha preso il sopravvento e ho iniziato a gestire e organizzare il gruppo che poi partecipava alle competizioni scolastiche. L'università è stato il momento in cui ho ripreso a giocare in modo agonistico: ho trovato un gruppo di persone con cui ci riunivamo in un'aula del dipartimento di matematica a Pisa e lì passavamo anche le nottate a giocare a scacchi. Da qui è nata tutta la mia attività online".

La sua passione per gli scacchi però è arrivata a soli 5 anni quando il padre lo ha introdotto in questo nuovo mondo e poi, durante le scuole medie, ha iniziato anche a partecipare a delle competizioni più serie. "Lì ho avuto i miei primi libri di scacchi, ho iniziato a spostarmi per la mia regione che è la Puglia e ho avuto modo di partecipare a due campionati giovanili: queste sono quelle esperienze formative che ti rimangono per tutta la vita visto che ti misuri con persone che sono della tua stessa età e che magari, nonostante il vissuto diverso, condividono la tua passione".

Una passione che, per inciso, forse è più facile condividere quando si è alle scuole elementari dove spesso si partecipa ai primi corsi per imparare a giocare. "Nella mia scuola era mio padre a farli e poi tutti insieme facevamo le gare scolastiche. Alle medie la situazione è un po' cambiata perché sono migliorato come scacchista mentre gli altri non hanno tenuto il passo e quindi mi sono un po' staccato dalle dinamiche della classe. Addirittura ricordo che il primo anno di superiori mancai a scuola per i primi 10 giorni perché avevo appena fatto un campionato europeo di scacchi e in quell'occasione presi la febbre così dovetti stare a casa".

"In sostanza" - conclude Romualdo - "arrivai quando tutti i miei compagni si erano già conosciuti. Il primo giorno, tra l'altro, mi ricordo che la professoressa di matematica mi diede da fare il test d'ingresso per valutare le mie competenze ed io, essendo stato a quel campionato di cui parlavamo prima, avevo anche saltato il corso del ripasso che si fa in estate prima dell'inserimento nella scuola superiore. Nonostante questo ho fatto tutto il test in poco tempo e da lì la professoressa ha capito che mi avrebbe dovuto coinvolgere nelle gare scolastiche".

Il ruolo da direttore di Chess.com Italia e il legame degli scacchi con l'IA

Dopo l'esperienza tra i banchi di scuola adesso Romualdo è il direttore italiano della piattaforma di scacchi più famosa del mondo, Chess.com. "Possiamo dire che in quanto direttore italiano gestisco tutte le operazioni che passano per l'Italia, supervisiono tutti i contenuti che passano per i social e coordino il team che gestisce le dirette degli eventi visto che noi siamo gli unici a farle in italiano. Ogni anno, inoltre, organizziamo il PogChamps ovvero un evento che si è svolto lo scorso marzo molto seguito e sentito. Quest'ultimo è un torneo su invito a cui partecipano otto celebrità che, da principianti, giocano tra loro. Dopo l'ultimo sono davvero tante le persone famose che mi hanno scritto per partecipare al prossimo".

Spesso un po' sottovalutati, non tutti sanno che "gli scacchi vengono considerati universalmente il campo su cui si fa sperimentazione di quella che è l'avanguardia dell'intelligenza artificiale. Io sono laureato in matematica e come tesi triennale ho chiesto al mio relatore di fare qualcosa inerente agli scacchi e in particolare alla famosa IA AlphaZero. Sviluppata dal team di DeepMind, conoscendo solamente il regolamento degli scacchi, quest'IA è riuscita a battere i migliori motori di scacchi che invece erano specializzati solamente in quello".

Il pregiudizio culturale nei confronti di uno sport che ha fatto la storia

In Italia, nonostante il boom degli ultimi mesi, nei confronti di questo gioco c'è una sorta "di pregiudizio culturale visto che non appartiene alla cultura italiana: noi siamo più legati al calcio mentre nei Paesi sovietici sono uno sport insegnato anche ai bambini. Se ci pensiamo quello degli scacchi è uno sport povero: per giocare a scacchi si ha bisogno di una scacchiera e addirittura quando si è bravi non serve visto che si riesce a giocare semplicemente visualizzandola in mente e dicendo le mosse alla persona con cui si sta giocando".

"Nella percezione comune, inoltre, gli scacchi vengono visti come uno sport per persone anziane dove bisogna stare fermi, seduti, concentrati. In realtà i grandi maestri più forti del mondo hanno conquistato il loro titolo a 13 anni, un'età veramente molto bassa. E' difficile nei super tornei incontrare giocatori che abbiano più di 35 anni: l'attuale campione del mondo è del 1990. Quindi bisogna lottare contro questo pregiudizio e per farlo bisogna cambiare le immagini di riferimento. A volte gli scacchi si legano all'idea del genio pazzo: ne 'La Regina degli Scacchi', la famosa serie Netflix che insieme alla pandemia ha dato il via a questo boom degli scacchi, la protagonista Beth Harmon è una pazza, ha problemi con pillole, alcol..."

In pochi sanno che gli scacchi vengono insegnati quando si è più piccoli perché aiutano a migliorare la concentrazione. Molte persone, tra l'altro, imparano a giocare a scacchi tra i banchi di scuola perché spesso vengono fatti dei corsi: da istruttore ne ho fatti diversi nelle scuole elementari, sicuramente le scuole che preferisco da questo punto di vista perché i bambini non hanno pregiudizi sul gioco".

Eppure questo gioco ha avuto un impatto storico abbastanza rilevante."Nel secolo scorso una partita che ha influenzato un'intera generazione è stata quella del '72 tra Bobby Fischer e Boris Spassky. Il primo era un ragazzo americano con un grande talento che ha battuto il dominio sovietico negli scacchi del secolo scorso. Un match simbolico anche per via della guerra fredda. Tra l'altro la protagonista de 'La Regina degli Scacchi' è esemplata su Bobby Fischer: nella serie infatti si vede che gioca con Borgov, uno scacchista russo inventato. In tempi recenti la partita più nota è stata quella del III° turno della Sinquefield Cup tra Magnus Carlsen e Hans Niemann perché si racconta di questo grande maestro che abbia barato utilizzando dei giocattoli non convenzionali".

"In pratica c'è stato uno streamer di scacchi che, ad un certo punto, durante una diretta goliardica ha detto che Niemann avrebbe barato utilizzando un vibratore ma è chiaro che questa cosa non ha molto senso. Questa notizia però ha fatto il giro del web e poi è arrivata a così tante persone che prima ancora di sapere chi fosse Niemann lo descrivevano come quello che aveva barato con un vibratore".

L'attuale campione del mondo e ciò che rappresenta

Magnus Carlsen è anche il giocare preferito del direttore italiano di Chess.com:"Come scacchista è uno dei pochi dell'epoca moderna ad aver capito che non serve avere uno stile. Bisogna essere un giocatore universale ovvero saper giocare la mossa migliore qualunque sia la posizione da cui si parta. Questa, secondo me, è anche una caratteristica fondamentale per affrontare la vita: non possiamo pensare di dare sempre le stesse risposte alle situazioni che la vita ci presenta".

"Lui, inoltre, è anche uno sportivo molto carismatico e per questo rappresenta bene quello che è il gioco degli scacchi e quello che gli scacchi possono dare: non è uno scacchista che sta solo in giacca e cravatta con la pipa ma pratica altri sport ed è attento anche all'aspetto psicologico del gioco. A mio parere anche il giocatore più forte della storia".

Paolo Di Falco