
La stagione autunnale è appena iniziata, le scuole e la maggior parte delle attività commerciali hanno ripreso il loro abituale corso e, come gli esperti avevano previsto negli scorsi mesi, i contagi da Covid-19 iniziano a risalire.
Nonostante si tratti infatti di una ripresa della normalità, vincolata al rispetto di tutte le norme di sicurezza vigenti, tuttavia i dati nazionali indicano ogni giorno un aumento notevole di positivi al Coronavirus.Sebbene le Regioni stiano adottando in modo autonomo ordinanze sulla base dei dati all’interno dei loro confini, tuttavia tra i cittadini rimane la preoccupazione riguardo a quale scenario, nelle prossime settimane, il nostro Paese potrebbe trovarsi ad affrontare.
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La seconda ondata di Covid-19 in Italia è già arrivata?
Se i dati registrati sui decessi causati dal Covid-19 rimangono stabili e molto contenuti (ieri sono stati 16 mentre domenica 18), tuttavia il numero dei positivi al virus è in notevole crescita: i numeri di ieri infatti toccano i 2.257, in lieve calo rispetto ai 2.578 di domenica.Secondo le parole dell’epidemiologo Pier Luigi Lopalco in questi giorni si sta assistendo ad "una seconda ondata di contagi", anche se è fortunatamente la tenuta del sistema sanitario rimane ancora contenuta e sotto controllo: “la seconda ondata non c’è fortunatamente negli ospedali. Possiamo però parlare di nuova ondata come casi positivi”.
A destare molta preoccupazione insomma è anche il concreto rischio di un nuovo collasso del sistema sanitario qualora non si riuscisse ad arrestare il numero dei positivi.
Per preparare il nostro Paese ad ogni eventualità, il Comitato Tecnico Scientifico avrebbe delineato - secondo quanto riferito dalle anticipazioni di Repubblica - un documento con 4 diverse possibili situazioni in cui sarà possibile incorrere in base all’andamento della curva epidemiologica sul territorio nazionale. Sarà infatti il livello raggiunto dall’indice Rt, ovvero l’indice di trasmissione nazionale del virus, a stabilire quale dei 4 scenari delineati dal CTS in un documento ufficiale, i cittadini si troveranno ad affrontare, con le relative misure restrittive.
Primo scenario con Rt inferiore a 1: rischio basso
Se nelle prossime settimane l’indice Rt risultasse inferiore a 1, allora le misure di sicurezza rimarrebbero ad un livello minimo. Sarebbe infatti sufficiente l’uso corretto e costante dimascherine e gel igienizzanti, il rispetto del distanziamento sociale e infine la somministrazione di tamponi.
In questo caso infatti la situazione sarebbe analoga a quella vissuta nei mesi estivi di luglio e agosto, caratterizzata quindi da una diffusione bassa del virus con piccoli e circoscritti focolai e sarebbe quindi possibile controllare e arginare la diffusione di ulteriori contagi.
Secondo scenario: rischio medio
In questo secondo scenario il numero dei casi e quindi anche dei focolai sarebbe maggiore ma il sistema sanitario sarebbe comunque in grado di gestire tutti i pazienti positivi. In questo caso, se la situazione risultasse fuori controllo, sarebbero adottate misure più stringenti e drastiche solo in circoscritte zone rosse.
Terzo scenario: rischio alto da meno di tre settimane
Se l’indice Rt continuasse ad aumentare fino ad arrivare ad un tasso ritenuto alto da meno di tre settimane, allora ci troveremmo di fronte al terzo scenario. In questo caso si assisterebbe ad un maggiore e diffuso numero dei focolai e al conseguente collasso del sistema sanitario nazionale.Per far fronte ad una situazione del genere si potrebbe procedere con la chiusura di esercizi commerciali a più alto tasso di rischio come discoteche, locali, palestre e attività a scopo ricreativo e sociale.
Quarto scenario: rischio alto con 1,5 Rt da più di tre settimane
Il quarto e ultimo scenario è senza dubbio il più temuto poiché ricalca esattamente la situazione del lockdown nazionale, come quella già vissuta nella scorsa primavera.Per incorrere in una soluzione di questo tipo l’indice di Rt dovrebbe rimanere superiore a 1,5 per più di tre settimane, e per far fronte a questa drammatica evenienza, sarebbe di nuovo imposta la quarantena con la conseguente ripresa dello smart working generalizzato e l’obbligo di chiudere scuole, università, locali, bar, discoteche e qualsiasi altro tipo di attività commerciale che non sia considerata strettamente di prima necessità.
Giulia Onofri