Francesco Bertoldi
Autore
Studentessa all'orale di Maturità

Cosa succede se uno studente decide di presentarsi all’orale di Maturità per poi non aprire bocca? Nulla in particolare, almeno per il momento. Questo a patto che il resto del voto, tra crediti scolastici e prove scritte, regga. 

Lo hanno dimostrato in questi giorni alcuni studenti – tra  Veneto, Toscana e Marche – diventati immediatamente simbolo di una protesta contro i meccanismi di valutazione, percepiti come eccessivamente competitivi e poco attenti alla componente umana.

Tutto è iniziato con un ragazzo di Padova, che ha deciso di boicottare l’orale restando in silenzio davanti alla commissione. La protesta è stata subito raccolta da una maturanda di Belluno e da un altro studente di Treviso. E ora si parla di altri due casi, uno di un alunno di Firenze e l'altro di una collega di Piobbico, in provincia di Pesaro e Urbino. E questi sono solo quelli balzati alle cronache. La sensazione, però, è che tanti altri se ne siano verificati in questa tornata d'esame.

Tutte proteste che, alla fine dei conti, non avranno nessuna seria ripercussione sui protagonisti della vicenda: voti un po’ più bassi, d'accordo, ma tutti promossi. Eppure, la loro scena muta ha fatto parecchio rumore. Tanto da spingere il ministro Valditara a intervenire pubblicamente, promettendo una svolta normativa a partire dal prossimo anno.

Indice

  1. Scena muta all’orale? Si può fare, ma forse ancora per poco
  2. Valditara: "Chi boicotterà l'orale, ripeterà l’anno"
  3. La leggenda della firma e i punti che (non) regala

Scena muta all’orale? Si può fare, ma forse ancora per poco

Al momento, però, nessuna norma vieta esplicitamente di rimanere in silenzio all’orale. A oggi, chi si presenta davanti alla commissione e non risponde volontariamente può comunque essere valutato e superare l'ostacolo, anche con 0 punti. La valutazione finale dell’Esame di Stato, infatti, dipende in tutto e per tutto dal totale dei punti ottenuti nei vari passaggi di cui si compone il voto. Se, dunque, sommando crediti e prove finali si superano i 60/100 il diploma è garantito, indipendentemente dalle singole prove a cui si può anche prendere un’insufficienza grave senza, per questo, intaccare la promozione.

Ecco perché gli studenti "in protesta", pur avendo fatto scena muta, non sono stati bocciati: avevano un “tesoretto” di punti sufficiente a compensare l’assenza di risposte. In pratica, si sono presentati di fronte alla commissione con i punti sufficienti per ottenere il titolo.

Valditara: "Chi boicotterà l'orale, ripeterà l’anno"

Ma la reazione del ministro dell’Istruzione e del Merito non si è fatta attendere. Giuseppe Valditara ha definito tali episodi inaccettabili e ha annunciato che, dal prossimo anno, verranno introdotte nuove regole per impedire che si ripetano situazioni del genere. 

In che modo? Semplice: chi si rifiuterà di collaborare all’orale verrà bocciato. “Se un ragazzo decide di non rispondere non perché non è preparato, ma per boicottare l’esame, dovrà ripetere l’anno”. Tradotto: la protesta silenziosa sarà presto considerata un comportamento sanzionabile a tutti gli effetti.

La leggenda della firma e i punti che (non) regala

Infine, occorre sfatare un mito. Molti pensano che presentarsi all’orale e firmare basti per ottenere almeno qualche punto. Ma è una fake news bella e buona. Non esiste un voto minimo per l’orale. Il punteggio può variare da 0 a 20, in base alla griglia di valutazione adottata dalla commissione.

La semplice “firma” non assegna alcun punto extra. L’unico margine di “regalo” possibile sono i 5 punti bonus che la commissione può attribuire a chi ha totalizzato almeno 30 crediti scolastici e 50 punti tra scritto e orale. Ma anche questi non sono automatici, bensì concessi a discrezione della maggioranza dei commissari.

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