
La maturità si è conclusa per le studentesse di Venezia che hanno fatto scena muta durante il colloquio orale. I voti sono usciti e anche le tre ragazze sono state promosse. Il loro è stato un gesto di protesta che ha acceso un intenso dibattito nei giorni scorsi.
A scatenarlo sarebbe stata una commissaria esterna di greco, che ha assegnato a 10 studenti su 14 un’insufficienza grave nella seconda prova.
A detta delle studentesse, la decisione della docente sarebbe stata ingiusta e dettata unicamente da alcuni dissapori con il loro professore ordinario di latino.Leggi anche:
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Le dichiarazioni delle studentesse
“La commissaria esterna di greco era entrata in conflitto con il nostro professore di latino qualche anno fa e con noi si è rivelata ingiusta. Si è tenuta bassissima con i voti, mentre nell’altra classe ha assegnato punteggi decisamente più alti” avevano dichiarato le studentesse - secondo ‘Open’ - raccontando i motivi celati dietro la loro decisione di fare scena muta al colloquio orale di maturità. Dopo queste accuse e dopo il polverone mediatico sollevatosi negli ultimi giorni, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha avviato delle indagini per verificare le circostanze di quanto accaduto.
L’ispezione ministeriale
L’ispezione avviata dal Ministro Giuseppe Valditara sembra aver chiuso definitivamente la vicenda del liceo veneziano. Secondo quanto riportato da ‘Corriere del Veneto’ le indagini non avrebbero rilevato alcuna irregolarità nella correzione della seconda prova. La professoressa di greco non sembra aver commesso alcuna ingiustizia nell’assegnare i punteggi agli studenti. Anche perché, come ricordato dal Ministero, la valutazione è un giudizio collegiale approvato e validato da tutti i docenti della commissione. Secondo il MIM quindi la contestazione avrebbe dovuto rivolgersi all’intera commissione.