
Immagina di essere davanti alla commissione, tutto è pronto per l’orale di Maturità. Hai studiato, sei preparato, manca solo l’ultimo passo. E invece ti alzi, firmi il registro e dici: “Signori, grazie di tutto, ma io questo colloquio di Maturità non lo voglio sostenere. Arrivederci”.
Questo è quello che è realmente successo ad un ormai ex-maturando di un liceo di Padova. Il suo gesto ha colpito tutti, dalla commissione ai giornali, fino ai social.
Ma dietro quella porta sbattuta non c’è una ribellione improvvisata: c’è una critica forte e lucida al sistema scolastico.
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Matematicamente promosso: il rifiuto calcolato
Non si tratta, infatti, di una bravata da fine anno. Il ragazzo aveva già in tasca la promozione. Con 31 crediti scolastici, un 17 alla prima prova e 14 alla seconda, il totale di 62 punti bastava per superare l’esame, anche senza l’orale.
Insomma, non aveva bisogno di “giocarsela” davanti alla commissione. Aveva fatto i conti e aveva deciso: basta così.
Dietro a questo gesto, però, non c’è solo il rifiuto di sottoporsi alla prova: c’è un messaggio politico, un atto di dissenso contro un sistema che, secondo lui, non valorizza davvero le capacità degli studenti.
“L’esame di Maturità è una sciocchezza”
Al 'Mattino di Padova', lo studente ha raccontato: “Ho visto compagni diventare addirittura cattivi per un voto”. Inseriti in un sistema che crea ansia da prestazione e competizione tossica, dove ogni punto può trasformarsi in un’arma. E così, dopo anni di frustrazione, ha deciso di fermare tutto proprio al momento più simbolico: l’orale.
“Trovo che l’attuale meccanismo di valutazione degli studenti non rispecchi la reale capacità dei ragazzi, figuriamoci la Maturità”, ha aggiunto.
Un confronto acceso con la commissione
Il gesto ha preso in contropiede anche i professori: “La presidente è stata rigida, mi ha detto che non sostenendo l’orale insultavo il lavoro dei docenti che avevano corretto i miei scritti”, ha raccontato ancora il diciannovenne.
Un’accusa pesante, che mostra quanto il gesto sia stato sentito come un affronto personale, prima ancora che istituzionale, dalla commissione.
Ma, dopo un primo momento di tensione, è arrivato il compromesso: il maturando ha risposto ad alcune domande generiche sul programma.
Risultato? 3 punti in più e un voto finale di 65/100, non per suo volere ma per quello degli insegnanti.