
Oggi 13 maggio, a poco più di un mese dall’inizio dell’esame di Maturità 2020, dal Nord al Sud Italia, moltissimi studenti del quinto anno si sono uniti in uno sciopero generale delle lezioni a distanza in segno di protesta contro l’incertezza del Ministero dell’Istruzione sull’Esame ormai prossimo.
L’ordinanza ministeriale, relativa agli Esami di Stato 2020, annunciata dal MI pochi giorni fa è infatti ancora in fase di vaglio da parte del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione che entro domani dovrà manifestare il proprio giudizio.
Le possibili modifiche del CSPI alle ordinanze già pubblicate
È possibile che CSPI, in seguito alla valutazione delle ordinanze già emesse, possa richiedere di apportare alcune modifiche, rischiando quindi di allungare i tempi di attesa per le comunità scolastiche che devono essere invece informate al più presto sulle modalità di organizzazione degli esami.Il MI infatti deve attendere il parere obbligatorio del CSPI e qualora siano proposte modifiche nell’ordinanza, deve predisporre una circolare con le eventuali rettifiche.
In tal caso, l’allungamento dei tempi sarebbe inevitabile, senza contare l’aumento della confusione generale a poche settimane dall’inizio della Maturità.
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La protesta dei maturandi: lo sciopero online
Dopo la raccolta di firme lanciata online per l’annullamento dell’Esame di Maturità 2020 che è arrivata a contare circa 50mila adesioni, ecco un'altra iniziativa da parte di alcuni studenti che vogliono far la loro voce di protesta sul web, divenuto ormai l’unico mezzo di comunicazione delle comunità scolastiche. Questa mattina moltissimi studenti di quinto anno, infatti, non si sono presentati alle lezioni a distanza del giorno, manifestando quindi in questo modo il diffuso dissenso nei confronti dell’organizzazione troppo rallentata del Ministero dell’Istruzione sulla Maturità 2020.Gli organizzatori dello sciopero, contrassegnato dall’hashtag #ioscioperodacasa, non chiedono però l’abolizione del maxi-orale come invece fa la petizione sopracitata (si tratta due iniziative differenti, portate avanti da due gruppi distinti di studenti). Gli scioperanti chiedono piuttosto una sua modifica e "il ripristino delle modalità che erano state date prima del comunicato dell'8 maggio", ovvero quello che sintetizzava i contenuti dell'ordinanza.
Ritengono infatti che la didattica a distanza non garantisca una preparazione omogenea e adeguata e che l’organizzazione generale dell’esame sia ancora “confusa e fraintendibile”, proprio perché non ci sono ancora documenti ufficiali che chiariscano aspetti relativi anche alla preparazione degli studenti stessi. Infine il tempo concesso agli studenti per lavorare sull’elaborato con il quale dovranno aprire il colloquio viene giudicato troppo esiguo, in quanto entro il 1 giugno i docenti delle materie di indirizzo dovrebbero assegnare un argomento a ciascuno ed entro il 13 giugno il lavoro dovrà necessariamente essere riconsegnato agli stessi docenti.