Giulia.Onofri
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laurea in Storia: sbocchi professionali

Il corso di laurea in discipline storiche è organizzato secondo la formula 3+2, strutturandosi quindi in una laurea di primo livello di durata triennale a cui è possibile aggiungere la magistrale della durata di due anni, per approfondire e concludere l’intero percorso di studi.

Laurea di primo livello in Storia: tasso di occupazione

Per gli studenti che, ottenuto il diploma di laurea di primo livello nelle discipline storiche (L-42) o Storia e Filosofia (L-5), non hanno intenzione di proseguire e iscriversi alla magistrale, Il Sole 24 Ore ha evidenziato i numeri e le percentuali dell’anno 2018 riferite alle diverse università italiane, evidenziando per ciascuna alcuni dati interessanti.
In generale, la media dei numeri ottenuti da questa stima condotta a livello nazionale è equivalente in ogni regione e ateneo. In particolare, tra i dati più interessanti è sicuramente da considerare la media dei seguenti dati:
  • Anni impiegati per raggiungere la laurea di primo livello in Storia: dai 4.3 ai 4.6;
  • Tasso di occupazione: dal 29.2% al 34.6%;
  • Mesi trascorsi dalla laurea al primo lavoro: da 4.2 a 4.6 mesi.

Lauree magistrali in discipline storiche: tasso di occupazione e retribuzione

Sono molti gli studenti che arrivati a metà percorso, dopo la triennale decidono di proseguire gli studi e iscriversi alla magistrale.
I corsi di laurea magistrale in cui è possibile canalizzare i propri interessi e specializzarsi sono molteplici e diversificati. In generale, la scelta è davvero ampia: storia magistrale (medievale, moderna o contemporanea), Antropologia ed Etnologia, Archeologia, Archivistica e Biblioteconomia, Scienze delle Religioni, Civiltà orientali, Scienze storiche e filosofiche, Scienze della documentazione o del documento e molte altre.
Ogni ateneo dispone di un determinato ventaglio di offerte formative e didattiche in cui è possibile orientare le proprie preferenze.
In genere gli elementi che uno studente deve tenere in considerazione prima di decidere in quale corso iscriversi non sono solo quelli relativi ai propri gusti ma anche quelli che riguardano il proprio futuro, in particolare il tasso di occupazione e la retribuzione desiderata.
Il Sole 24 Ore per esemplificare proprio questo aspetto, ha messo a disposizione sul proprio sito un database che confronta la retribuzione mensile dei lavori trovati dopo il conseguimento di alcune lauree magistrali divise per ogni settore.
I dati aggiornati al 2017 mostrano la retribuzione mensile diversificata nei seguenti corsi di laurea e il tasso di occupazione dei neolaureati:
  • Antropologia culturale ed etnologia: circa il 79% dei neo-laureati lavora con una retribuzione mensile al di sotto dei 1.200 euro;
  • Archeologia: circa il 65% dei neo-laureati lavora con una retribuzione mensile intorno ai 1.000 euro;
  • Archivistica e Biblioteconomia: circa il 69% dei neo-laureati lavora con una retribuzione mensile intorno ai 1.100 euro;
  • Scienze delle religioni: circa il 73% dei neo-laureati lavora e con una retribuzione mensile intorno ai 1.100 euro;
  • Scienze filosofiche: circa il 74% dei neo-laureati lavora con una retribuzione mensile leggermente sotto i 1.200 euro;
  • Scienze storiche: circa il 75% dei neo-laureati lavora con una retribuzione mensile leggermente al di sotto dei 1.200 euro.
  • Laurea in Storia: le professioni più richieste e i tipi di contratto

    Il Sistema informativo Excelsior per l’occupazione e la formazione aggiornato al 2017 ha fatto un sondaggio su un campione di 10.100 studenti laureati e ha evidenziato quali sono le figure professionali maggiormente richieste dalle aziende nel campo degli studi ad indirizzo letterario, filosofico, storico e artistico:
    • Docenti ed esperti nella progettazione formativa e curricolare: 2.500;
    • Registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi: 2.400;
    • Insegnanti di discipline umanistiche: 1.120;
    • Compositori, musicisti e cantanti: 990;
    • Professori di scuola secondaria superiore: 950;
    • Giornalisti: 660.
    Tra questi a 2.250 è stata richiesta una specializzazione post-laurea come master o dottorato.
    Il 56% ha ottenuto un contratto determinato mentre solo l’11% indeterminato. Il 25% è ingaggiato in qualità di collaboratore e infine l’8% con altri tipi di contratto di dipendenza.

    Laurea in Storia: tutti gli sbocchi professionali

    È innegabile che con il titolo di laurea magistrale, soprattutto nel campo delle discipline storiche, filosofiche e umanistiche in generale, è più semplice trovare un’occupazione stabile e nel minor tempo possibile.
    Sono diverse le figure professionali a cui questi studi danno accesso, diversificate in molteplici campi di attività soddisfacenti e interessanti:
    • Ricerca presso le università: un sesto dei laureati decide di tentare la strada del dottorato e di lavorare per qualche anno presso l’università. Oltre a fare ricerca e a scrivere la propria tesi, durante il periodo di dottorato (retribuito), si diventa infatti assistente dei professori ordinari organizzando seminari, lezioni e assistendo didatticamente gli studenti durante i semestri;
    • Insegnamento: l’insegnamento nelle scuole secondarie è un’altra strada per rimanere a scuola e insegnare le proprie materie. Si può iniziare come supplenti presso le scuole pubbliche o come docenti in quelle private, in attesa del concorso per l’abilitazione che dà maggiori probabilità di accesso e stabilizzazione futura presso una scuola statale;
    • Archivi, biblioteche, musei: i laureati in storia possono lavorare in questi tre luoghi di cultura. In particolare, gli archivisti e i bibliotecari si occupano di curare e digitalizzare i volumi, impegnandosi anche in progetti di ricerca; i mediatori culturali presenti nei musei invece organizzano i documenti per la stampa, mostre e visite guidate, conferenze e manifestazioni. Per tutte queste professioni in genere sono richieste conoscenze e titoli aggiuntivi alla laurea
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    • Giornalismo: come gli storici, anche i giornalisti hanno l’obbligo di raccogliere informazioni e vagliare fonti e testimonianze con sguardo obiettivo ed imparziale, senza lasciarsi condizionare quindi da nessuna posizione in particolare;
    • Editoria: lo storico che possiede conoscenze specialistiche, passione per la scrittura e di conseguenza grande dimestichezza con la lingua, può indirizzarsi anche nel settore dell’editoria ricoprendo il ruolo di editore o di direttore di una casa editrice;
    • Organizzazioni internazionali: anche gli scenari di politiche internazionali possono rivelarsi uno sbocco lavorativo interessante. In tal caso però lo studio dovrà essere indirizzato verso un orientamento internazionale e accompagnato magari da un’esperienza di studio in un’università estera o di stage in organizzazioni e associazioni internazionali.
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