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La ricerca di un lavoro, con una laurea in tasca, è certamente più facile. Il titolo accademico continua a rappresentare un valido investimento a lungo termine. A dirlo è il XX Rapporto Almalaurea sulla Condizione occupazionale dei laureati.

Tra gli oltre 75mila laureati magistrali biennali del 2012 coinvolti dall’indagine, a cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’87,8% per i laureati di primo livello e all’87,3% per i laureati magistrali biennali.. In più, oltre la metà è assunta a tempo indeterminato. Smentiti, dunque, i critici che – soprattutto in questi anni di crisi – vedono negli studi universitari solo tempo perso a coltivare un sogno che difficilmente si avvererà. Fondamentale, però, è scegliere bene il percorso accademico da affrontare. Perché ci sono delle facoltà – o, meglio, delle aree disciplinari – che non solo danno maggiori opportunità lavorative ma offrono anche stipendi più alti.

Economia e Ingegneria: ecco le lauree che garantiscono un lavoro

Il mercato ha ‘fame’ di gente specializzata nelle professioni sanitarie, in ingegneria e nel ramo economico-statistico. I laureati di questi settori, infatti, hanno tassi di assorbimento altissimi, ben superiori alla media: si viaggia sopra quota 90%. Ma, in generale, è sempre meglio iscriversi nelle facoltà scientifiche e tecniche, che in quelle umanistiche. Lo dicono le statistiche. Non sono male, infatti, le chance lavorative per i dottori in architettura (88.8%), nel campo chimico-farmaceutico (88.2%) e, a sorpresa, in educazione fisica (87.7%), che batte le lauree scientifiche (87.1) anche se di poco. Decisamente più scarse (ben al di sotto della media generale) le performance dei gruppi giuridico (76.5%), geo-biologico (78.5%), letterario (79.7%), insegnamento (82.4%).

Ingegneri e scienziati sono anche quelli che guadagnano di più

Ma la bontà di una laurea non si valuta solo dalla rapidità con cui riesce a trovare un’occupazione. Bisogna considerare anche le condizioni economiche che si celano dietro quel lavoro. Anche sotto questo punto di vista spiccano le professioni sanitarie e i titoli ingegneristici. A fronte di una media retributiva di 1.428 euro netti mensili (sempre a cinque anni dalla laurea), lo stipendio degli ingegneri e dei laureati in campo scientifico schizza in media, rispettivamente, a 1.753 e 1.668 euro netti al mese. Un buon incentivo per valutare l’idea di iscriversi a questo tipo di percorsi universitari. Ma per quasi tutte le classi disciplinari la situazione finanziaria dei laureati rispecchia, grosso modo, la performance occupazionale. Così, al di sopra della media retributiva, troviamo ancora una volta le lauree economico-statistiche e del settore chimico (tutte con prospettive di guadagno superiori a 1.500 euro mensili). Mentre a fondo classifica troviamo i laureati dei gruppi psicologico (1.042), insegnamento (1.127) e letterario (1.168) devono accontentarsi di circa meno di 1.200 euro al mese.

Marcello Gelardini