giannyetonia
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Concetti Chiave

  • Jean-Jacques Rousseau, pur appartenendo all'Illuminismo, si distingue criticando la corruzione delle arti e delle scienze e il loro uso per consolidare il potere tirannico.
  • Rousseau elabora il concetto di "stato di natura" come una condizione di innocenza e purezza umana, contrastando il degrado introdotto dalla società e dalla proprietà privata.
  • Nel "Contratto sociale", Rousseau propone una società basata sulla libertà e l'uguaglianza, con la sovranità popolare e un modello di democrazia diretta.
  • L'opera "Emilio" di Rousseau si concentra sull'educazione naturale, adattata ai bisogni del bambino, per formare individui liberi dai condizionamenti sociali corrotti.
  • Le idee di Rousseau hanno influenzato profondamente il pensiero politico e sociale del suo tempo, contribuendo a eventi storici come la Rivoluzione francese.
In questo appunto viene spiegato come in un'epoca in cui il progresso è tutto, il filosofo francese Jean-Jacques Rousseau è una voce fuori dal coro. Pur appartenendo di diritto all'Illuminismo francese il suo pensiero se ne discosta, accendendo un dibattito verso la società del tempo che apre la strada alla contemporaneità.
l'Emile di Jean-Jacques Rousseau

Indice

  1. Jean-Jacques Rousseau e il suo rapporto con l’Illuminismo
  2. Lo stato di natura e il mito del buon selvaggio
  3. Jean-Jacques Rousseau e il contratto sociale
  4. L’Emilio: dalla società all’individuo

Jean-Jacques Rousseau e il suo rapporto con l’Illuminismo

Nato a Ginevra nel 1712, Jean-Jacques Rousseau appartiene di fatto all’Illuminismo francese, rivestendo però all’interno di questo un ruolo del tutto caratteristico.

In un periodo segnato da idee di libertà e progresso e da una crescente affermazione della ragione, Rousseau sostiene che arti e scienze siano corruttrici di costumi. E siano usate inoltre dai tiranni per esercitare il potere. Pur collaborando con gli illuministi, quindi, il rapporto con le idee del tempo è, per il filosofo francese, piuttosto controverso. Nel 1750 Rousseau si afferma nel panorama filosofico con la sua opera “Discorso sulle scienze e le arti”, in cui esprime questo suo pensiero critico verso la contemporaneità. Da questo momento tutta la filosofia di Rousseau si baserà sulla contrapposizione tra natura, con caratteristiche positive, e società, con quelle negative.
Per ulteriori approfondimenti sull'Illuminismo vedi qui

Lo stato di natura e il mito del buon selvaggio

Per Rousseau lo stato di natura è una sorta di paradiso terreste in cui l'uomo è naturalmente innocente e puro. Gli uomini, dominati da un istinto di socievolezza, vivono in semplicità e armonia e non hanno necessità di lavorare in quanto la natura produce spontaneamente e in abbondanza. Lo stato di natura è definito come uno “stato di autarkeia” poiché ogni uomo è autosufficiente e i contatti con i propri simili sono principalmente legami di tipo sessuale. Ad un certo punto, subentrano delle condizioni esterne che impediscono l'autarkeia: catastrofi naturali, carestie ecc. ; gli uomini allora, sentono il bisogno gli uni degli altri, nascono così le prime forme di associazione: la famiglia cioè la stabilizzazione di un legame sessuale. Poi, nascono le associazioni lavorative, in quanto la terra non essendo più in grado di soddisfare tutti necessita di essere lavorata; gli uomini allora, collaborano dividendosi i lavori: l'agricoltura e la metallurgia.
Così, nasce la proprietà privata che rompe l'uguaglianza. In questo modo, avviene il passaggio dallo stato di natura alla società in cui l'uomo diventa egoista e desidera cose futili.
Lo stato di natura è lo stato in cui l’umanità ha vissuto la prima fase della propria storia. Rousseau lo esalta ed elabora il “mito del buon selvaggio”, l’uomo che vi vive dominato da due istinti:

  • l'amore di sé: cioè l'istinto all'autoconservazione;
  • la pietà: cioè l'istintiva ripugnanza nel veder soffrire i propri simili.

Nell'opera “Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini” (1755), un piccolo saggio scritto in maniera semplice, Rousseau afferma che l’origine dell’infelicità umana è il progresso della società. Le diseguaglianze non provengono dalla nostra natura, ma dalla storia, e sono nate con la proprietà privata: "Quando il primo uomo ha recintato una terra ed ha detto ‘questo è mio’, da lì sono nate le diseguaglianze".
Si crea, così, la condizione dello stato di guerra tutti contro tutti. Secondo Rousseau esistono tre grandi diseguaglianze tra:

  • Ricco e povero, introdotta dalla proprietà privata
  • Potente e debole, introdotta dalla magistratura
  • Padrone e schiavo, introdotta dal potere arbitrario

È da tenere presente che, nella critica di Rousseau, questa teoria sullo stato di natura non è da intendersi come una nostalgia per un passato idilliaco. È invece un metodo e uno strumento per guardare in maniera critica alla realtà contemporanea.
Per ulteriori approfondimenti sullo stato di natura vedi qui

Jean-Jacques Rousseau e il contratto sociale

Nel “Contratto sociale” (1762) la critica di Rousseau lo allontana ancora di più dall’ideologia illuminista. In quest’opera il filosofo affronta proprio il tema dell'uscita dal degrado moderno proponendo un ritorno alle origini. L'unità originaria è impossibile da recuperare, essendo gli uomini corrotti, ma si possono ricreare le condizioni dello stato di natura: la libertà e l'uguaglianza. Rousseau, infatti, proporrà una società di uomini liberi ed uguali: uno stato democratico.
Questo contratto è fondato su un'unica clausola: l'alienazione da parte di ciascuno di tutti i propri diritti alla comunità.
Nasce la volontà generale, la sintesi di tutte le volontà individuali cioè una condivisione; il cui fine ultimo è il bene collettivo, infatti, obbedendo alla volontà generale ciascuno obbedisce anche a se stesso. Si crea un soggetto collettivo, un “io comune”, costituito da tutti i membri della comunità: l'individuo trova senso solo all'interno della collettività.
Rousseau teorizza uno stato in cui la sovranità appartiene al popolo su un modello di democrazia diretta: il potere legislativo (fare le leggi) è del popolo; il potere esecutivo (far eseguire le leggi) è del Governo, i funzionari del quale sono scelti dal popolo e vige il principio di elezione e di removibilità. La democrazia diretta è applicabile in un piccolo stato.
I problemi proposti dalle teorie del filosofo hanno segnato l’epoca illuminista, sollevando non poche questioni: richiamo alla libertà, all’uguaglianza. Non c’è da stupirsi allora al pensiero che poco dopo la morte di Rousseau (1778) avverrà l’evento che segnerà un grande cambiamento nella storia politica e sociale: la Rivoluzione francese (1789).
Per ulteriori approfondimenti sul Contratto sociale di Rousseau vedi qui
Rousseau, Jean-Jacques – Il pensiero dell’illuminista francese articolo

L’Emilio: dalla società all’individuo

Nello stesso anno (1762) in cui pubblica l’opera “Contratto sociale” in cui si occupa dello stato e della vita collettiva, Rousseau scrive l’”Emilio”. Quest’opera è si presenta come un romanzo pedagogico che ha come progetto quello di liberare l’educando dai condizionamenti corrotti della società. Agendo sin da subito sull’educazione naturale dell’uomo, lo si forma prima ancora che sia un cittadino. Chi lo educa dovrà rispettare la natura del bambino e adeguare gli insegnamenti ai suoi bisogni, seguendo i suoi tempi senza imporre o forzare l’apprendimento. Il percorso educativo seguirà le fasi della crescita biologica:

  • Durante i primi anni di vita il bambino potrà vivere a contatto con la natura;
  • Nella puerizia l’insegnamento verterà sul linguaggio;
  • Nella preadolescenza ci si occuperà di alimentare corpo e mente con letture;
  • Nell’adolescenza il fanciullo si eserciterà sul controllo delle proprie passioni.

L’educazione di Emilio, il fanciullo, comprenderà successivamente anche gli aspetti religiosi, morali e politici (tramite viaggi e studio delle lingue).
Questo percorso educativo preparerà Emilio ad affrontare la società e a entrare come cittadino consapevole in uno stato fondato sul contratto sociale.
Per ulteriori approfondimenti sull'Emilio vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è il rapporto di Jean-Jacques Rousseau con l'Illuminismo?
  2. Rousseau appartiene all'Illuminismo francese ma si distingue per la sua critica alle arti e alle scienze, viste come corruttrici di costumi e strumenti di potere per i tiranni.

  3. Cosa rappresenta lo stato di natura secondo Rousseau?
  4. Lo stato di natura è un paradiso terrestre in cui l'uomo è innocente e puro, vivendo in armonia e autosufficienza, prima che la società introduca disuguaglianze e corruzione.

  5. Qual è la proposta di Rousseau nel "Contratto sociale"?
  6. Rousseau propone una società di uomini liberi ed uguali, basata su un contratto sociale che prevede l'alienazione dei diritti individuali alla comunità per il bene collettivo, con un modello di democrazia diretta.

  7. Qual è l'obiettivo dell'opera "Emilio" di Rousseau?
  8. "Emilio" è un romanzo pedagogico che mira a liberare l'educando dai condizionamenti sociali, promuovendo un'educazione naturale che rispetti i bisogni e i tempi del bambino.

  9. Come Rousseau vede l'origine delle disuguaglianze tra gli uomini?
  10. Rousseau sostiene che le disuguaglianze derivano dalla storia e dalla proprietà privata, non dalla natura umana, e sono accentuate dal progresso della società.

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