camylla92
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Concetti Chiave

  • Le Rime di Dante Alighieri includono componimenti di stili diversi, tra cui sonetti, canzoni e ballate, e coprono un periodo dal 1283 al 1307.
  • Le Rime stilnovistiche, il gruppo più numeroso, si concentrano principalmente sul tema amoroso e includono riferimenti a Beatrice, la musa di Dante.
  • Le Rime petrose sono caratterizzate da una rappresentazione realistica e cruda della passione amorosa, ispirata dalla "petra", una donna insensibile e crudele.
  • Nel sonetto "Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io", Dante immagina una fuga ideale con amici e amanti, riflettendo temi di amore cortese e amicizia poetica.
  • La canzone "Così nel mio parlar voglio esser aspro" esplora la complessità dei sentimenti amorosi attraverso un linguaggio aspro e immagini di ribaltamento dei ruoli tra poeta e amata.
In questo appunto di italiano vengono descritte le cosiddette Nove Rime, di cui vengono descritti gli aspetti principali. In primo luogo si descrive che cosa siano le Rime, con accenno alle cosiddette Rime Stilnovistiche, l'analisi delle Rime petrose. Viene anche fatta una descrizione particolareggiata di Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io e di Così nel mio parlar voglio esser aspro, di cui vengono anche riportate anche i testi completi. Vengono riportati dei commenti e l'analisi del testo delle seguenti Rime scritte da Dante Alighieri.
Una presa di coscienza ed una svolta poetica: le nove Rime articolo

Indice

  1. Le Rime: descrizione generale delle poesie
  2. Rime Stilnovistiche
  3. Rime Petrose
  4. Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io
  5. Testo de Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io
  6. Analisi del componimento
  7. Così nel mio parlar voglio esser aspro
  8. Testo de Così nel mio parlar voglio esser aspro
  9. Analisi della canzone in breve

Le Rime: descrizione generale delle poesie

Le Rime

è l’insieme delle composizioni di Dante che non sono incluse né nella Vita Nuova né nel Convivio.

Esse contengono componimenti di argomento e stile molto diversi; si tratta di cinquantaquattro testi (tra cui trentaquattro sonetti, quindici canzoni e cinque ballate) a cui si aggiungono ventisei liriche e altrettante di poeti che dialogavano con Dante.
Le rime più antiche stanno al 1283, quelle più tarde al 1307, abbracciano quindi il primo venticinquennio dell’attività creativa di Dante. Due sono le costanti di fondo, nonostante la varietà di stili e poetiche : un’inesauribile ricerca sperimentale e una tendenza alla definizione realistica della materia tratta. Terza e ultima costate è quella meno presente nei componimenti: la centralità dei tema amoroso.
E’ possibile suddividere le rime in cinque diversi gruppi:

  • Rime stilnovistiche
  • Rime comiche
  • Rime allegoriche e dottrinali
  • Rime petrose
  • Rime dell’esilio
per ulteriori approfondimenti sulle Rime vedi anche qua

Rime Stilnovistiche

E’ il gruppo più numeroso di componenti risalente agli anni di composizione della Vita Nova (1283-1293). Il tema dominante è quello amoroso: come ammirazione disinteressata della donna e come bisogno di lodarla, non senza l’introduzione di alcuni motivi più dolorosi tipicamente cavalcantiani, attinenti alle pene d’amore.
Molti testi di queste Rime sono dedicati alla stessa Beatrice cui è consacrata la Vita Nova; non è facile distinguere rime riferite ad altre donne da quelle per l’amata più importante.

Rime Petrose

Le Rime petrose è il gruppo nel quale l’autore fa riferimento a una “petra”, che compare in quattro componimenti simili per poetica e argomento. La composizione risale ai mesi successivi al dicembre 1296.
Dedicataria è una donna sensuale e crudele, indifferente all’amore del poeta e anzi lieta solo di conquistarlo con il proprio fascino. Il termine “petra” è probabilmente allusivo alla durezza della donna anche se non è da escludere che si possa trattare di un nove proprio. Ispiratore di questa nuova arte dantesca è sicuramente il trovatore Arnaut Daniel.
Carattere originale e decisivo di questo gruppo è: la corrispondenza tra materia e modo della rappresentazione; così che alla violenza della passione e alla ostinata crudezza dell’amata corrisponde uno stile violentemente realistico, ricco di dati concreti e rimandi crudi. Coerente con il clima di esasperazione formale è la ricerca di suoni aspri e duri.
per ulteriori approfondimenti sulle Rime vedi anche qua

Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io

Questo sonetto rivolto a Guido Cavalcanti è uno dei più celebri componimenti lirici danteschi. Ci riporta alla giovinezza del poeta, rendendo il clima di una brigata “cortese” diverso da quello della Vita nova.
In questo componimento il poeta si compiace di immaginare sé in compagnia della sua donna e dei suoi amici, in un luogo colmo di ogni delizia naturale nel quale rifugiarsi dalla vita di ogni giorno e dedicarsi solo a nobili conversazioni con un tema quasi esclusivo: l’amore. Nel sonetto, sulla falsariga del modello provenzale, si fondano idealmente, oltre all’amore cortese, anche i temi dell’amicizia poetica e del desiderio dell’avventura.
Il modello letterario al quale rimanda questo testo di Dante è quello del plazer provenzale, elenco più o meno realistico e realizzabile di piaceri e desideri.
per ulteriori approfondimenti sulla poesia vedi anche qua

Testo de Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io

Guido, ì vorrei che tu e Lapo ed io

fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch'ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio.
Sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse 'l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch'è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d'amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come ì credo che saremmo noi.

Analisi del componimento

Il componimento è un sonetto con rime incrociate nelle quartine e nelle terzine. Il passaggio da un verso all’altro non è mai rivelato ne da troppo nette coincidenze tra respiro metrici e sintassi. Forte la presenza di anafore ai versi 9 , v.9 v. 10,11 .
Il sonetto è costruito nell’attenta considerazione dei fondamenti della poetica stilnovistica. Il tema centrale è l’amore anzi esso diviene nel sogno unico tema.
L’idea della fuga da una realtà sociale degradata esercita senza dubbio una notevole suggestione sull’immaginario contemporaneo , attraversato da numerosi movimenti tesi all’estrema semplificazione dei rapporti sociali e alla valorizzazione dell’amore e di una società basata sull‘amore.
L’analogia va limitata all’intenzione di costruire un sogno di evasione e di amore che neghi gli orrori della società presente.

Così nel mio parlar voglio esser aspro

Canzone manifesto con valore programmatico.
E’ la più complessa delle rime petrose tanto per le scelta metriche quanto per la materia rappresentata , distribuita tra raffigurazione oggettiva della donna e sfogo della soggettività del poeta. Domina inizialmente nel poeta la consapevolezza che la donna è invulnerabile all’amore. Si verifica un asprezza del parlare alla quale consegue l’asprezza della donna che ha un atteggiamento crudo.

Testo de Così nel mio parlar voglio esser aspro

Così nel mio parlar voglio esser aspro
com'è ne li atti questa bella petra,
la quale ognora impetra
maggior durezza e più natura cruda,
e veste sua persona d'un diaspro
tal, che per lui, o perch'ella s'arretra,
non esce di faretra
saetta che già mai la colpa ignuda:
ed ella ancide, e non val ch'om si chiuda
né si dilunghi da' colpi mortali,
che, com'avesser ali,
giuncono altrui e spezzan ciascun'arme;
sì ch'io non so da lei né posso atarme.
Non trovo scudo ch'ella non mi spezzi
né loco che dal suo viso m'asconda;
ché, come fior di fronda,
così de la mia mente tien la cima:
cotanto del mio mal par che si prezzi,
quanto legno di mar che non lieva onda;
e 'l peso che m'affonda
è tal che non potrebbe adequar rima.
Ahi angosciosa e dispietata lima
che sordamente la mia vita scemi,
perché non ti ritemi
sì di rodermi il core a scorza a scorza,
com'io di dire altrui chi ti dà forza?
Ché più mi triema il cor qualora io penso
di lei in parte ov'altri li occhi induca,
per tema non traluca
lo mio penser di fuor sì che si scopra,
ch'io non fo de la morte, che ogni senso
co li denti d'Amor già mi manduca;
ciò è che 'l pensier bruca
la lor vertù sì che n'allenta l'opra.
E' m'ha percosso in terra, e stammi sopra
con quella spada ond'elli ancise Dido,
Amore, a cui io grido
merzé chiamando, e umilmente il priego;
ed el d'ogni merzé par messo al niego.
Egli alza ad ora ad or la mano, e sfida
la debole mia vita, esto perverso,
che disteso a riverso
mi tiene in terra d'ogni guizzo stanco:
allor mi surgon ne la mente strida;
45e 'l sangue, ch'è per le vene disperso,
fuggendo corre verso
lo cor, che 'l chiama; ond'io rimango bianco.
Elli mi fiede sotto il braccio manco
sì forte, che 'l dolor nel cor rimbalza:
allor dico: "S'elli alza
un'altra volta, Morte m'avrà chiuso
prima che 'l colpo sia disceso giuso".
Così vedess'io lui fender per mezzo
lo core a la crudele che 'l mio squatra!
poi non mi sarebb'atra
la morte, ov'io per sua bellezza corro:
ché tanto dà nel sol quanto nel rezzo
questa scherana micidiale e latra.
Ohmè,perché non latra
per me, com'io per lei, nel caldo borro?
ché tosto griderei: "Io vi soccorro".
e fare'l volentier, sì come quelli
che ne' biondi capelli
ch'Amor per consumarmi increspa e dora
metterei mano, e piacere'le allora.
S'io avessi le belle trecce prese,
che fatte son per me scudiscio e ferza,
pigliandole anzi terza,
con esse passerei vespero e squille:
e non sarei pietoso né cortese,
anzi farei com'orso quando scherza;
e se Amor me ne sferza,
io mi vendicherei di più di mille.
Ancor ne li occhi, ond'escon le faville
che m'infiammano il cor, ch'io porto anciso,
guarderei presso e fiso,
per vendicar lo fuggir che mi face;
e poi le renderei con amor pace.
Canzon, vattene dritto a quella donna
che m'ha ferito il core e che m'invola
quello ond'io ho più gola,
e dàlle per lo cor d'una saetta;
ché bell'onor s'acquista in far vendetta
Una presa di coscienza ed una svolta poetica: le nove Rime articolo

Analisi della canzone in breve

La canzone presenta numerose rime baciate; i temi sono poco numerosi e ripetuti con ripresentazione delle stesse figure (il poeta, la petra e l’amore). C’è un rovesciamento delle posizioni dei personaggi a partire dalla quinta strofa : non è più il poeta a soffrire a causa dell’infelice passione per “petra” attraverso l’azione d’amore ma petra. Il rovesciamento conferma la simmetria strutturale; applicando gli stessi temi con una distribuzione rovesciata dei ruoli. La rappresentazione è affidata a figure retoriche, in particolare a metafore scelte in modo che gli venga assegnata una coerenza di tipo allegorico.
Insistente è il riferimento alla morte nei versi 10,31,51,56. Il sogno del poeta non è di realizzare i proprio desideri ma di rovesciare la posizione e veder soffrire la donna. Egli sogna di aggredire fisicamente la donna accanendosi sui simboli della femminilità in genere più cari agli innamorati e cantati dai poeti : come i capelli e gli occhi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la struttura delle Rime di Dante Alighieri?
  2. Le Rime di Dante sono un insieme di cinquantaquattro testi, tra cui sonetti, canzoni e ballate, che non sono inclusi nella Vita Nuova o nel Convivio. Esse si suddividono in cinque gruppi principali: Rime stilnovistiche, comiche, allegoriche e dottrinali, petrose e dell’esilio.

  3. Quali sono le caratteristiche delle Rime Stilnovistiche?
  4. Le Rime Stilnovistiche, risalenti agli anni della Vita Nova, si concentrano sul tema amoroso, esprimendo ammirazione per la donna e includendo motivi dolorosi tipici di Cavalcanti. Molti testi sono dedicati a Beatrice, rendendo difficile distinguere le rime per altre donne.

  5. Cosa distingue le Rime Petrose?
  6. Le Rime Petrose si caratterizzano per il riferimento a una "petra", una donna sensuale e crudele. Questi componimenti, ispirati dal trovatore Arnaut Daniel, presentano uno stile realistico e crudo, con suoni aspri che riflettono la durezza della passione e della donna.

  7. Qual è il tema centrale del sonetto "Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io"?
  8. Il sonetto "Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io" immagina un sogno di evasione in cui il poeta, insieme ai suoi amici e alle loro donne, si rifugia in un luogo ideale per conversare d'amore, lontano dalla realtà sociale degradata.

  9. Quali sono le caratteristiche della canzone "Così nel mio parlar voglio esser aspro"?
  10. La canzone "Così nel mio parlar voglio esser aspro" è complessa sia metricamente che tematicamente, rappresentando la durezza della donna e la soggettività del poeta. Utilizza figure retoriche e metafore per esprimere il desiderio di vendetta e il rovesciamento dei ruoli tra il poeta e la donna amata.

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