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Concetti Chiave

  • Omero è il poeta leggendario a cui sono attribuiti i poemi epici Iliade e Odissea, ma la sua esistenza storica è incerta e dibattuta.
  • I poemi attribuiti a Omero sono stati tramandati oralmente da aedi prima di essere fissati per iscritto, con un'importante suddivisione operata nell'epoca alessandrina.
  • La "questione omerica" riguarda l'origine e la composizione dei poemi omerici, con dibattiti sull'unità e autenticità delle opere.
  • A partire dal Rinascimento, studiosi come d'Aubignac e Vico hanno influenzato il pensiero critico su Omero, vedendo i poemi come opere collettive piuttosto che di un singolo autore.
  • Nel XX secolo, Milman Parry ha rivoluzionato lo studio dei poemi omerici dimostrando l'importanza delle formule ripetitive nella poesia orale per la memorizzazione e l'esecuzione.
In questo appunto di letteratura greca si approfondisce la figura del poeta Omero, di cui non si hanno notizie storiche certe ma al quale sono attribuiti i due più grandi poemi dell'epica antica: l’Iliade e l’Odissea. Si affronta pertanto la cosiddetta “questione omerica” e si ricostruiscono le fasi di studio del personaggio Omero.
La complessa questione omerica e l'origine dei poemi epici greci articolo

Indice

  1. Omero come personaggio storico
  2. La questione omerica
  3. La riscoperta di Omero in Occidente

Omero come personaggio storico

Solitamente la storia della letteratura greca, e anche della filosofia, si fa iniziare con due poemi celeberrimi e di alto valore artistico e contenutistico: l'Iliade e l'Odissea, che narrano rispettivamente le vicende degli ultimi giorni della guerra di Troia e le avventure e i viaggi di Ulisse, di ritorno dalla guerra nella sua amata Itaca.

Entrambi i poemi sono frutto di una lunga tradizione di racconti epici tramandati oralmente per secoli e poi messi per iscritto (sulla veridicità dell’operazione discuteremo più avanti) da questo grandioso personaggio, il poeta Omero. Di lui non si hanno notizie certe: il filosofo Senofane (VI secolo a.C.) è la fonte più antica tra quelle che citano il nostro poeta. Un secolo più tardi lo ritroviamo tra le parole dello storico Erodoto, che parla di Omero come di un poeta vissuto quattrocento anni prima di lui. I riferimenti interni ai poemi sono poi fin troppo discutibili per poter fornire indizi di databilità attendibili. Sebbene diverse città greche si siano vantate, fin dall'antichità, di aver dato i natali ad Omero, di notizie sulla sua vita e sulla sua effettiva esistenza non ne abbiamo. Inoltre, anche l'attribuzione di entrambi i poemi alla sua sola persona è soggetta a diverse critiche, di cui parleremo in seguito.
Per ulteriori approfondimenti su Omero vedi qui

La questione omerica

Come abbiamo accennato, i poemi omerici sono stati trasmessi, inizialmente, oralmente dagli aedi, i cantori della tradizione epica greca. Solo alla fine dell'epoca arcaica vengono invece create le edizioni cosiddette "civiche" che, successivamente, si affiancheranno alla esecuzione rapsodica. La sistemazione definitiva dei poemi, come oggi noi l'abbiamo, risale all'epoca alessandrina (III secolo a.C.). Furono, infatti, i filologi alessandrini a curare la suddivisione dei poemi in ventiquattro libri, ognuno chiamato con una lettera dell'alfabeto greco, maiuscola per l'Iliade, minuscola per l'Odissea. Il problema della storicità di Omero inizia, pian piano, a passare in secondo piano, lasciando lo spazio ad una questione più importante, quella della stesura dei poemi omerici: nasce la "questione omerica", su cui gli studiosi, ancora oggi si confrontano, per elaborare metodi sempre più efficaci per estrarre dalle opere elementi utili per stabilire la loro origine. Il problema maggiore a riguardo è rappresentato dalle contraddizioni presenti nei poemi: ad es. in Iliade V, 576 il re Pylaimenes muore in battaglia per poi piangere il figlio morto in Iliade XIII, 643 - 658. Dopo questa prima fase di critica, nei confronti soprattutto dell'Iliade, che va dal III secolo a.C. al II d. C., l'umanità conosce una fase di arresto e si dedica più che altro alla semplice lettura. Bisogna arrivare addirittura al Rinascimento per avere la cosiddetta "riscoperta" di Omero.
Per ulteriori approfondimenti sull’Iliade vedi qui

La riscoperta di Omero in Occidente

A dubitare della persona storica di omero, fu, a quel tempo, l'abate francese François Hédelin d'Aubignac, che scrisse le Conjectures académiques ou dissertation sur l'Iliade (1664). Alla sua critica seguì quella di Giambattista Vico che concepì i poemi come opera collettiva: più che opera di un solo autore i testi sembrano essere piuttosto un deposito di leggende, conoscenze e memorie storiche di epoche precedenti. Ma la questione omerica, propriamente detta, iniziò solo nel 1795, anno di pubblicazione dei Prolegomena ad Homerum, del filologo tedesco Friedrich A. Wolf. Egli fu un importante sostenitore della fase orale dei poemi e delle conseguenze a ciò collegate:

  • Omero non esistette come persona storica;
  • I poemi nascono dalla summa di unità minori.
La complessa questione omerica e l'origine dei poemi epici greci articolo

L'interesse per questa frammentazione delle opere, dal sapore romantico, coinvolse molte autorevoli personalità, creando numerose teorie; tra le principali vi è quella di Gottfried Hermann nota come la "teoria dell'allargamento": dal nucleo dell'Iliade primitiva si sarebbe poi espansa nel tempo la trama dell'intero poema. Ovviamente non mancarono i sostenitori della tesi opposta, i cosiddetti critici unitari che appoggiano invece la tesi dell'unità compositiva. Tra loro c'era Wolfgang Schadewaldt, autore delle Ilias Studien, in cui sosteneva che la complessità e l'armonia dell'Iliade erano indizio di una unità compositiva, poiché erano elementi impossibili da ricreare in un'opera composita. La svolta decisiva alla questione arriva all'inizio del XX secolo, con Milman Parry e Albert B. Lord. Supportati dai nascenti studi comparatistici, gli studiosi analizzarono i poemi omerici confrontandoli con la poesia orale di popoli primitivi. Da ciò Parry dimostrò che l'elemento base dei poemi omerici, ciò che dà ad essi unitarietà, non è la parola singola o la struttura, ma la formula. A più riprese all’interno del testo vi sono versi che si ripresentano costantemente e sempre in determinati luoghi narrativi: questa ripetizione della formula ha lo scopo principale di aiutare la facoltà mnemonica dell'esecutore.
Per ulteriori approfondimenti sull’Odissea vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Chi era Omero e quali opere gli sono attribuite?
  2. Omero è un poeta dell'antica Grecia a cui sono attribuiti i poemi epici "Iliade" e "Odissea", sebbene non ci siano notizie storiche certe sulla sua vita.

  3. Cosa si intende per "questione omerica"?
  4. La "questione omerica" riguarda le discussioni sulla paternità e la composizione dei poemi omerici, considerando le contraddizioni interne e la tradizione orale da cui derivano.

  5. Come sono stati trasmessi i poemi omerici nel tempo?
  6. I poemi omerici furono inizialmente trasmessi oralmente dagli aedi e solo successivamente messi per iscritto, con una sistemazione definitiva avvenuta nell'epoca alessandrina.

  7. Qual è stata la posizione di Friedrich A. Wolf sulla questione omerica?
  8. Friedrich A. Wolf sostenne che Omero non esistette come persona storica e che i poemi derivano da una somma di unità minori, enfatizzando la fase orale della loro trasmissione.

  9. Qual è il contributo di Milman Parry alla comprensione dei poemi omerici?
  10. Milman Parry dimostrò che l'unitarietà dei poemi omerici è data dalla ripetizione di formule, che aiutano la memoria dell'esecutore, piuttosto che dalla struttura o dalle singole parole.

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