collantoni88
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Concetti Chiave

  • Giambattista Vico, nato a Napoli nel 1668, diventò uno studente autodidatta dopo un incidente che gli impedì di frequentare la scuola per tre anni.
  • La sua opera principale, la "Scienza Nuova", pubblicata nel 1725, rappresenta il fulcro del suo pensiero, applicando il metodo induttivo alla storia anziché alla natura.
  • Vico sviluppò l'idea che i popoli attraversano fasi di sviluppo simili a quelle della vita umana: infanzia, giovinezza, maturità e declino.
  • Il pensiero vichiano, precursore dello storicismo, fu compreso appieno solo dai romantici, che rivalutarono periodi storici come il Medioevo.
  • Il suo approccio influenzò pensatori come Cuoco e De Sanctis, che applicarono lo storicismo di Vico rispettivamente alla storia e alla letteratura.
In questo appunto di filosofia viene descritta la biografia e le opere principali del celebre filosofo napoletano Giambattista Vico. Dopo avere avuto una frattura al cranio che gli procurò diversi problemi, divenne uno studente autodidatta, dedicandosi allo studio di materie come la logica, la giurisprudenza, la grammatica. Tra le sue opere più famose pubblicate nell'anno 1725 ricordiamo per esempio la "Scienza Nuova", realizzata sempre negli stessi anni in cui si dedicò alla stesura della sua autobiografia.
Il pensiero vichiano non è stato compreso da tutti, tuttavia ci sono stati dei pensatori e degli studiosi che si sono dedicati all'analisi del suo pensiero filosofico.

Giambattista Vico

Giambattista Vico nacque a Napoli nel 1668. Durante l’infanzia una frattura al cranio gli impedì di proseguire gli studi per ben tre anni e, nel 1681, abbandonò definitivamente la scuola per diventare uno studente autodidatta e concentrarsi sugli studi di logica, grammatica e giurisprudenza. chi era Gianbattista VicoIl 1699 fu un anno molto intenso per Giambattista, che ottenne una cattedra d’eloquenza all’università di Napoli, aprì uno studio di retorica privato e si sposò. Nel 1710 entrò a far parte dell’arcadia, ma non ne abbracciò del tutto il petrarchismo, orientandosi piuttosto verso uno stile arcaicizzante, tipico della cultura napoletana dell’epoca, e ad un forte senso storico. Pubblicò in compendio la “Scienza nuova”, primo scritto della sua piena maturità, nel 1725. Negli stessi anni scrisse la sua autobiografia, nel 1735 divenne storiografo regio e nel 1744 riuscì a far pubblicare per intero la “Scienza nuova”.Morì nel gennaio dello stesso anno.
Per lui la nuova scienza era la storia. Egli condivideva il metodo induttivo galileiano, ma mentre lo studioso pisano lo applicava alla natura, il Vico lo applicò alla storia; egli fu un vero e proprio precursore del suo tempo, ed il suo pensiero si diffuse in Italia soprattutto grazie agli esuli napoletani emigrati a Milano dopo il fallimento dei moti del 1799.
Secondo il Vico, tutti i popoli, pur differenziandosi per l’età in cui si svilupparono, per l’area geografica e molti altri fattori, hanno avuto un percorso comune con:
  1. Un inizio
  2. Una maturità
  3. Un'apice
  4. Un declino
Infatti tutti popoli durante i primi tempi della loro civiltà cedettero agli déi e crearono i miti, che avevano un ruolo di primo piano nell'arte di quel periodo, poi, col passare dei secoli, gli dèi ed i sacerdoti persero la loro importanza e i veri protagonisti dell'arte divennero gli eroi; dopo un inizio di impronta monarchica, si affermarono le oligarchie e poi le democrazie e l’arte fantastica venne sostituita con quella scientifica.
Le fasi di un popolo sono come quelle della vita di un uomo:
  • infanzia
  • giovinezza
  • maturità
  • morte
Soltanto i romantici compresero a pieno la portata rivoluzionaria del pensiero vichiano, che fu il vero inventore dello storicismo(componente caratterizzante del romanticismo italiano).
Fino a quel tempo i moderni avevano guardato al passato con disprezzo; mentre con il pensiero del Vico emerge il concetto che ogni età vada messa in relazione con il grado di sviluppo della società umana; il filosofo napoletano aveva perciò scoperto che ogni manifestazione del pensiero umano ha un proprio significato, che è strettamente collegato al contesto in cui venne espressa.
Giambattista Vico: Vita, Opere e Impatto sul Pensiero Filosofico articolo
Non a caso i romantici rivalutarono completamente il Medioevo, che al contrario fu denigrato dagli illuministi. Degni di nota sono lo sviluppo del pensiero del Vico da parte del Cuoco, che applicò il suo storicismo riguardo i moti napoletani del 1799, e quello fatto dal De Sanctis, che fu il primo ad applicare lo storicismo vichiano nell’ambito letterario.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali opere di Giambattista Vico e in che periodo furono pubblicate?
  2. Le principali opere di Giambattista Vico includono la "Scienza Nuova", pubblicata inizialmente nel 1725 e poi per intero nel 1744, e la sua autobiografia, scritta negli stessi anni.

  3. Come influenzò il pensiero di Vico la sua esperienza personale e la sua formazione?
  4. Dopo una frattura al cranio che gli impedì di studiare per tre anni, Vico divenne autodidatta, concentrandosi su logica, grammatica e giurisprudenza, influenzando il suo approccio filosofico e storico.

  5. In che modo Vico applicò il metodo induttivo galileiano alla storia?
  6. Vico applicò il metodo induttivo galileiano alla storia, vedendo la storia come una scienza e analizzando i percorsi comuni dei popoli attraverso fasi di sviluppo simili a quelle della vita umana.

  7. Qual è il concetto centrale del pensiero vichiano riguardo allo sviluppo delle civiltà?
  8. Il concetto centrale del pensiero vichiano è che tutte le civiltà attraversano fasi comuni di inizio, maturità, apice e declino, simili alle fasi della vita di un uomo.

  9. Come fu recepito il pensiero di Vico dai romantici e quale impatto ebbe?
  10. I romantici compresero la portata rivoluzionaria del pensiero vichiano, rivalutando il Medioevo e applicando lo storicismo vichiano in ambiti come i moti napoletani del 1799 e la letteratura, grazie a figure come Cuoco e De Sanctis.

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