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Concetti Chiave

  • Luigi Pirandello's life was marked by personal and economic struggles, influencing his view of family and society as suffocating traps.
  • Pirandello's worldview is rooted in a vitalistic conception, portraying life as a constantly changing flow, leading to identity crises and a sense of solitude.
  • His poetics emphasize the contrast between form and life, using humor to explore multiple perspectives and question objective reality.
  • Pirandello's work spans poetry, novels, and theater, often reflecting themes of identity, societal constraints, and the absurdity of life.
  • His theater work, including "Six Characters in Search of an Author," challenges contemporary conventions by exploring the impossibility of drama and reality.
In questo appunto di Italiano si presenta, innanzitutto, un sunto della vita di Luigi Pirandello, andando poi ad approfondirne la visione del mondo e la poetica. A seguire, è presente una rassegna delle opere principali, con alcuni riferimenti ai diversi periodi in cui sono state prodotte.
La vita e l'opera di Luigi Pirandello: un viaggio tra letteratura e teatro articolo

Indice

  1. Uno scorcio della vita
  2. La visione del mondo e la poetica
  3. Le opere: poesie e novelle
  4. Le opere: i romanzi
  5. Le opere: il teatro
  6. Le opere: alcune analisi degne di nota

Uno scorcio della vita

Luigi Pirandello nasce in una famiglia agiata di condizione borghese, nel 1867, ad Agrigento (allora Girgenti).

Nel 1891 si laurea all’Università di Bonn, in Germania, dove ha un primo contatto con la cultura tedesca e con gli autori romantici. Stabilitosi poi a Roma, si dedica alla letteratura, producendo “L’esclusa”, il suo primo romanzo, ed una raccolta di racconti: “Amori senza amore”. In questo periodo si colloca il matrimonio con Maria Antonietta Portulano e l’inizio della professione di insegnante di lingua italiana. Successivamente alla produzione de “Il Nibbio” (rinominato in seguito “Se non così”), la famiglia dell’autore subisce un grave colpo sul piano economico, in quanto la miniera di zolfo del padre, importante investimento, si allaga. Le conseguenze di questo fatto sull’equilibrio psichico della moglie possono rappresentare uno dei fattori che hanno contribuito alla sua concezione della famiglia e della società come “trappole” che soffocano l’uomo. Questa tragedia economica, tuttavia, lo spinge a produrre un maggior numero di novelle e romanzi, oltre che a dedicarsi alla scrittura di soggetti cinematografici. Nel 1910, l’interesse per il teatro di Pirandello sboccia, grazie alla conoscenza di Nino Martoglio, la cui compagnia rappresenta i primi atti unici: “Lumìe di Sicilia” e “La morsa”. L’attività, in seguito, si intensifica, con la messa in scena di “Pensaci, Giacomino!”, “Il berretto a sonagli” ed altri drammi che hanno un grande impatto sul linguaggio della scena del tempo. Durante la guerra l’autore si vede costretto a far ricoverare la moglie in una casa di cura, profondamente segnata dalla prigionia austriaca del figlio, partito come volontario. Il suo successo teatrale comincia a crescere, permettendogli di ristabilire un equilibrio economico. Successivamente al delitto Matteotti, Pirandello si iscrive al partito fascista. L’appoggio del regime gli ha consentito di dedicarsi esclusivamente al teatro d’Arte. L’adesione al fascismo, tuttavia, è stata sempre caratterizzata da un’ambigua dialettica tra il suo conservatorismo sociopolitico ed il suo spirito antiborghese. Muore nel 1936 di polmonite, due anni dopo l’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura.
Per ulteriori approfondimenti sul regime fascista vedi anche qua

La visione del mondo e la poetica

Una concezione vitalistica è alla base della visione del mondo di Luigi Pirandello: la vita è un flusso incessante, soggetta a perpetua trasformazione. Tutto ciò che è distaccato da questo flusso, quindi, si irrigidisce e comincia a perire. Pur essendo parte indistinta dell’universo, l’uomo si attribuisce una personalità, isolandosi dal resto della vita: perciò la sua identità personale subisce questo processo. Non solo noi stessi ci diamo una forma, ma anche gli altri ci attribuiscono forme dall’esterno, maschere fittizie, portandoci a credere di essere “uno” per noi stessi e per gli altri (per esempio, un onesto lavoratore), mentre in realtà siamo tanti individui diversi a seconda di chi ci guarda (un ambizioso o un adultero). Questo pensiero, che deriva dalla società capitalistica in cui vive Pirandello, mette in crisi l’idea di realtà oggettiva e organica, e l’idea di soggetto unitario, poiché sono entrambi disgregati. La persona è annullata dalle macchine, è anonima, per cui l’individuo si indebolisce, si rende conto di essere inconsistente, e questa consapevolezza è fonte di dolore e solitudine. Le forme e la vita stessa, la famiglia e la condizione socioeconomica, sono trappole. Questo pessimismo totale rende Pirandello un anarchico, insofferente verso la vita sociale, e fa sì che l’eroe pirandelliano fugga nell’irrazionale, trovando nel sogno, nella follia e nell’immaginazione le uniche vie per una relativa salvezza. Il rifiuto della socialità porta alla figura del “forestiere della vita”: consapevole di questo meccanismo, egli contempla la realtà con un occhio umoristico, e pratica la “filosofia del lontano”. Rifiutandosi di partecipare attivamente alla politica, anche lo stesso autore la mette in pratica. La realtà, in perpetua trasformazione, non può che essere relativa, e questo è il motivo per cui spesso per gli uomini è difficile comunicare. Questo soggettivismo colloca Pirandello entro la matrice del Decadentismo, che pur si distingue da esso, in quanto non prevede un ordine che unisca tutta la realtà.
La poetica e la concezione dell’arte di Pirandello derivano da questa visione del mondo, esplicitate bene nel suo saggio più significativo, “L’umorismo”, che si compone di una disamina storica delle diverse manifestazioni dell’arte umoristica, e di una parte teorica di definizione del concetto umoristico. L’opera d’arte, secondo l’autore, nasce dalla riflessione che è forma del sentimento, mentre nell’opera umoristica la riflessione è giudice del sentimento: nell’”avvertimento del contrario”, che è comico, la riflessione interviene portando al “sentimento del contrario”, caratteristico dell’atteggiamento umoristico, che permette di vedere la realtà da più prospettive.
Per ulteriori approfondimenti sull'umorismo vedi anche qua

Le opere: poesie e novelle

Pirandello si rivolge alla poesia con un approccio tradizionale e rifiuta le avanguardie del tempo. Le prime raccolte poetiche sono:

  • Mal giocondo
  • Pasqua di Gea
  • Elegie renane
  • La Zampogna
  • Fuori di chiave

Nella raccolta “Novelle per un anno”, Pirandello dispone le novelle senza un ordine preciso. Queste novelle possono, tuttavia, essere distinte in

  • Novelle siciliane”: ricordano il verismo in maniera apparente, ma l’autore si distacca anche da questa corrente, riscoprendo il senso mitico delle terre siciliane e distorcendo in modo grottesco le figure del mondo contadino.
  • Novelle romane”: anche dette “Piccolo borghesi” in quanto rappresentano questa figura e la frustrazione della sua condizione, descrivono personaggi intrappolati dal lavoro e oppressi dalla famiglia. Sono antieroi, marionette, con la follia (come in “Il treno ha fischiato”), la fuga (come in “Fuga”) o l’estraniazione (come in “Pallottoline!”) come uniche vie d’uscita.
Per ulteriori approfondimenti sulle Novelle per un anno vedi anche qua

Le opere: i romanzi

I romanzi di Luigi Pirandello sono:

  • L’esclusa: la storia di una donna ingiustamente accusata di adulterio, cacciata di casa dal marito e riaccolta solo dopo essersi resa effettivamente colpevole.
  • Il turno: narra di un innamorato che si trova a dover attendere la morte di due mariti, per sposare la donna oggetto del suo amore.
  • Il fu Mattia Pascal: vicenda paradossale di un piccolo borghese, intrappolato in una famiglia opprimente, che, ad un tratto libero, con una vincita a Montecarlo si rende economicamente autosufficiente, e cerca di crearsi una nuova identità, approfittando del suo riconoscimento da parte di moglie e suocera in un cadavere ritrovato annegato. Il protagonista si troverà, alla fine, escluso da entrambe le vite, diventando “forestiere della vita” e limitandosi, quindi, a contemplare quella degli altri.
  • I vecchi e i giovani: tratta vicende politiche e sociali della Sicilia e dell’Italia del 1892-93. I personaggi si suddividono nei “vecchi”, la vecchia generazione che vede i propri ideali corrotti dal presente, e nei “nuovi”, la nuova generazione indecisa sulla strada da prendere e destinata al fallimento.
  • Suo marito: storia dell’impossibilità di comunicare della scrittrice romana Silvia Roncella (la spontaneità istintiva) con il marito devoto Giustino Boggiolò, attento solo agli aspetti economici della vita.
  • I quaderni di Serafino Gubbio operatore: vicenda di Serafino, un operatore cinematografico estraniato dalla vita, che contempla gli altri uomini da dietro la sua macchina da presa.
  • Uno, nessuno e centomila: storia della scoperta di Vitangelo Moscarda della forma attribuitagli dagli altri, diversa dalla propria, che porta ad una forte crisi e a tentativi di autodistruzione folle. Finirà per farsi ricoverare in un ospizio per poveri che egli stesso ha fatto costruire, per rinunciare ad ogni tipo di identità.
Per ulteriori approfondimenti su Il fu Mattia Pascal vedi anche qua

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Le opere: il teatro

Il contesto teatrale utilizzato da Pirandello è ancora una volta il dramma borghese, incentrato sui problemi familiari ed economici.

  • “Pensaci, Giacomino!”: in quest’opera, lo scarso stipendio del professor Toti non gli consente di farsi una famiglia. Il personaggio, quindi, si vendica sposando una donna molto giovane, per assicurarle la pensione e il mantenimento dopo la morte di lui.
  • “Così è (se vi pare)”: in quest’opera Pirandello contesta la pretesa di definire una verità come oggettiva, rappresentando un mondo assurdo e stravolgendo, quindi, la verosimiglianza del dramma borghese.
  • Con “Il piacere dell’onestà” e “Il giuoco delle parti” si avvicina al teatro “grottesco”, in cui il tragico è sempre accompagnato dal comico, ed il comico rivela sempre del tragico.
  • Con “Sei personaggi in cerca d’autore”, espressione del Teatro nel teatro, Pirandello rifiuta le convenzioni contemporanee, mettendo in scena l’impossibilità del dramma, invece del dramma stesso, in un conflitto tra personaggi e attori.
  • In “Ciascuno a suo modo" il conflitto è, invece, tra attori e pubblico, mentre in "Questa sera si recita a soggetto" si svolge tra attori e regista. Fa parte del teatro nel teatro anche "Enrico IV", in cui un uomo, impazzito a causa di una caduta da cavallo, crede di essere Enrico IV. Assecondato dagli altri, dichiara, dopo uno shock provocato da un dottore, di aver finto di essere qualcun altro per il disgusto della corruzione sociale, e di volersi riprendere la vita prima della pazzia, nella quale, però, alla fine, si rifugia.
Per ulteriori approfondimenti sul teatro pirandelliano vedi anche qua
La vita e l'opera di Luigi Pirandello: un viaggio tra letteratura e teatro articolo

Le opere: alcune analisi degne di nota

Si presenta a seguire l'analisi di alcuni brani tratti dalle opere di Luigi Pirandello:

  • “Il treno ha fischiato”: appartiene alle "Novelle per un anno". Emerge un ambiente piccolo borghese angustiato da sofferenze. Belluca rappresenta l'uomo imprigionato nella trappola della società, a causa del suo lavoro di computista, e della famiglia. Pirandello porta all'assurdo, attraverso l'esagerazione iperbolica. Ciò che ha scatenato la follia di Belluca, che lo porta a un gesto di rivolta verso il capoufficio, è stata un'epifania, una rivelazione improvvisa, il fischio di un treno di notte, che lo porta a pensare che al di fuori di quella trappola vi scorre la vita. Così, Belluca è portato alla follia, ma questo atteggiamento non è una totale astensione dalla realtà, come per il Mattia Pascal, poichè Belluca ritonerà nel meccanismo, ritornerà ad essere il padre docile di sempre, e ci riuscirà grazie alla sua valvola di sfogo: la fantasia.
  • “Lo strappo nel cielo di carta” e la “Lanterninosofia” (da “Il fu Mattia Pascal”): anselmo Paleasi, il padrone di casa di Adriano Meis, intrattiene il protagonista con le sue bizzarre teorie. In entrambi i passi viene toccato un punto centrale delle concezioni di Pirandello, la critica della consistenza dell'io. Infatti, nel primo si vedono marionette nel loro teatrino, che simboleggiano che la nostra personalità è una costruzione fittizia, e ognuno di noi indossa una maschera al di sotto della quale non c’è nulla. Basta poco per mettere in crisi queste costruzioni, come lo strappo nel cielo di carta del teatrino che provoca un senso di smarrimento nella marionetta, che rimane paralizzata. Ciò rappresenta anche la situazione del tempo: c'è stato un crollo di certezze, dal momento che si sono affermate alcune teorie, come per esempio quella copernicana. La lanterninosofia esprime concetti simili: è una metafora di un lanternino che produce un cerchio di luce limitato al di là del quale vi è qualcosa di ignoto, che spaventa il protagonista; la luce, invece, è la nostra costruzione soggettiva del reale. Oltre alla costruzione reale c’è quella collettiva, il “lanternone”, la fede, l'ideologia, che quando viene a mancare provoca un senso di smarrimento come nel primo passaggio. La prospettiva di Paleari, in ogni caso, è positiva, poiché sostiene che non si dev'essere spaventati da ciò che c'è oltre la luce.
  • “Nessun nome”: il passo conclude il romanzo "Uno, nessuno e centomila", che, allo stesso modo de "Il fu Mattia Pascal", tratta della crisi dell'identità, con la differenza che Mattia Pascal è la pars destruens, è la parte negativa di questa crisi: egli distrugge l'identità ma non sa chi sia, non offre un'alternativa, pur restando legato al nome. Moscarda, invece non si limita a confessare di non sapere chi sia, va oltre, affermando di non voler essere più nessuno, di non avere nome o identità, il suo nome non esiste più; questo è un messaggio positivo, poiché Moscarda si annulla fondendosi nella totalità del mondo, della vita, ed è una condizione gioiosa. Ciò fa pensare al panismo di D'Annunzio nell' Alcyone. Infatti, in entrambi troviamo una matrice decadente. D'Annunzio, però, riserva il panismo ad un'elite, mentre per Pirandello è un'esperienza democratica che conduce all'anarchia, non ad un dominio dell'aristocrazia sulla borghesia.
Per ulteriori approfondimenti sulla lanterninosofia vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i principali eventi della vita di Luigi Pirandello che hanno influenzato la sua visione del mondo?
  2. Luigi Pirandello nacque in una famiglia borghese ad Agrigento nel 1867. La sua vita fu segnata da eventi come il matrimonio con Maria Antonietta Portulano, la crisi economica dovuta all'allagamento della miniera di zolfo del padre, e la prigionia del figlio durante la guerra. Questi eventi influenzarono la sua concezione della famiglia e della società come "trappole" che soffocano l'uomo.

  3. Come si caratterizza la visione del mondo e la poetica di Pirandello?
  4. La visione del mondo di Pirandello è vitalistica, vedendo la vita come un flusso incessante. Egli crede che l'identità personale sia una costruzione fittizia, influenzata dalle maschere che gli altri ci attribuiscono. Questo porta a una crisi dell'idea di realtà oggettiva e di soggetto unitario, rendendo l'individuo inconsistente e solitario.

  5. Quali sono le principali opere teatrali di Pirandello e quali temi affrontano?
  6. Tra le principali opere teatrali di Pirandello ci sono "Pensaci, Giacomino!", "Così è (se vi pare)", "Il piacere dell'onestà", "Il giuoco delle parti", "Sei personaggi in cerca d’autore", "Ciascuno a suo modo", "Questa sera si recita a soggetto" ed "Enrico IV". Queste opere affrontano temi come la relatività della verità, la crisi dell'identità, e il conflitto tra realtà e finzione.

  7. Quali sono i romanzi più significativi di Pirandello e quali temi trattano?
  8. I romanzi più significativi di Pirandello includono "L’esclusa", "Il turno", "Il fu Mattia Pascal", "I vecchi e i giovani", "Suo marito", "I quaderni di Serafino Gubbio operatore" e "Uno, nessuno e centomila". Questi romanzi trattano temi come la crisi dell'identità, l'impossibilità di comunicare, e la critica della società borghese.

  9. In che modo Pirandello utilizza l'umorismo nelle sue opere?
  10. Pirandello utilizza l'umorismo come strumento per esplorare la complessità della realtà e dell'identità. Nel suo saggio "L'umorismo", egli descrive come l'opera d'arte nasca dalla riflessione che è forma del sentimento, mentre nell'opera umoristica la riflessione giudica il sentimento, portando al "sentimento del contrario", che permette di vedere la realtà da più prospettive.

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