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Concetti Chiave

  • Luigi Pirandello, nato ad Agrigento nel 1867, è noto per le sue opere teatrali e letterarie che riflettono il paradosso e l'assurdità della vita.
  • Le "Novelle per un anno" di Pirandello esplorano temi come il potere liberatorio della natura e la prigionia della vita quotidiana, con storie che rivelano la realtà amara dietro a situazioni comiche.
  • Il romanzo "Il fu Mattia Pascal" affronta il tema dell'identità e della maschera, mostrando come un uomo possa vivere sotto diverse identità e realtà percepite.
  • Il saggio "L'umorismo" di Pirandello distingue tra comico e umoristico, evidenziando come riflessioni più profonde possono rivelare una realtà tragica dietro situazioni apparentemente buffe.
  • Nel teatro, Pirandello ha innovato con il "teatro nel teatro", rompendo la barriera tra attori e pubblico, come visto in opere come "Sei personaggi in cerca di autore".

Indice

  1. Le origini e la formazione di Pirandello
  2. Il matrimonio e le difficoltà economiche
  3. La carriera teatrale e il fascismo
  4. Le novelle siciliane e romane
  5. L'umorismo e i romanzi iniziali
  6. Il fu Mattia Pascal: un romanzo irrealistico
  7. Uno, nessuno e centomila: la maschera dell'uomo
  8. Il teatro di Pirandello: fasi e innovazioni

Le origini e la formazione di Pirandello

Luigi Pirandello è nato a “Girgenti”, attuale Agrigento nel 1867, in una tenuta di famiglia, chiamata Caos. Il padre era di origine ligure ma la famiglia si era stabilita in Sicilia e ivi aveva delle solfatare, ovvero delle miniere di zolfo.

Dopo aver frequentato il liceo, frequentò l’università a Roma, la facoltà di lettere, ma ebbe un litigio con un proprio insegnante e continuò gli studi in Germania, a Bonn dove si laureò con una tesi sui dialetti siculi. Dopo la laurea, si trasferì a Roma dove cominciò a scrivere, fra cui il primo romanzo, “L’Esclusa”.

Il matrimonio e le difficoltà economiche

Nel 1894 si sposò con Antonietta Portulano, figlia di un socio del padre e dal matrimonio nacquero 3 figli. Il matrimonio non fu felice perché la moglie aveva un carattere molto fragile,soprattutto dal punto di vista psicologico e, nel 1903 accadde un evento che colpì pesantemente la famiglia di Pirandello, perché le miniere di zolfo furono distrutte da un allagamento, quindi non più utilizzabili e la famiglia fu rovinata. Questo fatto colpì la salute della moglie che peggiorò le sue condizioni psicologiche e successivamente alla prima guerra mondiale, Pirandello fu costretto ad internarla in Manicomio.

In questo periodo Pirandello scrisse molte opere, soprattutto novelle e romanzi, che gli dettero una certa fama. Cominciò anche a comporre per il teatro, soprattutto in atti unici e testi tratti dalle novelle, come ad esempio “La Patente”.

La carriera teatrale e il fascismo

Dopo la prima guerra mondiale, negli anni ’20, Pirandello approfondì la sua ricerca teatrale e nel 1921 scrisse un’opera innovativa, “Sei personaggi in cerca di autore”, che all’inizio non fu capita, ma che successivamente ebbe un successo clamoroso. Nel 1924, dopo l’assassinio di Matteotti, Pirandello, prese la tessera del partito Fascista e nel 1925 firmò il “manifesto degli intellettuali fascisti”, promosso da Gentile. A partire dalla seconda metà degli anni ’20, i suoi rapporti col fascismo diventarono più tesi e il suo giudizio sul fascismo si modificò. Pirandello fondò in questo periodo la compagnia teatro d’arte di Roma, scelse come sua attrice principale, Marta Abba, con la quale strinse un rapporto di collaborazione. A partire dagli anni ’30, la fama di Pirandello crebbe e le sue opere furono rappresentate in tutto il mondo, tanto che nel 1934, ricevette il Premio Nobel per la Letteratura, ma nel 1936 fu preso dalla polmonite e morì.

Le novelle siciliane e romane

Le prime opere di Pirandello, importanti, sono le novelle. Pirandello scrisse diverse raccolte che sono state unite in un solo volume intitolato “Novelle per un anno”. Si possono dividere in due parti:

1. Le novelle siciliane, mostrano alcuni aspetti della Sicilia, ma non in maniera verista, perché fanno vedere soprattutto alcuni aspetti paradossali, come ad esempio “La patente” il cui personaggio principale si chiama Chiarchiaro, ed è una persona rovinata, perché tutti pensano che sia uno iettatore. Questa voce gli ha fatto perdere il lavoro e la sua famiglia viene emarginata. Nella novella, c’è un lungo colloquio fra Chiarchiaro e il giudice D’Andrea, perché Chiarchiaro ha denunciato due giovani di buona famiglia, perché al suo passaggio facevano scongiuri. Il giudice capisce il dramma dell’uomo, sa che non ha la minima possibilità di vincere la causa e cerca di fargli ritirare la denuncia. Chiarchiaro, che si è presentato al giudice vestito di nero come uno iettatore, afferma che il giudice non capisce nulla ed è addirittura un suo nemico perché in realtà lui vuole perdere la causa perché in questa maniera avrà la “patente di iettatore” e la vuole sfruttare per vivere.

Nelle novelle siciliane c’è anche un altro aspetto poco verista, riferito alla natura e agli aspetti simbolici della natura stessa, tra cui il potere magico misterioso e liberatorio della luna, che si vede molto in una novella intitolata “Ciaula scopre la luna”. Ciaula è un ragazzino che lavora in miniera e fa una vita bestiale, nel senso che lavora tutto il giorno, è maltrattato e quando arriva a casa è così stanco che si addormenta subito, per risvegliarsi poi il giorno successivo. Un giorno si attarda a lavoro e quando esce è ormai notte e vede la luna e è colpito da questa visione che non conosceva e per la prima volta ha un sentimento e comincia a piangere.

2. Le novelle romane, non solo per l’ambientazione, ma anche per alcune concezioni. Nelle novelle romane c’è spesso l’immagine della famiglia vista come una trappola, ovvero come una istituzione che l’uomo deve subire. I personaggi appartengono alla piccola borghesia ed hanno un lavoro poco gratificante, vivono in ambienti squallidi, culturalmente vuoti. Anche in queste novelle però ci sono degli aspetti di liberazione in un’ottica simbolica, tra cui il treno, perché il treno porta via, lontano, allontana da una realtà mortificante e avvicina a mondi lontani, molto più arricchenti per l’uomo, anche se si raggiungono più con la fantasia che con la realtà. Un esempio classico di ciò è la novella “Il treno ha fischiato”, il cui protagonista si chiama Belluca . La novella inizia con il racconto di un vicino di casa (narratore interno) che afferma che Belluca ha dato in escandescenza sul posto di lavoro e quindi è stato rinchiuso in ospedale per un po’ di tempo. Tutti si sono stupiti perché Belluca era una persona molto mite, precisa, arrendevole, invece quel giorno si era presentato a lavoro in ritardo, ha litigato con il capo ufficio e l’ha aggredito. Questo sembra strano, anche perché Belluca ha una vita terribile: viveva con 3 vecchie ceche, la moglie, la suocera e la sorella della suocera. Nella casa vivevano anche due figlie vedove che avevano una 4 e una 3 figlioli e lui col suo modesto impiego doveva mantenere tutte queste persone, in mezzo a continui litigi. Lui subiva tutto e per vivere, la sera, faceva il lavoro di copista e spesso s’addormentava mentre lavorava. Una notte, fu svegliato dal fischio di un treno ed improvvisamente aveva immaginato una vita diversa, lontano da questa trappola, aveva immaginato di viaggiare, di vedere mondi nuovi e questo gli aveva dato alla testa, ed era stata la causa del suo comportamento in ufficio il giorno dopo. Questa crisi gli è poi passata e ritornerà alla vita normale concedendosi però ogni tanto, dei momenti di fantasia e liberazione.

L'umorismo e i romanzi iniziali

L’umorismo

Fra le opere è molto importante un saggio che Pirandello scrisse nel 1908, che si intitola “L’umorismo”. In questo saggio si capisce molto l’ideologia di Pirandello, che distingue il comico dall’umoristico. Il comico è, di fronte ad un fatto, il così detto avvertimento del contrario, cioè fa ridere, è il riso; di fronte a questo episodio buffo, di ha una prima percezione immediata da cui deriva il sorriso, però se a questa prima percezione si aggiunge una riflessione, ci si accorge che tanti fatti che possono sembrare buffi, in realtà nascondono una realtà amara, tragica, chiamata il sentimento del contrario da cui scaturisce deriva l’umorismo. Pirandello fa un esempio per spiegare il concetto e descrive una donna anziana, tutta truccata, vestita in maniera ridicola e con un grande cappello con piume di pappagallo. La prima reazione è quella del riso, ma se uno si mette a riflettere, vede un’altra realtà, cioè quella di una donna che cerca di fermare il tempo, magari per piacere ancora a suo marito, è si vede una realtà molto più tragica.

Pirandello scrisse molti romanzi importanti, a partire dalla fine del 1800. Il primo romanzo si intitola “l’Esclusa” che è la storia di Marta, che viene accusata ingiustamente di aver tradito il marito. Questa voce è così diffusa che lei è costretta a partire e a trasferirsi in città a Palermo, dove incontra colui che dicevano essere il suo amante ed ha una relazione con lui. Il marito si accorge che il suo sospetto era ingiusto e quindi la riaccoglie a casa.

Già dal primo romanzo si vede l’aspetto paradossale e grottesco di Pirandello, nel senso che questa donna è condannata quando è innocente , ed è perdonata quando è colpevole. Con questo Pirandello vuole far vedere come la realtà sia assurda e priva di ogni razionalità. Già in questo primo romanzo si vede come Pirandello non sia per nulla legato al verismo, ma i suoi romanzi sono di tipo psicologico.

Il fu Mattia Pascal

Il fu Mattia Pascal: un romanzo irrealistico

Il romanzo più importante di Pirandello è “il fu Mattia Pascal”, scritto nel 1904. Il protagonista è un uomo che vive in un piccolo paese della Liguria, immaginario, Miragno. Mattia Pascal, in gioventù, è stato molto vivace, ha fatto una vita dispendiosa finendo in rovina. È stato assunto come bibliotecario nella piccola biblioteca del paese. Si sposa con Romilda, ma non si rivela un matrimonio felice, perché ci sono continui litigi con la moglie e con la suocera. Oppresso dalla famiglia, e insoddisfatto del lavoro, decide di fuggire. Si ferma a Montecarlo, al casinò, dove vince una grande somma di denaro, pensando poi di tornare al paesello, come una sorta di rivalsa. Mentre è sul treno (simbolo di cambiamento, viaggio, come “il treno ha fischiato”) legge sul giornale, la notizia della sua morte, secondo la quale sarebbe suicidato. Decide quindi di cambiare vita, prende un altro nome, Adriano Meis, e comincia a viaggiare per l’Italia, stabilendosi infine a Roma, affittando una camera, in casa di un tipo strano, Anselmo Paleari, che è attratto dallo spiritismo. Si innamora della figlia di lui, Adriana, e l’amore è ricambiato, però ci sono delle difficoltà, perché la casa è frequentata da un tipo piuttosto losco, Terenzio, che vorrebbe sposare Adriana. Terenzio è anche disonesto perché ruba dei soldi ad Adriano e questo provoca una riflessione, perché Adriano si accorge di non avere una identità, non ha i documenti e quindi non può sposare Adriana e non può denunciare il ladro. Di conseguenza finge un suicidio e riprende la vecchia identità di Mattia Pascal.

Torna al paesello e si accorge che la situazione è cambiata: la moglie si è risposata con un suo amico, ed è un matrimonio felice. Legalmente Mattia potrebbe farlo annullare, ma decide di non cambiare la situazione e il romanzo si conclude con Mattia che porta i fiori sulla sua tomba.

Il romanzo è assolutamente irrealistico, c’è molto l’aspetto psicologico che Pirandello aveva approfondito vista la vicenda della moglie. Mattia rappresenta la figura dell’inetto, presenta più facce, ovvero si evidenzia la tematica della maschera. -> Un uomo non ha una sola identità ma presenta più volti, più aspetti, in base a chi ha di fronte. In un’altra opera, “Uno, nessuno e centomila”, si vede chiaramente l’aspetto della maschera, nel senso che l’uomo non è mai se stesso, ma assume moltissimi aspetti, tanto che in realtà non è nessuno.

Uno, nessuno e centomila: la maschera dell'uomo

“Uno, nessuno e centomila”

È un romanzo scritto negli anni ’20. Il protagonista, Vitangelo Moscarda, detto Gegè dalla moglie. Quest’uomo ha una vita serena, è piuttosto ricco, la famiglia è felice. Un giorno la moglie gli fa notare che ha il naso un po’ storto e questo lo sconvolge e lo fa riflettere. Si accorge ce gli altri lo vedono in maniera diversa, mentre nessuno conosce la sua vera identità. Allora reagisce, comincia ad occuparsi più direttamente degli affari in maniera disastrosa perché comincia a sperperare i soldi, li regala ai poveri. La moglie cerca di farlo interdire. Gegè viene aiutato da un’amica della moglie che casualmente e involontariamente gli spara e lo ferisce. A quel punto viene accusata di tentato omicidio ma viene scagionata da Vitangelo che decide di abbandonare tutto e di vivere come un nessuno immerso nel ciclo della natura.

Il teatro di Pirandello: fasi e innovazioni

Pirandello ed il teatro

Il teatro di Pirandello si può dividere in diverse fasi:

1. Nella prima fase, Pirandello mette in scena atti unici tratti da sue novelle, come ad esempio “La Giara” o “La Patente”.

2. Successivamente scrive delle opere in cui la struttura è tutto sommato tradizionale, anche se gli argomenti sono quelli tipici della concezione di Pirandello, come ad esempio “Così è (se vi pare)”, nella quale viene ripresa una novella ma strutturandola in 3 atti. In questa novella viene descritta una situazione paradossale e di relatività della verità: i protagonisti sono il signor Ponza e la signora Frola. I due sono suocera e genero, si sono trasferiti da un paesino della Marsica, distrutto dal terremoto. Loro suscitano la curiosità della gente perché Ponza è sposato ma sua moglie non esce mai di casa e non ha mai un rapporto con la madre. Viene fuori una doppia versione dei fatti, la signora Frola racconta che Ponza era innamoratissimo della moglie ed era molto possessivo tanto che è stato preso da una mania ossessiva e possessiva tanto da ammalarsi. Quando poi è guarito, si è convinto che la moglie non era più la stessa. Ponza invece racconta una verità diversa: sua moglie era morta e lui si era risposato e la suocera era impazzita e credeva che la seconda moglie fosse in realtà sua figlia. La verità viene cercata in tutti i modi ma sono stati persi tutti i documenti nel terremoto. Alla fine, finalmente esce fuori la moglie di Ponza e tutti si aspettano la verità, ma nemmeno allora arriva, perché la ragazza dice che è quello come gli altri la vogliono. -> non conoscibilità della realtà

3. L’ultima fase del teatro di Pirandello è una forma di teatro molto più sperimentale, nella quale viene rotta la separazione fra pubblico e attori iniziando a parlare di TEATRO NEL TEATRO. Gli attori intervengono direttamente, quasi con un rapporto fisico. L’esempio più evidente di questo nuovo teatro è una commedia famosissima che si intitola: “Sei personaggi in cerca di autore”. La commedia inizia con una compagnia di teatro che sta provando una commedia di Pirandello: “Il gioco delle parti”. Dal pubblico entrano sei persone di cui non viene detto il nome ma vengono denominati un padre, una madre, il figlio, la figliastra, il giovinetto e la bambina. Loro affermano che hanno una vicenda da mettere in scena ma nessuno per ora l’ha fatto, la compagnia, dopo una prima resistenza, accetta di mettere in scena la loro storia. Il padre, sposato con la madre, hanno avuto il figlio ma poi si sono separati. La madre si è ricostruita una famiglia con un altro uomo ed ha avuto tre figli, ovvero la figliastra, il giovinetto e la bambina. Muore il secondo compagno della madre e la famiglia è ridotta in miseria tanto che la figliastra si prostituisce in una casa di appuntamenti gestito Madama Apace. In questo luogo che ha l’apparenza di una sartoria, lavora anche la madre come sarta. In questo atelier si reca anche il padre che non riconosce la figliastra e sta per avere un rapporto con lei ma viene fermato dalla madre. Il padre, preso dalla vergogna e dai rimorsi, riprende in casa la madre ed i tre figli, però questo porta ad una rabbia, un risentimento del figlio che si sente quasi tradito dal padre. A questo punto gli attori ed i personaggi cominciano a discutere perché gli attori si sforzano di mettere in scena la vicenda ma non ci riescono, ovvero non riescono a ricreare sul palco l’autenticità della vicenda che alla fine diventa tragedia perché la bambina annega nella vasca del giardino e il giovinetto si uccide sparandosi. La vita da una parte è teatro e dall’altro è realtà.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini e la formazione di Luigi Pirandello?
  2. Luigi Pirandello è nato a Girgenti, attuale Agrigento, nel 1867. Ha studiato a Roma e poi in Germania, laureandosi con una tesi sui dialetti siculi.

  3. Quali eventi hanno influenzato la vita matrimoniale di Pirandello?
  4. Il matrimonio con Antonietta Portulano fu infelice a causa della fragilità psicologica della moglie, peggiorata dopo l'allagamento delle miniere di zolfo della famiglia nel 1903.

  5. Come si è evoluta la carriera teatrale di Pirandello durante il fascismo?
  6. Pirandello aderì inizialmente al fascismo, ma i suoi rapporti con il regime divennero tesi. Fondò la compagnia teatro d’arte di Roma e nel 1934 ricevette il Premio Nobel per la Letteratura.

  7. Quali sono le caratteristiche delle novelle siciliane e romane di Pirandello?
  8. Le novelle siciliane mostrano aspetti paradossali della Sicilia, mentre quelle romane rappresentano la famiglia come una trappola e includono elementi di liberazione simbolica.

  9. Qual è il tema centrale del romanzo "Uno, nessuno e centomila"?
  10. Il romanzo esplora la maschera dell'uomo, mostrando come il protagonista, Vitangelo Moscarda, scopra che gli altri lo vedono in modi diversi e che nessuno conosce la sua vera identità.

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