mery_parenti
Ominide
10 min. di lettura
Vota 4,5 / 5

Concetti Chiave

  • Dante, Petrarca e Boccaccio sono considerati i "grandi" del Trecento per la loro influenza sulla letteratura e l'arte moderna, ognuno con un approccio unico ai temi dell'amore e della conoscenza.
  • I rapporti tra i tre autori mostrano un misto di ammirazione e critica, con Boccaccio che esalta la Commedia di Dante mentre Petrarca esprime riserve sul suo linguaggio accessibile.
  • La Commedia di Dante ha avuto un impatto duraturo, influenzando non solo la letteratura ma anche il teatro e il cinema, con letture pubbliche e adattamenti contemporanei.
  • Il Canzoniere di Petrarca ha ispirato generazioni di poeti grazie alla sua forma perfetta e alla profondità emotiva, diventando un modello letterario per molti autori successivi.
  • Il Decameron di Boccaccio è apprezzato per il suo realismo e la sua visione laica della vita umana, influenzando sia la letteratura che il cinema attraverso molteplici adattamenti.
Questo appunto di Letteratura Italiana affronta i tre grandi autori del Trecento: Dante, Petrarca e Boccaccio. Vengono presentati i tre autori, la rispettive poetiche e i rapporti di ammirazione e talvolta di critica che intercorrono tra loro con cenni all’influenza che hanno avuto sulla letteratura moderna e contemporanea.
L'influenza dei grandi autori del Trecento sulla cultura moderna articolo

Indice

  1. I grandi autori del Trecento: Dante, Petrarca e Boccaccio
  2. I rapporti tra i tre scrittori del Trecento
  3. La fama della Commedia di Dante Alighieri
  4. L’influenza del Canzoniere di Petrarca sulle opere successive
  5. L’importanza del Decameron di Boccaccio
  6. Il ruolo delle tre opere nella cinematografia e nelle arti figurative

I grandi autori del Trecento: Dante, Petrarca e Boccaccio

Sia in ambito letterario che in ambito cinematografico i “grandi” del Trecento hanno rappresentato un modello per gli artisti moderni.

Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio

possono essere definiti i tre “grandi” del '300 per la loro importanza in ambito letterario: ma che rapporto hanno avuto storicamente l'uno con l'altro? Vissuti rispettivamente dal 1265 al 1321, dal 1304 al 1374, dal 1313 al 1375, essi hanno sviluppato caratteristiche diverse, sia dal punto di vista formale che dal punto di vista dei contenuti, condizionati da esperienze e modi di pensare differenti. Dante, il cui maestro fu Brunetto Latini, nel corso della sua vita forma una cultura enciclopedica, basando il suo pensiero soprattutto sulla filosofia aristotelico-tomistica, e diventa uno dei maggiori esponenti del “ dolce stil novo”. L'argomento principale di cui scrive è l'amore per Beatrice, donna che per lui arriva a simboleggiare la “scala” verso Dio e ad assumere sembianze angeliche. Anche Petrarca e Boccaccio prediligono il tema dell'amore, seppur affrontandolo in maniera diversa: il primo, dedito agli studi classici, in particolare alle opere di Sant'Agostino, caratterizzato da un grave dissidio interiore che lo fa oscillare tra attaccamento alla vita mondana e ansia di purificazione, è innamorato di Laura (nome che allude a vari significati allegorici), ma il suo amore, più passionale che spirituale, lo condannerà lui stesso nell'opera “Confessioni”; il secondo, appassionato di miti greci e latini, ispirandosi alla cultura cortese e cavalleresca e agli scritti danteschi, nel suo componimento più importante, ossia il “Decameron”, racconta storie di tresche amorose, i cui protagonisti sono spesso uomini di Chiesa, in cui viene messo in evidenza il puro desiderio sessuale.

I rapporti tra i tre scrittori del Trecento

Fra Dante e Boccaccio vi è un rapporto di ammirazione: quest'ultimo infatti scrive una lettera all'amico Petrarca, invitandolo a leggere la Commedia, dopo che lui stesso ne è rimasto estasiato. Al contrario egli risponde, pur tra le dichiarazioni obbligate di stima, esprimendo i suoi dubbi nei confronti dell'opera, criticandone la lingua. Nel ventunesimo capitolo del suo componimento intitolato “Familiari” afferma infatti che per il linguaggio in cui è scritta, essa può diffondersi tra un pubblico vasto, anche di mediocre cultura, che deforma e storpia la sublimità della poesia: ciò va contro la sua concezione aristocratica del sapere, che ritiene debba essere riservato ad un élite colta e raffinata. Boccaccio ribatte sostenendo che Dante abbia usato il volgare proprio per dimostrarne le possibilità poetiche, per elevarlo al pari del latino, e data la sua grande lode per la Commedia, la legge e la commenta pubblicamente per la prima volta nella storia il 23 ottobre 1373.

La fama della Commedia di Dante Alighieri

La tradizione della lettura dell'opera si è protratta fino ai nostri giorni: nel 1981 da parte di Carmelo Bene sulla torre degli Asinelli, in occasione della prima ricorrenza della strage della stazione di Bologna, e poi nel 2006 da parte di Roberto Benigni in Piazza Santa Croce a Firenze, seguita dal vivo dagli spettatori e trasmessa in televisione. Questi sono esempi della contemporaneità e della fortunata critica ottenuta dai grandi del '300, che si è manifestata non solo in ambito teatrale, ma anche in quello letterario e cinematografico. La Commedia viene appunto definita da Ezra Pound in “Lo spirito romanzo” come una “chiave che dà accesso a una conoscenza più profonda, a una più intima percezione della bellezza” e a testimonianza di ciò Primo Levi in “Se questo è un uomo” racconta come il tentativo di ricordare a memoria passi del poema fosse un modo per tenersi in vita durante la prigionia nel campo di concentramento. Vi sono riferimenti danteschi anche nella poesia italiana, per esempio in D'Annunzio, in Gozzano e i più importanti arrivano nella seconda metà del Novecento, con l'opera di Eugenio Montale e Pier Paolo Pasolini.
Per approfondimenti sulla vita e le opere di Dante Alighieri vedi anche qua

L’influenza del Canzoniere di Petrarca sulle opere successive

Allo stesso modo anche l'influenza del Canzoniere, il maggior componimento di Petrarca, perdura nei secoli e rappresenta un modello per la tradizione letteraria italiana. Molti scrittori hanno infatti subìto il fascino della forma petrarchesca, armoniosa ed essenziale, perfetta, e della sua idea di poesia come esperienza assoluta e totalizzante. Ungaretti nel 1943 scrive riguardo a Petrarca: egli “non si vede subito. Esige una lunga esperienza, e dura, rara e complessa per divenirvi familiare. Un suo sonetto che ci pareva indifferente, un suo verso perduto in un sonetto, ecco, quando la memoria ha saputo fare in sé chiarezza e accalorarlo, ci guarda, è la nostra vita più umana”. Da Guido Gozzano a Salvatore Quasimodo, da Camillo Sbarbaro a Mario Luzi, tutti questi poeti hanno attinto al repertorio petrarchesco.
Per approfondimenti sulla vita e le opere di Francesco Petrarca vedi anche qua

L’importanza del Decameron di Boccaccio

Infine anche il “Decameron” di Boccaccio, per la vastità di temi e atmosfere, di comicità e tragicità è stato oggetto di diverse e articolate interpretazioni. I grandi scrittori del Novecento non si sono soffermati sull'erotismo e la comicità di quest'opera, ma sul realismo e sull'atteggiamento laico dell'autore in contrapposizione al misticismo medievale e alla sua capacità di “condensare” l'esistenza umana nelle sue molteplici manifestazioni. Da questi punti di vista Boccaccio rappresenta un modello di riferimento altissimo, tanto che Carlo Emilio Gadda nella “Meditazione breve circa il dire e il fare”, lo descrive come uno scrittore in grado di “costruire l'edificio della critica sopra una sola frase”.
L'influenza dei grandi autori del Trecento sulla cultura moderna articolo

Il ruolo delle tre opere nella cinematografia e nelle arti figurative

In ambito cinematografico la Commedia è diventata fonte di ispirazione per la sua ricchezza e varietà di luoghi, fatti, persone assumendo talvolta caratteristiche stereotipate. Al 1907 risale il primo cortometraggio e numerose sono le pellicole in cui emergono riferimenti al componimento, dove nella maggior parte dei casi prevale la figura di Francesca, la cui storia si presta bene alla macchina da presa. Famosa è la rivisitazione del 1955 che Camillo Mastrocinque fece con Totò nella commedia “Totò va all'Inferno”, in cui il protagonista si trova faccia a faccia con personaggi e situazioni riprese dall'opera. Riguardo al “Canzoniere” invece non si trovano film o altri tipi di attestazioni, ma la poesia di Petrarca è servita da spunto nell’ambito delle arti figurative. Nonostante il suo carattere idealizzato e quasi immateriale, Agostino Bonalumi ne ha proposto una trascrizione formale in un'edizione artistica di cui egli ha realizzato la copertina e quattro grafiche: il cerchio rappresenta la tendenza alla perfezione, ma il suo rientrare verso il centro allude alle perplessità dell'animo umano, in perfetta linea con l'animo dell'autore stesso. Al contrario il “Decameron” è stato oggetto forse anche di troppe rivisitazioni cinematografiche, che per lo più ne hanno messo in evidenza gli aspetti volgari e bassi: il “Decameron Nights” del regista Hugo Fregonese, il “Decameron” di Paolini, che contribuì alla nascita del sottogenere “decamerotico” in voga negli anni Settanta, in cui dominava l'erotismo, e infine il film “Decameron Pie”. Esistono poi rivisitazioni del componimento più profonde, come la pellicola collettiva “Boccaccio '70” composta da quattro episodi firmati da Vittorio De Sica, Federico Fellini, Luchino Visconti e Mario Monicelli, intenta a riflettere sul perbenismo dell'Italia negli anni Sessanta. Innumerevoli sono stati quindi gli artisti che hanno preso spunto dai grandi del '300, che anche dopo circa settecento anni dimostrano la loro evidente contemporaneità.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i principali temi affrontati dai tre grandi autori del Trecento?
  2. Dante, Petrarca e Boccaccio affrontano principalmente il tema dell'amore, seppur con approcci diversi: Dante lo vede come un percorso spirituale, Petrarca lo vive come un dissidio interiore tra passione e purificazione, mentre Boccaccio lo rappresenta attraverso storie di desiderio sessuale.

  3. Come si relazionavano tra loro Dante, Petrarca e Boccaccio?
  4. Dante e Boccaccio avevano un rapporto di ammirazione, con Boccaccio che elogiava la Commedia. Petrarca, pur rispettando Dante, criticava la lingua volgare dell'opera, preferendo un sapere riservato a un'élite colta.

  5. Qual è stata l'influenza della Commedia di Dante sulla cultura moderna?
  6. La Commedia di Dante ha avuto un impatto duraturo, ispirando letture pubbliche e opere teatrali, ed è stata vista come una chiave per una conoscenza più profonda, influenzando anche la poesia e la letteratura contemporanea.

  7. In che modo il Canzoniere di Petrarca ha influenzato la letteratura successiva?
  8. Il Canzoniere di Petrarca ha influenzato molti scrittori con la sua forma armoniosa e la sua idea di poesia totalizzante, diventando un modello per la tradizione letteraria italiana e ispirando poeti come Ungaretti e Quasimodo.

  9. Qual è l'importanza del Decameron di Boccaccio nella cultura moderna?
  10. Il Decameron di Boccaccio è stato interpretato in vari modi, evidenziando il suo realismo e laico atteggiamento. Ha ispirato numerose rivisitazioni cinematografiche, spesso focalizzate sugli aspetti erotici, ma anche riflessioni più profonde sulla società.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community