Auroraaa404
Ominide
26 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Giovanni Pascoli's life was marked by tragedy, starting with his father's mysterious murder, leading to familial dispersion and personal hardship.
  • Pascoli's poetry is characterized by symbolism, employing specific terms for plants and animals to convey deeper meanings and explore existential themes.
  • The concept of "Il Fanciullino" reflects Pascoli's belief in maintaining childlike wonder and sensitivity as essential for true poetic expression.
  • Pascoli's political ideology combined socialist humanitarianism with Christian values, opposing class struggle in favor of universal brotherhood and solidarity.
  • Works like "Myricae" and "Canti di Castelvecchio" capture rural life and personal loss, using vivid imagery and symbolism to evoke emotional depth and introspection.

Indice

  1. Infanzia e Formazione
  2. Carriera Accademica e Vita Familiare
  3. Successi Letterari e Vita a Castelvecchio
  4. Ultimi Anni e Opere Nazionalistiche
  5. Poetica Pascoliana e Il Fanciullino
  6. Impegno Politico e Socialismo
  7. Temi Sociali e Immigrazione
  8. Myricae e Temi Ricorrenti
  9. Canti di Castelvecchio e Simbolismo
  10. Gelsomino Notturno e Simbolismo
  11. L'Assiuolo e Atmosfera Notturna
  12. Arano e Vita Campestre
  13. X Agosto e Morte del Padre
  14. Lavandare e Solitudine
  15. La Grande Proletaria e Guerra in Libia

Infanzia e Formazione

Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna in una famiglia numerosa (primo di otto figli).

A 11 anni muore suo padre (assassinato in circostanze misteriose), muore poi anche la madre e tre fratelli = si disperdono gli altri orfani: alcuni finiscono in convento, altri vanno in collegio e altri ancora a lavorare.

Pascoli continua a studiare nel collegio, dove si forma la cultura classica che gli permette di comporre per tutta la vita poesie in latino.

1873: si iscrive alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna e entra a far parte della cerchia dei discepoli di Carducci ma dopo tre anni lascia gli studi, perde i sussidi di cui godeva e è costretto alla miseria = in questo periodo aderisce all'Internazionale dei lavoratori e si avvicina a gruppi anarchici = ciò lo condusse a essere incarcerato per tre mesi nel 1879, dopo la prigione riprende gli studi e si laurea nel 1882.

Carriera Accademica e Vita Familiare

Insegna come professore di ginnasio a Matera, poi a Massa e a Livorno.

Appena raggiunse la stabilità economica chiama a vivere con sé le due sorelle Ida e Maria per ricostruire il nido domestico andato distrutto = l’attaccamento alle sorelle si fa morboso e quando Ida si sposa, Giovanni vive una profonda crisi di gelosia = la convivenza con Maria dura tutta la vita (ci furono continui artifici da parte di entrambi per fare in modo che l’altro non potesse sposarsi).

In questi anni compone le prime poesie di impronta personale e i suoi primi successi: prima edizione di Myricae (1891) e molte vittorie al concorso internazionale di poesia latina di Amsterdam.

Successi Letterari e Vita a Castelvecchio

Con la fama, diventa docente universitario a Bologna, poi a Messina e Pisa.

Il tempo libero viene passato con la sorella Maria a Castelvecchio di Barga in Garfagnana, in Toscana, in una villa con podere che aveva comprato.

Anni di creatività: completa le sue principali raccolte di poesie (che vengono accolte con entusiasmo), collabora con diverse riviste e inizia l'attività di conferenziere (in cui manifesta la sua ambizione sempre crescente di poeta-vate, maestro civile e morale).

Ultimi Anni e Opere Nazionalistiche

1905: prende la cattedra di Letteratura italiana a Bologna a posto di Carducci, che va in pensione = Pascoli diventa ufficialmente il successore del “vate d’Italia” (a confronto con Carducci, tuttavia, egli appariva inferiore, soprattutto come studioso di letteratura).

Ultimi anni: compone i Poemi italici e i Poemi del Risorgimento e alcuni discorsi celebrativi (1911: discorso per i cinquant’anni dall’unità d’Italia e per la guerra in Libia, dove culmina il suo nazionalismo).

1912: muore di cancro a Bologna.

Compie la sua formazione culturale negli anni ‘70 del 1800, in un contesto culturale legato al positivismo = ciò può essere notato nella cura che il poeta pone nella nomenclatura di uccelli e piante (es.

assiuolo, gelsomino), emergono inoltre le sue conoscenze in ambito scientifico e astronomico = si coglie in lui però anche la crisi verso la scienza, perché incapace di rispondere alle domande più profonde dell’uomo.

Tipico della poesia di Pascoli è la presenza di oggetti che vengono caricati di significato simbolico, anche la sua scelta di inserire termini specifici per indicare piante o animali è un modo per indicare qualcosa di più profondo e nascosto = vuole rappresentare il mondo attraverso il velo del sogno, con cui vuole far perdere ogni valenza oggettiva delle cose attraverso delle corrispondenze (simile a Baudelaire).

Tragica morte del padre = ricorrente è l’immagine del nido, luogo dove ci si tiene stretti e caldi e ci si protegge in modo reciproco dal mondo esterno oscuro e minaccioso, davanti alla realtà esterna l’autore prova un senso di smarrimento e di angoscia, la meccanicità della natura e l’immensità dell’universo, infatti, non danno significato alla vita e alla mortalità dell’uomo.

Tema centrale è anche la morte, intesa in modo ambivalente sia come annientamento totale da temere, sia come un ritorno al “nido”.

Poetica Pascoliana e Il Fanciullino

1897: pubblica sulla rivista “Il Marzocco” un saggio sulla poesia chiamato “Il Fanciullino” (manifesto della poetica pascoliana).

Secondo Pascoli in ogni uomo si nasconde un fanciullino, ovvero la capacità di guardare con stupore quanto ci circonda = gli uomini comuni, crescendo, perdono questa capacità, a differenza dei poeti, che mantengono viva la sensibilità dell’infanzia.

Il passaggio alla vita adulta comporta spesso un cambiamento nel linguaggio, che diventa pian piano sempre più rigido, logico e chiaro = per Pascoli bisogna retrocedere al linguaggio del fanciullo (ossia fantasioso e che non si basa su in una logica ordinaria) per poter cogliere la realtà = il bambino è il vero poeta perché sa vedere al di là delle cose, attraverso i suoi occhi puri e cristallini (poeta è quindi colui che sa conservare ed esprimere questo atteggiamento infantile, ossia questa percezione fantastica e spontanea delle cose).

Poesia ha per Pascoli un valore sociale, essa ci aiuta ad accettare la nostra condizione e ci fa preferire la conciliazione alla lotta (insegnamenti per la vita).

Nella parte iniziale del saggio Pascoli descrive il fanciullino ideale = quando siamo piccoli il nostro fanciullino è un tutt'uno con noi (giocano insieme), quando cresciamo, però, i nostri pensieri maturano e cambiano, rimane però dentro di noi un tintinnio della voce del bambino, che viene ascoltato sempre di meno con l’avanzare dell’età = ogni tanto riemerge e sei in grado di apprezzare e di meravigliarti delle cose che ti stanno attorno (es. canto cinciallegra).

Impegno Politico e Socialismo

Pascoli è un seguace del socialismo ma non ne condivide la posizione rivoluzionaria, ne condivide invece l’aspetto umanitario e di fratellanza = viene attratto da idee anarchico-socialiste e aderisce all'Internazionale socialista (scelta causata delle ingiustizie subite dopo la morte del padre es. perdita della casa, il declino della famiglia e la povertà).

Dato il suo impegno nei movimenti anarchici viene arrestato e dopo la scarcerazione si allontana dall’attività politica = non condivide la linea marxista che supporta la lotta di classe tra capitalisti e operai (non accetta la violenza ma mira alla fratellanza anche tra persone di classi diverse)= il socialismo viene inteso da lui come sinonimo di solidarietà, fraternità e aiuto ai più poveri.

Elabora una sua fede umanitaria, associando gli ideali socialisti ai valori del cristianesimo sociale.

Bisogna accontentarsi di ciò che si ha = l’ideale per lui è il piccolo proprietario terriero (lui esalta il mondo dei piccoli proprietari terrieri che si basa su valori come la famiglia, il lavoro e la solidarietà = questo modo di vivere può salvare il mondo rovinato dalla corruzione e dalla distruzione causate dall'industrializzazione e dal capitalismo).

Alla base della felicità vi è anche il nucleo familiare (che dà sicurezza).

Temi Sociali e Immigrazione

Tema dell’immigrazione (nel suo periodo non c’era abbastanza lavoro e ciò costringeva molti italiani a spostarsi) = legittima la guerra coloniale e la guerra in Libia (1911) = “La grande proletaria si è mossa” e “Italy”.

Composto nel 1904, è posto a chiusura dei Primi Poemetti, il poemetto narra di una bambina chiamata Maria (Molly in inglese), figlia di emigrati, nata in America, che viene accompagnata da due giovani zii in Italia, nelle campagne toscane, perchè malata di tisi, alla fine, grazie alle cure e al clima mite la Molly guarisce, ma la nonna, che si è presa il suo male, muore = con questa poesia Pascoli spiega le differenze tra gli italiani che sono rimasti e quelli che tornano, la cattiva impressione avuta dalla bambina del paese che sente straniero, la bambina è infatti lei molto insofferente, non riesce a sopportare l’Italia, paese povero e misero se confrontato all’America,

(addirittura non riesce nemmeno ad apprezzare il gusto del pane perchè troppo abituata a quello del pane americano speziato).

Pascoli fu uno dei pochi letterati a rendersi conto dell’importanza storica del fenomeno dell’emigrazione (è infatti il primo a mettere il luce il fenomeno della mescolanza di lingue e culture tipico della globalizzazione, che caratterizza sempre di più il nostro mondo), che in pochi decenni vide milioni di italiani spostarsi al di là dell’Atlantico = mette in luce la estraneità tra il vecchio e il nuovo mondo attraverso il rapporto tra la nonna e la bambina, ognuna parla infatti una lingua sconosciuta all’altra e non riescono a capirsi = mette così a confronto una civiltà contadina semplice, legata al lavoro nei campi e alla natura e la società nuova affarista e metropolitana.

Linguaggio: commistura di linguaggi:

1) il dialetto lucchese e la sua terminologia

2) l’inglese di Molly

3) l’inglese italianizzato degli emigranti

4) lingua del poeta narratore che associa un linguaggio più alto a uno più colloquiale.

Myricae e Temi Ricorrenti

Raccolta pubblicata per la prima volta nel 1891, comprendeva 22 poesie, nelle successive edizioni venne pian piano arricchita fino alle quinta, nel 1900, con un totale di 156 componimenti. La raccolta contiene testi composti in momenti diversi, corretti e modificati nel tempo, essi non seguono quindi l’ordine cronologico ma criteri di affinità = prevalgono temi campestri e, nelle più tarde, il tema della morte del padre e la distruzione del “nido”.

Il titolo della raccolta è tratto da un’espressione di Virgilio presente nella IV ecloga delle bucoliche (non omnis arbusta iuvant humilesque myricae = “non a tutti piacciono gli arbusti e le basse tamerici”) e allude all’umiltà dei temi trattati = con quella frase Virgilio afferma di voler scrivere opere di livello perché a non tutti piacciono le tamerici (fiori di poco conto), non vuole quindi scrivere versi banali come quei fiori = Pascoli vuole scrivere poesie umili e di tema quotidiano, si tratta infatti di componimenti brevi, quadretti di vita campestre, in cui Pascoli presenta oggetti di uso quotidiano (es. aratro), caricandoli di mistero e suggestione.

Canti di Castelvecchio e Simbolismo

Fa parte della raccolta “Canti di Castelvecchio” = raccolta fatta di 70 poesie composte tra il 1897 e il 1903, in questa raccolta tratta due temi principali: 1) piccole scene campestri 2) tragedie familiari (li affronta in modo più complesso e ampio rispetto alla prima raccolta).

Gelsomino Notturno e Simbolismo

1901: compone questa poesia in occasione del matrimonio dell’amico G. Briganti, viene scritta come dono alla coppia di sposi, con lo scopo di celebrare e onorare le loro nozze = importante per capire il simbolismo del testo: il gelsomino notturno è un fiore i cui calici si aprono al tramonto e si chiudono all’alba.

Fatta di 6 quartine di novenari a rime alternate (ABAB).

A una prima lettura il testo appare come una semplice descrizione di una scena campestre (presentazione di fiori, alberi) ma in realtà i versi nascondono aspetti più intimi e personali = in realtà l’autore esprime la sua personale solitudine, insoddisfazione, la sua tristezza per non poter vivere l’esperienza coniugale e la sua curiosità per il rapporto sessuale che i due consumano nella prima notte di nozze = davanti alla gioia della coppia, Pascoli esprime la sua amarezza e esclusione da questo aspetto della vita, emerge inoltre il suo dolore per la perdita dei suoi cari e la distruzione del suo nido familiare (v. 2).

I versi descrivono la prima notte di nozze, narra che dopo la festa, le grida di gioia e festose si sono fermate e solo la casa dei due sposi è rimasta accesa e si sente qualcuno mormorare, descrive poi la possibile fecondazione della sposa attraverso elementi naturali (es. calici del fiore che si aprono rappresentano la vagina, le fragole rosse la rottura dell’imene, l’ape che si è attardata e non trova più posto in alveare che indica il poeta, che è rimasto escluso da qualsiasi esperienza amorosa), simbologia legata ai fiori, animali (es. v. 15-16: stelle associate a dei pulcini che seguono la chioccia = simbolo della famiglia e del nucleo familiare), descrive poi, attraverso l’immagine dei petali sgualciti che si chiudono all’alba, la fine del rapporto e la possibile fecondazione della donna.

Temi: sessualità, morte e esclusione.

Figure retoriche: personificazione (v. 6: la casa “bisbiglia”), metonimia (v. 8: i nidi rappresentano gli uccelli che dormono sotto le ali della madre).

Linguaggio: uso di lessico contadino e semplice, importante è l’uso dei puntini di sospensione (verso 20), che lascia spazio all’immaginazione.

L'Assiuolo e Atmosfera Notturna

Componimento di tre strofe del 1896, si trova nella sezione In campagna di Myricae = l’assiuolo, detto anche chiù, è un uccello notturno e secondo una vecchia credenza contadina, quando canta porta male.

Il poeta descrive un paesaggio notturno, campestre, mancano i riferimenti di luogo e tempo (un temporale si avvicina da un laggiù indeterminato) = senso di inafferrabilità, l’atmosfera risulta visionaria, quasi fosse un sogno.

Descrive inizialmente situazioni dolci e gentili, il sorgere della luna che illumina il mandorlo e il melo, si preannuncia però dopo una tempesta losca e paurosa.

Uso di linguaggio analogico (ossia ricco di metafore azzardate).

Si gioca molto sulle immagini e le sensazioni: prima visive, e uditive = Pascoli è attento ai particolari, ai colori e ai suoni:

Importanza onomatopea "chiù", che rafforza la gravità della situazione descritta e diventa un presagio di morte = definita ogni volta da un termine diverso: una voce, il singulto (singhiozzo), quel pianto di morte.

Suggestioni sonore (echi e rimandi) = fru fru (v. 12), che si allunga anche alle parole vicine (tra le fratte), parole onomatopeiche (tintinni v. 21) e allitterazioni (mandorlo, melo, nero di nubi)

Linguaggio: termini specifici (es. melo e mandorlo) parole ricercate = sistri (strumenti musicali paragonati alle cavallette e il loro rumore sgradevole = i sistri che sono associati all’aldilà sono affiancati alle cavallette, presagio di morte), singulto (squassavano = è ricco di espressioni metaforiche (es. “nero di nubi” invece che in cui l’aggettivo è sostantivato), l’autore cerca di creare musicalità attraverso allitterazioni, onomatopee e rime interne.

Sintassi: semplice, caratterizzata da frasi brevi collegate con virgole e seguono spesso uno stile nominale.

Figure retoriche: anafora dell'onomatopea del verso dell’assiuolo “chiù” (v. 9-16-24), anafora (v. 5 e 7: “venivano”), allitterazione lettera n e u (nero, nubi, laggiù), anafora (v. 11-12-13: “sentivo”), rima interna (v.11: “cullare”-”amare”), allitterazione lettera r e f (v. “fru fru”), onomatopea (“v. “fru fru”, che indica il rumore di un animale nella vegetazione), allitterazione (v. “fratte”), anafora (v. 13: “sentire”), onomatopea “v. “squassavano” che indica qualcosa che viene scosso violentemente), allitterazione (v. “sistri” = allitterazione della s), sinestesia (v. “soffi di lampi” = la visione del lampo si trasforma in qualcosa che il corpo può percepire) e metafora (v. “sospiro di vento” = atteggiamento umano attribuito a fenomeni naturali).

Arano e Vita Campestre

Fa parte di Myricae, nella sezione “l’ultima passeggiata”.

Genere poetico del madrigale (due terzine e una quartina di endecasillabi).

Si tratta di una poesia di pure immagini riferite a una scena autunnale di vita campestre, in cui l’io è assente, essa non mette in primo piano i sentimenti, le riflessioni soggettive e considerazioni morali ma le sensazioni = apre la poesia con la descrizione dei colori del fogliame rosseggiante, prosegue poi con un’altra sensazione visiva (nebbia che sale), poi uditiva (rumore dei lavori in campagna, coi contadini che gridano e le zappe che urtano sulle zolle) e infine il suono del cinguettio di un pettirosso, associato al colore dell’oro.

Abolisce ogni gerarchia tra gli esseri = uomini, animali e cose hanno la stessa importanza: l’unico essere a cui è attribuito uno stato psicologico è un animale (v. 7: passero saputo) = simile al panismo di D’Annunzio.

Scopo: creare sensazione di lentezza, calma, solitudine e nostalgia (tutto verte su sensazioni) = ultima parte caratterizzata da vitalità e gioia (colore oro da vitalità e luminosità alla scena) = vuole far assaporare la tranquilla vita contadina al lettore.

Rime: incatenata nelle terzine (ABABCBC) e alternata nella quartina (DEDE).

Figure retoriche: allitterazione suono r e l (raggio, filare), allitterazione suono s (passero, suo, sottil, pettirosso), enjambement (2-3, 4-5, 5-6, 9-10), onomatopea (v. 10: tintinnio), tecniche per rallentare il ritmo (lente, ribatte, filare, fratte), personificazione (v.6: marra paziente; v.7 passero saputo = intelligente perché sa che troverà cibo in più).

Lessico: legato alla vita agreste = usa termini specifici (es. pampano, fratte = cespuglio, porche = zolle, Marra = zappa).

Linguaggio: l’autore lega con naturalezza il linguaggio letterario e ricercato (v.1-3: roggio, mattinal) a quello più quotidiano e usuale (es. vacche).

X Agosto e Morte del Padre

Componimento del 1896 che fa parte di Myricae, nella sezione "Elegie".

Il titolo fa riferimento a una data del calendario, la ricorrenza di San Lorenzo, quando nella notte è più visibile il fenomeno delle stelle cadenti, data che coincide con il giorno dell’uccisione del padre = l’autore immagina che il cielo, nella notte delle stelle cadenti di San Lorenzo, stia esprimendo la sua compassione verso la sua famiglia in seguito alla morte del padre = universo viene personificato.

Temi: morte padre, nido (che uomo e rondine non fanno in tempo a raggiungere), il mistero incomprensibile del male che coinvolge tutto il creato e il senso di spaesamento e di angoscia.

Centrale è il parallelismo tra il padre che torna a casa dai figli con dei doni e la rondine che torna al nido per sfamare i rondinini (ritorna la tendenza a mettere sullo stesso piano cose, persone e animali).

Ricco di elementi religiosi = spine (che riprendono la corona di Gesù), la morte a ali aperte della rondine (che indicano la crocifissione di Gesù) e l’uomo in punto di morte perdona i suoi nemici come Gesù = nonostante Pascoli sia agnostico si serve di queste immagini per rappresentare il suo dolore, egli apprezza infatti l’insegnamento di mitezza e dolcezza della religione cristiana.

Scopo: rievocare l’evento doloroso e protestare contro il male del mondo, vuole essere un invito alla non violenza.

Sintassi: semplice e vocabolario quotidiano (tetto, rondine), quasi puerile (il diminutivo rondinini) che si intrecciano con elementi colti (es. v.24: "atomo opaco”)

Figure retoriche: allitterazione lettera p (v. 12: sempre, piccolo).

Lavandare e Solitudine

Affine per tema e impostazione ad Arano, è un componimento che fa parte della sezione L’ultima passeggiata di Myricae.

Si tratta di un madrigale che presenta un quadretto di vita rustica che presenta una serie di immagini e sensazioni: parte da una sensazione visiva (campo grigio e nero), viene poi sfumata dalla foschia, emerge poi un senso inquietante di solitudine e abbandono dato dall’aratro solitario, vi è poi una sensazione uditiva data dai rumori della lavandaie (uso effetti onomatopeici es. sciabordare, ossia i panni che vengono sbattuti), prosegue poi con il canto delle donne e finisce con la ricomparsa dell’aratro abbandonato, che chiude circolarmente la poesia.

La poesia può essere collegata al senso di solitudine e abbandono provato dal poeta, che si proietta nell’immagine dell’aratro = attraverso la descrizione di un paesaggio autunnale desolato, il poeta descrive il suo pianto interiore.

Linguaggio: familiare con sintassi semplice e lineare, espressioni usuali.

La Grande Proletaria e Guerra in Libia

Autunno del 1911 il governo di Giolitti occupa la Libia, territorio che era stato riservato all’Italia nella spartizione dell’Africa tra le potenze europee = lo sbarco delle truppe italiane a Tripli suscita un’ondata di entusiasmo tra i nazionalisti, ma anche un forte dissenso da parte dei socialisti e di alcuni intellettuali (es. Gaetano Salvemini).

Pascoli si dichiara a favore della guerra con un discorso il 26 novembre al teatro Barga = si riferisce all’Italia con il termine “grande proletaria” e dice che la patria è riuscita finalmente a dare un luogo agli italiani in cui lavorare, permettendo loro di vivere in un posto in cui non sono più costretti allo sfruttamento e alla derisione da parte delle popolazioni dei territori in cui sono stati costretti a emigrare = vengono paragonati ai neri in America.

Per Pascoli la Libia è un territorio che appartiene di diritto agli italiani, sono stati infatti i coloni romani a saper ridurre la secchezza di quei territori, introducendo un efficiente sistema di irrigazioni = al contrario delle popolazioni nomadi arabe, che, con la loro pigrizia, ridussero i territori resi floridi dai romani in un deserto arido.

Incita a una battaglia in cui tutti gli italiani, senza distinzione di ceto sociale o provenienza geografica, combattono per ottenere ciò che gli appartiene di diritto.

Domande da interrogazione

  1. Quali eventi tragici hanno segnato l'infanzia di Giovanni Pascoli?
  2. L'infanzia di Giovanni Pascoli è stata segnata dalla morte del padre, assassinato in circostanze misteriose quando Giovanni aveva solo 11 anni, seguita dalla morte della madre e di tre fratelli. Questi eventi hanno portato alla dispersione degli orfani rimanenti.

  3. Come ha influenzato la carriera accademica e letteraria di Pascoli la sua adesione a movimenti politici?
  4. L'adesione di Pascoli all'Internazionale dei lavoratori e il suo avvicinamento a gruppi anarchici hanno portato alla sua incarcerazione per tre mesi nel 1879. Nonostante questo, dopo la prigione, ha ripreso gli studi e si è laureato, proseguendo poi una brillante carriera come docente e poeta.

  5. Qual è il significato simbolico del "fanciullino" nella poetica di Pascoli?
  6. Il "fanciullino" rappresenta la capacità di guardare il mondo con stupore e meraviglia, tipica dell'infanzia, che Pascoli considera essenziale per la poesia. Secondo lui, il poeta è colui che mantiene viva questa sensibilità infantile, permettendogli di cogliere la realtà in modo più autentico e profondo.

  7. In che modo la visione del mondo di Pascoli è influenzata dal contesto culturale del suo tempo?
  8. La formazione culturale di Pascoli, avvenuta negli anni '70 dell'800, è stata influenzata dal positivismo, il che si riflette nella cura per la nomenclatura di uccelli e piante e nelle sue conoscenze scientifiche e astronomiche. Tuttavia, Pascoli manifesta anche una crisi verso la scienza, percepita come incapace di rispondere alle domande più profonde dell'uomo.

  9. Quali sono i temi principali delle raccolte poetiche "Myricae" e "Canti di Castelvecchio"?
  10. Nella raccolta "Myricae", prevalgono i temi campestri e, nelle edizioni più tarde, il tema della morte del padre e la distruzione del "nido". "Canti di Castelvecchio" tratta principalmente di piccole scene campestri e tragedie familiari, affrontando questi temi in modo più complesso e ampio rispetto a "Myricae".

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community