Concetti Chiave
- Pascoli's poetry is based on the concept of the "fanciullino," an intuitive and pure form of poetry that values small and humble things, revealing the mysteries surrounding humanity.
- The poet is seen as a "seer," capable of understanding the secret aspects of things and the symbolic connections that bind them, beyond common perception.
- Pascoli emphasizes a moralistic vision with humanitarian themes, aspiring to a world where simple joys and brotherhood prevail, reflecting sentimentality and pedagogical goals.
- His poetic form is marked by complex expression, featuring unique syntax, varied lexicon, and phonetic symbolism, which convey deeper meanings through sounds and imagery.
- Pascoli's work is characterized by traditional meter and rhetorical figures, often using analogies that link distant realities, demanding readers to engage their imagination.
Indice
La poetica del fanciullino
Per Pascoli, la poesia è un mezzo per conoscere la realtà che si basa sull’intuizione; è una poesia pura senza alcun scopo politico o civile, che dà valore alle piccole cose, semplici e umili, attraverso le quali il poeta, ricorrendo alle corrispondenze, ha la capacità di far conoscere il mistero che circonda l’uomo.
La sua poetica si articola in tre aspetti:
1. la poetica del “fanciullino”: una poesia al di fuori di ogni logica, il poeta veggente, la poesia delle piccole cose. Questo primo aspetto condizione l’esistenza degli altri due.
2. Gli scopi pedagogici della sua poesia e una sensibilità tormentata: sentimentalismo, intenti moralistici, il poeta vate, l’inquietudine
3. una forma espressiva complessa (sintassi, lessico, fonosimbolismo, metrica e figure retoriche)
Nel 1897, Pascoli pubblica il saggio “Il fanciullino” in cui egli esprime un concetto che sta alla base del suo modo di fare poesia.
Egli afferma che in ogni uomo sopravvive un fanciullino che osserva la realtà in modo ingenuo e con molta meraviglia, come se fosse la prima volta che la vede, proprio come è successo al primo uomo che una volta creato, ha visto tutto ciò che esisteva intorno a lui. Tuttavia, non tutti gli adulti possiedono questa capacità. L’unico che si identifica con il “fanciullino” è il poeta.
Il concetto di poesia pura
Dietro questo concetto, si nasconde la definizione di poesia: la poesia è un mezzo per conoscere la realtà in modo irrazionale ed intuitivo, del tutto distante da ogni regola logica. Questo concetto era già presente nel Romanticismo che rifiutava ogni razionalità e basava la poesia sul sentimento. Tuttavia, Pascoli lo inserisce in un ambito che si ricollega al Decadentismo, che il movimento letterario del suo tempo.
Il poeta ha quindi la capacità di conoscere l’aspetto segreto delle cose e soprattutto quelle corrispondenze che le legano in una rete fatta di simboli. Pertanto, egli diventa un “veggente” (= una persona che è in grado di vedere e di annunciare ciò che gli altri non sono in grado di vedere). Egli è capace di edere oltre la realtà che tutti vedono, egli può arrivare fino a scoprire ciò che non conosciamo e addirittura di conoscere ciò che per l’uomo resta un mistero.
La poesia non ha quindi alcuna funzione pratica: non ha, né obiettivi politici, né scopi di propaganda, né deve insegnare qualcosa (scopo pedagogico). La poesia sostenuta dal Pascoli è una poesia “pura”, i cui argomenti sono umili (perché non solo i fatti eroici ed elevati possono diventare oggetto della poesia). La sua poesia non fa altro che far parlare il “fanciullino” che con la sua ingenuità e semplicità spinge il lettore all’amore, alla fratellanza e alla solidarietà.
La poesia del Pascoli può essere definita la poesia delle piccole cose. Non deve essere fatta una distinzione fra cose umili e argomenti elevati come quelli della poesia classica. Anche le cose più piccole e poco importanti hanno la loro dignità ed un loro valore. Ecco perché la poesia del Pascoli canta la realtà più modesta e semplice per scoprire in essa un significato segreto, tramite le corrispondenze.
La visione moralistica di Pascoli
Pascoli propone una visione della vita di piccolo borghese, caratterizzata da un’apertura mentale piuttosto ristretta, conseguenza di certi principi morali, pedagogici e sociali. Con la sua poesia, Pascoli ci vuole infatti insegnare a contentarci di poco, ad evitare una società in cui esistono conflitti, a sognare un’umanità in cui tutti sono fratelli, a tenere un atteggiamento umanitario che si ispira ad un sentimentalismo piagnucoloso (non è un caso che i personaggi privilegiati sono i bimbi morti di freddo, i mendicanti, gli orfani, le madri che hanno perso i figli, ecc.)
Questa visione moralistica della poesia porta il poeta a cantare anche temi più ampi che interessano l’umanità intera ed egli diventa, allora il poeta-vate che celebra la patria, appoggia le guerre coloniali come la conquista della Libia, esalta l’esercito come mezzo di coesione fra i giovani.
Per molto tempo, Pascoli è stato considerato il poeta delle piccole cose, degli affetti familiari, della vita campestre, tutti elementi descritti in tono molto sentimentale. Il suo nome è stato associato soltanto alla poetica del “fanciullino”, ed è stato visto come poeta della bontà, dell’ingenuità, dell’innocenza
La critica moderna su Pascoli
Invece, negli ultimi decenni, Pascoli è stato visto dalla critica sotto una luce molto diversa che lo ha collocato all’interno del Decadentismo europeo. Così, il suo animo è apparso tormentato, inquieto, capace di creare delle immagini fantastiche, non reali o comunque non realizzabili (= visionario).
Stile e linguaggio pascoliano
La poesia italiana tradizionale si basa sulla sintassi dei classici per cui presenta delle proposizioni principali, coordinate e subordinate
Invece, nelle poesie del Pascoli prevale la coordinazione. Le frasi sono brevi e spesso sono collegate per asindeto, cioè non collegate da una congiunzione, ma solo con la punteggiatura.
Sono presenti anche le frasi ellittiche, cioè le frasi che non hanno né verbo, né soggetto.
Frequente è anche lo stile nominale, cioè semplici sostantivi o aggettivi che si succedono
Queste scelte stilistiche sono in rapporto con la visione de “fanciullo” basata sull’intuizione e sulla semplicità e che ha lo scopo di scoprire il mistero che circonda la realtà e in cui non esistono cose più importanti e cose meno importanti e dove tutto è accostato liberamente.
La poesia italiana, per tradizione, ha sempre adoperato un unico codice linguistico, in genere piuttosto elevato. Pascoli rompe con la tradizione e nelle sue poesie introduce termini di vario registro: di stile nobile ricavati dai classici, derivati dalle attività della campagna (in questo senso è importante il lungo soggiorno effettuato dal poeta a Castelvecchio in provincia di Lucca), termini scientifici riferiti all’ornitologia (scienza che studia gli uccelli)e alla botanica (scienza che studia le piante), termini molto umili facenti parte dell’italiano colloquiale o addirittura tratte dal linguaggio adoperato dagli emigranti italiani.
Fonosimbolismo e metrica
Il fonosimbolismo è la creazione di parole e di espressioni che suggeriscono con il suono stesso il senso o l’immagine che il poeta vuole rappresentare. Per ottenere questi particolari effetti sonori, Pascoli ricorre spesso all’allitterazione o all’onomatopea (es. riproduzione di versi di uccelli o di suoni di campane) Es. poesia La mia sera
Don... Don... E mi dicono, Dormi!
mi cantano, Dormi! sussurrano, Dormi! bisbigliano, Dormi! in cui è presente l’allitterazione della -d- e della –s- e la ripetizione del suono delle campane
Per quanto riguarda la metrica, Pascoli ricorre ai versi, alle strofe e agli schemi di rime abituali nella poesia italiana. Tuttavia, il verso è spesso interrotte da pause, da parentesi oppure da puntini di sospensione.
Come figure retoriche, egli adopera frequentemente l’analogia, mettendo però a contatto delle realtà lontane senza passaggi intermedi, come facevano i poeti simbolisti. E per questo, egli obbliga il lettore a ricorrere all’immaginazione.
Troviamo un esempio di analogia nei versi 21-24 de Il gelsomino notturno
"…È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta
non so che felicità nuova.”
Il gelsomino i cui fiori si schiudono nelle calde notti d’estate è avvicinato, per analogia, all’unione di due sposi da cui nascerà una nuova vita.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto centrale della poetica del "fanciullino" di Pascoli?
- Come Pascoli definisce la poesia pura?
- Qual è la visione moralistica di Pascoli nella sua poesia?
- In che modo la critica moderna ha rivalutato Pascoli?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche della poesia di Pascoli?
La poetica del "fanciullino" di Pascoli si basa sull'idea che in ogni uomo sopravvive un bambino che osserva la realtà con meraviglia e ingenuità, e solo il poeta riesce a mantenere questa capacità di vedere oltre la realtà apparente.
Pascoli definisce la poesia pura come un mezzo per conoscere la realtà in modo irrazionale e intuitivo, privo di scopi politici o pedagogici, e che valorizza le piccole cose attraverso le corrispondenze simboliche.
La visione moralistica di Pascoli propone una vita semplice e umanitaria, evitando conflitti e promuovendo la fratellanza, spesso attraverso temi sentimentali come i bimbi morti di freddo e le madri che hanno perso i figli.
La critica moderna ha rivalutato Pascoli collocandolo all'interno del Decadentismo europeo, riconoscendo il suo animo tormentato e la sua capacità di creare immagini visionarie e fantastiche.
La poesia di Pascoli si caratterizza per l'uso di frasi brevi e coordinate, stile nominale, e un linguaggio che mescola termini nobili, scientifici e colloquiali, rompendo con la tradizione classica italiana.