Concetti Chiave
- La poetica di Pascoli è segnata da un'esperienza di vita dolorosa che conduce a una visione negativa del mondo, percepito come un mistero inaccessibile e dominato da un male oscuro.
- Il concetto del "fanciullino" rappresenta il poeta come colui che mantiene viva la voce infantile, capace di intuire la realtà e risvegliare questa sensibilità anche negli altri.
- La simbologia del "nido" è centrale nella sua opera, rappresentando sia la protezione familiare che la distruzione e il vuoto, accompagnata da temi come il crepuscolo, la natura e il contrasto tra microcosmo e macrocosmo.
- Pascoli rompe con la tradizione letteraria utilizzando un linguaggio innovativo e raffinato, che include termini semplici, onomatopee, e una varietà di espressioni dialettali e settoriali.
- Le sue raccolte, come "Myricae" e "Canti di Castelvecchio", esplorano temi della natura e della vita quotidiana, mentre "Poemi conviviali" rivisita personaggi antichi con una sensibilità moderna e decadente.
Indice
La visione negativa della vita
La poetica di Pascoli è influenzata dalla morte del padre e dai tre mesi di carcere -> matura una concezione della vita molto negativa: tutto è dominato da un male oscuro, opprimente, che è sconosciuto -> la vita è un mistero inaccessibile.
L’uomo deve sviluppare la sua sensibilità (carità e compassione).
La poesia ha una funzione consolatoria: non risolve il mistero, ma attenua la sofferenza.
Il ruolo del poeta e del fanciullino
Chi è il poeta? È “Il fanciullino” (1897): in ogni uomo c’è una voce infantile che permette di conoscere in maniera intuitiva la realtà, di penetrare il mistero e l’ignoto. L’uomo adulto mette a tacere questa voce, preso dalle incombenze e dalla sovrastruttura della sua vita. Il poeta anche da adulto fa parlare questa voce e la ascolta: suscita anche negli altri questa voce messa a tacere.
- Tema del “nido”: simbolo fortissimo.
> Nido-culla (famiglia protettiva positiva)
> Nido-vuoto (distrutto)
- Idea del crepuscolo come tramonto della vita e del cimitero.
- Attenzione alle piccole cose, soprattutto nel mondo della natura (alberi, fiori, uccelli, insetti…).
- Tema antitetico a quello del microcosmo: macrocosmo (stelle, fenomeni atmosferici, temi cosmici: senso di vertigine e di smarrimento).
- Tema della nebbia, che rende irriconoscibili gli oggetti -> tema del mistero.
- Tema del vento -> mistero.
Linguaggio e stile innovativo
Rompe con la tradizione. Gianfranco Contini, critico letterario, parla di un linguaggio pre-grammaticale e post-grammaticale: termini semplici, comuni, figure retoriche legate all’imitazione dei suoni della natura (onomatopea), ma anche termini settoriali (es. botanica), termini inglesi, espressioni gergali e dialettali -> uso della lingua molto raffinato.
- “Myricae”: termine latino che indica tamerici, piante arboree o arbustive (IV egloga di Virgilio nelle “Bucoliche”: umili myricae) -> tratta argomenti piccoli della natura.
- “Poemetti”: imita Virgilio perché il filo conduttore è la vita di una famiglia in campagna (“Georgiche”).
- “Canti di Castelvecchio”: giunge a maturazione l’aspetto simbolistico proprio di “Myricae” -> poesie più complesse, col rischio che il simbolo diventi ermetico.
- “Poemi conviviali”: pubblicati sulla rivista “Convito”. Ripropone personaggi dell’antichità, ma in chiave moderna, come eroi “decadenti”, inquieti, tormentati.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione della vita secondo la poetica di Pascoli?
- Chi è il "fanciullino" e qual è il suo ruolo nella poetica di Pascoli?
- In che modo Pascoli rompe con la tradizione nel suo linguaggio e stile poetico?
La poetica di Pascoli è caratterizzata da una visione negativa della vita, influenzata dalla morte del padre e dall'esperienza del carcere. Egli vede la vita come un mistero inaccessibile, dominato da un male oscuro e opprimente.
Il "fanciullino" è una figura che rappresenta la voce infantile presente in ogni uomo, capace di conoscere intuitivamente la realtà e penetrare il mistero. Il poeta, a differenza dell'uomo adulto, ascolta e fa parlare questa voce, risvegliandola anche negli altri.
Pascoli rompe con la tradizione utilizzando un linguaggio innovativo, descritto da Gianfranco Contini come pre-grammaticale e post-grammaticale. Usa termini semplici, figure retoriche legate ai suoni della natura, termini settoriali, inglesi, gergali e dialettali, creando un uso della lingua molto raffinato.