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Concetti Chiave

  • La poesia "San Martino" di Giosuè Carducci, scritta nel 1883, evoca la vita rurale e vitale della Maremma toscana, contrastando il festoso borgo con il paesaggio invernale.
  • Giosuè Carducci, poeta del XIX secolo e primo Nobel italiano per la letteratura, è noto per il suo classicismo e la nostalgia per il passato, riflessi nelle sue "Rime Nuove".
  • I temi della poesia spaziano dalla natura ostile e indomabile dell'autunno alla calda atmosfera domestica del borgo, con un contrasto tra esterno distruttivo e interno accogliente.
  • La struttura metrica della poesia è composta da quartine di settenari con uno schema di rime ABBC, e utilizza figure retoriche come l'allitterazione, sinestesia, anastrofe, similitudine e personificazione.
  • La poesia esplora il cambiamento dei sentimenti umani influenzato dal paesaggio e dalle tradizioni, passando da inquietudine e malinconia a gioia e serenità.
Appunto di Italiano su San Martino, poesia della raccolta Rime Nuove dell'autore Giosue Carducci, con biografia, parafrasi, analisi e poesia incluse.
Giosuè Carducci - San Martino: testo, temi e analisi articolo

Indice

  1. La poesia: San Martino
  2. L'autore delle Rime Nuove: Giosuè Carducci
  3. Temi: dalla natura alla casa.
  4. Parafrasi
  5. Metrica e figure retoriche

La poesia: San Martino

San Martino fu scritta nel 1883 ed è raccolta in Rime Nuove. La poesia rievoca il paesaggio agreste, pieno del forte senso di vitalità della Maremma toscana, la terra d'infanzia di Carducci, mentre la sua vita si svolge ormai in città.
Il momento dell'anno è precisato dal titolo: il giorno di San Martino(11 Novembre), protettore dei viandanti e dei pellegrini, che segna tradizionalmente la conclusione dell'annata agricola e, quindi, la maturazione del nuovo vino.
La sequenza ordinata e compatta delle immagini presenti nella poesia realizza l'armonia e l'equilibrio tipici della poesia carducciana, ma non manca il contrasto: inizialmente il forte senso di festa del borgo, successivamente la quieta tristezza che preannuncia l'arrivo della notte; inizialmente il bianco e nero della natura che si avvia verso l'inverno, successivamente il colore rosso del vino e delle nubi al tramonto.
Carducci insinua la nostalgia della lontananza ma, nel rievocare quei luoghi, i pensieri malinconici se ne vanno, come
stormi di uccelli che migrano.
Per ulteriori approfondimenti su San Martino vedi qua

L'autore delle Rime Nuove: Giosuè Carducci

L'autore della poesia "San Martino" è Giosue Carducci, uno degli autori più importanti dell'Ottocento italiano.

Nato nel 1835 e morto nel 1907, Carducci fu il primo a vincere il Premio Nobel per la letteratura. La sua vita si svolse in diverse città italiane, ma il suo cuore sicuramente rimase in Toscana, dove nel 1853 si laureò presso la Normale di Pisa. Da sempre profondo sostenitore del classicismo e del tradizionalismo risorgimentale, fondò una società: gli Amici pedanti, che tentavano di abbattere alcuni degli ideali romantici che Giosuè non tollerava. Per lui, infatti, c'era una forte necessità di un ritorno al passato, agli antichi greci e romani, e leggeva con nostalgia Dante, Petrarca, Virgilio e Omero, sperando in un risveglio morale generale. Per questo, la poetica di Carducci può essere definita una finestra sulla storia italiana di quei tempi, ma soprattutto un'importante opera di ricerca intellettuale: si possono immaginare gli studi forsennati e rigidissimi che diedero vita alla precisione dei suoi scritti. Sembra, per esempio, che "San Martino" sia stata ispirata (perché molti sono i termini in comune) da un'altra poesia del 1858 ma di un altro autore: Ippolito Nievo.
Rime Nuove è una raccolta di liriche scritte tra il 1861 e il 1887, dunque in un lungo periodo di trasformazioni e cambiamenti. Non a caso, questa è sicuramente la raccolta più significativa del Carducci poeta perché si nota un ritorno non solo agli antichi maestri del passato ma al proprio, di passato, e soprattutto una ritrovata intimità e serenità, che porta il lettore nei luoghi, nelle atmosfere (a volte fiabesche, a volte distruttive) e nei ricordi di un Giosue ancora piccolo e fiducioso. Sembra addirittura che l'autore si avvicini a temi da lui sempre criticati, come quelli romantici, abbandonando per un attimo la classica disciplina e concedendosi malinconia, turbamenti, nostalgie e incertezze esistenziali. Ciò che rimane perfettamente riconoscibile sono invece il linguaggio e le forme metriche: precisione e semplicità in ogni strofa.
La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
Per ulteriori approfondimenti su Rime Nuove vedi qua

Temi: dalla natura alla casa.

Il quadro iniziale è una visione d'insieme del paesaggio naturale in una stagione ostile: l'autunno, con la nebbia che, sciogliendosi in pioggia, sale per i colli coperti di rami stecchiti, mentre il mare agitato dal vento è quasi un mostro aggressivo.
Nonostante il mondo, al di fuori del borgo, appare distruttivo e indomabile, il paese è in festa per la fine della vendemmia autunnale, con l'odore diffuso della fermentazione del mosto in ogni angolo. Questo primo contrasto, e cambiamento di umore, è amplificato dalla scelta di Carducci: il "ma" all'inizio della seconda strofa.
Allontanandosi dall'immagine dell'esterno, ci si avvicina allo spazio interno della terza strofa, quello domestico: la brace arrostisce il cibo guadagnato con sudore dal cacciatore che, soddisfatto, fischietta. Ma i suoi occhi, proiettati verso il cielo, riportano ancora una volta il lettore verso la natura esterna, nell'ultima strofa, che si apre con le nubi rosse al tramonto e stormi di uccelli neri,presagio di morte, che migrano veloci per scappare dall'imminente notte, come veloci e neri sono i pensieri malinconici che se ne vanno al ricordo della terra lontana.
I sentimenti variano in base al luogo in cui ci troviamo: l'inquietudine di fronte al mare che "urla", lo sconforto per l'arrivo della nebbia, l'allegria di fronte ai contadini in festa, la soddisfazione per la carne che gira sullo spiedo e la pace di fronte al tramonto.

Parafrasi

La nebbia, mentre piove leggermente, sale verso i colli fitti di alberi, e, colpito dal vento maestrale, il mare diventa bianco per lo scrosciare delle onde. Ma per le strade del villaggio l’odore aspro del vino proveniente dalle botti dove esso fermenta rallegra gli animi. Lo spiedo gira scoppiettando sulla brace accesa: il cacciatore fischiando è fermo sulla porta e osserva tra le nuvole rossastre stormi di neri uccelli che migrano di sera come fossero pensieri sfuggenti.
Giosuè Carducci - San Martino: testo, temi e analisi articolo

Metrica e figure retoriche

Il verso utilizzato in questa poesia è anacreontico: quattro quartine di settenari con schema ritmico ABBC DEEF FGGC HIIC, quindi il primo verso è libero, il secondo e terzo rimano tra loro, il quarto rima col verso finale di tutte le altre strofe.
Le figure retoriche presenti sono:

  • L'allitterazione
  • Per la ripetizione della r (irti, maestrale, mar, borgo, aspro, neri ecc.)
  • La sinestesia
  • Per l'accostamento di parole che appartengono a campi sensoriali differenti (urla e biancheggia il mar)
  • L'anastrofe
  • Per l'ordine sintattico invertito in alcune frasi (la nebbia a gl'irti colli piovigginando sale/gira su ceppi accesi lo spiedo/stormi d'uccelli neri nel vespero migrar)
  • La similitudine
  • Gli uccelli sono neri come neri sono gli esuli pensieri (stormi d'uccelli neri com'esuli pensieri
  • Personificazione
  • Il mare urla
Per ulteriori approfondimenti su Giosue Carducci vedi qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della poesia "San Martino" di Giosuè Carducci?
  2. Il tema principale della poesia "San Martino" è il contrasto tra la vitalità del paesaggio agreste della Maremma toscana e la malinconia della lontananza, con un focus sulla natura e la vita domestica durante il giorno di San Martino.

  3. Chi è l'autore della poesia "San Martino" e quale è il suo background?
  4. L'autore della poesia "San Martino" è Giosuè Carducci, un importante poeta italiano dell'Ottocento, noto per il suo classicismo e tradizionalismo risorgimentale. Carducci è stato il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura.

  5. Quali sono le figure retoriche utilizzate nella poesia "San Martino"?
  6. Nella poesia "San Martino" sono utilizzate diverse figure retoriche, tra cui l'allitterazione, la sinestesia, l'anastrofe, la similitudine e la personificazione, che contribuiscono a creare un'immagine vivida e armoniosa del paesaggio descritto.

  7. Come viene rappresentato il paesaggio nella poesia "San Martino"?
  8. Il paesaggio nella poesia "San Martino" è rappresentato attraverso immagini contrastanti: la natura ostile dell'autunno con la nebbia e il mare agitato, contrapposta alla festa del borgo per la fine della vendemmia e la quiete domestica.

  9. Qual è la struttura metrica della poesia "San Martino"?
  10. La poesia "San Martino" utilizza una metrica anacreontica composta da quattro quartine di settenari con uno schema ritmico ABBC DEEF FGGC HIIC, caratterizzato da rime alternate e incatenate.

Domande e risposte

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