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Sintesi

Giosuè Carducci



Vita



Giosuè Carducci nacque a Valdicastello nel 1835 e trascorse l’infanzia nella Maremma toscana. Dal1849 al 1852 frequentò la scuola degli Scolopi a Firenze e si iscrisse in seguito alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Si laureò nel 1856 in filosofia e filologia ed incominciò ad insegnare a San Miniano.
In questo periodo, Carducci e dei suoi amici formarono il cenacolo Amici Pedanti, il cui scopo fu quello di difendere la tradizione contro il sentimentalismo tardo romantico. Sotto il nome di Enofrio Romano, pubblicò Le Rime nel 1857, due anni dopo sposò Elvira Menicucci ed iniziò ad insegnare a Pistoia.
Nel 1860, Carducci fu richiamato dal Terenzio Maniani (Ministro dell’Istruzione) a ricoprire la cattedra di letteratura italiana all’Università di Bologna. Scontento dalla politica del Governo, si iscrisse alla Massoneria e si avvicinò al socialismo. Questo cambiamento si trova in Levia Gravia e Giambi ed Epodi, dove si scagliò contro la chiesa e la monarchia, causandogli due anni di sospensione dagli insegnamenti.
Dopo la presa di Roma, Carducci maturò ideologicamente e poeticamente, abbandonando le idee socialiste, avvicinandosi alla monarchia e sostenendo la politica imperialista autoritaria di Crispi.
In questo periodo compose le Odi Barbare, dove abbandonò i temi contemporanei e sviluppando il paesaggio e la storia, ispirandosi ad epoche antiche. La sua ultima raccolta fu Rime e Ritmi dove vi sono poesie in tono retorico ispirate alle inquietudini della sua vecchiaia.
Nel 1890 fu nominato senatore e Cavaliere di Gran Croce mentre nel 1906 ricevette il Nobel per la letteratura (il primo per un autore italiano). Morì a Bologna nel 1907.


Il Ruolo Di Carducci



In un periodo dove prevaleva la lirica Simbolica, Carducci continuò a comporre opere con la sua idea “classica”, ispirata a Roma ed all’antica Grecia. Anche se si dichiarava scudiero dei classici, era anche molto vicino al Romanticismo e affidava alla poesia la missione di ripristinare i valori della collettività.
Gli aspetti innovativi risiedono nel realismo e nel razionalismo, la concezione materialista lo portò a considerare la morte dell’uomo come annientamento nel nulla.
Le Opere

Juvenilia e Levia Gravia causarono polemiche antiromantiche negli Amici Pedanti. queste due opere accostarono temi storico-politici con quelli intimistici. Con Tristia II, Carducci si ispirò agli autori della tradizione italiana.
Inno A Satana

Con quest’opera, Carducci si scaglia contro la superstizione religiosa. La libertà è identificata dal pensiero laico che ritrova la forza nello spirito della vita. L’affermazione della ragione e del progresso è paragonata all’esaltazione del diavolo. La locomotiva diventa il simbolo di Satana, figura che rappresenta i tempi nuovi e l’apertura di Carducci al Positivismo.
Giambi ed Epodi
In quest’opera, Carducci esprime i suoi ideali repubblicani e giacobini contro l’Italietta mediocre, affiorando il mal costume politico a sfavore degli ideali risorgimentali. Lo stile ha un ritmo spezzato e modifica termini della lingua parlata.
Rime Nuove

Con quest’opera, Carducci crea un collegamento verso il passato, intrecciato il motivo storico con quello paesaggistico e autobiografico.
i modelli etico-civili raccordano il passato con le speranze del futuro:
 L’età medievale è vista come l’inizio della storia d’Italia;
 La Rivoluzione Francese è esaltata da ça ira come avvenimento epico della storia moderna.
Nella raccolta vi è anche una sezione dedicata ai grandi poeti, un omaggio da parte del Carducci.
La nostalgia della fanciullezza e le memorie personali del Carducci accompagnano la tematica storico-letteraria, insieme ai ricordi più lieti e dolorosi. All’ amore della vita si alterna la meditazione sulla morte. Il classicismo diventa uno stato d’animo: un’attenuarsi della luce ed il procedere verso il nulla.
In questa raccolta vi sono contrapposizioni che riflettono sui conflitti culturali ottocenteschi, dove si confrontavano tendenze diverse e contrastanti.
Carducci assorbì le influenze letterarie presenti e sintetizzò la sua poetica.

Odi Barbare



Con quest’opera, Carducci accentua la tendenza a rifugiarsi nel passato per dimenticare il presente, la fugacità del tempo e l’opposizione vita-morte. Si distingue da Rime Nuove per la sua metrica classica, adattata ai versi italiani, attraverso l’utilizzo di endecasillabi alcaici ed accostando novenari e quinari. Questa restaurazione conferisce armonia e raffinatezza, oltre a portare un nuovo modo di fare poesia non legato alle rime.

Rime e Ritmi



Questa raccolta continua il programma iniziato con Odi Barbare, affiancando la metrica tradizionale(rime) con una “barbara” (riferita ai ritmi). Vi sono anche descrizioni di paesaggi e liriche attraversate dal senso di morte, trovando comunque spazio alle grandi odi celebrative del Risorgimento.
Estratto del documento

Giosuè Carducci

Vita

Giosuè Carducci nacque a Valdicastello nel 1835 e trascorse l’infanzia nella Maremma toscana.

Dal1849 al 1852 frequentò la scuola degli Scolopi a Firenze e si iscrisse in seguito alla Scuola

Normale Superiore di Pisa. Si laureò nel 1856 in filosofia e filologia ed incominciò ad insegnare a

San Miniano.

In questo periodo, Carducci e dei suoi amici formarono il cenacolo Amici Pedanti, il cui scopo fu

quello di difendere la tradizione contro il sentimentalismo tardo romantico. Sotto il nome di Enofrio

Romano, pubblicò Le Rime nel 1857, due anni dopo sposò Elvira Menicucci ed iniziò ad insegnare

a Pistoia.

Nel 1860, Carducci fu richiamato dal Terenzio Maniani (Ministro dell’Istruzione) a ricoprire la

cattedra di letteratura italiana all’Università di Bologna. Scontento dalla politica del Governo, si

iscrisse alla Massoneria e si avvicinò al socialismo. Questo cambiamento si trova in Levia Gravia e

Giambi ed Epodi, dove si scagliò contro la chiesa e la monarchia, causandogli due anni di

sospensione dagli insegnamenti.

Dopo la presa di Roma, Carducci maturò ideologicamente e poeticamente, abbandonando le idee

socialiste, avvicinandosi alla monarchia e sostenendo la politica imperialista autoritaria di Crispi.

In questo periodo compose le Odi Barbare, dove abbandonò i temi contemporanei e sviluppando il

paesaggio e la storia, ispirandosi ad epoche antiche. La sua ultima raccolta fu Rime e Ritmi dove

vi sono poesie in tono retorico ispirate alle inquietudini della sua vecchiaia.

Nel 1890 fu nominato senatore e Cavaliere di Gran Croce mentre nel 1906 ricevette il Nobel per la

letteratura (il primo per un autore italiano). Morì a Bologna nel 1907.

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