Concetti Chiave
- Eugenio Montale, nato nel 1896, proveniva da una famiglia benestante e, nonostante la sua salute fragile, completò gli studi e si arruolò volontario nel 1917.
- La sua produzione letteraria iniziò nel 1922 con la pubblicazione delle prime poesie e nel 1925 con "Ossi di seppia", una delle sue opere più significative.
- Montale separò la poesia dalla politica, non trattando il fascismo nelle sue opere, e fu allontanato dal Gabinetto di Vieusseux nel 1938 per non essersi iscritto al partito fascista.
- Utilizzò tecniche come il correlativo oggettivo per esprimere emozioni attraverso oggetti e figure femminili, che rappresentavano una dimensione più autentica della vita.
- I temi centrali delle sue opere includono il pessimismo esistenziale, la ricerca di una realtà più vera e l'uso di paesaggi e oggetti concreti come simboli della sofferenza umana.
(1896- 1981) - Apparteneva ad una famiglia benestante. Aveva una salute cagionevole, ma nonostante questo completò gli studi. Nel 1917 si arruolò volontario e andò a combattere in trentino. Finita la guerra ritornò a Genova.
Indice
- Inizio della carriera letteraria
- Vita a Firenze e Gabinetto Vieusseux
- Allontanamento e carriera politica
- Riconoscimenti e influenze letterarie
- Pessimismo e critica sociale
- Tecnica del correlativo oggettivo
- Figure femminili nella poetica
- Ossi di Seppia e le sue versioni
- I limoni: una poesia simbolica
- Meriggiare pallido e assorto
- Cigola la carrucola del pozzo
Inizio della carriera letteraria
1922: pubblicò le sue prime 7 poesie.
1925: firma il Manifesto degli Intellettuali antifascisti e pubblica Ossi di seppia (prima e più importante raccolta poetica).
→ fu il primo ad interessarsi per la letteratura di Svevo. In seguito si interessa molto alla letteratura inglese.
Vita a Firenze e Gabinetto Vieusseux
1927: si trasferisce a Firenze, dove entra anche in contatto con gli intellettuali che frequentavano il caffè Giubbe Rosse.
1929: Ottiene la direzione del Gabinetto di Vieusseux.
Gabinetto di Vieusseux: luogo d’incontro. Istituzione privata che concedeva solo ai soci di poter accedere alle sale di lettura, le quali contenevano periodici e giornali.
Allontanamento e carriera politica
1938: Fu allontanato perché non si iscrive al partito fascista. In questo periodo ospita gli amici letterati ebrei costretti a nascondersi in questo periodo (Saba, Levi).
Inizia una breve carriera politica, per poi rendersi conto che la poesia e la politica devono essere separate.
Riconoscimenti e influenze letterarie
1948: Si trasferisce a Milano e collabora con il Corriere della Sera.
1956: Pubblica la sua terza raccolta di poesia.
Cade in un silenzio poetico: per 10 anni non scrive più niente.
1967: Viene nominato senatore a vita.
1975: Riceve il premio Nobel per la letteratura.
Dante e Petrarca.
Pascoli e Gozzano (poeti crepuscolari): riprende la realtà umile e il linguaggio semplice e famigliare.
Leopardi: riprende il pessimismo, visione pessimista della vita.
D’Annunzio: riprende il lessico alto.
Dostoevskij e Tolstoj: ricercano una verità che dia senso all’esistenza.
Nelle sue due prime raccolte (Ossi di Seppia e Occasioni) riflette sul disagio esistenziale.
“La vita è un terra desolata in cui gli uomini, gli oggetti e la natura sono solo delle presenze senza significato e il vivere precipita verso il nulla.“
→ Pur essendo pessimista cerca sempre la positività ma senza grande convinzione.
Montale non fa riferimento agli avvenimenti di quegli anni. In particolare non affronta l’argomento del fascismo nelle sue opere.
→ Nonostante la guerra e il fascismo siano state pagine nere della storia, lui si preoccupava di altre cose più importanti in quel momento.
→ Dice che i poeti di quel tempo, scrivendo a proposito della guerra e del fascismo sarebbero stati costretti a schierarsi pro o contro.
Pessimismo e critica sociale
Montale parte da un pessimismo esistenziale ed arriva a un pessimismo storico, influenzato dalla guerra e dal dopoguerra.
Quando compone la sua terza opera, si accorge che la vita e la poesia sono due cose separate.
Negli anni ’70 interrompe il suo silenzio poetico, tuttavia assume una visione ancora più negativa del mondo. Si scaglia contro in nuovi miti (televisione, radio, calcio), che sono i valori che rispecchiano la società di massa e consumistica.
In questo testo attacca la cultura contemporanea che è causa di due cose:
L’ossimoro permanente.
Confusione tra valori e disvalori.
La focomelia concettuale (malformazione).
Malformazione dei concetti a livello culturale: malformazione a livello culturale. Causa di questa malformazione: interessi personali e corruzione. Lui si sente superiore a queste scelte e ribadisce le proprie idee.
Tecnica del correlativo oggettivo
Per esprimere idee e sensazioni viene adoperata la tecnica del correlativo oggettivo. Tramite degli oggetti il poeta fa suscitare delle emozioni al lettore.
→ Montale si ispira a Eliot, il primo a utilizzare il correlativo oggettivo, nell’opera Il bosco sacro.
Crea degli oggetti poetici che contengono un messaggio criptico.
Figure femminili nella poetica
La sua poetica viene influenzata anche da figure di donne:
- Arletta o Annetta.
- Clizia.
- Volpe.
- Mosca.
Gli oggetti e le figure femminili sono gli elementi attraverso i quali il poeta cerca di raggiungere un contatto con una dimensione più vera e autentica.
La poesia di Montale è popolata di figure di donne, reali e conosciute, che assumono valenze e significati diverse. Non vengono mai descritte fisicamente ma piuttosto attraverso una caratteristica particolare oppure attraverso degli oggetti personali.
Arletta
→ In realtà si chiama Anna degli Uberti.
È legata al periodo giovanile (Ossi di seppia).
Montale sviluppa una poetica basata sull’assenza.
Clizia
→ In realtà si chiama Irma Brandei.
Paragonabile a Beatrice: donna angelo.
Era ebrea ed è stata costretta a scappare dall’Italia.
Le attribuisce i valori della cultura e della poesia.
Volpe → In realtà si chiama Maria Luisa Spaziani.
“Antibeatrice” per eccellenza: non angelica.
Viene descritta come una donna sensuale.
Grazie a Volpe, Montale prende coscienza del fallimento di una possibilità di una salvezza collettiva.
Mosca→ In realtà si chiama Drusilla Tanzi, moglie di Montale.
Immagine di quotidianità.
Vita tranquilla e privata.
Presenza affettuosa, la vede come unico conforto dalla negatività del presente e suggerisce il valore di una vita fatta di piccoli gesti.
Ossi di Seppia e le sue versioni
Abbiamo tre versioni di Ossi di Seppia:
1925 - comprendeva poesie composte tra il 1916 e il 1924.
1928 - aggiunge altre sei poesie.
1931 - esce l’edizione definitiva.
Inizialmente voleva dargli il titolo “Rottami” (=scarto).
→ Gli ossi di seppia sono residui che le onde lasciano sulla sabbia, che rimandano a una condizione esistenziale e alludono a una condizione di vita impoverita.
L’opera è suddivisa in 4 sezioni:
- Movimenti - 13 poesie.
- Ossi di seppia - 22 poesie.
- Mediterraneo - 9 poesie.
- Meriggi e ombre - 15 poesie.
I due testi fondamentali in cui abbiamo una dichiarazione programmatica di poetica sono:
I limoni.
Non chiederci la parola.
I limoni: una poesia simbolica
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantanoi ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.
Nei limoni Montale rifiuta di utilizzare la poesia aulica dei poeti laureati, i quali sono troppo artificiosi. Montale vuole utilizzare un linguaggio semplice e vuole parlare di cose concrete e quotidiane.
→ Alle piante nobili dei poeti laureati Montale contrappone i limoni.
In Non chiederci la parola, Montale si fa portavoce della crisi dell’uomo contemporaneo e della mancanza di punti di riferimento. Le parole che utilizza sono quindi più aride e asciutte.
Visione pessimistica della vita.
Negatività esistenziale della vita.
Senso di disarmonia (rottura dell’equilibrio tra “io” e realtà) - poiché Montale cerca una realtà più vera.
Contrapposizione tra mare (positivo) e la terra (negativa).
Presenza di oggetti concreti come simbolo della sofferenza umana.
Desiderio irrealizzabile di recuperare il passato.
Brullo e assolato.
Esprime negatività dell’esistenza.
→ Elementi che ci danno un’immagine negativa dell’esistenza: l’orto assetato, il terreno bruciato e il fiume in secca
L’unica presenza che resiste a questo ambiente è il girasole.
Il linguaggio è semplice ma colto.
Attraverso un linguaggio antiletterario e aspro riesce ad esprimere il disagio esistenziale.
Montale vuole parlare di cose semplici, invece di parlare di argomenti complessi come fanno i poeti laureati.
→ I poeti laureati sono coloro che vengono incoronati con l’alloro, simbolo della gloria poetica.
Carducci e D’Annunzio sono considerati laureati, perché apprezzati dalla società.
→ Per scrivere questa poesia cerca una quiete interiore.
→ Per tutta la poesia attende una rivelazione.
Ascoltami → richiama all’inizio di “Pioggia nel pineto” di D’annunzio.
La poesia inizia con un tono confidenziale.
Laureati - acanti: Assonanza, rima imperfetta - figura di suono (medesime vocali).
Agguantano i ragazzi: Anastrofe - ordine delle parole invertito.
Il poeta si sente a proprio agio in questo paesaggio silenzioso e arido.
Noi poveri: sono i poeti non laureati. Trovano una ricchezza nell’odore dei limoni.
Verso 11-12: metafora.
Azzurro - sussurro: rima baciata.
dolcezza inquieta: ossimoro.
Scoprire uno sbaglio della natura: aspetta una rivelazione.
Verso 28-29: si intravede una verità, richiamo ad Arianna del periodo classico.
Verso 21: fare ragionamenti e poi disfarli.
Verso 35-36: Ritorno alle origini - uomo ancora ingenuo. Ci illudiamo di vedere una verità ma poi essa si allontana. Si pensa di poter cogliere il segreto della natura, ma in realtà non si può → illusione. Il profumo dei limoni fa pensare che si possa arrivare alla verità in realtà irraggiungibile. Sono quindi simbolo di illusione.
A un certo punto Montale entra in contatto con i limoni, perché entra in un orto ed è inebriato dal profumo dei limoni.
La nostra illusione svanisce e la vita ci riporta nelle rumorose città (Roma).
→ qui il cielo si vede solo attraverso i palazzi e a piccoli pezzi.
Prima contrapposizione tra campagna e città.
La pioggia cade forte e fitta sulla terra: contrapposizione tra inverno ed estate.
Con la fine della poesia ci dà speranza: affacciandoci alla porta vediamo un albero di limoni, non tutto è perduto.
Nelle ultime righe ritorna il tema dell’illusione
Paesaggio della Liguria (campestre, silenzioso).
Questa poesia coinvolge tutti i sensi: vista (azzurro del cielo), udito (uccelli, fruscio dei rami), olfatto (profumo dei limoni) e il tatto (anguille afferrate dai ragazzi).
I limoni grazie ai quali il poeta pensa di scorgere il segreto della vita e che quindi rappresentano l’illusione.
Meriggiare pallido e assorto
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Il poeta trascorre il pomeriggio pallido e pensieroso. Si trova in un orto vicino a un muro bollente, per il calore del sole. Ascolta tra i rovi i versi dei merli e lo strusciare delle serpi.
La terra è arida e secca → richiama i paesaggi aridi della Liguria
Sta osservando le crepe sul suolo, e le file di formiche rosse. Osserva tra le fronde degli alberi e scorge il mare in lontananza. A un certo punto si alza il canto tremolante delle cicale dalle alture prive di vegetazione.
Il poeta camminando nella luce abbagliante del sole, si rende conto, con triste stupore, che la vita e le sue sofferenze sono come questo camminare lungo un muro che sulla cima ha dei cocci di bottiglia.
Mare - simbolo di libertà in confronto all’orto racchiuso.
Prime strofe: parte descrittiva
Ultima strofa: parte riflessiva (versi 13-17)
crepe - terreno arido.
paesaggio ligure.
→ Rimandano a una condizione interiore ed esistenziale di sofferenza, aridità e isolamento. Lo stesso avviene con i suoni.
IV strofa - vengono espresse le considerazioni sull’esistenza umana. Per Montale vivere è come camminare lungo un muro invalicabile con in cima i cocci di bottiglia che rappresentano le difficoltà insormontabili della vita.
Cigola la carrucola del pozzo
Cigola la carrucola del pozzo,
l'acqua sale alla luce e vi si fonde.1
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,2
nel puro cerchio un'immagine ride.
Accosto il volto ad evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro...3
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all'atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
Immagine riflessa nel pozzo: sta emergendo un ricordo del poeta.
→ avvicina il volto e le labbra.
C’è un’immagine e il poeta non si riconosce perché appartiene al passato.
→ ricordo felice che non appartiene più al poeta.
Avvicinandosi l’immagine svanisce. L’immagine del passato è diversa da quella di adesso. Non corrisponde a come lui è: il ricordo fa parte del passato e appartiene ad un altro sé stesso.
→ L’incantesimo è svanito.
La carrucola cigola e va di nuovo verso il fondo del pozzo.
Parte da un gesto semplice della quotidianità come attingere l’acqua da un pozzo → valenza simbolica.
→ Ricordare è come attingere dal pozzo della memoria.
Il passato appare lontano perché appartiene a colui che l’ha vissuto, ma che ora (nel momento in cui ricorda) è un altra persona.
→ Dare consistenza a un ricordo è un’illusione.
1 - sensazioni uditive (cigolio della carrucola) e visive (acqua che arriva alla luce)
2 - la sensazione si sposta in un ambito simbolico. L’acqua che arriva alla luce rappresenta il ricordo che torna alla memoria.
3 - Si illude di vedere un’immagine del passato.
4 - Presa di coscienza della realtà
Nostalgia del passato, memoria, illusione, ricordo.
Domande da interrogazione
- Qual è la data di nascita di Eugenio Montale?
- Qual è la sua opera più importante?
- Perché Montale non affronta l'argomento del fascismo nelle sue opere?
- Quali sono i modelli di riferimento di Montale?
- Quali sono i temi centrali della poesia di Montale?
Eugenio Montale è nato nel 1896.
La sua opera più importante è "Ossi di seppia".
Montale non affronta l'argomento del fascismo nelle sue opere perché si preoccupava di altre cose più importanti in quel momento.
I modelli di riferimento di Montale sono Dante, Petrarca, Pascoli, Gozzano, Leopardi, D'Annunzio, Dostoevskij e Tolstoj.
I temi centrali della poesia di Montale sono la visione pessimistica della vita, la negatività esistenziale, la disarmonia, la contrapposizione tra mare e terra, la presenza di oggetti concreti come simbolo della sofferenza umana e il desiderio irrealizzabile di recuperare il passato.