Concetti Chiave
- Eugenio Montale, poeta italiano nato a Genova nel 1896, ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1975 ed è noto per il suo stile poetico ermetico.
- La raccolta “Satura” di Montale, pubblicata nel 1971, riflette un cambiamento stilistico verso un tono più autobiografico e diaristico, allontanandosi dall'aulico.
- Le poesie "Xenia I" e "Xenia II" all'interno di "Satura" sono dedicate alla moglie defunta, Drusilla Tanzi, e rappresentano un'introspezione personale e un ricordo del passato.
- La poesia "Satura" esprime sia la saturazione storica post-bellica che elementi di satira, con Montale che utilizza il ricordo della moglie per esplorare i temi di assenza e memoria.
- Drusilla Tanzi, chiamata "Mosca" per la sua miopia, viene evocata nella poesia attraverso oggetti e momenti specifici, sottolineando il legame intimo tra Montale e la sua memoria.
Eugenio Montale: Vita e Carriera
In questo appunto viene descritta in modo dettagliato la poesia “Satura” di Eugenio Montale. Di seguito vengono riportate delle informazioni sul poeta Eugenio Montale, il testo della poesia e l’analisi poetica.
Eugenio Montale è nato il 12 ottobre del 1896 a Genova ed è morto il 12 settembre del 1981 a Milano. Viene ricordato per essere stato un poeta italiano ma anche scrittore, editore ed ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1975.
In età giovanile, Montale si è formato come cantante d'opera. Fu arruolato per prestare servizio nella prima guerra mondiale e al termine della guerra riprese gli studi musicali. Fu sempre più coinvolto nell'attività letteraria. Fu cofondatore nel 1922 di Primo tempo, fu direttore della Biblioteca Gabinetto Vieusseux di Firenze. Nel 1948 divenne redattore letterario e poi direttore musicale del quotidiano milanese Corriere della Sera ("Corriere della sera").
Montale e la Poesia "Satura"
Il primo libro di poesie di Montale fu Ossi di seppia nel 1925. Questo libro di poesie esprimeva l'amaro pessimismo del dopoguerra. In questo libro ha utilizzato i simboli della deserta e rocciosa costa della Liguria per esprimere ciò che provava.
Tra il 1930 e 1940, Montale fu considerato un poeta ermetico. Insieme a Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo, venne influenzato dai simbolisti francesi come Stéphane Mallarmé, Arthur Rimbaud e Paul Valéry e cercò di trasmettere esperienze attraverso la suggestione emotiva delle parole. Ha vinto molti premi letterari e molto successo di critica.
Non ho mai capito se io fossi
il tuo cane fedele e incimurrito
o tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
smarrito nel blabla
dell’alta società. Erano ingenui
quei furbi e non sapevano
di essere loro il tuo zimbello:
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello.
Ascoltare era il solo modo di vedere.
Il conto del telefono s’è ridotto a ben poco.
Dicono che la mia
sia una poesia d’inappartenenza.
Ma s’era tua era di qualcuno:
di te che non sei più forma, ma essenza.
Dicono che la poesia al suo culmine
magnifica il Tutto in fuga,
negano che la testuggine
sia più veloce del fulmine.
Tu sola sapevi che il moto
non è diverso dalla stasi,
che il vuoto è il pieno e il sereno
è la più diffusa delle nubi.
Così meglio intendo il tuo lungo viaggio
imprigionata tra le bende e i gessi.
Eppure non mi dà riposo
sapere che in uno o in due noi siamo una sola cosa.
I falchi
sempre troppo lontani dal tuo sguardo
raramente li hai visti davvicino.
Uno a Etretat che sorvegliava i goffi
voli dei suoi bambini.
Due altri in Grecia, sulla via di Delfi,
una zuffa di piume soffici, due becchi giovani
arditi e inoffensivi.
Ti piaceva la vita fatta a pezzi,
quella che rompe dal suo insopportabile
ordito.
Tutte le religioni del Dio unico
sono una sola: variano i cuochi e le cotture.
Così rimuginavo; e m’interruppi quando
tu scivolasti vertiginosamente
dentro la scala a chiocciola della Périgourdine
e di laggiù ridesti a crepapelle.
Fu una buona serata con un attimo appena
di spavento. Anche il papa
in Israele disse la stessa cosa
ma se ne pentì quando fu informato
che il sommo Emarginato, se mai fu,
era perento.
Ho visto in sogno l’Eufrate,
il suo decorso sonnolento tra
tonfi di roditori e larghi indugi in sacche
di fango orlate di ragnateli arborei.
Chissà che cosa avrai visto tu in trent’anni
(magari cento) ammesso che sia qualcosa di te.
Non ripetermi che anche uno stuzzicadenti,
anche una briciola o un niente può contenere il tutto.
È quello che pensavo quando esisteva il mondo
ma il mio pensiero svaria, si appiccica dove può
per dirsi che non s’è spento. Lui stesso non sa nulla,
le vie che segue sono tante e a volte
per darsi ancora un nome si cerca sull’atlante.
Analisi della Poesia "Satura"
La poesia “Satura” ha un doppio significato: sta ad indicare la saturazione del periodo storico avvenuto dopo le guerre e il boom economico ma anche la satira. Le due poesie che si incontrano per prima all’interno di questa raccolta sono “Xenia I” e “Xenia II”, regali dell’antica Grecia da parte degli ospiti. Le altre due si chiamano “Satura I” e “Satura II”. “Satura” esce dopo la morte di Mosca, nel 1963. Dopo “Le occasioni” Montale non scrive più; pubblica questa raccolta nel 1971 e include le Xenia che sono dei doni fatti alla moglie morta. Si ha un cambiamento radicale: lo stile utilizzato assomiglia a quella di un diario, come se fossero scritte quasi per sé stesso, non c’è più l’atteggiamento aulico in precedenza. Le “Satura” sono quasi un’autoironia nei confronti dell’impegno di Montale che aveva in precedenza. Non c’è il correlativo oggettivo ma ci viene detto tutto. Gli ritorna in mente la moglie, che non è più al suo fianco ma è come se ci fosse. In questo caso si ha un ricordo del passato, di Mosca, che si verifica attraverso gli oggetti, come gli occhiali o il luccichio. Drusilla Tanzi era chiamata mosca perché aveva problemi alla vista, era molto miope. Drusilla aveva un intuito straordinario che superava la realtà. Pensa a questo momento intimo in cui sta leggendo un passo di Isaia dell’antico testamento. Le ritorna vicino. Non si possono riconoscere perché lei è senza occhiali e senza quel luccichio non riconosce la Mosca. Così facendo si riafferma il concetto di foschia. Non la identifica senza il luccichio perché la sua mente è annebbiata.
Per ulteriori approfondimenti sulla lirica e Eugenio Montale vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Chi era Eugenio Montale e quali sono stati i suoi principali contributi alla letteratura?
- Qual è il significato della poesia "Satura" di Montale?
- Come si è evoluto lo stile poetico di Montale nella raccolta "Satura"?
- Quali influenze hanno caratterizzato la poesia di Montale tra il 1930 e il 1940?
- Qual è il ruolo di Drusilla Tanzi nella poesia "Satura"?
Eugenio Montale è stato un poeta, scrittore ed editore italiano, nato a Genova nel 1896 e morto a Milano nel 1981. Ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1975 ed è noto per il suo contributo alla poesia italiana, in particolare con opere come "Ossi di seppia" e "Satura".
La poesia "Satura" di Montale ha un doppio significato: rappresenta la saturazione del periodo storico post-bellico e il boom economico, ma anche la satira. La raccolta include poesie come "Xenia I" e "Xenia II", che sono doni simbolici alla moglie defunta.
Nella raccolta "Satura", lo stile di Montale diventa più personale e intimo, simile a un diario. Abbandona l'atteggiamento aulico precedente e si concentra su ricordi personali, come quelli legati alla moglie Drusilla Tanzi, chiamata Mosca.
Tra il 1930 e il 1940, Montale è stato influenzato dai simbolisti francesi come Stéphane Mallarmé, Arthur Rimbaud e Paul Valéry. Insieme a poeti come Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo, ha cercato di trasmettere esperienze attraverso la suggestione emotiva delle parole.
Drusilla Tanzi, moglie di Montale, gioca un ruolo centrale nella poesia "Satura". Viene ricordata attraverso oggetti e ricordi, come gli occhiali e il luccichio, che evocano la sua presenza nonostante la sua assenza fisica. Montale riflette sulla loro connessione e sulla sua intuizione straordinaria.