Concetti Chiave
- "La bufera e altro" di Eugenio Montale riflette le delusioni del dopoguerra e il crollo delle illusioni politiche post-seconda guerra mondiale.
- Nel componimento "L’anguilla", l'anguilla rappresenta un'allegoria della poesia e della donna, viste come strumenti di salvezza e vitalità.
- La raccolta "Satura" riprende la scrittura poetica di Montale con i "Xenia", testi dedicati alla moglie defunta, esplorando temi di affetto e memoria.
- Il titolo "Satura" ha un duplice significato: satira e un genere letterario antico che mescola vari temi.
- Le figure femminili in Montale appaiono principalmente attraverso ricordi, rappresentando saggezza e chiaroveggenza intellettuale.
Indice
Contesto storico e figure femminili
“La bufera e altro” rappresenta la terza raccolta poetica di Eugenio Montale, risalente al 1956. Cronologia: ormai Montale ha potuto fare esperienza della seconda guerra mondiale e vive tutte le delusioni dell’immediato dopoguerra, sono inoltre crollate le illusioni dei grandi partiti.
Tra le figure femminili vi sono anche Volpe e Mosca (nomignolo di Drusilla Tanzi, la moglie di Montale).
Si tratta di un componimento formato da un lungo periodo di 30 versi.
In cosa si può individuare la salvezza?
La speranza, lo spiraglio si aprono all’indomani della seconda guerra mondiale negli anni dell’immediato dopoguerra.
Simbolismo dell'anguilla
L’anguilla è paragonata a Clizia, anch’essa nordica (anguilla presentata come la «sorella» di Clizia).
L’anguilla va anche interpretata come allegoria della poesia (accostamento dell’anguilla sia alla donna che alla poesia). La poesia, come la donna, è vista come strumento di salvezza. La ripetizione della vocale L rende il movimento dell’anguilla che si insinua... l’anguilla è portatrice di vita come la donna e come la poesia, è quindi lo strumento di uscita dalla condizione di arsura, di desolazione...
L’anguilla dai freddi mari del Nord raggiunge il mar Mediterraneo e da qui risale i fiumi, e poi i ruscelli, fino ad arrivare in pozze fangose lontanissime dal mare. Il poeta mette inoltre in evidenza il contrasto tra la vitalità dell’anguilla e l'inospitalità del paesaggio naturale circostante. Tanto più difficili e dure sono le condizioni del luogo in cui vive, quanto più l’anguilla realizza il proprio istinto riproduttivo, che rappresenta il vertice della pulsione vitale. Nella conclusione il poeta paragonando l’iride dell’anguilla con quello di Clizia, la donna a cui è legato sentimentalmente, sottolinea che ella è nel fango, come lo è l’animale e come vi stanno tutti gli uomini.
Anche in questa raccolta ritorna la figura della donna-angelo, quindi la figura femminile rappresenta lo strumento di salvezza. In questa raccolta la donna cantata è Clizia (nomignolo di Irma, studiosa americana).
Xenia e Satura
Dopo “La bufera” per alcuni anni Montale non scrisse più versi. La ripresa avvenne solo con la pubblicazione dei primi quattordici Xenia (il termine greco significa “doni fatti agli ospiti” e nelle letterature classiche indicava anche i brevi componimenti poetici che accompagnavano tali doni).
Questi Xenia sono dei testi molto brevi in cui il poeta si rivolge alla moglie morta, cercando dunque un recupero degli affetti nell’aldilà. Con una serie successiva di altri quattordici, questi Xenia confluiscono poi nella raccolta intitolata “Satura”.
Il titolo latino “Satura” racchiude un doppio significato, ossia quello corrente di satira e quello originale, che nella letteratura antica indicava un genere in cui si mescolavano svariati argomenti.
Nella raccolta ha grande rilievo la figura della moglie, Drusilla Tanzi, ossia Mosca.
La funzione della sua immagine è antitetica rispetto a quella della donna-angelo salvifica: se Clizia rappresentava la chiaroveggenza intellettuale, Mosca insegna la saggezza quotidiana.
In questa poesia si rivela un grande dolore per la perdita della moglie. Il poeta ripensa alla vita trascorsa insieme a lei e dice che la sua donna è stata una guida per lui, l’unica capace di accompagnarlo attraverso le difficoltà della vita. Sua moglie aveva una malattia agli occhi e quindi non vedeva quasi per niente. La guida “reale” era quindi Montale che, appunto per aiutarla a camminare, la teneva sottobraccio e l’accompagnava camminando, ma se lui era stato per lei una guida fisica, la donna risulta essere al contrario una guida “spirituale” per il poeta che infatti, senza lei, adesso sente solo un grande vuoto. La donna è infatti uno strumento di salvezza che è in grado di mostrare la strada.
Il ruolo delle figure femminili
Inoltre, le figure femminili sono presenti in Montale solo attraverso il ricordo e la memoria, sono figure che popolano il passato, ma che non sono mai nel presente (come anche nella casa dei doganieri).
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico in cui è stata scritta "La bufera e altro"?
- Qual è il simbolismo dell'anguilla nella poesia di Montale?
- Cosa rappresentano gli "Xenia" nella produzione poetica di Montale?
- Qual è il ruolo delle figure femminili nelle opere di Montale?
- Come viene descritta la relazione tra Montale e sua moglie Drusilla Tanzi?
"La bufera e altro" è stata scritta da Eugenio Montale nel 1956, dopo la seconda guerra mondiale, in un periodo di delusioni del dopoguerra e crollo delle illusioni dei grandi partiti.
L'anguilla simboleggia la poesia e la donna come strumenti di salvezza, rappresentando vitalità e resistenza in un ambiente ostile, simile alla figura di Clizia.
Gli "Xenia" sono brevi componimenti dedicati alla moglie defunta, Drusilla Tanzi, che esprimono il dolore per la sua perdita e il recupero degli affetti nell'aldilà.
Le figure femminili, come Clizia e Mosca, rappresentano strumenti di salvezza e saggezza, ma sono presenti solo attraverso il ricordo e la memoria, mai nel presente.
Montale descrive Drusilla Tanzi come una guida spirituale, nonostante la sua cecità fisica, che lo ha accompagnato attraverso le difficoltà della vita, lasciando un grande vuoto dopo la sua morte.