Concetti Chiave
- "Ossi di Seppia" di Montale è influenzato sia dalle avanguardie del primo Novecento che da movimenti antiavanguardisti, come quelli promossi da riviste letterarie come "Il Baretti" e "La Ronda".
- Il titolo "Ossi di Seppia" evoca un contrasto con D’Annunzio: mentre per D’Annunzio gli ossi galleggiano armoniosamente, per Montale rappresentano relitti abbandonati, simbolo di un'esistenza svuotata e arida.
- Il pessimismo di Montale, influenzato da Leopardi, è caratterizzato da una visione più radicale della vita, dove non vi è possibilità di riscatto, nemmeno attraverso l’amore o la memoria.
- Montale condivide con Leopardi una tensione verso la conoscenza e una critica alla modernità, vista come nemica della vera vita e causa di una catastrofe della civiltà occidentale.
- Sia Montale che Leopardi promuovono la solidarietà tra gli uomini e verso gli animali, per affrontare insieme la sofferenza e contrastare l'indifferenza della natura.
Indice
Pubblicazione e influenze letterarie
Esce in prima edizione nel 1925 e in seconda edizione ampliata nel 1928 con sei testi in più e una diversa strutturazione lirica.
Luperini ha definito «Ossi di Seppia» come un’opera «dal baricentro precario» in quanto su di essa agiscono forze contingenti ed antitetiche:
• da un lato si nota l’influenza delle avanguardie primo-novecentesche e in particolare i vociani e i crepuscolari (Govoni e Gozzano);
• dall’altro lato è evidente anche l’influenza della reazione antiavanguardista, di tutti quei movimenti letterari che si oppongono alla rivoluzione delle Avanguardie.
Come detto, è evidente l’influenza delle idee promosse dalla rivista «Il Baretti» e de «La Ronda» che propone il ritorno al classicismo, riprendendo i modelli della tradizione.Simbolismo e condizione esistenziale
Il titolo rimanda al grande modello D’Annunzio: l’immagine di Ossi di Seppia rimanda ad Alcyone, ma notiamo una fondamentale differenza: per D’Annunzio gli ossi di seppia possono galleggiare felicemente sul mare, mentre per Montale gli ossi di seppia sono gettati sulla spiaggia come relitti dalla risacca. Se per D’Annunzio è presente un’armonia uomo-natura ed esiste la possibilità di una
fusione panica, per Montale è fortemente negativo: l’immagine di riferimento sono dei detriti miseri ed insignificanti e ne deriva un’immagine di abbandono, svuotamento, aridità che allude alla condizione esistenziale del poeta che è escluso e scartato dalla felicità. La condizione di svuotamento si riflette su tutta la realtà: la natura è natura brulla, arida, ostile all’uomo. La
condizione di arsura si riflette sulla dimensione psicologica del poeta: l’aridità esterna diventa condizione di inaridimento interiore, impossibilità di provare sentimenti forti ed intensi.
Il sole è una presenza costante che secca tutto ciò che raggiunge coi suoi raggi, e l'aspro paesaggio naturale ed animale che l'occhio del poeta descrive è un trasparente simbolo di un suo profondo ed inestirpabile disagio esistenziale.
Pessimismo e ricerca della verità
Un altro modello è sicuramente Leopardi, autore molto amato da Montale: a proposito si parla di leopardismo montaliano, in quanto i due autori sono accumunati da una visione pessimistica della vita, ma il pessimismo di Montale è più radicale, in quanto non esiste una possibilità di riscatto, neanche nell’amore e nella memoria. Altro punto che li collega è la tensione vero la
conoscenza, verso la ricerca della verità, che per Montale è inteso solo in senso negativo. Altro aspetto comune è la metafisica: la poesia di Montale pone al centro la crisi dell’uomo contemporaneo, cercando risponde a domande fondamentali sulla vita. Secondo il pessimismo cosmico, gli uomini sono condannati al dolore e all’angoscia. I sentimenti della natura sono di totale indifferenza. Anche le poesie di Montale hanno spesso una soluzione tragica, che svela la concezione negativa della vita che ha l’autore stesso.
Critica alla modernità e solidarietà
Leopardi critica più di una volta la situazione presente dell’Italia, nella quale non sono più possibili
le illusioni che una volta servivano all’uomo per difendersi dalla negatività della vita da cui
scaturisce un’innata sfiducia nel progresso, che non fa altro che allontanare gli uomini dalla civiltà
degli antichi, negando qualsiasi felicità. Montale, sopratutto con il boom economico, non si
riconosce nel mondo che lo circonda, nella società di massa, nei suoi due maggiori partiti. Da
questa situazione ne deriva una catastrofe della civiltà occidentale, incapace di difendere i valori
da essa stessa elaborati. La modernità, è vista come nemica della vera vita: si parla di “trionfo
della spazzatura”. Nell’ultima parte della sua vita, Leopardi sottolinea la necessità di una lotta unita
degli uomini contro il loro nemico comune, la natura. Se, infatti, l’uomo prende coscienza della
sorte comune di sofferenza cui è destinato, può cercare, insieme, di limitarne i danni. Montale
anche cerca di promuovere la solidarietà tra gli uomini, perché si facciano da spalla nella lotta
contro la sofferenza. Questa pietas comune diventa cosmica non appena Montale la estende
anche nei rapporti tra uomini e animali.
Domande da interrogazione
- Quali sono le influenze letterarie principali su "Ossi di Seppia"?
- Come viene rappresentata la condizione esistenziale nel simbolismo di "Ossi di Seppia"?
- In che modo il pessimismo di Montale si differenzia da quello di Leopardi?
- Qual è la critica di Montale alla modernità?
- Qual è il ruolo della solidarietà nella visione di Montale?
"Ossi di Seppia" è influenzato dalle avanguardie del primo Novecento, in particolare dai vociani e crepuscolari, e dalla reazione antiavanguardista che promuove il ritorno al classicismo, come evidenziato dalle idee delle riviste "Il Baretti" e "La Ronda".
La condizione esistenziale è rappresentata attraverso l'immagine degli ossi di seppia, che simboleggiano abbandono e aridità, riflettendo il disagio esistenziale del poeta e l'ostilità della natura verso l'uomo.
Il pessimismo di Montale è più radicale rispetto a Leopardi, poiché non offre possibilità di riscatto, neanche nell'amore e nella memoria, e si concentra sulla ricerca della verità in senso negativo.
Montale critica la modernità come nemica della vera vita, vedendola come un "trionfo della spazzatura" che allontana gli uomini dai valori della civiltà antica, portando a una catastrofe della civiltà occidentale.
Montale promuove la solidarietà tra gli uomini come mezzo per affrontare la sofferenza comune, estendendo questa pietas anche ai rapporti tra uomini e animali, in una lotta unita contro la natura.