Concetti Chiave
- La novella di Andreuccio da Perugia nel Decameron di Boccaccio esplora i temi dell'ingenuità e dell'ingegno, mostrando come il protagonista superi le difficoltà attraverso l'ingegno umano.
- L'interpretazione mitico-simbolica della storia evidenzia un percorso di formazione e iniziazione, simboleggiato dalle esperienze di discesa e risalita (chiassetto, pozzo, sarcofago) che portano Andreuccio a maturare.
- Boccaccio mescola realismo e fiaba nella narrazione, utilizzando elementi tipici delle fiabe come l'allontanamento, il divieto infranto e il percorso di formazione per illustrare la crescita di Andreuccio.
- La Fortuna, intesa come caso fortuito, gioca un ruolo significativo nella novella, ma è l'ingegno di Andreuccio a permettergli di sfruttare le situazioni a suo vantaggio, in linea con il pensiero umanistico.
- Alla fine della novella, Andreuccio torna a Perugia trasformato: da ingenuo e sprovveduto diventa un uomo ingegnoso e avveduto, capace di affrontare le sfide della vita con successo.

Indice
Il tema principale della novella di Andreuccio da Perugia
Appartiene alla Seconda giornata, il cui tema è "si ragiona di chi da diverse cose infestato (sottoposto ai colpi della fortuna) sia oltre alla sua speranza riuscito a lieto fine".
Il tema è quello del saper vivere, dell'umana industria di chi sa vincere gli ostacoli della fortuna e liberarsi da situazioni difficili e giungere ad una soluzione ancora migliore di quella da cui era partito. Inizialmente il protagonista della novella di Andreuccio da Perugia è l'antitesi dell'Eroe Boccacciano, infatti, pur non essendo uno sciocco, è un ingenuo che si trova in un mondo più insidioso di quello a cui era abituato. Andreuccio veniva da Perugia e si trova in quella grande metropoli commerciale che era Napoli.
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Interpretazione mitico simbolica della novella
In questa novella assistiamo a tre esperienze che sono accomunate dallo stesso schema discesa e risalita (chiassetto, pozzo, sarcofago) in maniera più o meno fortuita. Attraverso le tre esperienze che possiamo definire come un percorso di formazione alla fine del quale il protagonista si colloca a diritto tra gli eroi boccacciani, gli eroi del saper vivere. Andreuccio diventa in tutto e per tutto un esponente dell'umana industria poiché sa vincere gli ostacoli, sa liberarsi dalle situazioni difficili ed imporre sul caso la propria intelligenza. Da questi tre luoghi che situati in basso indicano la discesa, lui raggiunge la salvezza che avviene nel movimento inverso, ovvero riuscendo a risalire dal basso verso l'alto. Questa discesa verso luoghi oscuri, profondi, assume un valore mitico-simbolico che rimanda alle società arcaiche e ai riti di passaggio o iniziazione che molto spesso prevedevano che i giovani, essendo calati in un luogo buio per mettere alla prova la loro resistenza al pericolo e alla paura, ne venivano liberati, e tramite questo processo diventavano adulti, ovvero venivano accettati a pieno diritto nel mondo degli adulti. Sta anche ad indicare, tipico delle fiabe, la reclusione e la successiva liberazione da un luogo chiuso e pericoloso, un percorso simbolico di morte e rinascita. Andreuccio, attraverso questo schema di incontro con la degradazione, rinasce. Cosa muore in Andreuccio e cosa rinasce in lui? In lui muore l'ingenuità, il giovane inesperto alla vita, sprovveduto, sciocco e rinasce nei termini di un uomo ingegnoso e avveduto, rinasce al conseguimento dell'umana industria, il saper vivere che alla fine gli consente di liberarsi dalle situazioni difficili.
Il realismo e la fiaba
Boccaccio sicuramente conosceva questi riti di iniziazione e ne ha tratto ispirazione. Vediamo, infatti, il confluire in questa novella di due elementi: il realismo e la fiaba. E’ probabilmente dalle fiabe che Boccaccio trae ispirazione per i riti d'iniziazione che troviamo nella vicenda di Andreuccio. Infatti, in questa novella noi troviamo una componente fiabesca che si salda con quella realistica, ad esempio per quanto riguarda le strade di Napoli. In questa novella noi possiamo ritrovare i topoi della fiaba, individuati da Propp nella "morfologia della fiaba". Ogni fiaba inizia con l'allontanamento da casa dell'eroe (Andreuccio che si allontana da Perugia), poi da parte dell'eroe c'è l'infrazione di un divieto che gli è stato imposto (Andreuccio infrange una regola: essere cauti quando ci troviamo in ambiente estraneo, quando mostra i soldi nel mercato), il danneggiamento dell'eroe (derubato, sporco, abbandonato in un pozzo e in una tomba), il salvataggio dell'eroe e infine il ritorno. Nelle fiabe c'è anche l'oggetto magico, ossia l’anello: qui c'è la trasformazione dell'oggetto magico in un investimento, visto che la novella si svolge in un ambiente borghese-mercantile. Esso sostituisce la perdita dei 500 fiorini, perde la funzione magica e diventa la compensazione economica della perdita che il personaggio subisce in armonia con la condizione economica sociale del protagonista che è un mercante. Assume una funzione borghese. Nelle fiabe i personaggi svolgono, anche grazie alle disavventure che devono affrontare, un percorso di formazione; quello di Andreuccio è quello di diventare adulti, avveduti, sapere vivere, frenando gli impulsi e usando la ragione e l'ingegno, in un mondo spietato e regolato dalle leggi economiche. Il protagonista è inserito in un percorso di formazione che lo porta ad acquisire quel comportamento esaltato da Boccaccio nel Decameron: la capacità di sapere vivere con ingegno. Tutti i personaggi con cui entra in relazione, anche quelli che sembrano complici in realtà sono suoi antagonisti, perché sono tutti dominati dalla logica dell'interesse economico. Alla fine Andreuccio compie questo suo percorso di formazione, diventa avveduto, abbandona l'ingenuità e soprattutto risulta vincitore in quel conflitto che Boccaccio pone spesso al centro delle sue opere: la disputa tra fortuna e ingegno.
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La Fortuna nella novella di Andreuccio da Perugia
L'intervento del caso, apparentemente per Andreuccio, ancora ingenuo, può sembrare negativo, ma in realtà è positivo anche se non provvidenziale. La fortuna per Boccaccio non è come per Dante "ministra di Dio", esecutrice della volontà superiore di Dio, ma è il caso fortuito. In realtà il caso è fortemente determinato dall'ingegno dell'uomo, ossia dalla capacità dell'uomo di piegare a suo favore quelle situazioni che gli si offrono davanti: la Fortuna si accanisce contro Andreuccio quando lui non è in grado di contrastarla (ad esempio se il giovane fosse stato più avveduto all'inizio non sarebbe caduto nel tranello della siciliana, così come alla fine la Fortuna salva Andreuccio dal morire solamente perché lui sa cogliere al volo l'occasione che gli è offerta, ossia spaventare i ladri per trarsi d'impaccio dalla situazione). Andreuccio è maturato e lo dimostra quando si rifiuta di scendere nella tomba e quando si tiene l'anello. Si profila in questa novella un tema che sarà poi un tema centrale nell'umanesimo con Machiavelli: il rapporto tra virtù (ingegno) e fortuna (caso imprevedibile). Boccaccio sembra offrire qualche margine d'iniziativa e di successo all'azione degli uomini poiché la Fortuna si accanisce solo nei confronti di chi non è in grado di contrastarla. In questa novella attraverso il racconto della formazione di Andreuccio si trova un'esaltazione dell'ingegno dell'uomo in grado di contrastare anche l'impatto imprevedibile e spiazzante della sorte. Alla fine della sua evoluzione, Andreuccio sfrutta la fortuna e il caso a suo vantaggio e in ciò non è possibile non scorgere un'esaltazione dell'ingegno umano. L'avventura della profanazione della tomba mostra un Andreuccio cambiato che, segnato dalle esperienze precedenti, ha capito che ha bisogno di ingegnarsi per potere conquistare la salvezza in quella notte e in quella città labirintica. Nella conclusione Boccaccio sottolinea l'andamento circolare della novella: torna a Perugia dopo aver investito il suo denaro in un anello dove per era andato per comprare cavalli. L'Andreuccio che ritorna a Perugia è profondamente diverso da quello rozzo e poco scaltro che era partito. E' possibile notare anche la spregiudicatezza di Boccaccio che non fa nessun commento sull'agire del prete profanatore.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della novella di Andreuccio da Perugia?
- Come viene interpretata simbolicamente la novella di Andreuccio?
- In che modo Boccaccio combina realismo e fiaba nella novella?
- Qual è il ruolo della Fortuna nella novella di Andreuccio?
- Come evolve il personaggio di Andreuccio nel corso della novella?
Il tema principale è il saper vivere e l'umana industria, dove il protagonista, inizialmente ingenuo, impara a superare gli ostacoli della fortuna e a risolvere situazioni difficili, giungendo a un lieto fine.
La novella è vista come un percorso di formazione attraverso esperienze di discesa e risalita, simboleggiando riti di iniziazione e il passaggio dall'ingenuità alla maturità e all'ingegno.
Boccaccio unisce elementi realistici, come l'ambientazione a Napoli, con topoi fiabeschi, come l'allontanamento da casa e il percorso di formazione, creando una narrazione che riflette sia la realtà che la struttura delle fiabe.
La Fortuna è vista come un caso fortuito che può essere influenzato dall'ingegno umano. Andreuccio impara a sfruttare le situazioni a suo vantaggio, dimostrando che l'ingegno può contrastare l'imprevedibilità della sorte.
Andreuccio evolve da giovane ingenuo a uomo ingegnoso e avveduto, capace di affrontare e superare le avversità grazie alle esperienze vissute, culminando in un ritorno a casa trasformato e più saggio.