Concetti Chiave
- Andreuccio di Pietro, un mercante di cavalli di Perugia, si reca a Napoli con cinquecento fiorini d'oro per concludere affari, ma attira l'attenzione di una giovane donna siciliana con cattive intenzioni.
- La donna, fingendosi sua sorella, lo invita a cena e lo convince a passare la notte nella sua casa, dove Andreuccio viene derubato dei suoi fiorini d'oro.
- Dopo essere caduto nella latrina della casa, Andreuccio viene chiuso fuori e inizia a sospettare di essere stato ingannato, ma il vicinato lo costringe ad andarsene.
- Incontra due uomini con cui decide di saccheggiare la tomba di un vescovo; viene tradito e rinchiuso nella tomba, ma riesce a fuggire grazie a un gruppo di preti che arriva poco dopo.
- Andreuccio torna all'albergo con un anello rubato dalla tomba, racconta la sua avventura ai compagni e decide di tornare immediatamente a Perugia.
Indice
L'arrivo a Napoli
Andreuccio di Pietro, mercante di cavalli,viveva a Perugia,ma, avendo saput che a Napoli c’erano dei mercati per i suoi affari, decise di recarsi li assieme ad altri mercanti , portando con se una cospicua somma, cinquecento fiorini d’oro. Insieme agli altri mercanti giunse a Napoli una domenica sera dopo il tramonto, quindi la mattina dopo si recò nella piazza del mercato per concludere qualche affare. Nonostante avesse adocchiato vari cavalli che gli interessavano non concluse nulla a causa di divergenze d’acquisto, e , per provare la sua reale intenzione all’acquisto degli animali, esibiva a destra e manca la borsa contenente i fiorini.
L'incontro con la giovane donna
Proprio dura durante una trattativa egli fu notato da una giovane donna siciliana di facili costumi, che passandogli vicino pensò ad uno stratagemma per impadronirsi del denaro, che il giovane inesperto, mostrava con tanta disinvoltura. La giovane era accompagnata da una da una vecchia signora delle medesime origini, sua domestica,, che quando vide Andreuccio gli andò in contro abbracciandolo con modi familiari. Nel frattempo la donna, rimasta in disparte , vista la confidenza tra il giovane e la sua domestica iniziò a farle domande circa quell’uomo, le sue origini e i suoi affari. Questa, ingenuamente, le raccontò la vita di Andreuccio e i legami che ella aveva avuto con il padre. Una volta raccolto un cospicuo numero di informazioni mise a punto la sua strategia. Impegnò la domestica in lavori lunghi e faticosi in modo da tenerla impegnata tutta la giornata, impedendole di recarsi presso l’albergo dove Andreuccio alloggiava. Nel contempo inviò una sua ancella all’albergo; questa trovò con facilità Andreuccio e gli riferì che una nobildonna attendeva con ansia di parlargli.
La trappola della nobildonna
La prima cosa che balenò nella mente del giovane fu che questa si fosse invaghita di lui, quindi seguì la servetta fino a casa della donna che aveva la sua dimora nel “raccomandabilissimo” quartiere del Malpertugio. Ma, poiché Andreuccio era un forestiero,non si accorse di nulla, ne sospettò qualcosa. Alchè continuò a seguire la cameriera fino alla casa, dove , sulle scale, vide colei che lo stava aspettando. La donna era molto giovane, curata sia nei lineamenti che nell’aspetto; quando Andreuccio fu vicino a lei questa gli andò incontro, abbracciandolo costantemente e calorosamente. Dopo avergli dato il benvenuto lo guidò all’interno della casa, così sfarzosa che egli, facendosi abbindolare credette di trovarsi all’interno della casa di una signora di alto rango. Una volta sedutisi su una cassapanca ella si presentò narrandogli la sua storia e rivelando di esser sua sorella, costretta a fuggire dalla Sicilia per rifugiarsi a Napoli. Al parere meravigliato di Andreuccio ella prese a chiedere notizie di tutti i vari parenti, dissipando ogni forma di dubbio nell’uomo. Dopo una lunga conversazione la padrona di casa ordinò vino e confetti da servire al “fratellastro” , che , dopo aver favorito era intenzionato a ritornare in albergo, quando questa lo trattenne invitandolo a cenare con lei e dicendogli che avrebbe mandato qualcuno ad avvertire di non aspettarlo.
La cena e l'inganno
Messisi a Tavola Gustarono una cena ricca e sostanziosa, e quando si alzarono da tavola era talmente tardi che la donna gli impedì in tutti i modi di tornare in albergo, fingendo nuovamente di mandare un servo a tranquillizzare i suoi compagni. Dopo cena i due ingannarono il tempo continuando a parlare finchè Andreuccio si ritirò a dormire nella camera della signora, che gli affidò un servo, mentre lei e le sue ancelle occuparono un’altra stanza per quella notte.
La caduta e il furto
Prima di coricarsi, avendo lasciato il farsetto sulla testata del letto , Andreuccio chiese al servo dove fosse il bagno. Seguite le istruzioni però mentre entrava pesò il piede su di un’asse schiodata, che sotto il suo peso cadde, facendolo precipitare. Rimasto nel vicolo addetto a latrina iniziò a chiamare con sempre più insistenza il servo , che avendo assistito alla scena aveva riferito l’accaduto alla padrona, che frugò nei suoi abiti fino a trovare i cinquecento fiorini d’oro.
La fuga e il nuovo incontro
Al di fuori della casa Andreuccio iniziava a nutrire dei sospetti, quindi si recò di fronte all’entrata principale, gridandola propria sventura e colpendo la porta al punto di svegliare sia il vicinato che le domestiche all’interno della casa; una di queste si affacciò gridando all’uomo di essere ubriaco, alchè Andreuccio trasformò le parole in ira colpendo violentemente la porta. Questa sua dimostrazione fece alzare molti vicini che affacciati dalle finestre lo ingiuriarono, intimandogli di andar via di tornare la mattina dopo. Ad un certo punto sopraggiunse un uomo dall’aria autoritaria, dalla folta barba , che minacciò Andreuccio di picchiarlo. Affacciatisi di nuovo i vicini, gli consigliarono di andar va e lui seguì il loro consiglio , visto l’aria intimorita che avevano. Allontanatosi dal Malpertugio si diresse verso il mare con l’intento di lavarsi, ma cambiò idea imboccando la “rua catalana”.
Il saccheggio della tomba
Dirigendosi verso la città alta incrociò due uomini e temendo che fossero due guardie si rifugiò in un casolare nel quale i due entrarono e lo videro. Andreuccio raccontò loro la sua disavventura e questi gli dissero che cadere dalla latrina era stato per lui un colpo di fortuna e che era ancora vivo solo per miracolo. Gli proposero quindi di unirsi a loro per saccheggiare la tomba del vescovo. Arrivati al luogo della sepoltura forzarono il coperchio della grande tomba e fecero entrare Andreuccio, al momento di uscire questi tolsero il picchetto che reggeva il coperchio lasciando Andreuccio all’interno della tomba assieme alla salma del vescovo. Dopo poco tempo sopraggiunse presso la salma un gruppo di preti che dovevano entrare el sarcofago, allora il giovane colse l’occasione e fuggì, mentre uno dei preti tentava di entrare.
Il ritorno all'albergo
Contento per essere riuscito a scampare anche questa disgrazia si diresse all’albergo con l’anello del vescovo al dito. In albergo trovò i suoi compagni e l’albergatore che lo attendevano in pensiero. Egli quindi raccontò la sua disavventura e sotto consiglio dell’oste partì immediatamente per ritornare a Perugia.
Domande da interrogazione
- Qual è il motivo del viaggio di Andreuccio a Napoli?
- Come viene ingannato Andreuccio dalla giovane donna?
- Cosa accade ad Andreuccio dopo la cena con la nobildonna?
- Come riesce Andreuccio a fuggire dalla tomba del vescovo?
- Qual è la conclusione della disavventura di Andreuccio a Napoli?
Andreuccio, un mercante di cavalli di Perugia, si reca a Napoli per partecipare ai mercati e concludere affari, portando con sé una somma considerevole di cinquecento fiorini d'oro.
Andreuccio viene notato da una giovane donna siciliana che, con l'aiuto della sua domestica, elabora un piano per rubargli il denaro. Fingendo di essere sua sorella, lo invita a casa sua e lo convince a rimanere per cena, durante la quale gli sottrae i fiorini.
Dopo la cena, Andreuccio cade in una trappola mentre cerca il bagno e finisce in un vicolo. La nobildonna approfitta della situazione per rubargli i cinquecento fiorini d'oro.
Intrappolato nella tomba del vescovo da due uomini che lo avevano ingannato, Andreuccio riesce a fuggire quando un gruppo di preti arriva per aprire il sarcofago, approfittando della confusione per scappare.
Dopo essere scampato alla tomba, Andreuccio ritorna all'albergo con l'anello del vescovo al dito. Racconta la sua disavventura ai compagni e, su consiglio dell'oste, decide di tornare immediatamente a Perugia.