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Concetti Chiave

  • Ludovico Ariosto, nato a Reggio Emilia nel 1474, è un poeta che si forma nell'ambiente letterario di Ferrara, legandosi alla corte estense e componendo opere in latino e volgare.
  • Ariosto servì il Cardinale Ippolito d'Este e il Duca Alfonso I, dedicando loro il suo capolavoro "Orlando Furioso", pubblicato in tre edizioni tra il 1516 e il 1532.
  • "Orlando Furioso" si ispira a tradizioni carolinge e bretoni, integrando elementi epici e romanzeschi, e si distingue per la complessità narrativa e l'intreccio di storie parallele.
  • L'opera di Ariosto è caratterizzata da un policentrismo narrativo e stilistico, unendo registri diversi come l'epico, il comico e il lirico, riflettendo sul destino umano con un tono ironico e distaccato.
  • Ariosto esplora temi universali come l'amore e la follia, esprimendo una visione laica dell'esistenza, mirata a rispecchiare la condizione umana e la cultura rinascimentale.
In questo appunto di Italiano si tratta della vita e delle opere di Ludovico Ariosto, poeta vissuto tra la seconda metà del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento; si parla inoltre del suo rapporto con la corte estense e si approfondiscono la struttura, lo stile, la poetica e i filoni narrativi dell'"Orlando Furioso".
Ludovico Ariosto: vita, opere, poetica e analisi dell'opera l'"Orlando Furioso" articolo

Indice

  1. Vita e opere di Ludovico Ariosto
  2. Il rapporto di Ludovico Ariosto con la corte estense
  3. L"Orlando furioso": struttura e fonti di ispirazione dell'opera
  4. Analisi stilistica e dei filoni narrativi dell'"Orlando Furioso"

Vita e opere di Ludovico Ariosto

Ludovico Ariosto nasce nel 1474 a Reggio Emilia. Il padre è un capitano della guarnigione militare e la madre fa parte di una delle famiglie reggiane più nobili. Dopo 10 anni, il padre si stabilisce a Ferrara. Dal 1489 al 1494 segue gli studi giuridici all’università di Ferrara, dove consegue il titolo di giurisperito.
Ariosto comincia a stringere legami con gli Estensi. Ferrara è un ambiente vivace dal punto di vista letterario e, in questo contesto, il poeta prende spunto per i suoi studi umanistici, coltivando l’imitazione dei poeti latini.
Nel 1496 il padre viene promosso alla carica di commissario ducale in Romagna, ma gli Este lo licenziano poco dopo. Nel 1500 il padre muore e Ludovico deve accettare l’incarico di vari impegni ufficiali, per mantenere i suoi nove fratelli più piccoli. Nel 1503 entra a servizio del Cardinale Ippolito d’Este, che gli assegna diversi compiti.
Ariosto comincia a comporre versi in latino, editi postumi nel 1547 (Carmina).
Dal 1495 inizia a comporre poesie in volgare, liriche dedicate a motivi occasionali e alcune canzoni sul tema dell’amore.
Tra il 1508 e il 1509, in occasione del Carnevale ferrarese, scrive “La Cassaria” e “I suppositi”, due commedie in prosa e in volgare.
Ariosto non poteva dedicarsi completamente alla letteratura perché era a servizio del Cardinale. Per questo motivo, nel 1513 si recò a Roma, sperando che il nuovo papa Leone X (Giovanni de Medici, suo amico) gli potesse dare un lavoro, ma fu rifiutato e dovette tornare a Ferrara.
Sempre in quell’anno, conosce Alessandra Benucci e la sposa in segreto, per non perdere i benefici ecclesiastici.
Nel 1515 completa e pubblica a Ferrara la prima stesura dell’“Orlando Furioso”.
Quest’opera è dedicata al Cardinale Ippolito, il quale però non ha dimostrato gratitudine all’autore.
Nel 1517, il Cardinale invita Ariosto a seguirlo alla sede vescovile di Eger, ma lo scrittore rifiuta, decretando la definitiva rottura del loro rapporto. Durante questo periodo, l’autore scrive le Satire, sette poemetti in terzine dantesche.
Nel 1518, Ludovico Ariosto entra a servizio del duca Alfonso I d’Este. Inizialmente gli vengono assegnati dei compiti prevalentemente diplomatici, ma dal 1519 ottiene incarichi di ambasceria.
Nel 1521 a Ferrara esce la 2° edizione dell’“Orlando Furioso”, differente dalla prima per miglioramenti linguistici e stilistici.
Nel 1522 Ariosto deve accettare la nomina ducale a commissario della Garfagnana; da qui a 3 anni il poeta sarà impegnato in una lotta contro i banditi e la popolazione ribelle della zona. Con l’astuzia e la forza, cercando di sfruttare più la prima, riesce a migliorare la situazione nella Garfagnana, dove resterà fino al 1525.
Il duca lo nomina savio del comune ed esercita la carica onorifica di pubblico funzionario e da ora riesce a dedicarsi di più all’attività letteraria. In questo periodo scrive tre nuove commedie in versi: “I studenti” (1518-1519), “Il negromante” (1520) e “la lena” (1528). Nel 1532 viene stampata la versione definitiva dell’“Orlando Furioso”. Muore il 6 luglio 1532.
Per ulteriori approfondimenti sulle opere minori di Ludovico Ariosto vedi anche qua

Il rapporto di Ludovico Ariosto con la corte estense

Di seguito viene trattato: rapporto della corte estense con Ludovico Ariosto mappa concettuale.
La corte estense è stata fondamentale per l'autore, con il quale aveva legami sia letterari sia biografici:

  • Legami letterari: a Ferrara vi era una forte tradizione della poesia cavalleresca. Alcune opere esemplificative includono: Orlando innamorato (1483-1495) e Orlando Furioso (1516-1532).
  • Legami biografici: il poeta Ariosto era al servizio degli estensi, in particolare, del cardinale Ippolito, al quale l'autore ha dedicato la propria opera nel 1516. Nel 1517, Ariosto rifiuta di seguire il cardinale in Ungheria e nel 1518 si mette al servizio del duca Alfonso.
  • Tra il 1522 e il 1525, Ariosto assume la carica di commissario in Garfagnana e dal 1525 al 1532 trascorre gli ultimi anni sereni a Ferrara.
    Per ulteriori approfondimenti sugli Estensi vedi anche qua

L"Orlando furioso": struttura e fonti di ispirazione dell'opera

L’Orlando Furioso è la continuazione dell’Orlando Innamorato di Boiardo.
Ludovico Ariosto ha iniziato la composizione in ottave dell’Orlando Furioso tra il 1504 e il 1505.

  • La prima edizione dell’opera è stata pubblicata nel 1516 e comprendeva 40 canti.
  • La seconda edizione è stata pubblicata nel 1521 e includeva dei nuovi miglioramenti linguistici
  • La terza edizione era costituita da 46 canti ed è stata pubblicata nel 1532.

Sono stati esclusi i “Cinque Canti”, cioè gli spezzoni di poema che lo scrittore aveva composto tra il 1518 e il 1528, con l’intenzione di aggiungerli in seguito.
Per la stesura dell’opera, Ariosto si ispirò alle storie della corte di Carlo Magno, alle storie dei cavalieri della tavola rotonda della tradizione carolingia e bretone e alla tradizione classica. Nello specifico, furono fonte di ispirazione:

  • L’Orlando Innamorato;
  • Le canzoni di gesta;
  • I romanzi sui cavalieri della tavola rotonda;
  • Opere più popolaresche (dette “cantàri”);
  • La tradizione novellistica di Boccaccio;
  • L’Eneide.

Tutte queste fonti vengono integrate e si completano a vicenda.
Per ulteriori approfondimenti sui cantari e i problemi cavallereschi vedi anche qua
Ludovico Ariosto: vita, opere, poetica e analisi dell'opera l'"Orlando Furioso" articolo

Analisi stilistica e dei filoni narrativi dell'"Orlando Furioso"

Il racconto ariostesco si basa sull’intreccio, una tecnica stilistica tale per cui l'autore inizia ad approfondire un racconto, per poi interromperlo, cominciarne o continuarne uno nuovo e riprenderlo successivamente.
Nell’Orlando Furioso ci sono numerosi personaggi, spunti narrativi e invenzioni, grazie alla ricchezza delle fonti. Predominano tre filoni narrativi:

  • Il filone epico, che riguarda la guerra tra cristiani e mori);
  • Il filone romanzesco, infatti, predomina il tema dell’inchiesta, vale a dire la ricerca di qualcosa di perduto da parte di ogni personaggio. Con questo tema, l’autore vuole esprimere l’inconsistenza delle aspirazioni umane, che portano solo delusione e insoddisfazione. Ad esempio, per Ariosto, l’amore è un’invincibile forza naturale e, spesso, un desiderio irrealizzabile.
  • il filone cortigiano romanzesco, legato all'elogio di Ruggero e Bradamante, i capostipiti della casata estense. In questo filone narrativo, è centrale il tema della follia (la pazzia di Orlando), che costituisce una delle più originali scoperte ariostesche. La follia diventa il simbolo di un mondo universalmente dominato da irragionevolezza e irrazionalità. Inoltre, è molto presente il tema del fantastico, dato che il caso rimescola le carte e le vicende del poema.

La ricchezza dei contenuti narrativi è affiancata dalla varietà dei registri stilistici.
Una delle peculiarità dell'opera di Ariosto è il policentrismo, tale per cui i differenti filoni narrativi e stilistici si integrano senza prevalere l’uno sull’altro. Inoltre, la vicenda si svolge contemporaneamente ma in luoghi diversi e si osserva una presentazione nei minimi particolari di ogni elemento della narrazione.
Ariosto tende a riflettere sul senso dell’esistenza e dei destini umani. Il poeta assume una visione totalmente laica della vita e dell’uomo in quanto vuole rispecchiare tutti gli aspetti della condizione umana.
La liricità e la malinconia vengono compensate dall’effetto comico e grottesco e bilanciato dall’ironico distacco dell’autore rispetto al suo racconto. “Il sorriso di Ariosto” è il tono medio che l’autore utilizza, composto di equilibrio, bonomia e ironia.
La fusione dei diversi registri stilistici è il risultato della minuziosa ricerca, soprattutto nel preparare la terza edizione. Ariosto era consapevole che il suo poema era destinato ad un’ampia diffusione per ceti sociali differenti. Il poeta modella la sua ottava su un ideale di armonia petrarchesco. Il poema è una sintesi della cultura rinascimentale perché: si pensa che il “bello” non sia lo specchio del bene, il bello è tutto ciò che merita di essere affermato e ricreato, il poema riconosce alla libertà dell’azione umana nella costruzione dell’individuo e del mondo, il primato dell’amore e il dominio della personalità dell’autore.
Per ulteriori approfondimenti sui temi e il contesto storico dell'Orlando Furioso vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i principali eventi della vita di Ludovico Ariosto?
  2. Ludovico Ariosto nacque nel 1474 a Reggio Emilia, studiò giurisprudenza a Ferrara, e servì la corte estense. Dopo la morte del padre, si occupò dei suoi fratelli e lavorò per il Cardinale Ippolito d'Este. Scrisse opere in latino e volgare, tra cui l'"Orlando Furioso", e morì nel 1532.

  3. Qual era il rapporto di Ludovico Ariosto con la corte estense?
  4. Ariosto aveva legami sia letterari che biografici con la corte estense. Servì il Cardinale Ippolito d'Este e dedicò a lui l'"Orlando Furioso". Tuttavia, rifiutò di seguirlo in Ungheria, rompendo il loro rapporto, e successivamente servì il duca Alfonso I d'Este.

  5. Quali sono le caratteristiche principali dell'"Orlando Furioso"?
  6. L'"Orlando Furioso" è una continuazione dell'"Orlando Innamorato" di Boiardo, composto in ottave. Pubblicato in tre edizioni (1516, 1521, 1532), l'opera si ispira a storie carolingie, bretone e classiche, integrando diverse fonti come l'"Eneide" e i romanzi cavallereschi.

  7. Quali sono i filoni narrativi predominanti nell'"Orlando Furioso"?
  8. I filoni narrativi principali sono l'epico (guerra tra cristiani e mori), il romanzesco (ricerca di qualcosa di perduto) e il cortigiano romanzesco (elogio di Ruggero e Bradamante). La follia e il fantastico sono temi centrali, simbolizzando l'irrazionalità del mondo.

  9. Come si caratterizza lo stile dell'"Orlando Furioso"?
  10. Lo stile dell'"Orlando Furioso" è policentrico, integrando diversi registri stilistici senza prevalere l'uno sull'altro. Ariosto utilizza un tono ironico e distaccato, bilanciando liricità e comicità. L'opera riflette una visione laica della vita e dell'uomo, tipica della cultura rinascimentale.

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