Concetti Chiave
- Ferrara, sotto gli Estensi, diventa un centro culturale di prestigio grazie all'incontro tra tradizione classica, pedagogia umanistica e letteratura romanza.
- La biblioteca estense rappresenta un punto di convergenza per diverse linee culturali, ospitando una vasta collezione di libri.
- Dalla metà del Quattrocento, Ferrara si distingue per una produzione pittorica originale, nota come "officina ferrarese", con artisti come Cosmè Tura e Francesco del Cossa.
- Tra il XV e XVI secolo, la città diventa un epicentro della letteratura volgare, influenzata dalla tradizione epicocavalleresca francese e franco-veneta.
- Opere come "Orlando innamorato" di Boiardo e "Orlando furioso" di Ariosto emergono da questo fermento culturale, contribuendo al romanzo cavalleresco.
Indice
L'Umanesimo Ferrarese e Guarino Veronese
Al primo sviluppo dell’Umanesimo ferrarese concorrono l’attività di un maestro e umanista come Guarino Veronese (1374 circa - 1460) e la politica degli Estensi, consapevoli della necessità, per il loro piccolo Stato, di conferire al potere politico un forte prestigio culturale. La peculiarità di questo progetto consiste nell’incontro di tradizione classica, pedagogia umanistica e letteratura romanza che trova una concreta realizzazione nella ricchissima biblioteca estense, in cui convivono libri, quali testimoni materiali, di queste diverse linee culturali.
La Produzione Artistica a Ferrara
Anche in campo artistico, a partire dalla metà del Quattrocento, Ferrara diventa centro di una produzione pittorica caratterizzata da originalità e sperimentalismo, al punto che si usa parlare di una vera e propria «officina ferrarese»: tra le figure più significative si segnalano Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti e Francesco del Cossa, ai quali si devono gli straordinari affreschi del Palazzo Schifanoia.
L'Influenza della Tradizione Epicocavalleresca
Tra XV e XVI secolo Ferrara rappresenta però soprattutto il vertice della storia letteraria, come risultato di un interesse via via crescente, a partire dal secondo Quattrocento, per la cultura in lingua volgare e soprattutto per le opere della tradizione epicocavalleresca francese e franco-veneta. Nell’ambito ferrarese, e in stretto contatto con la corte estense e la sua politica culturale, si sperimenta quella commistione di «armi» e «amori», di materia epica e romanzesca, che, aprendosi anche alla tradizione classica, dà vita al filone maggiore del romanzo cavalleresco. Sono queste le radici culturali cui attinge, per primo, Matteo Maria Boiardo con il suo Orlando innamorato , poi affinate nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e, su basi diverse, ancora presenti nella Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.