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Appunti degli studenti per corsi ed esami del Prof. Pizzo Ciro

Appunti di Bisogni educativi speciali e inclusione scolastica . La prima parte offre un quadro d’insieme sui bisogni educativi speciali, partendo dalla definizione e dalle origini del termine, per arrivare alla descrizione di tutte le categorie che essa comprende. La seconda passa in rassegna le principali norme in materia di BES presenti nel nostro ordinamento giuridico, per sottolineare i cambiamenti che ci sono stati nel corso del tempo. Infine, la terza cerca di approfondire il ruolo degli insegnanti, della famiglia e dei compagni di classe nel processo di inclusione del soggetto con BES a scuola.
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Il mio elaborato di tesi ha lo scopo di mettere in luce il problema dell’emarginazione sociale delle persone disabili. Nel primo verrà presentata la disabilità, individuandone i vari tipi e partendo dall’Antica Grecia e Antico Egitto arriveremo a parlare della disabilità oggigiorno e come è considerata. Nel secondo andremo a definire il processo di integrazione e vedremo come la persona disabile sarà accolta all’interno della società e di quali agevolazioni può usufruire. Nel terzo e ultimo andremo a parlare della storia di Marco, ragazzo disabile, e della sua famiglia che hanno dovuto interfacciarsi con una malattia genetica rara, la Sindrome di Williams. Sarà proprio la storia di Marco a mostrare come l’integrazione sociale del disabile non sia davvero raggiunta ad una completa realizzazione.
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Riassunto per l'esame di Sociologia, basato sul corso e sullo studio autonomo del libro consigliato da Prof. Pizzo Ciro: Una sociologia della globalizzazione, Saskia Sassen. Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, facoltà di Scienze della formazione. Scarica il file in PDF!
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Salve sono una vincitrice di concorso TFA sostegno 2021/2022 . Pubblico una prima parte di argomento relativa alla prova preselettiva. Per chi volesse l'intero materiale resto a disposizione. Non ho studiato da manuali ma ho creato dei materiali ad hoc per superare con successo le tre prove.
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Nel XX secolo, c'erano molte definizioni per definire la disabilità, così come i modelli teorici e concettuali utilizzati per analizzare la condizione. L’analisi delle condizioni in cui riversa un soggetto è da condurre, in modo univoco, al decorrere della malattia, ma il conflitto tra questi due fattori è ambiguo e poco chiaro: infatti, storicamente, la medicina ha svolto un ruolo di primo piano nella spiegazione della disabilità; d'altra parte, nei primi modelli medici della comunità scientifica internazionale, le deficienze fisiche e/o mentali erano all'origine della malattia.1 Un fenomeno complesso, dunque, nella società passata, ma anche e soprattutto in quella odierna, che si ritrova a dover fronteggiare disturbi e patologie sempre nuovi e diversi, dei quali ancora restano ignoti molteplici fattori: uno di questi è il Disturbo dello Spettro Autistico. I Disturbi dello Spettro Autistico (dall’inglese Autism Spectrum Disorders, ASD) rientrano in un insieme di disturbi del neuro-sviluppo che compaiono, generalmente, entro i primi tre anni di vita del bambino e che durano tutta la vita. Nonostante gli innumerevoli studi condotti per comprendere minuziosamente caratteristiche e sintomi comuni, le cause scatenanti del disturbo appaiono essere molteplici. Dunque, i Disturbi dello Spettro Autistico comprendono numerose problematiche con caratteristiche differenti e, tra queste, rientra l’autismo. Lo spettro autistico fa parte di uno schema di disturbi che fuoriescono fin dai primi anni di vita e intaccano, notevolmente, i processi mentali durante la fase di crescita. I vari Disturbi dello Spettro Autistico sono numerosi e, tra questi, distinguiamo - ad esempio - la Sindrome di Asperger, il disturbo pervasivo dello sviluppo e l’autismo. Il termine ‘autistico’ deriva dal greco αὐτός (autos), tradotto con ‘sé’ e fu utilizzato, per la prima volta, in psichiatria nei primi anni del Novecento da Eugen Bleuler2 per descrivere alcuni sintomi caratteristici della schizofrenia3 (in modo particolare, la tendenza dei pazienti all’isolamento e alla compromissione o eliminazione totale di relazioni sociali. Tuttavia, il contributo più importante arriverà più tardi: Hans Asperger e Leo Kanner, nella prima metà degli anni Quaranta, furono i primi studiosi ad osservare e descrivere peculiarità e tratti dei bambini autistici: in particolare, Asperger - osservando alcuni bambini - notò difficoltà nelle relazioni e continui comportamenti schematizzati, ma nessun tipo di ritardo mentale. La Sindrome di Asperger rientra, oggi, tra i Disturbi dello Spettro Autistico con dei connotati caratteristici. Malgrado gli studi condotti che si sono susseguiti nel tempo e la pubblicazione nel 1952 del DSM – al cui interno c’era uno spazio dedicato all’autismo – il disturbo non trovava una precisa collocazione ed era considerato come un sintomo rappresentativo della schizofrenia, privo di una propria indipendenza. Solo dagli anni Settanta in poi, l’autismo ha acquisito autonomia dal punto di vista clinico e - con la pubblicazione dei DSM-V del 2013 - i disturbi osservati relativi all’autismo rientrano tutti nella categoria diagnostica dei Disturbi dello Spettro Autistico, una categoria assolutamente indipendente dalla schizofrenia. In seguito alla sua classificazione, la Sindrome autistica ha sviluppato delle metodologie proprie con programmi definiti e personalizzati, per garantire ai bambini affetti da tale disturbo un miglioramento generale e la riduzione delle abitudini comportamentali problematiche. Il metodo ABA (Applied Behavior Analysis) è, oggigiorno, l’unico intervento educativo considerato davvero efficace. Le metodologie utilizzate dalle istituzioni - compresa la scuola - in simbiosi con il costante supporto e aiuto della famiglia, mirano al potenziamento delle facoltà eccezionali che spesso i soggetti autistici presentano e al miglioramento delle difficoltà sociali e comportamentali, oltre a porsi come obiettivo principale il raggiungimento di un’autonomia che possa garantire loro una vita completa. I programmi di insegnamento non devono limitarsi al raggiungimento dell’apprendimento scolastico, ma è importante che includano attività volte al potenziamento di attività verbali e non verbali, raggiungibili con operazioni sociali e comunicative con gli insegnanti, genitori e gruppo dei pari. Questi interventi rappresentano un tassello fondamentale nelle strategie di insegnamento per questi alunni.
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Riassunto per l'esame di Modelli sociali della disabilità, basato su appunti personali e studio autonomo del testo consigliato dal docente Pizzo Ciro: Minority Reports. Cultural Disability Studies, n. 1/2015. La presa di parola / The Capture of Speech. Gli argomenti trattati sono i seguenti: 1. La parola imprevista. Immagini di una dimensione parallela di speech act e linguistic turn. Ciro Tarantino 2.Il silenzio della servitù. Note su presa di parola, dir vero e democrazia in Michel Foucault. Mauro Bertani 3.Il movimento delle persone con disabilità in Italia, Quadro storico 1915-1970. Giampiero Griffo 4.Sit-In. Testimonianze femminili della disabilità in Italia. Alessandra M. Straniero 5.Rosanna Benzi e << Gli altri>>. Note di redazione. Lavinia D’Errico 6. John F. Nash JR. Traiettorie e campi.Alfredo Givigliano 7. Scripta Selecta. Franco Bomprezzi
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Riassunto per l'esame di Modelli sociali della disabilità, basato su appunti personali e studio autonomo del testo consigliato dal docente Pizzo Ciro: Minority reports (2016). Vol. 2: guerra in carne e ossa. The war in the flesh. Gli argomenti trattati sono i seguenti: 1.Guerra alla disabilità, disabilità alla guerra. Ciro Pizzo 2.Le azioni assistenziali per la tutela degli invalidi di guerra in Italia durante e dopo la grande guerra (1915.1923).note e prospettive di ricerca . Ugo Pavan Dalla Torre 3.La grande guerra delle protesi. Fabio Montella 4. La psichiatria e la guerra. Paolo sorcinelli 5. Prima guerra mondiale e disabilita. Un percorso bibliografico. Giampiero Griffo, Maria Maddalena Frevola 6.Segni di guerra. Mutilazione e decolonizzazione del corpo. Matteo Meschiari
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