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COMUNICAZIONE
CORSO DI LAUREA
SCIENZE E TECNICHE DI PSICOLOGIA COGNITIVA
TESI DI LAUREA
IN
MODELLI SOCIALI DELLA DISABILITÀ
Disabilità e integrazione sociale
Relatore Candidato
Alessia Severino
Ch.mo Prof Ciro Pizzo Matricola
122002965
INDICE .................................................................................................... 2
INTRODUZIONE
........................................................................................................ 3
1. LA DISABILITÀ .............................................................. 3
1.1. L E DIVERSE TIPOLOGIE DI DISABILITÀ
......................................................................................... 4
1.2. E
XSCURSUS STORICO ............................................. 11
1.2.1. I P
L PUNTO DI VISTA SOCIOLOGICO DI ARSONS
...................................................................... 13
1.2.2. NIENTE SU DI ME SENZA DI ME ................................................ 15
1.2.3. IL MODELLO INTERAZIONISTA DI GOFFMAN
’ICDH ’ICF ..................................................................................... 16
1.3. D
ALL ALL .............................................................................. 19
2. P
ROCESSO DI INTEGRAZIONE
L’ .............................................................................. 19
2.1. INTEGRAZIONE SOCIALE .................................................... 22
2.1.1. L
O SPORT COME INTEGRAZIONE SOCIALE
L’ ....................................................................... 23
2.2. INTEGRAZIONE LAVORATIVA
............................................................................................. 23
2.2.1. L 68/99
A LEGGE
2.2.2. ,
DIFFERENZA TRA HANDICAP INVALIDITÀ E NON AUTOSUFFICIENZA E LE
....................................................................... 24
AGEVOLAZIONI A LORO DESTINATE
............................................................................ 25
2.3. INTEGRAZIONE SCOLASTICA .................................................... 28
3.1. L : W
A MALATTIA LA SINDROME DI ILLIAMS ........................ 29
3.1.2. A S W (AISW)
SSOCIAZIONE ITALIANA INDROME DI ILLIAMS
....................................................... 31
3.2.1. I M
NTEGRAZIONE SCOLASTICA DI ARCO
........................................................... 33
3.2.2. F :
ENOMENO SOCIALE LO SCOUTISMO ........................................................... 34
3.2.3. I M
NTEGRAZIONE SPORTIVA DI ARCO
...................................................................... 35
3.2.4. A
SSOCIAZIONI E LABORATORI
.................................................................................................... 38
CONCLUSIONE 1
INTRODUZIONE
Il mio elaborato di tesi ha lo scopo di mettere in luce il problema
dell’emarginazione sociale delle persone disabili. Nel primo capitolo verrà
dall’Antica Grecia
presentata la disabilità, individuandone i vari tipi e partendo
e Antico Egitto arriveremo a parlare della disabilità oggigiorno e come è
considerata. Nel secondo capitolo andremo a definire il processo di integrazione
e vedremo come la persona disabile sarà accolta all’interno della società e di
quali agevolazioni può usufruire. Nel terzo e ultimo capitolo andremo a parlare
della storia di Marco, ragazzo disabile, e della sua famiglia che hanno dovuto
interfacciarsi con una malattia genetica rara, la Sindrome di Williams.
l’integrazione sociale del
Sarà proprio la storia di Marco a mostrare come
disabile non sia davvero raggiunta ad una completa realizzazione.
2
1. LA DISABILITÀ
La società convive con il fenomeno della disabilità, condizione personale di
chi, a seguito di una menomazione fisica, mentale, intellettuale o sensoriale,
interagisce con l’ambiente sociale con ristrette abilità in rapporto a ciò che è
considerata la norma, per cui nella gestione di attività quotidiane, il portatore di
handicap, risulta essere meno indipendente e appartenente ad una posizione
poco vantaggiosa nella partecipazione alla vita sociale.
1.1. L
E DIVERSE TIPOLOGIE DI DISABILITÀ
È possibile fornire una panoramica delle diverse tipologie di disabilità: disabilità
motoria, disabilità sensoriale, disabilità cognitiva, disabilità psichica, disabilità
invisibili. La disabilità motoria si articola, a sua volta, in un’ampia varietà di
condizioni, originate da eventi traumatici, congeniti o disturbi neuromuscolari
progressivi, che provoca una riduzione del funzionamento, che viene corretto,
solitamente, con l’ausilio di protesi e apparecchi ortopedici; la disabilità
sensoriale, comprende diverse tipologie di disabilità, tra le più diffuse
evidenziamo quella uditiva, visiva e la sordo-cecità: la disabilità uditiva si
riferisce alla perdita totale (sordità) o parziale (ipoacusia) del senso dell’udito
dovuta a cause congenite, infettive, traumatiche o tossiche; la visiva riguarda la
perdita totale (cecità) o parziale (ipovisione) del senso della vista dovuta a cause
congenite, progressive ereditarie, traumatiche o virali. Nella categoria della
sordo-cecità rientrano persone che presentano una riduzione combinata sia
dell’udito che della vista, causando così difficoltà comunicative, motorie e di
accesso all’informazione. La disabilità cognitiva è caratterizzata da un ritardo
mentale che può essere lieve, grave o profondo che causa nel soggetto difficoltà
o incapacità per la risoluzione dei problemi e per l’adattamento celere alle novità.
Si genera per condizioni genetiche (sindrome di down) o per danno cerebrale e
demenza. I due aspetti più seri della disabilità cognitiva sono da ritenere
l’autismo e la disabilità nell’ apprendimento, il primo incide sulle capacità
relazionali-comunicative con gli altri mentre il secondo aspetto, può riguardare
la memoria, la percezione, la capacità e la comprensione dei concetti. La
disabilità psichica, è contraddistinta da tutti i disturbi mentali che interferiscono
significativamente sul funzionamento nelle principali attività della vita, quali
3
l’apprendimento, il lavoro, la comunicazione e prevede, tra le sue forme più
comuni, i disturbi d’ansia, i disturbi dell’umore e le psicosi. I disturbi del
linguaggio, associati alle disabilità mentali e psichiche, non sono sempre
riconducibili a dei disturbi dell’apprendimento. Le disabilità invisibili inglobano
persone con riduzioni
quelle condizioni facilmente riconoscibili nell’immediato:
della vista o dell’udito che non indossano gli occhiali o la protesi acustica,
potrebbero non apparire immediatamente come disabili, così come patologie
quali il dolore cronico, disabilità mentali e psichiche ma anche malattie croniche
quali diabete, insufficienza renale, nel momento in cui impediscono
significativamente le normali attività giornaliere.
1.2. E
XSCURSUS STORICO
Durante la storia dell’umanità sono sempre esistite condizioni differenti alla
normodotazione dell’uomo che, a seconda dell’epoca storica, sono state
considerate come disabilità; bisogna perciò far attenzione agli anacronismi, in
quanto spesso condizioni ritenute ordinarie, in un certo periodo storico, dalla
medesima società, possono essere considerate differentemente in età odierna. Ad
1
esempio il nanismo e la cecità, in età antica, erano viste come differenze ben
integrate e non come disabilità. Difatti nell’Antico Egitto, le persone possedenti
difetti fisici non erano discriminate, anzi coloro che soffrivano di nanismo
potevano ricoprire carichi importanti. La cecità, invece, aveva connotazione
sacrale, spesso era simbolo di doti profetiche e di profonda saggezza giacché la
mancanza della vista era colmata dall'ispirazione proveniente dalle Muse.
Nell’antica Grecia le altre forme di disabilità, al di fuori della cecità, erano
considerate motivazioni valide per emarginare, abbandonare o addirittura
eliminare i nascituri possidenti di malformazioni, in quanto era diffusa l’idea che
(il bello) fosse compatibile con l’agathos
solo il kalos (il buono) e quindi
bisognava rispettare determinati canoni di robustezza fisica, determinati dalle
proporzioni corporali della statua “il Canone” 2 prodotta da Policleto, per poter
1 Grave difetto staturale, per il quale l’altezza non raggiunge i 130 cm nell’uomo e 125 cm
nella donna.
2 In greco antico si traduce con la parola <<regola>>. È considerato il primo trattato che
teorizza i temi di bellezza e dell’armonia. 4
essere considerati idonei alla vita. Fatto tale preludio, sembrano essere
giustificabili anche le regole imposte da Licurgo a Sparta:
I genitori non avevano diritto di allevare i figli, ma dovevano portarli in un luogo
chiamato tesche, dove gli anziani esaminavano il bambino: se lo vedevano sano e
robusto ne disponevano l'allevamento e gli assegnavano in anticipo una porzione di
terreno demaniale; se invece lo trovavano gracile e malfatto, ordinavano che fosse
gettato in una voragine del monte Taigeto, detta Apotete. Non conveniva infatti né alla
polis né al bambino stesso che fosse lasciato crescere per restare sempre debole e dal
3
fisico infelice. [...]
Nella celebre polis era presente una commissione governativa la quale
esaminava il nascituro e qualora quest’ultimo avesse avuto delle malformazioni
4
fisiche sarebbe stato lanciato dalla cima del Taigeto , oppure esso, essendo un
peso per la società, veniva immolato a fini propiziatori, ancora piccolo, o
arruolato in guerra come soldato, con un destino segnato, vista l’incapacità
difensiva. Come dice la tradizione, soltanto i cittadini ateniesi erano più
indulgenti e compassionevoli nei confronti dei disabili, i quali difatti erano
assistiti dallo Stato. Con la mitologia greca nasce la figura del mostro riferendosi
ad un bambino nascente con disabilità; figura chiave di questo tema era il
“Minotauro”
5 la cui nascita era una punizione per la regina Pacis la quale volle
insistentemente unirsi con un toro. Quindi, il concetto di mostruosità si basa sul
principio che esso sia una punizione degli eccessi che prevede la nascita di un
soggetto malformato: nel momento in cui gli esseri umani tentano di sconfinare,
contrastando i valori condivisi dalla società, Dio penalizza loro mediante la