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Appunti di Glottologia

Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia, modulo C, tenuto dal professor Antonio Filippin. Nella penisola balcanica è presente una varietà di lingue diverse: - turco e ungherese (non indoeuropee); - lingue slave (indoeuropee): sloveno, serbo-croato, bulgaro, macedone; - greco, albanese, romeno (lingue indoeuropee non slave). Queste lingue, attraverso il prolungato contatto tra loro hanno dato luogo a una serie di innovazioni comuni. Per individuare questo fenomeno di convergenza linguistica si parla di lega linguistica balcanica.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia, modulo C, tenuto dal professor Antonio Filippin. Secondo lo schema classico ricostruito da Brugmann, il vocalismo indo-europeo sarebbe costituito da undici vocali, (a, e, i, o, u lunghe e brevi e uno schwa o vocale indistinta). Saussure ipotizzò che la vocale unica del proto-indoeuropeo fosse /e/, dalla cui contrazione con i cosiddetti 'coefficienti' sarebbero sorte le altre vocali. Kurylowitcz sviluppò la teoria di Saussure chiamando i coefficienti laringali. Secondo la teoria laringalista, ci sarebbero stati nell'indo-europeo dei fonemi fricativi la cui posizione rispetto alla vocale /e/ ne avrebbe determinato l'allungamento o la colorazione timbrica. Questi fonemi sono stati effettivamente riscontrati nell'ittito grazie alla decifrazione di Hrozny.
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Esame Glottologia

Facoltà Lettere e filosofia

Appunto
3,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia, modulo C, tenuto dal professor Antonio Filippin. L'apofonia indo-europea è un processo attraverso cui l'indo-europeo utilizzava determinate radici per la produzione di lessico o temi verbali, modificando il timbro (apofonia qualitativa) o la quantità (apofonia quantitativa) della vocale radicale. L'apofonia latina è invece un fenomeno fonetico meccanico circoscritto al latino: si tratta dell'indebolimento della vocale radicale nei composti a causa del forte accento intensivo protosillabico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia, modulo C, tenuto dal professor Antonio Filippin. Sulla base del confronto tra le lingue indo-europee storicamente attestate viene ricostruito il sistema consonantico dell'indo-europeo. Secondo l'operazione di ricostruzione codificata da Brugmann ("Fondamenti di grammatica comparata delle lingue indoeuropee"), il sistema consonantico dell'indo-europeo presenterebbe quattro ordini (sorde, sonore, sorde aspirate e sonore aspirate) e quattro serie (labiali, dentali, velari, labiovelari) di occlusive, la fricativa /s/, due liquide, due nasali, sei sonanti.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia, modulo C, tenuto dal professor Antonio Filippin. Vi è una teoria secondo cui tra il mondo indiano e il mondo mediterraneo pre-indoeuropei esisteva una continuità linguistica e culturale (Silvestri, "La nozione di indo-mediterraneo in linguistica storica"). La presenza di consonanti retroflesse nei dialetti della Sicilia e della Sardegna e e nelle lingue indiane sarebbe una sopravvivenza di quella continuità.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia, modulo C, tenuto dal professor Antonio Filippin. Gli strumenti con cui si opera newl processo comparativo-ricostruttivo delle fasi non attestate delle lingue sono le leggi fonetiche. Una legge fonetica è la descrizione di una corrispondenza fonetica tra due lingue. Le eventuali eccezioni o sono apparenti, perché rientrano in un'altra legge fonetica, o si spiegano con il fenomeno dell'analogia, un meccanismo psicologico con cui il parlante interviene pere regolarizzare un fenomeno sentito come irregolare.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia, modulo C, tenuto dal professor Antonio Filippin. E' possibile una fonetica comparata del latino e del greco in quanto si tratta di lingue appartenenti alla stessa famiglia indoeuropea. Le lingue indoeuropee, documentate su una vasta area geografica che abbraccia Europa e Asia, sono accomunate da caratteristiche morfologiche, fonetiche e sintattiche. Esse presentano, in particolare, corrispondenze foniche.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. In Italia si individuano tre macro-aree linguistiche: l'area dei dialetti settentrionali; l'area dei dialetti toscani; l'area dei dialetti centro-meridionali. Per spiegare questa differenziazione Ascoli applica la teoria del sostrato: le tre componenti etno-linguistiche pre-latine, celtica a nord, etrusca al centro, italica al sud sarebbero state assorbite dal latino e per questo tramite avrebbero poi influenzato i dialetti italiani. Wan von Wartburg spiega invece differenziazione linguistica italiana con la teoria del superstrato: essa sarebbe dipesa dalla stratificazione di popolazioni alloglotte sul dominio linguistico latino, che le avrebbe assorbite.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. In Italia meridionale ci sono minoranze di lingua albanese, soprattutto Arberesh. L'Albanese è una lingua indoeuropea di tarda documentazione. L'Albania è divisa in due aree dialettali, quella settentrionale in cui si parla ghego e quella meridionale in cui si parla tosco. La presenza dell'Albanese in Italia risale alle migrazioni del XIV-XVI sec., ma c'é anche una teoria secondo cui il messapico sarebbe stato l'antenato dell'Albanese.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La diffusione del greco nell'Italia meridionale è avvenuta in tre periodi successivi: nel secondo millennio a.C. con il greco miceneo, nel primo millennio a.C. con le grandi colonizzazioni di età classica e in età imperiale fino alla caduta dell'impero romano d'Oriente con il greco bizantino. Tuttora vi sono minoranze linguistiche grecofone in Puglia e Calabria. Il greco d'Italia è privo di turchismi ed è influenzato dall'Albanese d'Italia (Arberesh).
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3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Tra i secc. VII-I a.C. abbiamo documentazione linguistica dell'Italia antica o pre-romana. Nel VII-V sec. il latino era circoscritto alla parte del Lazio alla sinistra del Tevere. Oltre al latino, sono attestate nell'Italia antica: l'etrusco, il retico, il fenicio, il punico, il greco, le lingue appartenenti al gruppo italico (tra cui osco e umbro), il venetico, il messapico, il falisco, il leponzio.
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3,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La parte della linguistica che studia il testo si è sviluppata negli ultimi decenni. L'interesse per i testi è al confine tra linguistica, filologia e filosofia del linguaggio. Austin è stato il primo a riflettere sul testo come atto linguistico. Gli atti linguistici possono essere di tre tipi: locutori, illocutori e perlocutori.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La vocale, dal latino vox, ha valore indipendente, basta da sola a costituire sillaba, a differenza delle consonanti che si appoggiano alle vocali. Le vocali sono prodotte dalle oscillazioni della lingua secondo le coordinate di anteriorità, posteriorità, altezza e bassezza. Il sistema delle vocali si può rappresentare graficamente mediante il triangolo vocalico, rappresentazione poi superata dal trapezio vocalico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La fonetica si serve di un alfabeto fonetico internazionale (IPA). Essa studia i foni dal punto di vista fisico. La fonologia, invece studia i fonemi, unità minime fonologiche aventi valore distintivo. La classificazione dei suoni si basa sul luogo di articolazione (labiali, dentali, palatali, velari) e sul modo di articolazione (fricative, affricate, occlusive, liquide, nasali, approssimanti).
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. I composti rispecchiano la tipologia linguistica della lingua a cui appartengono, e in particolare la sintassi, il modo di collocarsi delle parole. Gli elementi base della sintassi sono soggetto, verbo e oggetto, e determinante e determinato (nome/aggettivo; nome/genitivo o complemento di specificazione). A seconda di come si dispongono questi elementi, le lingue possono essere di tipo SVO o SOV, oppure di tipo determinante-determinato o determinato-determinante. I composti di ciascuna lingua rispetteranno l'ordine sintattico della lingua a cui appartengono.
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Appunto
3,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. L'interferenza linguistica è un fenomeno legato al contatto tra le lingue e alla capacità dei parlanti di impadronirsi di lingue diverse. Il contatto tra le lingue può portare al fenomeno del bilinguismo, in cui due codici linguistici sono usati in modo paritetico da uno stesso parlante, o a quello della diglossia, in cui un codice linguistico è sentito come subordinato ad un altro. Il primo livello dell'interferenza è il prestito, ossia la ricezione di parole da una lingua ad un'altra. Il secondo livello dell'interferenza è il calco, ossia la riproduzione di un elemento della lingua di partenza con materiali della lingua di arrivo.
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Appunto
4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Le varietà dialettali possono essere subregionali, regionali o sovraregionali. L'opposizione tra lingua standard e dialetto non è netta, ma costituita da una serie di gradazioni intermedie. La proiezione geografica dei fenomeni linguistici è fondamentale anche per la datazione dei fatti linguistici: le aree isolate sono quelle che conservano tratti linguistici più antichi.
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Appunto
4,3 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La nozione di diasistema linguistico comprende tutte le componenti di una lingua, tutto il sistema linguistico, che si compone di varietà o varianti diatopiche, diafasiche, diastratiche, diamesiche. Una lingua può essere inoltre analizzata dal punto di vista del continuo, ossia come continuum linguistico, o del discreto, come annalisi del livello morfologico, fonetico, ecc.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. Nella seconda metà dell'ottocento nascono la linguistica e la filologia romanza con gli studi di G. Paris e W. Meyer-Lubke. Si delinea in questa fase l'interesse per le varietà dei dialetti. I dialetti sono legati alla dimensione geografico-cartografica. Tra un dialetto e l'altro vi è una continuità, un continuum linguistico, i confini sono sfumati. Le isoglosse sono le linee immaginarie che uniscono su una carta tutti i punti in cui si rileva il medesimo fenomeno linguistico.
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Questo appunto si riferisce al corso di Glottologia tenuto dal professor Paolo Poccetti. La linguistica storica si occupa del problema del mutamento linguistico e della classificazione delle lingue. L'analisi diacronica delle lingue è stata privilegiata nell'ottocento, con la comparazione tra le lingue indoeuropee per mezzo del metodo comparativo e la ricostruzione di una protolingua comune alle lingue storiche attestate, chiamata indoeuropeo, che non corrisponde a nessuna delle lingue storicamente attestate.
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